Sono perplesso

Salve Dottori.

Vi scrivo per cercare di comprendere al meglio una cosa che spesso sento ribadire soprattutto nell'ambito psichiatrico.

Si parla spesso di tempestività nel trattamento al fine di ottenere prognosi migliori nel minor tempo possibile, spesso però mi sembra di capire che quando ciò viene meno si corre il rischio di avere dei danni "permanenti".

Ciò mi lascia molto perplesso e deluso, mio malgrado ho sofferto per 2 anni e mezzo d'ansia generalizzata, con sporadici attacchi di panico e agorafobia.

Ho scelto di rivolgermi ad uno psichiatra quando ormai il tutto era diventato invivibile e la psicoterapia sembrava solo un palliativo.

Ho iniziato la mia cura con il Cipralex i primi di Ottobre, a metà novembre ho raggiunto il sondaggio attuale di 15gocce.

Devo ammettere di essere rinato per certi versi, la situazione è migliorata notevolmente al punto che se mi avessero raccontato ciò a settembre non sarei mai riuscito a crederci.

Mi ritrovo però ancora con qualche piccolissimo momenti d'ansia soprattutto in situazioni stressanti (allontanandomi da casa) o delle volte qualche piccolo sintomo fisico.

A giorni dovrei avere un colloquio con lo psichiatra per decidere se aumentare ulteriormente la dose per cercare di eliminare i piccoli sintomi rimasti.

Secondo voi nonostante il ritardo nella cura posso sperare di avere un rientro totale dei sintomi?
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Non si parla proprio di danni permanenti su una condizione trattabile e rispondente alla terapia.

È probabile che ci voglia un aumento.


Dr. F. S. Ruggiero


http://www.francescoruggiero.it

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

Ansia

Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.

Leggi tutto