Ansia: si può guarire?

Gentili Dottori,
Da qualche tempo soffro di ansia, o almeno credo. Ho letto alcune cose su questo sito in proposito e mi sono resa conto che offrite davvero un servizio impagabile. E quindi vi scrivo anch'io, perchè non so che cosa mi stia succedendo; so solo che questa non è vita e spero possiate darmi qualche parola di conforto che mi faccia sperare e credere che una soluzione a questo strazio esiste.
Ho quasi quarant'anni e fino ad un mese fa stavo benissimo. Ho sofferto x qualcosa di simile durante le due gravidanze: avevo il terrore di contrarre terribili malattie e di "infettare" i bambini che aspettavo. Ho iniziato prima a pulire, poi a sterilizzare tutto (ma proprio tutto, lo avrei fatto anche su di me se avessi potuto) fino al punto di non scire più di casa e a non far entrare più nessuno. Non vi dico cosa ho fatto passare a mio marito in qs periodo. Ma alla nascita il problema sparisce, un pò di apprensione per un certo periodo, ma poi nulla più. Max tranquillità e vita felice e serena per 3 anni.
Poi l'incubo: in vacanza frequentiamo una famiglia che scopro poi avere l'Epatite C. Il fatto che i miei bambini abbiano giocato assieme ai loro figli mi fa impazzire, vedo sangue ovunque. Penso continuamente alle ginocchia sbucciate dei miei bambini, li vedo già malati che subiranno discriminazioni e non potranno avere una vita affettiva e sociale normale. Mi assalgono mille paure, anche di malattie che potrei aver contratto io e avergli passato, che non mi fanno dormire la notte e mi ossessionano durante il giorno, sento improvvisamente il cuore che batte fortissimo e se non riesco a calmarmi, lo stress è talmente forte che mi vengono i conati di vomito. Oggi ho superato me stessa: sono andata a farmi gli esami del sangue xchè mi sono improvvisamente "ricordata" di una trasfusione di emoderivati che ho fatto durante la seconda gravidanza. Non serve che vi dica x trovare cosa. Ma ero felice di andarci: mi sarei finalmente tolta un peso e avrei ricominciato ad abbracciare marito e bambini senza ansia.
Ma ovviamente non va così: vedo del sangue sul bracciolo della poltrona.. panico.. chiedo all'infermiera di cambiare sedia.. ma qs distrazione mi impedisce di tenere sotto controllo le operazioni fatte: ricordo solo che sul tavolino c'era + di un "aggeggio" con l'ago (2?), senza involucro e pronti x l'uso..terrore: che ci fanno li? doveva esserci solo il mio! e se si fosse confusa e avesse riutilizzato quello del paziente precedente con me??? Ed eccomi nuovamente nel panico, incontrollabile.
Rientrata dalle ferie (1 mese fa) la situazione era così insostenibile che, seppur con tantissima diffidenza, sono andata da uno psichiatra: mi sentivo senza scampo ed ho scoperto che qualcuno sapeva di cosa stessi parlando! Mi ha prescritto il Mutabon Ansiolitico (2 cps) e terapia analitica. Sembrava tutto Ok, mi sentivo in forma, tutto sotto controllo e..sospendo il Mutabon. Poi un crescendo fino ad oggi. Ma questa non sono io!
Vi Chiedo: se ne esce?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 988 248
Gentile utente,

I sintomi che riferisce sono comuni, ora non è detto che siano l'unico aspetto interessante da osservare, ma diciamo che sono abbastanza chiari. Il Mutabon è un farmaco di primo approccio che copre una serie di sintomi, però la diagnosi qual'è stata ? Perché l'impressione che si ha è che siano sintomi ossessivi, è stata posta questa diagnosi oppure un'altra ?
Poi: lei fa la cura e la sospende, perché dopo soltanto un mese, non credo che lo psichiatra abbia detto questo.
E perché analisi (che appartiene alla psicologia non scientifica), consigliata da chi e per quale indicazione ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 196 21
Gentile utente,
come ha detto il collega, un mese di terapia è assolutamente insufficiente, qualunque sia la diagnosi. L'amitriptilina contenuta nel mutabon impiega circa tre settimane per cominciare ad agire, ed è la componente diciamo "curativa". La perfenazina, che è il tranquillante contenuto nel mutabon, ha un effetto sintomatico: toglie l'ansia solo quando lo si assume, sospendendo il prodotto tutto torna come prima.
Mi sembra strano che le sia stata consigliata l'analisi, in una fase acuta della malattia. Forse la psichiatra ha parlato di psicoterapia? In casi come il suo è indicata, perché ci sono dati scientifici certi, la psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale.
Anche la psicoterapia di tipo dinamico in teoria funziona, secondo il mio parere e la mia esperienza, ma non ci sono statistiche che lo possono provare.
Contatti nuovamente la psichiatra.
Cordiali saluti

Franca Scapellato

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dopo
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Gentilissimo Dott. Pacini,

Prima di tutto vorrei ringraziarla per avermi risposto così rapidamente.
X quanto riguarda la diagnosi devo dirle che ho visto lo psichiatra soltanto 3 volte, e che non mi sono concentrata molto sulle parole esatte della diagnosi: mi era sufficiente il fatto che lui comprendesse di cosa stessi parlando. In ogni modo se non sbaglio aveva a che fare con la nevrosi.
Lei ha perfettamente ragione riguardo al farmaco, anche lui non era molto contento che lo avessi sospeso ma mi sentivo molto meglio e... la verità è che i preconcetti sono duri a morire. Mi sono sempre considerata una persona razionale, capace di affrontare le difficoltà della vita ed è stato difficilissimo prima di tutto accettare di aver bisogno di aiuto, poi che l'aiuto venisse da uno psichiatra. Quando poi mi ha proposto il farmaco e la terapia mi sono sentita in parte sollevata (una soluzione c'è) ma dall'altra ho pensato di aver veramente perso il controllo di me stessa. E così, appena mi sono sentita meglio, ho pensato "ecco, lo sapevo, in realtà non ne ho bisogno, sono sempre la stessa" e l'ho sospeso,ma purtroppo mi sbagliavo.
Gli esami sono quelli legati ai possibili virus che potrei aver contratto dopo la trasfusione: era da tempo che volevo togliermi il dubbio, la richiesta era pronta da tanto ma non sentivo l'urgenza... che è invece arrivata qualche giorno fa.
Come le ho già detto qs mattina ho ripreso il Mutabon e martedì rivedrò il medico ma nel frattempo sono veramente a pezzi: non è una crisi di panico passeggera, è un pensiero fisso che a momenti mi toglie il respiro. Involontariamente cerco di riportare la mente a quel momento e di ricordare quante capsule aperte ho visto veramente sul tavolo, cerco di convincermi che c'era solo la mia ma inutilmente. E penso che adesso dovrò aspettare altri 6 mesi prima di rifarmi gli esami e assicurarmi di essere sana.
Non riesco a liberarmi da qs pensiero. E questo mi causa una sofferenza tremenda, non ho volgia di mangiare ne di uscire ma sono costretta a farlo, a lavorare e sorridere anche se mi metterei solo a piangere. E quello che è peggio è che ho apura di toccare e abbracciare i miei bambini, ho un nodo alla gola...
Lei dice i "sintomi sono comuni": mi piacerebbe sapere secondo lei di che cosa esattamente e spero anche che possa avere una fine.

La ringrazio di cuore
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 988 248
Gentile utente,

praticamente nessun paziente che abbia un disturbo trattabile con il mutabon dopo un mese sospende e sta bene. Quindi l'anomalia è questa sospensione, lo psichiatra ovviamente non ne era contento per lei.
Quel che ha "sembra" o almeno, sembra comprendere sintomi ossessivi, ma non è detto che sia questo e basta.
La terapia con mutabon ha un'indicazione ad ampio spettro, ci sono dentro farmaci ansiolitici e che riducono l'intensità dei pensieri. La componente che ha funzionato rapidamente è questa, l'antidepressivo contenuto per funzionare ci mette appunto un mese.
Non vedo perché debba rifare degli esami, per la sua paura ossessiva ? Non si risolve facendo controlli, anzi peggiora di solito. Il contenuto delle paure non è il punto, quello di per sé è possibilissimo, è questo che "frega" perché non è in base all'assurdità assoluta di quel che pensa che potrà cacciare un'ossessione. E' la domanda che va ricacciata via, e per questo serve una terapia. Che può anche essere psicoterapia, ma non di tipo analitico se il disturbo è quello.
Faccia riferimento allo psichiatra e non prenda iniziative, anzi si faccia spiegare tempi e modalità della cura. E si faccia esplicitare la diagnosi perché è importante che sia stata fatta, altrimenti "brancoliamo" nel buio.
[#5]
dopo
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Gentile dottoressa Scapellato,

Vedo solo ora la sua risposta.
Da quanto mi ha scritto sul Mutabon finalmente comincio a capire... tutto è effettivamente tornato come prima, se non peggio. Lo psichiatra ha sicuramente parlato di psicoterapia: se non sbaglio ha usato la parola "analitica" ma potrei sbagliarmi, x me qs parole non significano niente.
Potrebbe essere così gentile da spiegarmi la differenza che c'è analitica, cognitivo-comportamentale e dinamica?

Molte grazie
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 988 248
L'analitica e la dinamica sono lo stesso tipo di trattamento, ma non rientrano negli interventi dagli effetti prevedibili e misurabili. La cognitivo comportamentale è una terapia medica e funziona come qualsiasi altra terapia, con tempi, "dosi" e obiettivi specifici. Per questo è importante conoscere la diagnosi, le psicoterapie sono interventi che mirano a obiettivi precisi, su altri sono inutili, e su altri ancora possono avere effetti peggiorativi. Come i farmaci.
[#7]
dopo
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Dott. Pacini,

Ha perfettamente ragione: qs mattina ero così contenta perchè sapevo che facendo gli esami tra qualche giorno avrei potuto cancellare l'ansia ed invece ecco che inizia un'altra attesa, altri 6 mesi x rifarli ed accertarmi che sto bene...
Durante il prox incontro mi farò dire la diagnosi precisa e seguirò alla lettera tutte le indicazioni: grazie alle vostre spiegazioni ho capito che non è proprio una cosetta da niente...
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 988 248
No, vedo che non ha capito. Dico il contrario. Più esami fa non per indicazione medica a farli ma per ossessione, peggio andranno le ossessioni.
Le persone ossessive sulle malattie che si curano con successo smettono di fare esami per paura, e li fanno se mai quando il medico glieli consiglia per un sospetto che ha lui. Se la rassicurazione è a destra, la via d'uscita dall'ossessione è a sinistra.
[#9]
dopo
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Mi scusi, mi sono spiegata male, avevo capito benissimo: fare gli esami non mi ha aiutata a smetterla con l'ansia, ne ho semplicemente creata un'altra, da ansia x malattie contratte con trasfusione a quelle contratte x ago già usato con un altro paziente. Non ho intenzione di fare altri esami, ho capito che così non ne esco.
Le dico però che il fatto di essermene resa conto mi fa sentire un pò meglio, non so quanto durerà qs piacevole sensazione, ma la ringrazio comque tantissimo.
[#10]
dopo
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Buongiorno,

Scusatemi ma ho veramente bisogno di parlare con qualcuno. Mio marito non sa più che fare e ho davvero paura cominci a pensare che non ho più speranze di uscirne... Ho passato una notte terribile, ho dormito solo a piccoli intervalli, profondamente ma appena cominciavo a riprendere coscienza ecco che tornava il pensiero di avere contratto HIV, Epatite,... Il problema è che qs tormento non mi abbandona mai, neanche un secondo, sento senpre un peso allo stomaco e non ho voglia di fare nulla. Tra poco i miei bambini si sveglieranno e dovrò portarli all'asilo, non so dove troverò la forza e soprattutto ho paura a dargli un bacio, una carezza... sono disperata.
Com'è possibile che mi sia ridotta così???
Sono tanto stanca.

E anche un pò confusa xchè se non ho capito male le vostra opinione su quello che mi affligge e la relativa cura, sono un pò diverse rispetto a quello che mi ha detto il mio medico: martedì gli spiegherò meglio come mi sento, del resto ne ho parlato più con voi che non con lui... Ancora non pensavo di aver veramente bisogno di... uno psichiatra!

Scusate ancora e grazie.
[#11]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Gentile utente,

martedi' deve vedere lo psichiatra o il suo medico di famiglia?

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[#12]
dopo
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Martedì vedrò lo psichiatra.
Il medico di famiglia l'ho visto solo una volta x la prescrizione degli esami del sangue.

Scusi per l'imprecisione.
[#13]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 988 248
Gentile utente,

aveva capito ma non mi sembra che abbia presente la cosa. Non ha bisogno di parlare con qualcuno se le vengono le sue angosce, anzi ha bisogno se mai di non parlarne, cosicché non si alimentino. E ancora più importante di seguire una cura che darà dopo un po' i suoi effetti.
[#14]
dopo
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Gentile Dott. Pacini,

lei ha ragione, decisamente "non ho presente la cosa": non so cosa mi stia succedendo e non so come uscirne. Se così fosse non starei quì a scriverne. E' per questo che mi sono rivolta ad uno specialista, il mio psichiatra, che però è andato in ferie per 2 settimane (purtroppo per me, beato lui, se lo merita!) proprio quando ne avevo più bisogno.
Lei mi dice di non parlare delle mie ansie, proverò a seguire il suo consiglio da adesso in poi ma vede, mio marito lavora fuori città tutta la settimana e parlarne al telefono ho paura faccia solo danni (sta già pensando sia impazzita), sul lavoro devo mantenere la mia immagine di super donna in carriera che gestisce ottimamente famiglia e lavoro da sola e senza problemi... e così, aspettando il rientro del mio psichiatra, avevo pensato potesse farmi bene non "parlarne a caso" ma con dei professionisti quali siete Voi, nella speranza di capirci qualcosa.
Grazie x il consiglio, ma ancora di + grazie x la frase con cui ha concluso, mi ha ridato speranza.

Cordiali saluti
[#15]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 988 248
Esatto, parlarne al telefono rischia di peggiorare la cosa come parlarne di persona. Con professionisti non è importante parlarne, ha spiegato una volta, noi abbiamo avuto una impressione e gliel'abbiamo comunicata.
Quando starà meglio ci capirà meglio.
[#16]
dopo
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Egregio Dott. Pacini,

Ecco la diagnosi: nevrosi fobico ossessiva. Lo psichiatra prevede una psicoterapia analitica x circa 1 anno accompagnata dal Mutabon (2 cps al giorno), almeno x ora.

Mi ha colpito una sua frase che ancora non comprendo del tutto "...per questo serve una terapia. Che può anche essere psicoterapia, ma non di tipo analitico se il disturbo è quello."
A fronte di questa diagnosi, ritiene ancora non corretta la terapia?

La ringrazio anticipatamente.
[#17]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 988 248
Nevrosi fobico-ossessiva è una dizione che dovrebbe equivalere a disturbo ossessivo.
Il Mutabon non è una terapia specifica per un disturbo d'ansia fobico-ossessivo.
La psicanalisi è una teoria a cui corrisponde una pratica non scientifica (nel senso della ripetibilità, prevedibilità e misurabilità di ciò viene fatto).
Fornisce delle risposte tramite un meccanismo interpretativo che non è controllato da nessuno se non dalla teoria a cui aderisce chi la pratica.
In particolare in un disturbo di tipo ossessivo direi che non è la scelta migliore, anzi può introdurre nel cervello elementi che alimentano le ossessioni o le fissano su "verità" gratuite.
Nel disturbo ossessivo è indicata la terapia cognitivo-comportamentale. Meglio se associata alla farmacoterapia, oppure la farmacoterapia e la psicoterapia prese isolatamente, ma con quell'orientamento tecnico.

Secondo me è consigliabile un secondo parere da chi faccia diagnosi secondo un sistema classificativo in uso comune, e a cui sono riferite le terapie provate e misurate con gli studi scientifici.
[#18]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
gentile utente

anche io sono d'accordo con le osservazioni del collega.
Tra l'altro porre già all'inizio un limite temporale per un trattamento che, nella pratica, non ne considera e' un errore da non sottovalutare, probabilmente chi le ha prospettato tale tecnica non la conosce bene.
[#19]
dopo
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Gentili Dottori,

Ho seguito il vostro consiglio e all'inizio di settembre sono andata da un altro psichiatra: con altre parole xò ha confermato la correttezza della terapia analitica. L'idea è che con una terapia cognitivo-comportamentale si risolve solo il sintomo attuale ma non il problema all'origine con il risultato che presto o tardi si ricade in un'altra fobia/ossessione.
Ho pensato allora di continuare la terapia con il primo psichiatra ma... fino ad ora risultati nulli. Certo, sono apparentemente un pò più calma, ma è solo l'effetto del mutabon: mi basta "incappare" in una macchiolina che sembra sangue e vado in crisi x giorni e anche stare in luoghi affollati sta diventando un problema.
Vi chiedo: c'è un modo per sapere chi, nella mia città, pratica la terapia cognitivo-comportamentale o devo andare a caso e fare consulti fino a che trovo il medico giusto? Ho davvero la sensazione di perdere solo il mio tempo e oltretutto l'aspetto economico della cosa non è proprio irrilevante...

Ringrazio cordialmente
[#20]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 988 248
"L'idea è che con una terapia cognitivo-comportamentale si risolve solo il sintomo attuale ma non il problema all'origine con il risultato che presto o tardi si ricade in un'altra fobia/ossessione."

Non vi è nessuna evidenza che vi sia alcun problema all'origine. L'ossessività è un disturbo formale, non di contenuto, è chiaro se si riproduce a periodi su oggetti e temi diversi, ma è sempre lo stesso. Lo è di natura.

Che la psicoterapia non scientifica sia in grado di eradicare definitivamente le ossessioni è attualmente un'affermazione infondata. Neanche la cognitivo-comportamentale lo eradica sempre, ma così come la terapia chimica consente di tenerlo sotto controllo e limitarne la gravità, prevenirne le ricadute se proseguita etc, salvo gli ovvi casi di non-risposta presenti in qualsiasi malattia.
[#21]
dopo
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Penso di aver finalmente capito il concetto... che poi risponde anche alla mia domanda iniziale: non era proprio quello che speravo di sentirmi dire ma almeno adesso so su cosa devo lavorare e chi devo cercare.

Le faccio i miei più sinceri complimenti.
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