Stress e depressione

salve, sono una ragazza di quasi 18 anni, vivo in un contesto piuttosto difficile, e per questo sono sempre molto stressata.
Scrivo per consigli utili.
Il problema principale sono i miei genitori,mi accorgo sempre di più che la loro presenza mi infastidisce eccessivamente, quasi da provare odio nei loro confronti e nei loro atteggiamenti.
Credo che questo odio sia scaturito dal fatto che ho bisogno di avere accanto la figura sia di un buon padre che di una buona madre,e che non posso avere in quanto loro non si possono definire tali.
Non ho un buon dialogo con mio padre, anzi non esiste propio il dialogo.
Invece, con mia mamma il problema si verifica perchè non sa ascoltare!
quando cerco di instaurare un dialogo cn mia mamma, quest'ultima mi accusa sempre, mi appesantisce di problemi e pensieri.
Quindi nel momento in cui voglio stabilire un dialogo con lei per sentirmi appoggiata, sostenuta, si verifica l'effetto contrario: mi sento ancora più sola,abbandonata nei miei problemi.
Adesso sono molto rassegnata!ho una sorella 2 anni più piccola di me, e mi accorgo che su di lei tutto questo non si verifica.
I miei fanno molte e evidenti differenze tra me e mia sorella, e questo di certo non può che peggiorare la mia situazione.
Adesso ritornando al problema dello stress, voglio precisare che questo è scaturito principalmente dal fatto che mia mamma ha sempre voluto il mio appoggio, per lei sono stata un punto di riferimento, una spalla su cui piangere e svogare i propri pensieri, e da un pò di anni ho cercato di allontanarmi , perchè ho capito che il mio ruolo non era questo ma che invece si dovevano invertire, dovevo essere io a correre subito da lei per chiedere aiuto , e appoggio.
Per cui adesso lei sapendo che non può più fare riferimento su di me, scaturisce un nervoso ansioso su tutto ciò che riguarda me.
Mia mamma è convita che tutto deve ruotare attorno a lei, quando siamo a tavola parla sempre di quello che le succede a lavoro, e non posso mai avere lo spazio di parlare di ciò che mi affligge, e anche se lo avessi non mi aiuterebbe affatto la sua parola, ma mi sprofonderebbe nelle sabbie mobili.
Di mio padre non parlo perchè è più che esplicito, lui non c'è, non vuole responsabilizzarsi, e pensa solo a se stesso, tutto ciò che è comodo a lui, e se qualcosa non gli va bene, scatta una molla di impulsività nervosa,infatti da piccola ricordo che alzava spesso le mani a mia mamma, e invece adesso sono io soggetta a questo.
Mi sento in un turbine di dolore, mi sento sola, con i mei compagni non riesco a creare un buon rapporto, non ho amici, sono fidanzata da 10 mesi con un ragazzo che ha dovuto vedere tutto questo.
Lui mi appoggia, mi capisce,ma avere lui non significa risolvere i problemi che ho a casa, e nemmeno piò alleggerirli.
Ho pur sempre bisogno di un padre e una madre,o qualcuno che possa ascoltarmi e appoggiarmi o consigliarmi.A scuola si riflette tutto,amo studiare ma non posso farlo come vorrei, perchè non sono serena
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
Gentile ragazza, la sua descrizione rende molto bene la pesantezza del clima nel quale sta vivendo. Il problema principale mi sembra decisamente il rapporto con entrambi i suoi genitori, anche se per motivi diversi.

Con sua madre lei ha un rapporto che in gergo si definisce "invischiato", ovvero state entrambe pagando le conseguenze di aver tentato di attribuirvi dei ruoli impropri. Lei, quello della consolatrice, e sua madre quello della figlia da consolare.

Con suo padre il rapporto proprio sembra non esistere, per la sua distanza e il suo egoismo, ma credo che tutto sommato potrebbe essere disposta anche ad accettarlo, se dall'altra parte avesse trovato un po' di sostegno.

Tutto questo influisce ovviamente sul rapporto con i coetanei, e con la sorella. Non dimentichiamo che spesso i figli secondogeniti accusano meno i problemi che sta segnalando lei, per varie ragioni. Il primogenito è quello che "si fa carico" di tutto, e chi arriva dopo se la passa meglio.

Ad ogni modo dovrebbe cercare un aiuto psicologico, per parlare più diffusamente dei suoi problemi e per risolverli, un po' alla volta. Può rivolgersi anche da sola presso la sua ASL, spendendo pochissimo. Appena avrà compiuto 18 anni potrà andarci anche da sola, senza bisogno d'informarne nessuno. Chieda di fare un primo colloquio psicodiagnostico per problemi personali.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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dopo
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Grazie Dr. Giuseppe Santonocito, la Sua risposta è per me qualcosa di vero importante.
Vorrei aggiungere che ho già chiesto aiuto a un psicologo dell'ASL, ma ciò si è verificato (scusi la schiettezza)del tutto inutile.
Successivamente, sono stata soggetta a casi di spotting,e ho fatto la visita dal ginecologo, dietro consiglio della dottoressa di famiglia.
Quest'ultima si è presentata disponibile all'ascolto e al mio soccorso.
Infatti,mi chiede di poter parlare con mia madre per cercare di comunicarle la mia situazione.
Dopo l'incontro, mia mamma si è dimostra molto irritata nei miei confronti e nei confronti della dottoressa, e quindi anche questo tentativo è stato inutile.
Sono davvero sconfortata, cerco tutti i giorni di darmi forza ma sono stremata.
Capisco che Lei non può di certo impegnarsi sul mio caso, per cui la ringrazio ancora per il suo intervento.

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
L'iniziativa da parte della dottoressa di famiglia di parlare con suoi i genitori è stata corretta, dato che lei è ancora minorenne. Forse, però, alla d.ssa non era ben chiaro quale fosse l'atteggiamento dei suoi genitori, e così facendo ha solo contribuito a peggiorare i rapporti fra lei e loro.

Purtroppo, come ha ben capito, da qui non si può far molto di più che dirle poche cose. La invito però a non rassegnarsi e a tentare altre strade. Ad esempio, se studia può provare a rivolgersi allo psicologo della sua scuola.

Ma in ogni caso il suo miglioramento dovrà passare per un'accettazione dei suoi genitori per come sono, dato che ognuno di noi i genitori non se li sceglie, ma se li ritrova. È la dura verità, ma è la stessa per tutti. Dovrà diventare adulta e passare dalla posizione di chi si aspetta qualcosa da loro, a quella di chi dovrà portare pazienza ed eventualmente fare qualcosa per loro, quando saranno vecchi.

Cordiali saluti
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dopo
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Grazie ancora, seguirò il Suo consiglio!
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dopo
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Riscrivo perchè non ho pace, se il problema con i miei sembra quasi risolvibile, il problema con i miei coetani è ossessivo.
I miei compagni di classe non mi accettano, mi discriminano molto evidentemente, come posso fare?
non abbiamo gli stessi punti di vista, non abbiamo interessi comuni non so più che fare.
In classe ci vivo 6 ore ogni giorno e se non sto bene lì, se non mi sento a mio agio,(o quasi), non posso vincere la depressione che spesso mi afflige.
Ho bisogno di un consiglio. Mi sento diversa e sola.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
Gentile ragazza, i consigli che può ricevere da qui purtroppo sono limitati a quelli che le ho già dato. Se desidera parlare davvero con qualcuno del suo problema, dovrebbe farlo di persona, ad esempio rivolgendosi al centro ascolto della sua scuola o università se ancora studia, oppure tramite la ASL, oppure ancora privatamente.

Ma un aiuto concreto e risolutivo non si può dare per email.

Cordiali saluti
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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
è interessante il fatto che all'inizio il problema con i tuoi genitori sembrava insormontabile, adesso scrivi che

"il problema con i miei sembra quasi risolvibile"

Il fatto che il tuo umore "oscilli" a seconda di come si evolvono le situazioni è indizio del fatto che, evidentemente, in alcuni contesti relazionali le tue reazioni sono meno "gestibili", e tu perdi la lucidità necessaria per sapere cosa fare.

Purtroppo da sola non credo riuscirai, almeno per ora, a risolvere tutto: per questo ti consiglio un supporto psicologico.

Prova a contattare un Consultorio Familiare.

C'è un tuo amico-parente di cui ti fidi davvero? Prlane anche con lui/lei.

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_

[#8]
dopo
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Mi scusi l'insistenza Dr. Giuseppe Santonocito, solo che ho notato che le Sue risposte sono state molto utili, mi hanno rassenerato,a differenza delle parole dello psicologo dell'ASL a quale ho chiesto aiuto.(Voglio rendere l'idea tramite un piccolo esempio, quest'ultimo mi ha detto di andare in chiesa per la confessione,in quanto dopo ciò il mio legame con Dio sarebbe diventato più forte e io sarei stata più pulita dentro. Credo che sia stato poco professionale il suo suggerimento.)
altrettanto negativa è stata l'impressione che ho avuto della psicologa che mette a disposizione la mia Scuola.
Voglio solo aggiungere che queste esperienze non mi hanno aiutato, e sarà difficile aprirmi e fidarmi di altre persone.
Ho chiesto consiglio qui perchè, appunto, non ho messo nuovamente a repentaglio il decoro della mia persona e della mia famiglia(visto che abito in un piccolo paese del sud).
Ringrazio anche il Dr. Daniel Bulla per la Sua risposta, come ha già detto Lei chiederò aiuto a persone di cui mi fido.