Per paura di non riuscire ad affrontare le materie e le interrogazioni

Egregio Dottore,
ho un bambino di 9 anni che finora non mi ha dato alcun tipo di problema.
E' sempre stato educato, buono, socievole con tutti e diligente a scuola. L'unico problema che abbiamo dovuto affrontare, come del resto per la maggior parte dei bambini è stato il distacco dalla mamma sia all'asilo, che nei primi due anni di scuola elementare.
Ha delle pagelle brillanti, e anche se l'ho sempre messo in guardia del fatto che tutti sbagliamo e che prima o poi il brutto voto arriverà, lui punta sempre al massimo, sfinendosi se non raggiunge ciò che desidera. Piange ogni mattina prima di andare a scuola (da un paio di mesi)per paura di non riuscire ad affrontare le materie e le interrogazioni (anche se le cose le sa), piange a scuola alla prima difficoltà che poi però puntualmente risolve sa solo, e chiaramente si vede che soffre. Ho parlato con le maestre che dicono che il problema non è tale da dover intervenire. Io non so più cosa fare. Lo rassicuro, cerco di stargli vicino con discrezione come ho sempre fatto, senza forzarlo. Ho bisogno di un suggerimento per poter quantomeno affrontare il problema senza turbare ulteriormente mio figlio. Grazie per la cortese attenzione. Distinti saluti
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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
non capisco se la preoccupazione di tutto questo sia più di Suo figlio oppure Sua. E il papà cosa ne pensa?

Il fatto che le maestre non siano preoccupate per ora direi che è un buon segno, ma dovrebbe parlarne anche con il Suo compagno e capire se entrambi "sentite" che il problema del bambino è preoccupante oppure no.

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_

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dopo
Utente
Utente
Egregio Dottore,
La ringrazio per la cortese risposta. Mio marito, pensa che mio figlio si pone dei problemi che non hanno motivo d'essere.
Su questo concordo, avrebbero un senso se andasse male a scuola. Ma allora perchè questo suo dispiacere nell'affrontare la giornata? Perchè ha paura di non essere in grado di affrontare le varie materie? Perchè alla minima difficoltà reagisce piangendo?
Io non riesco a darmi una risposta. Grazie ancora per la cortese attenzione e buona giornata
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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Signora,
intanto notiamo che il bambino comunica il suo disagio a casa e non a scuola, altrimenti le maestre se ne sarebbero accorte da alcuni suoi comportamenti.

A 9 anni col bambino si può anche parlare ed affrontare questo argomento, senza colpevolizzarlo o farlo sentire un incapace perchè si preoccupa di cose "senza senso".

Se vede che non ne venite a capo vi consiglio a quel punto di chiedere una consulenza psicologica.
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Attivo dal 2009 al 2010
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile Utente

innanzitutto mi sento di escludere l'equazione:

disagio personale=va male a scuola.

Dalla sua descrizione credo che il dato più significativo e problematico sia il vissuto di suo figlio, più che l'ambito entro cui si manifesta.
Oltretutto, la sintomatologia ansiosa può testimoniare non solo il fatto che il bambino viva un problema, ma che al momento non abbia capacità/possibilità di esprimerlo direttamente.
Non necessariamente questo comporta un problema di grave entità, comunque le suggerisco di consultare un terapeuta infantile con il quale focalizzare nel dettaglio la situazione.
Un'utile indicazione (abbastanza tipica, per la situazione) è quella di richiedere qualche colloquio anche per lei e suo marito insieme, non limitandosi a portare esclusivamente il bambino in consultazione.

Cordialmente,
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Dr.ssa Roberta Cacioppo Psicologo, Psicoterapeuta 338 11 2
Gentile signora, ci ha descritto un bambino molto preoccupato di riuscire a fare bene, a dimostrare a se stesso e agli altri (non necessariamente in quest'ordine) che è "capace".

Questo suo puntare sempre al massimo e faticare per raggiungerlo come si manifesta? Che tipo di approccio ha nei confronti dei compiti a casa? E' un atteggiamento che lei rileva soltanto nella scuola o anche in altri ambiti (come ad esempio un eventuale sport)?

Questi vogliono essere dei semplici spunti di riflessione iniziali , in base ai quali lei potrebbe osservare il suo bambino in modo un po' diverso. Credo sia anche importante che lei e il papà del piccolo troviate un equilibrio tra il minimizzare la cosa e il darle eccessivo peso, insomma che condividiate una strategia comune per aiutare vostro figlio.

Mi ha colpita il fatto che prima di parlarci di questioni riguardanti la scuola del bambino lei abbia citato le sue passate difficoltà nello staccarsi dalla mamma, come se si immaginasse una qualche correlazione.

Concordo infine con il collega che consiglia a lei e al papà di contattare uno specialista dell'età evolutiva: sicuramente qualche colloquio di coppia (genitoriale) può aiutarvi a mettere meglio a fuoco la situazione, senza che questo implichi necessariamente la presa in carico del bambino.

Cordialmente,

Roberta Cacioppo - Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa clinica -
www.psicoterapia-milano.it
www.sessuologia-milano.it