Giudizio degli altri

Salve, so che quello che sto per chiedere è una cosa piuttosto complessa ma provo ad avere una delucidazione ugualmente.
Sono un ragazzo abbastanza solare e vitale...almeno credo...
Solo che a volte (e quando accade spesso mi butta davvero giù con paranoie incredibili) ricevo giudizi negativi che non riesco a tollerare... Fin qui tutto normale. Ma la cosa incredibile è che il mio stato di depressione è direttamente proporzionale a quanto non stimi chi mi critica. Per dirla in termini semplici, più non stimo una persona e più sto male se mi critica su qualunque cosa.
Se invece stimo la persona che mi critica magari ho un po' di frustrazione ma nettamente meglio che il primo caso...e lo accetto molto di più!!
Perchè perchè...voglio uscire da queste paranoie che mi toccano così in profondo causandomi malessere! So che non è sicuramente un percorso facile e veloce però voglio capire da dove iniziare almeno.
Forse mi preoccupo troppo del giudizio degli altri ma questa differenza legata al mio giudizio è palese e determinante.
Grazie.
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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
è vero, non è un percorso facile, ma di sicuro la psicoterapia (che sarebbe la soluzione in questo caso) permette di ottenere risultati soddisfacenti e duraturi.

Il punto è che Lei sembra eccessivamente attento alle considerazioni negative, ma forse anche positive, che gli altri hanno nei Suoi confronti. Tutto questo potrebbe partire da un'autostima un po' vacillante, che a sua volta potrebbe essere legata ad altri fattori.

Come può immaginare non è facile da qui inquadrare correttamente tutti questi fattori, per questo io le consiglio un colloquio psicoterapeutico: potrà servirle a chiarirsi meglio le idee e a capire se sia o meno il caso di iniziare un percorso psicoterapeutico.

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_

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Dr. Marco Focchi Psicologo, Psicoterapeuta 26 2
Gentile utente,

si possono fare molte ipotesi, ed è difficile scegliere senza un dialogo diretto. Una possibilità però è che per lei prevalga l'identificazione con l'altro come figura ideale piuttosto che il giudizio in quanto tale. Un giudizio negativo formulato da una persona che stima non l'abbatte particolarmente perché la stimola a migliorarsi identificandosi con lui. Un giudizio negativo formulato da una persona che non stima non le dà nessuno slancio e la butta giù in quel che lei definisce come paranoie perché non riesce a farsi dei punti di mira a cui agganciarsi.

Un saluto

Dr. Marco Focchi
tel. 3493923017
www.marcofocchi.com

[#3]
dopo
Utente
Utente
Sicuramente avevo pensato a una psicoterapia ma ora come ora non posso per problemi economici, fra qualche mese ci proverò.

Decisamente ha ragione dott.Bulla quando dice che sono attento alle opinioni della gente negative e positive e infatti sto lavorando su questo punto. L'autostima sociale è molto pericolosa da quanto ho letto e mina l'equilibrio interno e vorrei trovare un mio equilibrio che mi renda distaccato da qualunque cosa dica la gente perchè non è possibile essere un giorno leone e l'altro pecora.

Molto interessante la risposta del dottor Focchi. Effettivamente tendo a schematizzare e idealizzare molto sinteticamente in base a un giudizio, a un episodio.
Per fare un esempio stupido, qualche anno fa, se giocando a calcio mi capitava di fare una giocata completamente sbagliata mi sentivo completamente scarso. Viceversa se facevo una gran giocata.
Ma anche qui, la delusione per il mio errore era direttamente proporzionale all'avversario!!! Come se un frangente di partita sintetizzasse tutto il valore (mio e degli altri) in quel momento e in proporzione all'avversario. Qualche anno fa la cosa era molto più amplificata...ora le cose fortunatamente vanno meglio...forse è questo che dovrei fare anche nel rapporto con la gente...
E' molto irritante passare quasi tutta una sera a pensare alla discussione con una persona di cui non me ne frega niente e non ho mai stimato e che vedo 3 volte all'anno in disimpegno annoiandomi per altro. C'è qualcosa che non quadra...
Ho provato a pensare che è come se abbia bisogno di avere dei valori di una scala in cui credere prima di cominciare a fare una cosa al meglio, prima di vivere, e quando qualcuno mette in discussione tali valori "apriti cielo", forse legata a un'insicurezza dell'infanzia/adolescenza...
Per farmi capire se io "battezzo" che uno è imbranato con le donne (ma poi chi sono io per "battezzare" qualcuno) non può fare poi lo spavaldo se ne trova una...mi viene da ridere perchè sembra allucinante ma è proprio così anche se sembro un pazzo!!!!! Ma non ho più voglia di stare dietro ai miei valori prestabiliti...anzi prestabiliti dal mio inconscio che nessuno ha autorizzato a rimanere vincolato a degli schemi e che mi distolgono dai miei interessi primari!!
Forse devo ancora capire che il mondo non è fatto con schemi rigidi e immutevoli, come posso capirlo?
Forse la cosa è più frequente di quello che penso e la maggior parte della gente taglia corto e reprime il disagio...io non voglio reprimere nulla.
Scusi lo sfogo e la risposta prolissa ma era per farmi capire meglio.
Ho 31 anni.
[#4]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
è proprio così: dovremmo imparare un po' tutti ad uscire dai nostri schemi rigidi e preconfezionati, seppur a volte comodi.

Immagino che l'idea di affrontare una psicoterapia la possa spaventare da un punto di vista economico: in realtà ci sono diversi modi, anche gratuiti, per ottenere un supporto psicologico. Le allego questo articolo dal titolo "Come spendere meno dallo Psicologo"

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/407-come-spendere-meno-dallo-psicologo.html

L'importante è che Lei non rinunci a curarsi per soldi, mi raccomando.

[#5]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno.
Avevo già scritto in precedenza per episodi di intolleranza verso altre persone in particolari situazioni. Dopo qualche mese di introspezione penso di poter dire di aver trovato la vera causa di tale insofferenza.
Ora cerco di spiegarla.
Più che ai contenuti immorali e ai banali insulti, provo intolleranza verso quelle persone che esprimono concetti che non approvo, trasmettando sicurezza legata a quello che stanno dicendo. Più io sono convinto del contrario, più lui è convinto di quello che sta dicendo, più ho bisogno di demolirlo, metterlo al muro spendendo molte energie. Se risparmio le energie covo per qualche giorno rabbia e frustrazione.
Cosa potete dirmi in merito a parte consigliarmi la psicoterapia che affronterò non appena avrò il denaro che occorre?
Grazie
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Dr. Marco Focchi Psicologo, Psicoterapeuta 26 2
Non penso che la sua intolleranza derivi dal giudizio degli altri. Probabilmente il giudizio degli altri è solo il fattore scatenante, su cui proietta qualcosa che le è difficile tollerare dal suo interno e che la mette in conflitto con se stesso. Infatti, se non replica, come dice, sente di covare rabbia e frustrazione. Probabilmente quella che le è sembrata un'introspezione aveva degli schermi che le è difficile percepire, perché è difficile guardarsi allo specchio senza specchio.

Un cordiale saluto
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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
sembra che il Suo rapporto con gli altri sia piuttosto complesso, almeno a giudicare da quanto ci ha scritto qui.

E basandomi su quanto Lei ha scritto le posso solo dire che evidentemente Lei non riesce a tollerare la rabbia e la frustrazione, per questo sente gli impulsi di cui ci ha parlato.

Se questo lavoro di introspezione le ha fatto bene continui così; se invece sente di aver bisogno di "approfondire" allora ribadisco proprio quello che Lei non vuole sentirsi dire: affronti una psicoterapia.

Guardi che esistono centri, come i Consultori, dove si effettuano anche colloqui gratuiti: ma non sono certo che il problema sia davvero quello economico.

Se Lei non riesce a costruirsi relazioni profonde e basate sulla serenità immagino che l'idea di costruirne una profonda con uno psicologo la metta molto a disagio.
[#8]
dopo
Utente
Utente
No, non è per nulla complesso il mio rapporto e non ho paura della psicoterapia, pur sapendo che questa riesce difficile a molte persone perchè si sentono "sbagliati" ad affrontare una simile terapia.
Pur avendo tanti amici e anche più di una donna che mi ama, basta una sola persona del mio giro (cioè che conosco non solo di vista) che non mi renda il giusto tributo che penso di meritare che mi scalfisce (diciamo scalfisce che è il termine corretto).
Io penso che non dovrebbe scalfirmi, soprattutto se è una persona che non stimo. Mi viene da dire che pretendo rinoscimenti soprattutto da coloro che si lamentano di continuo della loro situazione di insoddisfazione e sono palesemente costretti a frustrazioni di ogni tipo addirittura secondo loro stessi! E invece sa cosa succede? Per rendere l'idea, mi viene detto che sono immaturo, bambino, la vita è brutta e a me mi manda in bestia, perchè se sei frustrato almeno cerca di imitarmi, non accanirti contro di me. Ovviamente la convinzione con cui mi si dice questo è direttamente proporzionale alla mia rabbia...
Detto questo io sto scrivendo qui perchè sono ben consapevole del fatto che non sono gli altri a dovermi dare il rinoscimento, ma io a non doverlo pretendere perchè devo bastare a me stesso. Ma come sapete meglio di me la razionalità in questi casi non riesce a controllare e a gestire l'emotività.
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