Paura di restare da solo

Ho 33 anni ed ho sempre più "paura" di restare da solo, vivo ancora con i miei genitori, meno di 3 anni fà sono stato lasciato dalla mia ragazza con la quale ho avuto una storia di quasi 7 anni.
Dopo questa storia non ho più conosciuto nessun'altra ragazza ed oggi più passa il tempo e più mi convingo che oramai sono destinato a restare da solo anche perchè vivo e lavoro in un piccolo paesino di provincia dove fare nuove conoscenze è praticamente impossibile, gli amici, quei pochi rimasti o sono sposati o sono fidanzati quindi le uscite con loro sono sempre più inadeguate.
Questo "pensiero" mi suscita una grande malinconia e frustrazione, malinconia che aumenta quando, per fortuna 1-2 volte l'anno, rivedo la mia ex, la sua vista o la sola vista di un suo familiare mi suscita un sentimento di rabbia e rancore.
Lei tra pochi mesi si sposerà con un ragazzo che conosce da appena 2 anni, questa notizia mi ha demoralizzato ancora di più, ancora più rabbia, ancora più rancore, pensieri sempre più malinconici del tipo "sono davvero una schiappa, mi ha lasciato dopo 7 anni e lui se lo sposa dopo solo 2 anni", in poche parole il giorno in cui la rivedo per tutto il giorno l'umore va a terra così pure l'autostima.

Il pensiero di restare da solo mi preoccupa, ho paura di "andare" in depressione anche perchè ho un'anamnesi familiare positiva (mia madre ne ha sofferto).
Mi preoccupa il fatto di non essere in grado di vivere da single.....solo...perchè i genitori non sono eterni.....e ciliegina sulla torta mi frustra ancora di più il fatto di guadagnare, di poter fare una vita agiata ma che difatto non faccio.............a volte mi chiedo.....che mi servono sti soldi, che mi serve lavorare?
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le utente la depressione non è una patologia ereditaria quindi lei non ha una probabilità maggiore di entrare in depressione, pur avendo avuto una madre che ne ha sofferto e
quindi ha avuto occasione di osservare un certo modo di reagire ma ciò non significa che lei ripeterà automaticamente un modello di comportamento per imitazione.
Premesso questo, mi sembra evidente che lei dato un significato ben preciso alla fine della sua relazione
"lei mi ha lasciato quindi io non valgo niente".
In questo modo si condanna alla ricerca spasmodica di qualcuno che possa sovvertire questo giudizio e, di conseguenza, delega all'altro il potere di determinare il livello della sua autostima.
La fine di questa relazione le offre la possibilità di rimettersi in discussione, di scoprire altri aspetti del suo modo di essere, la sua insoddisfazione nasce dalla difficoltà ad accettare il rifiuto da parte dell'altro non dalla solitudine, ci si può sentire soli anche in una metropoli. Le risposte che cerca le può trovare soolo
dentro di sé ... forse l'unico luogo sul quale il suo "sguardo" sta evitando di soffermarsi...

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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dopo
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
Gentile Dott.ssa Camplone la ringrazio per avermi "confortato" sulla depressione.
Autostima, è vero, questa benedetta autostima, ma dove si compra?
Forse da tutta questa storia l'unico aspetto positivo è stato proprio quello di capire un pò me stesso, guardandomi dentro, portando lo sguardo al passato, alla mia adoloscenza, alla mia gioventù....in effetti di autostima non ne ho mai avuto abbastanza, sono stato sempre una persona taciturna, in particolar modo con gli "sconosciuti", una persona fondamentalmente remissiva pur non avendo mai subito gli altri.
Lei dice che il significato che ho dato a questa storia è stato "lei mi ha lasciato quindi io non valgo niente", probabilmente è vero.
Verso me stesso, a volte, mi rimprovero di non essere stato in grado di "tenermela"........se qualcuno perde qualcosa è perchè non riesce a tenersela.
Mi sento frustrato per questa mia "mancanza", provo rancore e rabbia verso di lei per avermi mollato dopo 7 anni dopo avermi promesso mari e monti, provo invidia per questo nuovo ragazzo.....io l'ho aiutata a crescere, l'ho aiutata a laurearsi, le sono stato vicino nei momenti difficili, insomma io ho fatto il "lavoro sporco" ed ora arriva lui di punto in bianco e se la sposa.
E' irrazionale dirlo e pensarlo ma mi farebbe piacere se questo nuovo ragazzo fosse meno ricco di me, meno intelligente di me, meno bello di me, insomma è assurdo dirlo ma mi farebbe piacere se lei mi rimpiangesse ma nello stesso tempo mi rendo conto che se lo sposa vuol dire che a lei va bene così com'è e soprattutto lo ama per quello che è, quindi di sicuro non rimpiange me.

Mi darebbe soddisfazione sapere tra un pò di tempo che il loro matrimonio naviga in cattive acque, sapere le lui l'ha tradita, che lui la tratta male, insomma qualcosa per dire a me stesso e a lei rivolto " ecco, sxxxxxa, io non ti avrei mai tradito, io non ti avrei mai trattato male e tutte altre amenità simili.
:-)

Vorrei che lei mi diventasse indifferente, così come i suoi familiari, ma non sò proprio da dove cominciare.
Le consiglia di soffermare il mio sguardo su me stesso, ma dove?