Paura di non saper gestire una relazione

Un cordiale saluto a tutto lo staff di psicologi di medicitalia.
Sono un ragazzo 30enne, laureato da diversi anni ma purtroppo ancora disoccupato, e finora non ho mai avuto una ragazza a causa di una mia scarsa autostima. L'anno scorso questa situazione era diventata talmente insopportabile che decisi di ricorrere all'aiuto di una psichiatra presso l'ASL: avevo una vita sociale, facevo sport, ma dentro di me avvertivo un senso di vuoto, la necessità di avere al mio fianco una donna d'amare...fin dai tempi delle superiori ho avvertito questa esigenza, ma il fatto di non essere attraente e le prese in giro di cui sono stato vittima soprattutto nel periodo delle medie hanno fortemente limitato la mia capacità di relazionarmi con l'altro sesso. Poi, avvicinandomi ai 30 anni, questa condizione ha iniziato a diventare opprimente, tutt'ora, pensando al futuro, non vedo altro che incertezza e oscurità. Quando ho notato che a tutto ciò si aggiungeva anche il fatto di non avere più erezioni (nemmeno di mattina e tramite masturbazione) allora finalmente ho deciso di rivolgermi al medico di famiglia: quest'ultimo, pur avendo intuito che il mio fosse un problema psicologico, mi prescrive per sicurezza una visita presso un andrologo. Dalle analisi a cui vengo sottoposto tutti i valori risultano ok, dunque vengo indirizzato presso una psichiatra che mi sottopone ad una cura farmacologica con pillole di elontril: inizio a notare qualche piccolo miglioramento, anche per quanto riguarda l'erezione, ma poi, per il sopraggiungere di difficoltà economiche e forse anche perchè un unico consulto mensile mi sembrava inadeguato per la risoluzione del problema, decisi di abbandonare la cura. Con la psichiatra c'era un buon rapporto, ma io sentivo più che altro l'esigenza di parlare, sfogarmi, imparare ad apprezzare di più me stesso, tutte necessità che singole sedute mensili non soddisfavano pienamente. Dopo aver abbandonato la cura, continuo a sentirmi meglio per qualche mese, poi subentra un senso di apatia: questo nuovo stato d'animo, quando attraverso momenti di lucidità e mi rendo conto che mi sto lasciando andare pericolosamente, mi spaventa ancora di più dei sentimenti di angoscia e forte malinconia di cui ho sofferto all'inizio. Poi all'improvviso, qualche mese fa,ho conosciuto una ragazza ed ho iniziato a frequentarla: è molto carina, con lei mi sento a mio agio e mi ha confessato in più di un'occasione che mi vuole bene. Questa amicizia mi ha reso felicissimo, ma mi spaventa tantissimo la possibilità che io possa deluderla sul piano sessuale e, di conseguenza, il fatto che lei possa abbandonarmi...il pensiero che ciò possa verificarsi mi sta attanagliando. Qualche settimana fa sono ritornato di nuovo dal medico di famiglia per chiedergli un parere, e lui mi ha consigliato di ricorrere eventualmente al Viagra. Secondo voi questo rimedio può essere sufficiente? Vi ringrazio per la vostra disponibilità e, naturalemente, sono disponibile per eventuali chiarimenti.
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Attivo dal 2009 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentilissimo

Secondo lei il viagra può bastare?

Credo che la sua ansia non le permetta di vivere una relazione si poi possiamo parlare di autostima e quanto altro(...)

Ma avere un traguardo verso la propria sessualità implica una dose eccessiva di ansia che non le permette di ricevre e sperimentare se stesso!!!

Credo che un psicologo possa bastare cerchi qualcuo nella sua zona credo che sia opportuno!!

Cordialmente
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dopo
Utente
Utente
Gentile Dr.Kazanxhi, prima di tutto la ringrazio per la sua risposta. Infatti le confesso che anche io sono rimasto un po' perplesso dinanzi al consiglio del medico di famiglia. Il problema, come le ho accennato nel mio precedente intervento, è che io purtroppo non posso permettermi spese troppo elevate, finora tutte le spese che ho sostenuto le ho pagate di tasca mia, cercando di tenere fuori i miei genitori da questa storia sia per non pesare ulteriormente su di loro da un punto di vista economico, sia per un senso di vergogna. Quindi potrei ricorrere di nuovo alla Asl per risparmiare qualcosa, ma lì, come già ho fatto notare, i tempi di attesa mi sembrano troppo lunghi e parlare per una mezz'oretta con uno psicologo una volta al mese mi sembra insufficiente...Spero di riuscire ad affrontare questa situazione: in questo momento mi sento tra inferno e paradiso, felicissimo per questa forte amicizia che si è instaurata ma timoroso di non saperla portare avanti...
Grazie di nuovo per la sua disponibilità.
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Attivo dal 2008 al 2013
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile utente,
il fatto che lei possa sentirsi preoccupato è abbastanza comprensibile, alla luce della mancanza di esperienza sentimentale-sessuale e del fatto che, trovandosi bene con questa ragazza, desidera la prosecuzione e l'approfondimento della sua conoscenza. Per questo, la prospettiva di "non essere all'altezza" delle aspettative sue o di quelle che pensa che la ragazza potrebbe avere, e la prospettiva di poterla perdere, risultano ansiogene.
Fermo restando la normalità di questi vissuti, farsi attanagliare da essi non le è certo d'aiuto, anzi contribuisce ad aumentare il suo vissuto di ansia e preoccupazione non consentendole di provare a sperimentarsi con maggiore naturalezza nella relazione con questa ragazza.
Io non credo che il Viagra possa essere un rimedio sufficiente nè, allo stato, opportuno.
Si lasci andare a questa relazione. Consideri poi che una relazione affettiva è fatta di tanto altro, oltre che di rapporti sessuali più o meno soddisfacienti. L'intesa sessuale si affina poi con la conoscenza e la reciproca esperienza dell'altro.
Qualora i suoi vissuti dovessero essere nel temrpo particolarmente disturbanti potrà considerare la possibilità di rivolgersi ad un consultorio (nella sua città saranno sicuramente presenti) in cui poter intraprendere un percorso di sostegno psicologico.

Saluti,
[#4]
dopo
Utente
Utente
Grazie mille dottoressa, al più presto mi recherò di nuovo dal medico e mi farò consigliare in proposito. Tra l'altro, credo che questa ragazza abbia sicuramente intuito qualcosa di quest'aspetto della mia personalità, pur non avendo mai affrontato l'argomento, e ritengo che questa mia inesperienza non dovrebbe pregiudicare la prosecuzione del nostro rapporto: lo penso perchè lei è molto sveglia e matura, ma allo stesso tempo è contenta di stare con me e le piaccio così come sono...e poi, ho notato che quando sto con lei molti brutti pensieri scompaiono, ed anche l'eccitazione non è totalmente assente anche se mi aspetterei qualcosa in più...
Grazie di nuovo per l'attenzione, vi terrò aggiornati.
[#5]
dopo
Utente
Utente
Un cordiale saluto a tutto lo staff di psicologi di medicitalia. Torno a scrivervi a distanza di un mese, e purtroppo vi comunico che la situazione si è evoluta in peggio. Dall'inizio di giugno l'amicizia con la ragazza conosciuta ad aprile si è conclusa: improvvisamente, dopo l'ultima volta in cui ci siamo visti, ha iniziato a non rispondere più alle mie telefonate. In un primo momento si è comportata così solo in casi isolati, poi si è allontanata in maniera definitiva. Lei proviene da un passato problematico (è stata tradita dal ragazzo a pochi mesi dal matrimonio e dopo una lunga relazione e, inoltre, non ha più il padre) e già nei primi giorni di amicizia mi aveva confessato la sua forte perplessità a lasciarsi andare ad una storia con me proprio perchè traumatizzata da ciò che le è accaduto. In seguito, però, si è dimostrata disponibile, confessandomi, come vi ho già scritto, di volermi bene. Capisco perfettamente lo stato d'animo di questa ragazza e il suo forte turbamento e so che non ha agito così di proposito, tuttavia questo suo comportamento, che ritengo scorretto, mi ha fatto soffrire e mi sta facendo soffrire tuttora. Continuo ancora a pensarla e per questa ragione faccio molta fatica a concentrarmi. Tale fattore rende molto faticosi gli studi in vista di due importanti prove concorsuali che dovrò sostenere (una a metà luglio e un'altra a settembre) e l'atmosfera estiva non facilita affatto questa situazione, anzi ha ampliato il mio malumore. In più continuo a pormi mille domande, tra le quali una soprattutto: è vero che si è allontanata perchè non si sente pronta, oppure perchè non mi trova interessante? Questi pensieri e queste tristi vicende non stanno certo incrementando la mia autostima, anzi il mio senso di vuoto e di inutilità sta crescendo. Domani mattina mi recherò all'ASL per prenotare una visita psicologica. Spero che possa essermi utile un percorso, vi ho già manifestato i miei dubbi in proposito: non si tratta di sfiducia nei confronti della vostra categoria, ma del fatto che il servizio pubblico, a mio parere, mi dedica poca attenzione. Ho tanto bisogno di una ragazza che possa apprezzare e dare un senso agli sforzi e ai sacrifici che sto facendo per migliorare la mia esistenza...grazie mille per la vostra disponibilità.
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le utente,
purtroppo i limiti del servizio pubblico sono ben noti, quindi non li consideri un trattamento riservato solo a lei.
Dalla sua mail emerge la tendenza a cercare nell'altro la conferma alla sua autostima, attribuire all'altro il potere di decidere se lei è una persona apprezzabile è un rischio che è bene evidenziare per evitare che lei continui a cercare negli altri le risposte che può trovare attraverso una psicoterapia ed hanno a che fare con il suo modo di essere.
Come ha detto lei stesso sente il bisogno di condividere il suo vissuto e questo percorso di elaborazione le consentirà di accedere ad contatto più profondo con sé stesso,offrendole l'opportunità di esprimere la sua individualità in modo autentico.
A quel punto l'altro non sarà più il depositario della sua autostima ma un interlocutore con il quale confrontarsi ed eventualmente costruire una relazione significativa.
In bocca al lupo

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

[#7]
dopo
Utente
Utente
Gentile dottoressa Camplone, credo che lei intenda dire che l'incremento della mia autostima è un processo che deve scaturire da una maggiore consapevolezza di me e non da un'altra persona, ed ha sicuramente ragione. Comunque con il mio precedente intervento intendevo anche esprimere la necessità di ricevere (ed anche dare, naturalmente) affetto, il bisogno del supporto morale di una ragazza che, come mi hanno confessato molti amici, è fondamentale per il superamento di momenti difficili. Grazie ancora per la vostra cortese attenzione.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
Gentile utente, la paura di poter deludere una ragazza può bastare, da sola, per innescare una profezia negativa che si autoavvera. In altre parole è lei stesso che si lancia l'anatema: la paura del fallimento è così viva, che diventa vera. Concentrarsi su una cosa contibuisce a renderla più reale.

Il suo problema può essere risolto, e anche piuttosto velocemente, affidandosi al professionista adatto. Può rivolgersi a uno psicologo/psicoterapeuta esperto in disturbi sessuali.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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dopo
Utente
Utente
Ha ragione, dottor Santonocito: il mio obiettivo è proprio quello di riuscire a liberarmi di tanti pensieri negativi che mi stanno condizionando l'esistenza e bloccando la mente. Ho bisogno di porre fine a questo circolo vizioso per ritrovare la serenità e la concentrazione necessari al superamento delle prove che vi ho menzionato, ma sono anche convinto, come si evince dalle vostre parole, che un equilibrio interiore sia importante anche per migliorare i rapporti con l'altro sesso. Riguardo a quest'ultimo aspetto, ho notato, proprio con la ragazza che ho frequentato di recente, che quando voglio so essere disinvolto e spigliato (anche alcuni miei amici se ne sono accorti e me lo dicono spesso). Ritengo dunque che il cuore del mio problema sia proprio quello di ritrovare maggior fiducia in me stesso. Stamattina comunque sono andato all'ASL ed ho prenotato la visita presso la psichiatra che mi ha già seguito, non so però se sia esperta nei settori di cui lei ha scritto. Grazie ancora a lei e a tutti voi per l'attenzione, il solo fatto di poter parlare con voi e la decisione che ho preso stamattina mi fanno sentire un po' meglio.

Cordiali saluti
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le utente, è importante avere un rapporto di fiducia con lo specialista ma come lei stesso ha scritto:

"Con la psichiatra c'era un buon rapporto, ma io sentivo più che altro l'esigenza di parlare, sfogarmi, imparare ad apprezzare di più me stesso "

quindi non escluderei un percorso di psicoterapia con uno psicologo-psicoterapeuta,meglio se con una formazione anche in sessuologia.
Cordialmente
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dopo
Utente
Utente
Grazie per il suo consiglio dottoressa. A questo punto però non saprei come agire: dovrei far presente questo aspetto alla psichiatra quando la rivedrò oppure dovrei rivolgermi all'ufficio prenotazioni chiedendo di cambiare psicologo? E poi: nella mia ASL lavorano psicologi specializzati in questi indirizzi? Grazie ancora per la vostra pazienza e attenzione.

Cordiali saluti.
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Direi che può comunicare alla psichiatra l'intenzione di iniziare una psicoterapia come integrazione al trattamento farmacologico.
Per quanto riguarda la sua ASl non posso darle informazioni perché vivo in un'altra regione, ma può rivolgersi al Consultorio familiare e dopo aver preso un appuntamento con lo psicologo,chiedere direttamente allo specialista delucidazione sulle sue qualifiche o, se vuole rivolgersi ad un privato, può consultare l'elenco dei professionisti presenti un questo sito o in altri portali specializzati che consentono di consultare una scheda di informazioni relative al singolo specialista.
Cordialmente
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dopo
Utente
Utente
Grazie come sempre per i consigli. Vi terrò aggiornati non appena avrò delle novità.
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dopo
Utente
Utente
Un cordiale saluto a tutti voi gentili psicologi. Ieri mattina sono stato dalla psichiatra e mi ha di nuovo prescritto le pillole di Elontril. Le ho parlato della possibilità di rivolgermi ad uno psicoterapeuta e mi ha consigliato di consultarne uno che opera nella stessa ASL. Oggi sono stato dal medico di base per la ricetta e mi ha parlato bene di questo psicologo, dicendomi che posso affidarmi a lui con tranquillità. L'unico aspetto negativo è che non è dotato della specializzazione da voi suggerita, spero non rappresenti un grosso problema. Per quanto riguarda le mie condizioni...beh, non sto affatto bene purtroppo, anzi: sto peggiorando. Continuo a pensare a quella ragazza, la ricordo con affetto e con grossa nostalgia perchè ha rappresentato una breve, ma intensa, parentesi di serenità, un bagliore nel buio. Non ha agito in maniera corretta nei mei confronti, ma non lo ha fatto con intenzione: mi ha voluto davvero bene, ho avuto la sfortuna di capitare in un momento sbagliato della sua vita. Il problema è che dovrei eliminarla dai miei pensieri, ma non ci riesco. Per il resto, sto iniziando a sviluppare un senso di insofferenza nei confronti della gente, in particolar modo verso certe persone la cui semplice vista mi suscita una forte irritazione. La sera esco di casa soltanto per fuggire dal caldo e per il piacere di incontrare un numero ristrettissimo di amici (si contano sulle dita di una mano), quindi il mio desiderio di socialità, che ha sempre fatto parte della mia indole nonostante abbia costantemente manifestato una forte diffidenza iniziale nei confronti di nuove conoscenze, mi sta abbandonando. Avverto un forte senso di rabbia alternata a momenti di apatia, il primo sentimento mi assale quando determinate persone, pur non possedendo affatto i presupposti per parlare della mia condizione, si permettono di fare commenti stupidi ed anche battutine ironiche. In queste circostanze mi viene da pensare: almeno io mi impegno e faccio sacrifici per dare una svolta alla mia vita, idiota. E mi meraviglio che queste persone abbiano al loro fianco anche delle ragazze che non si rendono conto della loro mediocrità. Io sono sempre stato un ragazzo modesto, consapevole dei miei limiti e dei miei difetti, ma non sopporto che certe osservazioni provengano da certi elementi...Concludo quest'intervento con la speranza che le decisioni intraprese in questi giorni possano davvero porre fine ai miei problemi, nei tempi più rapidi possibili. Ringrazio come sempre tutti voi per l'attenzione, la pazienza e i consigli. A presto, scusatemi per lo sfogo...
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
"Il problema è che dovrei eliminarla dai miei pensieri, ma non ci riesco."

Gent.le utente,
provi ad immaginare come sarebbe la nostra vita se i sentimenti avessero degli interruttori "on/off" che attiviamo e disattiviamo a seconda delle circostanze,
non avremmo più bisogno né di amare né di essere amati.
Provi ad accettare questa nostalgia come una parte della sua storia invece di opporvi resistenza e probabilmente scoprirà degli aspetti di sé che le appartengono ma dei quali non era pienamente consapevole.
Cordialmente
[#16]
dopo
Utente
Utente
Grazie per la risposta dottoressa Camplone. Intende dire che dovrei ritrovare in questa esperienza e in questa nostalgia gli aspetti positivi che sono emersi?
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
positivi e negativi purché appartengano al suo modo di essere, in modo da vivere pienamente i suoi stai d'animo e ricavarne una consapevolezza più profonda.
Cordialmente
[#18]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno a tutto lo staff di psicologi. Approfitto di questo momento di libertà per aggiornarvi sulla mia situazione. Ho iniziato la cura farmacologica e sto decisamente meglio per quanto riguarda alcuni aspetti: i sentimenti, i ricordi e i pensieri negativi continuano ad attraversare la mia mente, ma fortunatamente la loro capacità di arrecare sofferenza si è attenuata. Continuo a pensare a quella ragazza, sporadicamente le mando qualche sms o le faccio uno squillo ma, come consigliatomi dalla dottoressa Camplone, sto cercando di attribuire un significato diverso a questa nostalgia. Per quanto riguarda lo studio, sono riuscito a trovare la giusta concentrazione e a dedicarmi ad essi con grinta e determinazione, e di questo sono contentissimo. Però avverto allo stesso tempo, come già accennatovi nello scorso intervento, un senso di apatia e un desiderio di rimanere solo, provo fastidio a frequentare determinate persone e ambienti e a ritrovarmi in certe situazioni. Questo rifiuto è rivolto alle donne e alla gente in generale, e scaturisce dalle esperienze recenti di cui vi ho raccontato ed anche dal trattamento riservatomi dalle persone, la cui solidarietà è macchiata da una palese ipocrisia e dunque suscita in me un immenso fastidio. Sono poche ultimamente le persone che mi danno sostegno morale e che credono nei miei sforzi e nei miei sacrifici. Alcuni amici mi consigliano di aprirmi di più verso il prossimo, ma credo che io debba più che altro imparare a mandare di più a quel paese le persone che se lo meritano, perchè in passato sono stato fin troppo danneggiato per la mia generosità e sensibilità. Di conseguenza, in questi ultimi tempi mi sono chiuso a riccio nei confronti del mondo e verso le donne provo sentimenti contrastanti: da un lato è forte in me il bisogno di ricevere affetto e stabilire una relazione, ma poi subentrano la mia insicurezza e i disagi fisici di cui vi ho parlato (impotenza) che frenano il mio desiderio di avvicinarmi alle donne. Non so come spiegarvi, a volte mi sento come una persona anziana...Ritengo che il cuore del mio problema sia proprio il mio carattere eccessivamente sensibile ed insicuro: sono sempre stato un ragazzo troppo riflessivo e questa caratteristica se in alcuni frangenti mi è stata di grosso aiuto (lo studio) in altri contesti mi ha creato diverse difficoltà. Ho la tendenza a rimuginare troppo sulle cose. Durante l'infanzia questo aspetto non mi ha creato problemi, le difficolta sono iniziate durante le medie, quando per il mio carattere, il mio aspetto fisico e la mia ingenuità sono stato un facile bersaglio per i miei compagni di classe. In quel periodo fui oggetto di scherno e di derisione anche da parte di ragazze e questi comportamenti mi ferirono molto. Successivamente, quando frequentai le scuole superiori, la situazione migliorò, anzi ricordo questi anni come i più belli della mia vita. Il contesto socioculturale della scuola era sicuramente più sviluppato, dunque potei trascorrere un periodo sereno. Iniziai ad avere le prime cotte (in verità mi era capitato già durante le medie) ma a causa dei comportamenti che avevo subito in passato si era creato in me un carattere timido ed insicuro che mi ha sempre impedito di avvicinarmi all'altro sesso con tranquillità. Questa mia indole non mi ha abbandonato negli anni dell'università ed ora mi ritrovo in queste condizioni, completamente privo, come ha scritto la dottoressa Saracino, di esperienza sentimentale-sessuale. Il mio senso di disagio e di malessere ha raggiunto l'apice adesso, a 30 anni, una fase in cui, almeno io, ho iniziato a fare un bilancio della mia esistenza. La mancanza di lavoro da il suo contributo. Dopo Ferragosto avrò finalmente la possibilità di prenotare la visita psicologica: spero che il mio problema possa essere risolto in tempi brevi, la volontà di affrontare la situazione da parte mia c'è. In attesa, ne ho approfittato per fornire a voi ulteriori dettagli sulla mia esistenza: so che qui su internet il problema non può essere risolto, ma avvertivo un grosso bisogno di parlare con qualcuno, dunque, se potete, mi farebbe piacere ricevere nel frattempo qualche vostro prezioso consiglio. Grazie mille come sempre per la vostra gentilezza e disponibilità, e scusatemi se sono stato troppo prolisso. A presto.
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Dr. Willy Murgolo Psicologo, Psicoterapeuta 173 13


Caro ragazzo un poco agitato,

si fermi un momento a riflettere sul significato della vita. Essa appare principalmente come una opportunità. Sta a Lei decifrare il quanto. Entri nel suo bagno. Si guardi allo specchio intensamente e ripeta più volte "posso farcela...posso farcela...". Dopo di che, butti giù un elenco delle cose da fare che magari ha trascurato un po'. Se in questo agire si imbattesse in un grosso problema, può succedere, lo divida in problemi più piccoli e ad uno a uno li risolva. Non si lamenti mai e cerchi di vedere il lato positivo delle cose con cui viene a contatto.

Non ci crederà, ma la puntuale osservazione di quanto le ho suggerito non tarderà di produrre i frutti sperati.
Sicuramente potrà avvalersi dell'aiuto di uno Specialista, ma sarebbe bene che lei provasse a cavarsela da solo. Percepisco che dentro di lei c'é energia da vendere. Quindi non si sottovaluti troppo e incominci a pensare che un giorno non lontano da gregario transiterà nel ruolo di protagonista.

Deve semplicemente volerlo con tutte le sue forze, lasciando i dubbi e le incertezze fuori dalla porta.

Organizzi un incontro con la sua ragazza. Le parli sinceramente. Non le nasconda nulla. Mal che vada sarà sicuramente un momento di crescita per lei. Si apra senza timore. Si ricordi che le ragazze si sentono attratte dai tipi un pò così, un pò fuori dalle regole. Le parli senza mezzi termini. Non é escluso che tutto si aggiusti. E soprattutto, qualsiasi cosa succeda, non perda mai il suo buon umore, perchè come le ho detto all'inizio "la vita é una opportunità." Sta a noi a renderla meravigliosa.

Dr. Willy Murgolo
Psicologo-Psicoterapeuta
Ipnosi Clinica-Sessuologia

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
Gentile utente, la lunghezza delle sue richieste e la numerosità degli argomenti che tocca fanno capire che lei ha davvero bisogno dell'aiuto di un collega, per fare chiarezza e per suggerirle cosa fare.

Devo purtroppo fare il noioso, e dirle che non sarebbe realistico aspettarsi di risolvere i suoi problemi per email, neanche in via iniziale ricevendo consigli. Deve riportare le sue problematiche al collega che la seguirà e affrontarle, una alla volta.

Strada facendo, tuttavia, nulla le vieterà di tornare qui e chiedere un secondo parere. Ma il grosso del lavoro va fatto di persona. Poi, una volta iniziato, dovrà avere la pazienza di attendere dei risultati, a seconda dell'indirizzo terapeutico del collega. Può parlare con lui anche di questo: tempi e obiettivi.

Cordiali saluti
[#21]
dopo
Utente
Utente
Grazie infinite al dottor Murgolo e al dottor Santonocito per le vostre risposte,gentilissimi come sempre. Credo che il dottor Murgolo sia riuscito a cogliere diversi aspetti del mio stato d'animo attuale, in particolare la mia voglia di emergere, di uscire dal guscio che mi sono creato, ma anche il possesso di una notevole forza interiore che non sempre riesco a sprigionare. Ciò che mi preme maggiormente è la riconquista dell'entusiasmo e dell'eccitazione che avevo, nonostante i miei problemi, nella fascia di età tra i 15/19 anni, quando mi bastava vedere una ragazza in minigonna per andare su di giri. Per quanto riguarda la possibilità di rincontrare quella ragazza...qui invece ho dei dubbi. E' un'eventualità a cui penso spesso, ho provato qualche settimana fa a convincerla ma ha sempre accampato scuse. Sto continuando a starle vicino ma senza assillarla, mantenendomi a dovuta distanza. Allo stesso tempo temo di ricevere un ulteriore rifiuto, e per uno come me, che si affeziona troppo alle ragazze (un altro mio grosso difetto...), sarebbe un brutto colpo. Una parte di me mi suggerisce di lasciarla perdere, l'altra invece continua a coltivare speranze, perchè pensa che sia un grosso peccato perdere di vista una ragazza come lei. Ha ragione però il dottor Murgolo quando dice che, male che vada, se questa eventualità dovesse concretizzarsi,essa rappresenterebbe un momento di crescita interiore. Dovrei essere pronto ad affrontare questa situazione con serenità, qualunque siano gli esiti. Infine, sono conscio del fatto che io debba imparare a cavarmela da solo, e mi auguro che lo psicologo sappia indicarmi la strada per imparare a sfruttare le mie potenzialità. Grazie ancora, un cordiale saluto a tutti voi. A presto.
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dopo
Utente
Utente
Un cordiale saluto a tutto lo staff di psicologi. A distanza di più di un mese, torno per aggiornarvi sulla mia situazione. A partire dal 1° settembre, ho iniziato una psicoterapia con una psicologa della Asl. Nel corso di queste sedute, sono emersi alcuni dettagli interessanti, tra cui uno in particolare. Uno di questi, di cui ha già parlato la dottoressa Camplone, è la "la tendenza a cercare nell'altro la conferma alla sua autostima", mentre invece, fino a quando non sarò in pace con me stesso, non potrò mai essere capace di stabilire una relazione con una ragazza.Per la dottoressa che mi assiste, questa mia tendenza è un escamotage per evitare la strada più difficile da percorrere, cioè un'accettazione di me stesso. Anche lei dunque, come talvolta è stato scritto qui sul sito, si è soffermata sul fatto che la psicologia ha come scopo principale proprio quello di consentire una migliore comprensione della propria personalità, e che un mio miglioramento è comunque realizzabile, anche se non in maniera radicale. Di questo fattore ero già a conoscenza, proprio grazie alla lettura dei vostri consulti. Riallacciandoci a ciò che ho appena scritto, la dottoressa ha messo in evidenza la mia volontà di apparire diverso quando le ho raccontato il fatto che i miei amici, in presenza della ragazza che ho conosciuto, mi notavano diverso, più estroverso e sereno. Secondo lei, è proprio qui che sbaglio, perchè dovrei invece cercare di essere me stesso: la dottoressa ha affermato che la persona che si trova davanti a noi in questa situazione potrebbe cogliere la contraddizione e rimanerne infastidita. A suo parere, quest'ultimo meccanismo è molto diffuso proprio tra le ragazze. Il mio malessere deriverebbe anche da questo mio sforzo di apparire quello che non sono, perchè la finzione richiede naturalmente fatica. In sostanza, dovrei accettarmi per come sono. A questo punto però è sorto in me un dubbio e ne ho anche parlato con la psicologa: le ho fatto presente, in pratica, che in passato essere me stesso non mi ha portato giovamento, perchè probabilmente sono state proprio le mie caratteristiche ad allontanare le ragazze. Lei mi ha risposto, giustamente, dicendomi che
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dopo
Utente
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le ragazze che agiscono così si comportano in maniera sbagliata. Ora io sono d'accordo con tutto ciò che la psicologa mi ha fatto notare...però questa necessità di essere me stesso suscita in me perplessità, perchè mi fa temere che avrò difficoltà ad ottenere cambiamenti. Voi che ne pensate? Come al solito sono consapevole dei limiti dei consulti su internet, ma i vostri spunti di riflessione sono sempre graditissimi.
Grazie infinite a tutti voi.
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Utente
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Salve di nuovo, credo che forse ci sia stato qualche errore nell'invio della mia richiesta: non ho mai dovuto attendere così tanto per una vostra risposta, siete sempre stati molto rapidi, perciò mi è venuto il sospetto. Grazie ancora e scusatemi.
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Dr. Willy Murgolo Psicologo, Psicoterapeuta 173 13

<<..però questa necessità di essere me stesso suscita in me perplessità, perchè mi fa temere che avrò difficoltà ad ottenere cambiamenti..>>

Caro ragazzo perplesso, la capisco e mi rendo conto del suo stato d'animo, ma devo dirle che sono proprio le difficoltà a consentire alla maturità e salute mentale un deciso balzo in avanti. Non é un percorso obbligatorio, ma se lei desidera passare da gregario a protagonista non ci sono alternative. Stringa i denti e...avanti a tutta forza. Credo di averle già detto che la vita é un'opportunità e che il tempo a disposizione non é infinito. Ritengo che la Psicologa la stia consigliando al meglio, ma é dentro di sè che dovrà trovare la soluzione ai suoi problemi.

Al mattino, mi sveglio alle 6 e, francamente, non ho nessuna voglia di alzarmi. Un secondo più tardi balzo giù dal letto e 5 secondi dopo ho già in mano il bilancere per iniziare il sollevamento pesi ed altri esercizi per incominciare bene la giornata. Forse il segreto sta nel decidere che più é difficile e impegnativo e più mi sento ok.

Detto questo, la lascio riflettere un poco sulla considerazione che la sua perplessità al cambiamento un significato dovrà pure averlo. Non infrequentemente ciò accade quando la legge per la conservazione della specie,attraverso il dubbio, cerchi di segnalare come la natura, contrariamente a ciò che sembra, ritenga essenziali quelle qualità che le appartengono e che non andrebbero cambiate, lasciandole così come sono. Da questo punto di vista allora ciò che andrebbe cambiato é il nostro atteggiamento. Spero di essere stato chiaro.


Cordialmente.
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dopo
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Grazie per la risposta dottor Murgolo. Sono d'accordo con lei, questo sarà un percorso pieno di difficoltà ma proprio perchè risulta così impegnativo alla fine sarà in grado di darmi grandi soddisfazioni. Ho capito anche la sua concezione sul dubbio da lei espresso alla fine del consulto. A questo punto però vorrei aggiungere dei particolari. La rivelazione della psicologa sulla necessità di essere me stesso ha sortito nella mia mente un duplice effetto, uno negativo e l'altro positivo: da un lato mi sono sentito sollevato, a partire dalla fine della seduta ho avvertito una piacevole sensazione di leggerezza nella mia testa. Il consiglio di essere me stesso mi ha liberato dall'obbligo di apparire quello che non sono. Dall'altro però, l'affermazione della dottoressa ha fatto insorgere in me delle perplessità e delle inquietudini: ora infatti la nostalgia nei confronti di quella ragazza si è dileguata, di essa sono rimaste solo piccole tracce. E' un elemento che mi da sollievo ma che contemporaneamente mi preoccupa un po'. In generale, poi, è come se fossi caduto in una sorta di apatia, di disinteresse nei confronti delle ragazze, arrivando al punto che mi sembra quasi inutile uscire di casa perchè privo di scopi. Come ho già scritto, ritengo che la mia psicologa abbia ragione riguardo alla necessità di dover essere me stesso, però allo stesso tempo credo che si sbagli su un dettaglio: è sicuramente vero che con quella ragazza non ho agito con completa spontaneità, probabilmente se ci fosse stato qualcuno a vedermi dall'esterno mi avrebbe senz'altro definito goffo nel mio modo di agire. Però questa mia goffagine derivava sì dai miei tentativi di apparire più disinvolto (dunque dalla finzione), ma in buona parte anche dalla mia inesperienza e dal mio timore di poterla infastidire, considerati i suoi dubbi espressi fin dall'inizio dell'amicizia sulla possibilità di iniziare una storia. I miei abbracci, le mie carezze, tenerla per mano, erano gesti spontanei, derivanti dall'immensa gioia di avere finalmente una ragazza al mio fianco...sono stato anche sul punto di baciarla, ma poi mi sono tirato indietro proprio per la mia paura di sottoporla a un gesto forzato da parte sua. Nei giorni successivi mi sono anche pentito di non essere andato fino in fondo, ma poi sono giunto alla conclusione che fermarmi sia stata la soluzione migliore. Vi ho raccontato tutto ciò per farvi capire che non sono un robot o un attore. Non fraintendetemi, non mi sono sentito offeso dalla psicologa però...è come se le sue parole mi avessero "infastidito". Uso le virgolette perchè questa non è una definizione adatta, è una sensazione diversa, più lieve, ma non mi viene la parola giusta. Tornando al discorso di prima, quello dell'apatia, mi chiedo da cosa possa derivare questa sensazione: è un effetto di questa esortazione ad essere me stesso, che ha creato le perplessità di cui vi ho già parlato? E' una conseguenza delle mie migliori capacità di elaborare gli abbandoni e i rifiuti, dunque un primo sintomo dei buoni effetti della terapia (ribadisco che questa sensazione di sollievo è insorta proprio dopo l'ultima seduta)? Oppure, semplicemente, una naturale evoluzione della vicenda? Mi rendo conto che forse questi miei interrogativi sono privi di fondamento, forse sono fomentati anche dal periodo di forte stress che sto attraversando (è da marzo che sto proseguendo senza sosta nella preparazione di diverse prove concorsuali,a parte sporadici interruzioni di 1/2 giorni. Fortuna che finora la situazione stia assumendo una buona piega), dunque mi scuso con voi ma al contempo vi ringrazio per la vostra pazienza: purtroppo in momenti come questi avverto una forte necessità di parlare e di sfogarmi, ma sono discorsi che non me la sento di fare con tutti, a parte la mia psicologa e voi. Spero di essere stato chiaro, mi rendo conto che forse alcuni punti sono un po' contorti...a presto, grazie come sempre della vostra disponibilità
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Un cordiale saluto a tutto lo staff di psicologi.
So che è prematuro rivolgervi una domanda simile, ma in questi ultimi giorni mi sta attanagliando un forte dubbio. Mi sto preparando per un concorso per vigili urbani, mi restano da sostenere solo gli orali. Ora la domanda che vi pongo è questa: come potrò presentarmi eventualmente alle visite mediche con la mia condizione? Sono mesi che sto spendendo grosse energie su questo concorso, soprattutto in queste ultime settimane ho raddoppiato gli sforzi, ma ultimamente mi sento frenato da questo pensiero.Sarebbe un peccato se questo fattore dovesse compromettere mesi e mesi di sacrifici, considerando anche il fatto che non so fino a quando durerà questa forza di studiare che mi ha condotto fino a qui...grazie mille come sempre a tutti voi...
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La disfunzione erettile è la difficoltà a mantenere l'erezione. Definita anche impotenza, è dovuta a varie cause. Come fare la diagnosi? Quali sono le cure possibili?

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