Ossessione indecisione universitaria

Buongiorno,
vi espongo brevemente il mio problema.
L'anno scorso termino le scuole superiori e giunge il momento di scegliere l'università, o meglio di superare il test di ammissione a medicina e chirurgia poichè nell'ultimo anno del liceo maturai la voglia di intraprendere questa strada nonostante avessi sempre voluto fare una carriera economica puntando ambiziosamente in alto. Una volta superati entrambi i test di ammissione si aprì una voragine: in pochi minuti ogni mia certezza crollò e fui assalito da ogni dubbio, tanto che in pochi giorni cambiai più volte corso di laurea. Durante questo tremendo periodo di tempo non riuscivo neanche più a dormire bene: preso dall'ansia ogni mattina mi svegliavo presto, restavo in una sorta di angoscia a pensare ad infinite variabili per decidere quale corso fosse meglio per me, senza concludere niente, anzi peggiorando le cose visto che a distanza di un anno ho ancora una confusione indescrivibile di pensieri. Alla fine, quasi affidandomi al caso, scelsi medicina, riservandomi un anno per decidere se fosse stata la scelta giusta.
Le milioni di variabili mi attanagliarono la mente per un anno, giorno dopo giorno, annientandomi anche nei pochi momenti felici. Un inferno. A distanza di tutto questo tempo sono solo forse più rassegnato a continuare ormai sulla strada intrapresa. Ora ho paura che questo disturbo, il mio primo pensiero ogni mattina, possa cronicizzare, possa diventare qualcosa di più grave, vorrei liberarmene perchè sono letteralmente allo stremo.
Sono convinto che se anche cambiassi avrei gli stessi pensieri, anzi ricomincerei tutto d'accapo, non vedo la fine. Le due opzioni sono diametralmente opposte, non hanno alcun punto in comune, propendere per una significa abbandonare ogni cosa dell'altra.
Credetemi, ho considerato tutto, anche le più piccole stpidaggini, sto diventando maniaco nel cercare qualche dettaglio inutile che però mi aiuti ad andare avanti. Non ce la faccio più.

Grazie di cuore per ogni risposta.
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Dr.ssa Graziella Tornello Psicologo, Psicoterapeuta 217 4 16
Gentile utente,
innanzitutto complimenti per aver superato entrambi i test di ammissione, non è da tutti.
Ciò che dovrebbe però considerarsi un elemento positivo, in realtà nel suo caso pare stia diventando un vero e proprio incubo.
L'estrema difficoltà nel decidere tra due alternative si è manifestata solo in occasione della scelta della facoltà universitaria o emerge anche in altre situazioni?
Poichè entrambe le facoltà le piacciono molto è inevitabile che a qualcosa dovrà rinunciare, ma il continuo rimuginare rischia solo di farla entrare in un loop. Mi viene in mente la favola dell'asino di Buridano affamato e assetato che, messo di fronte all'acqua e all'avena, non seppe cosa scegliere e morì.
Leggendo il suo "non ce la faccio più" e il sentimento di angoscia che ci comunica, mi sentirei di consigliarle di rivolgersi ad uno psicologo. Sono sicura che un professionista potrà sicuramente aiutarla ad uscire da questo "blocco" restituendole l'opportunità di intraprendere con serenità la sua strada, qualunque essa sia.

In bocca al lupo.

Dr.ssa Graziella Tornello
Psicologa - Psicoterapeuta individuale, di coppia, di famiglia.
www.psicoterapeutatornello.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la veloce risposta,
sì ho già in apssato consultato due differenti psicologhe in grado di dirmi solamente che "ci vuole tempo". Premesso che il tempo è una variabile fondamentale e mi sembra deleterio sprecarne, mi chiedo spesso se ciò possa cronicizzare o portare a disturbi ben pi gravi di questo.

E no, che io ricordi non ho avuto in passato difficoltà notevoli a decidere, anche perchè se così fosse stato non avrei preso certo in considerazione una carriera di tipo manageriale.

Inoltre, se devo essere sincero, in senso stretto il corso che mi piace di più è forse quello di medicina, ma le *possibili* e ambiziose opportunità me le darebbe forse solo economia.
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Dr. Massimo D'Alessandro Psicologo, Psicoterapeuta 93 4
Gentile ragazzo,
fortunatamente lei non si è comportato come l'asino affamato in quanto una decisione alla fine è stato in grado di prenderla per cui ha evitato un blocco che sicuramente avrebbe peggiorato la sua attuale condizione.

Quando lei afferma di avere valutato le milioni di variabili, rispetto ai pro e ai contro dell'una rispetto all'altra scelta, fa un tentativo che definirei "non umano" cioè vuole operare una scelta procedendo in base ad un algoritmo. Lei ha provato a valutare una serie infinita di dati per ricavarne una soluzione. Forse un computer molto potente sarebbe in grado di arrivare alla soluzione che lei cerca, ma noi esseri umani non prendiamo le decisioni basandoci su algoritmi. Normalmente valutiamo qualche variabile, ascoltiamo la nostra parte emotiva, utilizziamo scorciatoie cognitive e senza grandi sforzi arriviamo alla nostra decisione coscienti che in molti casi non esiste una soluzione ottimale, ma che scegliere è più importante del contenuto della decisione stessa.

Provi a comperare un automobile utilizzando una procedura cognitiva di tipo algoritmica, rinuncia ovvero decide di andare a piedi tutta la vita?

Spesso le persone con disturbo ossessivo compulsivo provano a seguire degli algoritmi nel prendere le decisioni, ma le assicuro che non se la passano troppo bene dal punto di vista psicologico, il più delle volte restano bloccati e iniziano "semplicemente" a rimuginare.

Lei fra tutte le variabili che ha considerato ha mai provato ad ascoltare la sua parte emotiva?

Se lanciassi una monetina e dal risultato del lancio dipendesse la sua scelta universitaria (testa= rimane iscritto a medicina; croce= si iscrive ad economia)cosa vorrebbe che uscisse?

Cordialmente

Dr. Massimo DAlessandro
Psicologo-Psicoterapeuta
www.massimo-dalessandro.com

[#4]
dopo
Utente
Utente
Grazie per la sua risposta,
è vero che molte volte quando tiriamo una moneta, nel momento stesso in cui la lanciamo, sappiamo esattamente cosa vorremmo uscisse, però questa volta provo buio assoluto. Inoltre: certo, ho più volte ascoltato la mia sfera emotiva, ma che per definizione è irrazionale, quindi devo bilanciare il suo giusto peso con quella razionale che mi dice ( e credo proprio a ragione) che non tutti i sogni si avverano e anche impegnandosi al massimo ci sono buone probabilità di non riuscita. Quindi tutto/niente (economia) o più di abbastanza (medicina)?
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Dr.ssa Graziella Tornello Psicologo, Psicoterapeuta 217 4 16
Gentile utente,
la nostra parte emotiva, istintuale, è anche quella più arcaica e migliaia di anni fa (prima dello sviluppo della neo corteccia) garantiva ai nostri antenati la sopravvivenza.
Provi ad astenersi dal dover decidere subito e a tutti i costi, ascolti questa parte di sé, i messaggi che le manda e la decisione verrà proprio quando smetterà di cercarla.

Saluti.
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Dr. Massimo D'Alessandro Psicologo, Psicoterapeuta 93 4
Gentile ragazzo,
purtroppo non credo sia questa la sede adatta per toccare temi importanti e affascinanti quali discutere sulla irrazionalità delle emozioni. Queste hanno una funzione importantissima per la nostra sopravvivenza, per le nostre scelte, per la comprensione degli altri e per il nostro benessere. Sono dei marker interni che vanno integrati con la nostra parte "razionale", ma non creda che i nostri pensieri siano tout court più razionali delle nostre emozioni. Anzi, se avesse l'oppurtunità di approfondire l'argomento probabilmente arriverebbe ad una conclusione contraria.

Cosa c'è di razionale nel voler trasformare l'uomo in un elaboratore di algoritmi?

Oppure nell'affermare di essere in grado di prevedere con buona probabilità il suo futuro professionale?

Lei ha dei marker interni che le comunicano con la precisione di cui solo le emozioni sono capaci, che c'è qualcosa che non va nelle sue attuali scelte.
Può provare ad "addormentarli" bloccandoli con la sua parte cognitiva, fare finta di non ascoltarli, come fanno molte persone, ma prima o poi se non riesce ad integrali torneranno a farsi sentire.

In bocca al lupo per i suoi studi.
[#7]
dopo
Utente
Utente
Grazie per le vostre risposte,

intende dire che io inconsciamente so già che il percorso di studi che sto facendo non è la mia strada? Però ero molto irrequieto anche quando (sebbene per pochi giorni) mi ero oramai convinto a fare economia, lasciando perdere medicina, salvo poi cambiare idea. Come si potrebbe spiegare questo?

Per quanto riguarda la risposta della Dr.ssa Tornello, io questo lo spero proprio, o meglio, spero vivamente di riuscire a smettere di pensare per un po', perchè la questione inevitabilmente sorge spontanea ogni giorno.