Problemi con un nipote

Salve,sono la zia di 3 nipoti rispettivamente di 1 anno e mezzo,3 anni e 4 anni e mezzo.
Sono la sorella della madre.
Per motivi di lavoro lei è via per l'intera giornata e di loro mi sono sempre occupata io,dai 6 mesi ad oggi.
Il problema è con il nipote più vecchio:fin da piccolo mi era sempre attaccato,poi è arrivato il fratellino e ho cercato di non trascurarlo e lui si è attaccato ancora di più,fino a voler stare sempre a casa mia,anche a dormire.
Ogni tanto glielo concedevo,ma spesso gli dicevo di no perchè vedevo mia sorella soffrire della situazione.
Poi è dovuto andare all'asilo e lui non voleva più dormire in casa sua,voleva stare sempre con me,voleva che lo accompagnassi io e visto che mia sorella non riusciva a convincerlo ha iniziato a dirgli che io non lo voglio sempre a casa mia,che non gli lascia più venire da me ed io ho dovuto rimanere in silenzio per non contraddire mia sorella.
Visto che voleva lo stesso dormire da me gli hanno detto che la fatina dei sogni che aspettavamo sempre in camera prima di addormentarci era cattiva e andava a rubargli tutti i sogni.
Da allora si è staccato sempre di più fino ad arrivare ad oggi che non vuole più entrare in casa mia,mi saluta a stento,se vado a prenderlo all'asilo fa delle crisi isteriche perchè non vuole venire con me e se salgo in macchina con la sua famiglia mi costringe a scendere senza che mia sorella dica nulla.
Ne soffro da impazzire e non so come agire.
Devo lasciarlo fare la sua strada? Devo portarlo da uno psicologo per fargli spiegare i motivi del suo rifiuto?
Parlargli non è servito;viene da me solo se gli fa comodo e se gli serve qualcosa,per poi tornare a non salutarmi.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Penso che lei dovrebbe parlare con sua sorella, che ha tentato di riconquistare l'affetto del bambino facendo in modo che ne provasse meno per lei e allontanandovi, come se in questo modo potesse ottenere qualcosa.
In realtà ha solo privato il bambino di un legame importante e positivo, e non credo proprio che agendo così abbia potuto rinsaldare il rapporto con lui.

Ci sono forse stati dei contrasti fra voi, precedenti la nascita dei bambini?
Mi sembra infatti che ci possano essere dei problemi legati al vostro rapporto, che hanno portato sua sorella a comportarsi così invece di cercare altre soluzioni, e che il bambino abbia verosimilmente pagato un prezzo molto alto per dissidi che non lo riguardano e/o per insicurezze e difficoltà che appartengono alla madre.

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Dr. Leonardo Fricano Psicologo, Psicoterapeuta 231 12 1
Gentile signora capisco quanto lei possa vivere male questa situazione ma e' opportuno che siano i genitori a prendersi le responsabilità di come decidono di affrontare delle difficoltà educative. Il mio suggerimento e' quello che lei continui a fare la zia premurosa e disponibile come ha fatto fino ad ora e facendo leva su tutta la sua pazienza. Alla fine il suo valore e la relazione con suo nipote Sara recuperata poiche' saranno i fatti a parlare. Con la speranza di esserne stato utile porgo cordiali saluti

Dr. Leonardo Fricano Psicologo e Psicoterapeuta
Palermo,Bagheria
tel 091 7721646 cell 393 4271998
www.leonardofricano.com

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Dr.ssa Giselle Ferretti Psicologo, Psicoterapeuta 615 14 22
Gentile signora, il probabile motivo del rifiuto è l'allontamento "imposto" al bambino con stratagemmi che hanno messo in dubbio l'affetto di una figura importante.

La nascita dei fratelli ha favorito una normale gelosia, ma lui aveva la zia che gli forniva l'esclusivita' avuta sino a quel momento.

Forse il punto è un altro:probabilmente sua sorella ha delegato eccessivamente a lei le mansioni di accudimento dei bambini, cosi come lei ha vissuto, e vive, eccessivamente il legame con i bambini come madre e non come zia. Potrebbe essere il caso che lei e sua sorella abbiate un chiarimento in merito a questo.

È normale legarsi ai bambini quando si trascorre molto tempo con loro, soprattutto se vengono seguiti sin da piccoli, ma è necessario avere sempre chiaro chi è il genitore e chi non lo è, per il bene di tutti.

Se il bambino debba andare o meno dallo psicologo lo devono decidere i genitori.

Comunque con i bambini è sempre opportuno spiegare con chiarezza le situazioni, usando un linguaggio per loro comprensibile, ma chiaro. Usare stratagemmi che mettono in dubbio l'affetto di una persona a loro cara, puo' confonderli e alimentare false credenze.

Un caro saluto

Dott.ssa Giselle Ferretti Psicologa Psicoterapeuta
www.giselleferretti.it
https://www.facebook.com/giselleferrettipsicologa?ref=hl

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dopo
Utente
Utente
Salve,grazie a tutti per le risposte.
Purtroppo mia sorella ed io siamo state legatissime fino a quando motivi di lavoro ci hanno fatte litigare.
Ma non per questo potrei negarle un aiuto.
Abbiamo 13 anni di differenza,lei ha avuto i bambini tardi ed in un momento in cui il lavoro le dava possibilità di crescita.
Io per non farle perdere questa opportunità ho scelto di lasciare il mio lavoro e di occuparmi dei bambini.
Lei si è sempre approfittata di questa mia disponibilità,fermandosi fuori città per lavoro e lasciando i bambini a dormire da me,rincasando tardi la sera e chiedendomi di preparare loro la cena,lasciandoli da me quando erano ammalati,pur invidiando il rapporto che si andava creando con i bambini e cercando di recuperarlo facendogli regali,concedendo delle cose che magari io avevo negato.
Io penso di essere stata fin troppo corretta nei suoi confronti,correggendo sempre i bambini quando mi chiamavano mamma,non contraddicendo mai una sua decisione,portandoli sempre a casa anche se in pianti mi chiedevano di stare con me,cercando di farli esultare con me quando vedevamo rientrare la macchina della mamma.
Sono convinta che la madre sia lei e che il suo rapporto con i bambini non debba mai essere messo in discussione,ma non per questo trovo giusto che mi faccia apparire ai loro occhi come la "strega cattiva" dicendo "la zia adesso non ti vuole","la zia non ti vuole perchè sei troppo capriccioso","la zia ha di meglio da fare","la zia è via(anche quando loro sanno che sono a casa)" o facendoli sentire in colpa dicendo "se vai dalla zia la mamma piange","come faccio io da sola se state sempre dalla zia?".
In fin dei conti è lei che ha deciso per la carriera e ha sbolognato a me i bambini ed è lei che anche quando è a casa la domenica li manda da questa o da quella nonna perchè ha da lavorare.
Io non voglio chiarire con lei,perchè vedo benissimo nei suoi occhi che gode del fatto che il bimbo più grande (suo preferito)mi rifiuta.
Vorrei trovare un modo giusto per spiegare al bambino che su di me può ancora contare,senza riempirlo di parole che faticherebbe a comprendere.
La maestra dell'asilo che si è accorta di questa sofferenza nel distacco da me in entrambi i nipoti suggeriva di passare del tempo esclusivo con loro individualmente.
Potrebbe essere una strada?
Grazie mille ancora.
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Dr. Leonardo Fricano Psicologo, Psicoterapeuta 231 12 1
Gentile signora se lei vuole veramente bene ai suoi nipoti, come io credo che sia, le suggerisco al momento di tenere dentro le ragioni che lei ha. Il motivo è semplice.Se lei provasse a farle valere argomentandole con i bambini cosi piccoli, anche qualora centrasse l'obiettivo, essi sarebbero costretti a ricredersi nei confronti della mamma e probabilmente perderebbero fiducia nel genitore. Per evitare che questi bambini vengano pressati tra due posizioni cosi differenti e innescare delle tensioni e confusioni in un momento di grande vulnerabilità emotiva, il mio consiglio è quello di utilizzare l'amore e l'affetto che lei ha sinceramente per loro per evitargli un carico che ancora non sono maturi a sopportare. Quando cresceranno, allora potrà dimostrare attraverso questa sua rinuncia di quanto li abbia voluti veramente bene.

Un grande in bocca al lupo per l'enorme sforzo che dovrà affrontare. Cordiali saluti
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Penso che solo parlando a sua sorella potrà cambiare la situazione: ci sono troppe questioni irrisolte fra voi e lei non può pensare di scavalcarla e intervenire direttamente parlando al bambino: se lo facesse gli creerebbe ulteriore confusione perchè non saprebbe più a chi credere, se alla zia o alla mamma, e ne sarebbe danneggiato.
Dovrebbe trovare il modo di chiarire il fatto che la situazione la addolora, ma che è prima di tutto preoccupata per la serenità del bambino e che dovete chiarirvi su alcune cose perchè il piccolo sta pagando le conseguenze dei vostri dissidi.

Provi a pensare se non può cercare una sponda da parte di qualche familiare: non c'è qualcuno che sua sorella ascolta, del quale si fida?
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Dr.ssa Giselle Ferretti Psicologo, Psicoterapeuta 615 14 22
L'unico modo di tranquillizzare i bambini è che tra lei e sua sorella non ci siano tensioni.

Probabilmente sua sorella si sente in colpa per la scelta effettuata, forse è gelosa del rapporto tra lei e i suoi figli.

Dovreste cercare un accordo lei e sua sorella: se non riuscite a parlare apertamente, dovrebbe cercare di farle passare il messaggio che non è in competizione con lei, che la riconosce come madre a tutti gli effetti. Forse, se sua sorella percepisse questo, si potrebbe ammorbidire evitando quelle frasi che dice ai bambini.

Ma è importante anche che lei sia sincera con se stessa, sul significato profondo della sua scelta (tenere i bambini).

Cari auguri,
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dopo
Utente
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Vi ringrazio di cuore.
A questo punto non mi resta che lasciar passare il tempo,anche se è difficile far finta di niente e tenermi tutto dentro perchè i problemi si presentano giornalmente in quanto la madre parte per lavoro alle 05:30,il padre per le 07:50;io raggiungo i bambini alle 07:30,gli preparo la colazione,li lavo e li vesto,porto i più grandi a scuola e tengo il più piccolo a casa,alle 16:00 vado a prenderli a scuola e li tengo con me fino alle 19:00 in cui rientrano i genitori ed il più grande non perde occasione per dirmi che non mi vuole:dalle 07:30 quando scende le scale, mi vede ad aspettarlo e riscappa a letto ,al momento di vestirsi perchè non vuole che sia io a cambiarlo,al momento di salire in auto perchè non vuole che lo porti io a scuola,a quando vado a riprenderlo e appena mi vede inizia a piangere e ad urlare che non vuole venire con me e vuole restare là ad aspettare la mamma,a quando arriviamo a casa e mi dice che non vuole entrare a casa mia ma vuole restare a casa sua da solo ad aspettare la mamma...
Sentirlo tutti i santi giorni,ad ogni occasione,vederlo piangere solo alla mia vista,mi spezza il cuore.
Non voglio essere sua madre,non voglio sostituirmi ai suoi genitori;vorrei solamente avere indietro anche solo un quarto dell'affetto che provava nei miei confronti e che fosse felice di vedermi ogni tanto.
Grazie ancora di tutto.