Terapia di gruppo

sera a tutti.sono una ragazza di 21 anni schizoide,con episodi di schizofrenia che però sono durati e durano molto poco.faccio terapia di gruppo da mesi,ma mi chiedo se quella individuale sia più idonea e ,se così non fosse, per quale motivo sia più indicata quella di gruppo per una persona come me.
ovviamente nelle sedute di gruppo non riesco a parlare dei miei ''attacchi di paranoia'' e deliri vari.per questo motivo è sorto questo dubbio.
grazie a chiunque risponda
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile ragazza, parlare di sè e degli aspetti più difficili della propria vita non è nè scontato nè immediato.

Ancor di più in situazioni di gruppo, che possono allo stesso modo sostenerci o farci sentire ingabbiati.

Ha già provato, nei suo incontri, a parlare col gruppo del fatto che ci sono aspetti della sua esperienza che non riesce a condividere con gli altri e che questo rappresenta per lei un problema?

Consideri che ogni percorso psicologico, individuale o di gruppo, prima o poi ci pone di fronte alle nostre difficoltà. Altrimenti, come potremmo affrontarle?

Cordiali saluti
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara ragazza,

oltre alla terapia di gruppo stai seguendo anche una terapia farmacologica?
Sei in cura presso una struttura pubblica?
Molte volte le terapie di gruppo sono integrate da percorsi individuali, dovresti parlare al conduttore del gruppo e chiedere se questa soluzione non sia possibile e accessibile anche per te.
In linea di massima penso che se hai ricevuto una diagnosi di Disturbo Schizoide di Personalità il setting gruppale ti sia utile e che non dovresti abbandonarlo.
Ovviamente l'impostazione della terapia dipende dall'orientamento seguito e da altri aspetti contingenti (come ad es. la presenza o assenza di risorse, nel caso di strutture pubbliche), ma in ogni caso è necessario che tu chiarisca che il percorso di gruppo non ti sembra sufficiente, per parlare della questione e ricevere delle risposte fondate.

Ti faccio tanti auguri,

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le ragazza,
concordo con le indicazioni fornite dai colleghi però ho notato dai dati da lei inseriti che è sottopeso, mi chiedevo quindi se oltre ai sintomi ai quali ha accennato non ci sia anche la necessità di una presa in carico da un punto di vista nutrizionale, per favorire la creazione delle condizioni migliori ad un processo di cambiamento che coinvolga eventualmente anche un corretto rapporto con l'alimentazione.
Cordialmente

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

[#4]
dopo
Attivo dal 2011 al 2012
Ex utente
innanzitutto grazie per le risposte.
al prof.Calì e Massaro- si,sono in cura presso struttura pubblica.non avevo intenzione di abbandonare il gruppo,solo di integrarlo con terapia individuale.Veramente pensa che parlare di cose considerate ''da pazzi'' non provochi negli altri una specie di allontanamento-stigmatizzazione?
la terapia farmacologica è agli inizi,tra 1 settimana ho la prima visita psichiatrica,quindi magari il problema della terapia individuale si risolverà.ma sinceramente non so se gli psichiatri prescrivano solo farmaci o facciano anche terapia.(?)
comunque ho già fatto presente questo mio punto di vista rispetto alla terapia individuale e mi è stato risposto che è necessaria in altri casi (tipo d.c.a,etc..),ma anche che in effetti quella di gruppo è poco,troppo poche ore insomma.
alla dott.Camplone-non ho problemi con l'alimentazione,sto solo mangiando meno in questo periodo perchè mal di stomaco e inappetenza in generale non me lo permettono,forse per l'umore non proprio gioioso.
Grazie per le risposte
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
"non so se gli psichiatri prescrivano solo farmaci o facciano anche terapia"

In che senso?
Il conduttore del gruppo non è uno psicologo?
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dopo
Attivo dal 2011 al 2012
Ex utente
si,il conduttore del gruppo lo è.intendevo chiedere se gli psichiatri (con cui avrò una prima visita a breve) facciano anche psicoterapia.perchè nel caso fosse così il problema sarebbe risolto.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
A volte nelle strutture pubbliche si occupano anche di psicoterapia, ma è sempre preferibile che chi segue l'aspetto farmacologico della terapia non si occupi anche della psicoterapia di uno stesso paziente (infatti spesso l'organizzazione è improntata alla separazione delle 2 funzioni, per tutta una serie di motivi).
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dopo
Attivo dal 2011 al 2012
Ex utente
grazie per l'informazione.sarebbe sconveniente se prenotassi un consulto psicologico in una struttura pubblica diversa da quella in cui sono in cura ora senza abbandonare quest'ultima?Mi rendo conto che poi la mia vita sarebbe un salto da un ospedale a un altro ma magari il problema si risolverebbe in fretta...
Ringrazio per l'interessamento
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Prima assicurati che non sia disponibile una soluzione all'interno della stessa struttura, e se così non è non credo che chi ti segue si opporrà al fatto che tu cerchi uno psicologo per svolgere altrove la terapia individuale: anche nella pratica privata non è infrequente occuparsi di persone che sono seguite da una struttura pubblica per alcuni aspetti, e che completano il trattamento rivolgendosi a noi.

Ti faccio tanti auguri,
[#10]
dopo
Attivo dal 2011 al 2012
Ex utente
credo che farò così,almeno quando troverò il modo di non sembrare rompiscatole e pedante al conduttore del gruppo..
grazie 1000
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
>>Veramente pensa che parlare di cose considerate ''da pazzi'' non provochi negli altri una specie di allontanamento-stigmatizzazione?

>>Credo che farò così,almeno quando troverò il modo di non sembrare rompiscatole e pedante al conduttore del gruppo..

Gentile ragazza, l'idea di fornire una buona immagine di sè di per sè non è dannosa. Il problema sorge se lei limita le sue possibilità di azione, e le subordina a non dare agli altri una cattiva immagine di sè.

Per questo mi sento di chiederle: quanto è disposta a "pagare" il fatto di essere accolta, anche se in modo superficiale?
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Perchè mai dovresti sembrare una rompiscatole?
Chi si sta occupando di te deve sapere cosa stai pensando e quello che hai scritto a noi per poterti aiutare.
Stai tranquilla!
[#13]
dopo
Attivo dal 2011 al 2012
Ex utente
al dr.calì-pensa che non andrebbe a intaccare quel senso di ''gruppo'' dire cose considerati da pazzi?Mi spiego meglio,in 2 punti:
1)il gruppo è fatto per dire cose utili a tutti i membri,nessuno al momento ha un problema simile al mio quindi farei perdere tempo al terapeuta ma soprattutto agli altri pazienti.
2)se dico qualcosa che dagli altri è considerato ''grave'' prevedo il silenzio inquietante intorno a me in qualsiasi mio intervento durante la terapia.e l'idea non mi alletta per niente.
Spero di essere stata compresa...
alla dr.massaro- ho paura di essere considerata una rompiscatole perchè terapia 2 volte a settimana non è veramente troppo??e in secondo luogo perchè già altri membri del gruppo avevano chiesto circa una terapia individuale..
[#14]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Se anche altri hanno chiesto di poter accedere alla terapia individuale può significare che non è solo una tua idea: che risposta hanno ricevuto?
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dopo
Attivo dal 2011 al 2012
Ex utente
un no,che lui fa t.individuale solo in casi particolari
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
"il gruppo è fatto per dire cose utili a tutti i membri,nessuno al momento ha un problema simile al mio quindi farei perdere tempo al terapeuta ma soprattutto agli altri pazienti."

Gent.le ragazza,
uno dei fattori terapeutici della psicoterapia di gruppo è la possibilità di sentirsi accettati e non giudicati dagli altri membri del gruppo se lei è stata ammessa a partecipare alle sedute di gruppo significa che lo psicologo ritiene che possa essere utile anche per lei considerando la diagnosi che le è stata fatta.
Lei può essere utilissima al gruppo e a sé stessa se si concederà gradualmente la possibilità di condividere la sua esperienza, ma se la paura del giudizio degli altri le impedisce di farlo, l'esperienza di gruppo per lei non può avere alcuna valenza terapeutica e sarà preferibile scegliere il percorso di psicoterapia individuale.
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dopo
Attivo dal 2011 al 2012
Ex utente
penso che condividere certe esperienze sia un problema che sto imparando a superare,ma penso che evitare di condividere certe cose con tutti non sia troppo nocivo.oggettivamente parlando.
grazie
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le ragazza,
in queste cose non ci sono criteri oggettivi, quello che conta è la sua esperienza soggettiva, l'atmosfera che percepisce all'interno del gruppo, non deve "forzare" i suoi tempi potrebbe iniziare partendo dal suo desiderio di condividere il suo vissuto con gli altri ma evidenziando anche i suoi timori di essere giudicata, "etichettata" ecc.
L'evitamento è un meccanismo di difesa che se ci sono le condizioni favorevoli (accettazione da parte del gruppo, atmosfera non giudicante, empatia, riservatezza, fiducia) può essere progressivamente superato.
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dopo
Attivo dal 2011 al 2012
Ex utente
è la parte dell'accettazione da parte del gruppo che mi risulta una possibilità remota.molto remota.credo che il problema sia questo,ma parlandone nel gruppo non servirebbe a nulla se non a generare attriti che peggiorerebbero la situazione..
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
>>penso che evitare di condividere certe cose con tutti non sia troppo nocivo

Gentile ragazza, "non condividere" può essere un diritto, "evitare di condividere" potrebbe essere una reazione alla paura.

Per quel che ci racconta, potrebbe essere una reazione alla sua paura di non essere compresa, accettata incondizionatamente, di essere considerata "strana" o "matta".

E' una paura umana. Forse non ritiene che il gruppo sia abbastanza forte da reggere il peso del suo disagio.

Non è costretta a condividere tutto il suo mondo con gli altri. Ma questo è ben diverso dal confrontarsi con gli altri se e solo se ha l'assicurazione "a priori" che sarà accettata.

Del resto ne sta già parlando con un "gruppo", anche se virtuale. Qual è la differenza con quello reale, per lei?
[#21]
dopo
Attivo dal 2011 al 2012
Ex utente
la differenza è che uno psicologo ha il dovere di non giudicare,gli altri pazienti no.e poi se qualcuno mi giudicasse nel gruppo (anche senza dirmelo,anche solo adottando comportamenti diversi) mi sentirei bloccata e la terapia non andrebbe avanti..
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le ragazza,
chi accetta di partecipare alle sedute di psicoterapia di gruppo dovrebbe poter

è compito del conduttore del gruppo facilitare l'instaurarsi di un'atmosfera non giudicante ma temo che la prima ad avere un atteggiamento giudicante (sopratutto nei suoi confronti) sia proprio lei e di conseguenza si aspetta di ricevere dagli latri lo stesso atteggiamento, così preferisce chiudersi sulla difensiva.
[#23]
dopo
Attivo dal 2011 al 2012
Ex utente
si,penso che abbia ragione.il mio atteggiamento non lo definirei giudicante (non do giudizi,valutazioni o altro),ma comunque il risultato è lo stesso:mi alieno.grazie
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le ragazza,
a questo punto sta a lei scegliere se continuare così continuando ad assaporare il sapore amaro della frustrazione oppure cercare attivamente di concedersi l'opportunità di fare un percorso di crescita personale sia che sia all'interno di un gruppo, sia che sia all'interno di un contesto di psicoterapia individuale.
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dopo
Attivo dal 2011 al 2012
Ex utente
proverò.se poi andrà tutto per il peggio (se avrò la sensazione d essere giudicata o trattata diversamente) farò sempre in tempo a cercare un'altro psicologo,tanto non credo di avere troppo da perdere
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