Sensi di colpa, mancanza di fiducia in se stessi, pensieri negativi

Salve, 4 anni fa ho avuto una scappatella, ero sposata da pochi mesi.
Ho avuto subito dei sensi di colpa per quel che avevo fatto, ero proprio in ansia. Questi stati d'animo sono durati pochi giorni finchè un pianto non mi ha liberato. Sono stata bene per mesi. Dopodichè, senza sapere il motivo, i sensi di colpa sono tornati più forti, mi vedevo affogare, continuavo a ripetermi "cosa ho fatto!" sembrava avessi commesso un delitto, mi sono pentita e ho chiesto aiuto. Ho fatto un percorso di psicoterapia: la psicologa mi ha aiutato a capire che il passato è passato e non si può cambiare, mi ha fatto capire che gli errori si possono commettere e che non sono tutta sbagliata se ho commesso un errore e mi ha detto che è importante vivere il presente (mi ha anche consigliato un libro che per me è come il Vangelo). Poi sono rimasta incinta da mio marito e i pensieri per un bel po' di tempo si sono spostati sulla gravidanza e sulla maternità. Ora dopo 3 anni il senso di colpa si è ripresentato, ma meno angosciante perchè ho messo in pratica gli insegnamenti della psicoterapia e del libro e ho terminato di comprendere la mia colpa: il passato è passato e non si può cancellare, ho esaminato perchè l'ho fatto 4 anni fa, cosa ho capito dal mio errore, ho scavato più a fondo ancora in me, capendo che il senso di colpa si è radicato con la convinzione che E' VIETATO SBAGLIARE (quante urla e "insulti" mi sono presa da giovane se facevo anche una cavolata di poco conto).
Ovviamente mio marito non sa nulla, non voglio dirgli nulla perchè ora so di essere cambiata, ho fatto una cavolata e quello che voglio è stare con lui e con la mia bambina. Il problema è che questa cosa pesa e mi mette ansia e quando guardo in faccia mio marito mi sale un qualcosa che alle volte mi spingerebbe a dirgli "ti ho tradito", come appunto a voler togliermi un peso, ma è una cosa che non posso permettermi di fare.
Un mese fa sono tornata dalla psicologa e lei mi ha detto che posso continuare da sola che non mi serve una ulteriore psicoterapia.
Leggo su internet che per eliminare i sensi di colpa, bisogna comprendere l'errore e non ripeterli più, ed è quello che ho fatto io in questo percorso...e perchè allora non riesco a metterli via?
Tutto questo potrebbe essere anche indice di poca fiducia in me stessa e di scarsa autostima? Sono confusa e piena di pensieri negativi, e quando sono un attimo tranquilla, torno a pensarci per "vedere se mi fanno ancora male" come se volessi sfidarli.
Il passato è passato e non posso cancellarlo, il futuro non esiste e non posso sapere come sarà perchè non ho la sfera di cristallo. La vita è adesso....ma allora perchè non riesco a pensare positivo? Se cominciassi a pensare positivo e quindi a cercare i modi di pensare in positivo, riuscirei a "sconfiggere" i miei mali, cioè senso di colpa, mancanza di autostima e scarsa fiducia in me?
Vorrei solo mettere via in un cassetto questa emozione.
Scusate la lungaggine. Saluti. M.
[#1]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Se la sua precedente terapeuta ha valutato che non ha più bisogno di aiuto, ma lei invece ritiene di averne bisogno, non dovrebbe escludere a priori la possibilità d'interpellare un altro professionista.

Può leggere qui e informarsi:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/125-l-evitamento-nei-disturbi-d-ansia-e-nelle-fobie.html

https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

L'acquisizione che il passato è passato e non si può cambiare è valida, ma abbandoni il pensiero positivo, che non serve a nulla e può essere addirittura controproducente. Abbandoni anche il tentativo di convincersi che il suo tradimento sia dipeso da scarsa autostima o insicurezza. Si tradisce soprattutto perché si è attratti dall'altro, il piacere è lo scoglio su cui gli esseri umani adorano naufragare.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile signora, io sento che il divieto di sbagliare è ancora vivo in Lei.

Come avete affrontato la questione in terapia? Le è stato utile?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#3]
dopo
Attivo dal 2010 al 2011
Ex utente
La motivazione della scappatella è stata la gelosia: in quel periodo c'era una ragazza che insidiava mio marito, io gli ho fatto capire la mia gelosia, ma lui non lo capiva, anzi mi diceva di non parlare male dell'amica. Se ci penso ai comportamenti del marito, qualche dubbio di una sua relazione con quest'altra posso avercela, ma non ho mai trovato riscontri fondati. In parallelo, c'era il mio collega che ci provava e io in quel momento di debolezza ci sono stata. Sapevo di fare una cosa sbagliata, ma finchè non ci sono capitata dentro non avevo capito la gravità della cosa e mi sembrava di avere commesso un delitto.
Di errori ne ho fatti nella mia vita, sciocchezze rimediabili,ma questo è il 1' importante.
La psicologa ha cercato di farmi capire che non siamo perfetti, non siamo macchine, e si può sbagliare, si possono fare errori. Che se voglio fare una cosa, non mi devo fare 1000 paranoie, falla e basta!
Mi ha aiutato a comprendere l'errore, ad utilizzarlo, a capire il perchè. Mi ha fatto capire che io sono la somma delle mie azioni, positive e negative, che non sono perfetta. Mi ha fatto comprendere di agire di più con la mia testa e di non lasciarsi condizionare dal giudizio degli altri (cosa che io ho sempre fatto).
La psicoterapia mi è servita: ora non mi fascio più la testa prima di farmi male, se gli altri mi dicono qualcosa e io non sono d'accordo, mi dico "no, non è così, tu non hai capito bene la mia situazione!".
Il libro che mi ha consigliato e che praticamente riassume tutta la psicoterapia è "le vostre zone erronee".
La differenza è che adesso se parto a pensare in negativo, poi mi riprendo, mi dico "no, ma perchè penso così?" e ci rifletto su. Prima invece mi lasciavo affogare nei pensieri negativi.
Però l'unico problema è che non riesco a spostare questo pensiero: ogni volta che vedo mio marito penso a quello che gli ho fatto.
[#4]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> c'era il mio collega che ci provava e io in quel momento di debolezza ci sono stata
>>>

Io credo che la motivazione sia stata perché ci ha provato un collega che lei trovava attraente, altrimenti non ci sarebbe stata.

Il tradimento per vendetta esiste, ma non ho mai visto tradimenti per gelosia, quasi come in una sorta di guerra preventiva. Oltretutto appena sposata.

No, ho l'impressione che lei, a causa del senso di colpa, abbia fatto un enorme sforzo per "raccontarsela" diversamente e solo per riuscire a negare l'evidenza: l'attrazione verso l'altro.

Cordiali saluti
[#5]
dopo
Attivo dal 2010 al 2011
Ex utente
Certo che se non mi attraeva non ci stavo! Come ripeto, sapevo che stavo facendo una cosa non bella, ma non quanto! ho fatto la cavolata, mi sono pentita, se potessi tornare indietro non lo farei più. Però indietro non posso tornare, non posso cancellare quello che ho fatto. La mia domanda è: cosa posso fare adesso?

Io sono innamorata di mio marito, se no non ci sarei rimasta insieme, non ci avrei fatto una figlia, non avrei provato questo rimorso.
[#6]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile signora, i meccanismi che regolano il senso di colpa sono molto semplici.
Se non ci fosse il senso di colpa, non saremmo capaci di prevenire alcuni danni. Ad esempio procuro un danno a qualcuno/qualcosa e non mi sento in colpa. La prossima volta lo rifarò e così via. In questo modo divento un soggetto antisociale, quindi il senso di colpa è molto utile.
Tuttavia, come le altre emozioni che abitualmente proviamo, deve essere contestualizzato e poi "superato".
A me sorprende che dopo una psicoterapia, in cui questo tema era centrale, Lei si ritrovi ancora al punto di partenza.
Come Le dicevo nel precedente post, sento che Lei ha appreso in modo molto razionale alcuni "concetti", ma forse fa fatica a sentirli davvero.
Per esempio quando dice di sapere, adesso, di non essere perfetta e di poter sbagliare (come facciamo tutti) lo sente davvero? Ne è realmente convinta? o se lo ripete come per scacciare la colpa e la paura?
[#7]
dopo
Attivo dal 2010 al 2011
Ex utente
Oltre a questo rimorso, volevo chiedere una cosa: perchè dice "ma abbandoni il pensiero positivo, che non serve a nulla e può essere addirittura controproducente" ?

Cambiare il modo di pensare, di vedere le cose, non mi aiuterebbe ad avere più fiducia in me, a recuperare autostima, che già mi mancavano prima di questa scappatella?
[#8]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Come può leggere da ciò che ho scritto, io le stavo solo parlando del motivo per cui ha tradito, non del perché non avrebbe dovuto farlo. In particolare non ho mai messo in dubbio che lei ami suo marito. Quest'argomento l'ha tirato fuori lei.

Si chiama dissonanza cognitiva: lei sente di amare suo marito, eppure può darsi che pensi anche: se ho tradito mio marito, dev'essere perché non lo amo. È questa contraddizione ancora irrisolta, probabilmente, il tarlo che ancora la tormenta.

Alla sua richiesta, così delicata, non possiamo rispondere. Da qui non possiamo fare interventi diretti né dare suggerimenti, purtroppo. Se ha bisogno di un aiuto professionale deve cercarlo di persona.

Cordiali saluti
[#9]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Sul pensiero positivo tanto si è detto e scritto, ma spesso a sproposito. Ciò che di "psicologia" si sente in giro non sempre è psicologia, molte volte non sono nemmeno psicologi coloro che ne parlano.

Alcune ricerche recenti sul pensiero positivo hanno stabilito che nelle persone con bassa autostima può essere controproducente:

http://www.giuseppesantonocito.it/news.htm?m=272

http://www.giuseppesantonocito.it/news.htm?m=378

Cordiali saluti
[#10]
dopo
Attivo dal 2010 al 2011
Ex utente
Dott.sa Pileci, non penso di essere al punto di partenza. Ma non sono nemmeno arrivata al traguardo. Ho abbandonato la strada vecchia, quella dove pensavo e vedevo sempre negativo, quella del mito della perfezione, e sto andando verso un'altra strada, quella in cui so che posso ed è lecito sbagliare. Purtroppo faccio ancora dei passi all'indietro o mi rallento, però poi respiro e vado avanti.
La psicologa mi ha detto che non posso pretendere di cambiare quasi 30 anni di pensiero negativo in pochi mesi, ci vuole lavoro. L'importante è non guardare più indietro o troppo avanti, ma vivere il presente.
Purtroppo attribuisco la gravità di questa scappatella come se avessi ucciso qualcuno. Spero di essermi spiegata.
[#11]
dopo
Attivo dal 2010 al 2011
Ex utente
Dott. Santonocito, non ho capito.
Non può essere stato semplicemente un momento di debolezza, come dice lei per vendetta? In quel periodo lui e lei facevano volontariato insieme e un giorno a settimana (quando si dovevano vedere) tornava a casa tardi quando , mi diceva che si fermava a chiacchierare con lei. In più lei ogni sera telefonava e stavano le mezzore al telefono: mio marito mi diceva che lei si "sfogava".
Io ero accecata dalla gelosia, non capiva che questo mi infastidiva, mi sono fatta il sangue amaro.
Io non so se lui ha fatto qualcosa con lei, se ci penso i dubbi mi vengono, così come può essere che siano stati solo amici.
Grazie.
[#12]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Se lei non era sicura che suo marito l'avesse tradita, che motivo avrebbe avuto di tradirlo a sua volta? Il tradimento per vendetta si ha quando c'è la CERTEZZA di essere stati traditi per primi, che non è il suo caso.

Avrebbe potuto fare altro, avrebbe potuto farlo ingelosire, ad esempio MOSTRANDOGLI che altri uomini s'interessavano a lei. Invece ha scelto di tradirlo e poi di non dirglielo.

Dire a se stessa che si è trattato di una vendetta, le è stato comodo A POSTERIORI perché, nella sua mente, le ha permesso di scaricare un po' di responsabilità su di lui: "È stata anche colpa tua, perché mi hai reso gelosa e fatta arrabbiare".

Ma non c'entra nulla con la vera causa, per me.

Oltretutto deve distinguere le due cose: i motivi del tradimento e come si sente ora. Tutto considerato, la più importante è la seconda.

Cordiali saluti
[#13]
dopo
Attivo dal 2010 al 2011
Ex utente
Ho tradito perché le attenzioni che non avevo dal marito me le ha date un altro........purtroppo ho capito tardi che non è così che si risolvono i problemi.
Ora so che non rifarei più quello che ho fatto, potessi tornare indietro gli urlerei in faccia ancor più forte la mancanza di attenzioni, non sto dando tutta la colpa a mio marito, io potevo impegnarmi di più a farglielo capire.
Ora quello che voglio è poter mettere via questa storia, metterla via in un cassetto, e guardare avanti, dedicandomi a lui e alla mia famiglia, perché io adesso è questo quello che voglio.
Saluti.
[#14]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le sig.ra,
al fine di offrirle un ulteriore spunto di riflessione le consiglio la lettura del libro di Guy Corneau "L'amore possibile", sono certa che ci troverà dei riferimenti utili a vedere la sua situazione da un'altra prospettiva, più aderente ai suoi bisogni affettivi.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

[#15]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile signora, Lei ha ragione quando afferma che non può cambiare 30 anni di modi di essere, di sentire, di pensare e di comportarsi in pochi mesi.
Tuttavia Lei sente che non riesce a superare questo grande senso di colpa.
Sente di aver bisogno di un sostegno psicologico?
Come pensa di uscirne?
[#16]
dopo
Attivo dal 2010 al 2011
Ex utente
Per dott.sa Camplone: ho ordinato il libro "puoi guarire la tua vita" di Louise Hay, ho letto il 1' capitolo in PDF e l'ho trovato interessante. Terró presente anche il suo titolo.

Per dott.sa Pileci: la mia psicologa mi consiglió dei libri sul pensiero positivo e altri titoli delDr. Dyer (che non ho mai comprato xche' ho sempre riletto i capitoli che mi interessavano del libro del dott. Dyer "le vs zone erronee". Tra l'altro il titolo di un libro specifici che mi aveva suggerito era fuori produzione). Ora sono molto confusa e piena di ansia. Quello che ora penso sia meglio fare è cambiare modo di pensare e cambiare i pensieri. Finora ho sempre pensato in negativo, adesso voglio pensare positivo, dedicandomi alla famiglia e al marito.
Voglio cambiare "gioco". Per ora ci provo così, se dovessi avere difficoltà, tornerò dalla mia psicologa.
Saluti.
[#17]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
I libri possono essere un'ottima cosa, possono aiutare, ma raramente riescono a essere davvero terapeutici. Se è confusa e piena di ansia l'unica cosa sensata è rivolgersi a un professionista. Quando si ha una gamba rotta non si tenta di riaggiustarsela da soli, magari leggendosi libri di medicina, si va dal medico e si chiede aiuto.

Quindi ok per il suo tentativo, ma come dice lei, se entro breve non riuscisse da sola a risolvere la questione, non continui a soffrire inutilmente.

Cordiali saluti
[#18]
dopo
Attivo dal 2010 al 2011
Ex utente
Infatti Dr. Santonocito tornerò dalla psicologa se capiró di non farcela da sola, come per altro ho già fatto; intanto provo questa nuova strada.
Grazie per il Suo consulto.
Saluti.
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