Conseguenze della pornografia

Sono un ragazzo di 25 anni ed avrei bisogno di un opinione.
Da circa un anno e mezzo visito siti porno con una certa frequenza,tutto era iniziato per curiosità,per passatempo ma ora è diverso.
La mia vita è ossessionata dal sesso,lo penso sempre e nulla è più naturale per me.
Non so se dipende da questo ma da qualche periodo non mi sento più capace di nulla, ho paura di avere rapporti sessuali ed a nulla serve che quando ne ho va tutto bene.
Vorrei ritornare ad essere sereno ma come fare?
Secondo voi questo mio periodo di crisi personale centra qualcosa con la visione di materiale porno?
Quali possono essere le conseguenze sulla personalità di questa pornomania?
Grazie
[#1]
Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta 707 23 51
Amico mio,

Ad un ragazzo condannato a morte negli Stati Uniti, avviandosi alla camera a gas, gli fu chiesto se avesse qualcosa da lasciar detto ai giovani, data la sua tenera età. Aveva da poco superato i 22 anni.
Egli lasciò un messaggio per i giovani e per quanti ne fossero responsabili ed è questo:" Dite che i miei crimini sessuali sono dovuti alla pornografia. Mi ha rovinato l'anima, mi ha distrutto. Dite ai giovani di allontarsene. Dite ai responsabili di non infestare i siti con messaggi e figure"".

Aggiungo che la pornografia porta la mente in una dimesione virtuale che provoca assuefazione e alterazione degli stati intellettivi, emotivi e sessuali. Pian piano si perde il senso della realtà e il piacere sessuale reale non ha più nessuna significazione, in quanto le situazioni vissute in modo irreale e fantastico sono sempre più dense di attrattiva di quelle reali.

Senza drammatizzare oltre, vedi di staccarti da queste abitudini, e di ricominciare ad andar dietro alle ragazze e ad aver piacere anche per i modesti rapporti che pian piano si faranno più ricchi e più attraenti. Riprendi il senso del reale.
Questo vale anche per quei ragazzi che si bloccano su filmati e su racconti e su dimensioni di tipo diabolico, o di tipo irrealistico, come vite parallele, come ritorno dal futuro.

Ho fretta e tornerò sull'argomento al più presto. Per ora pensa a quanto ti ho detto.
Ciao e cordiali saluti.
Dr. A. Vita
[#2]
Dr. Massimo Lai Psichiatra 829 30 24
Gentile utente,

sono solo parzialmente d'accordo con la risposta del Dr Vita (che comunque ha precisato che è incompleta) e anche la mia risposta non può essere esaustiva.

La pornografia di per sé non fa cadere in una dimensione virtuale.
In adolescenza la visione di pornografia è frequente e si alterna con la realtà.
Diventa un problema se sostituisce la realtà e se ostacola la vita quotidiana.
E questo vale per tutti i mondi virtuali come quelli violenti (ma gli studi non sono concordi su questo).

Premesso che bisognerebbe saperne di più, ciò che descrive sembra aver superato il confine tra normalità e dipendenza. Se è vero che alla sua età è normale avere una forte spinta sessuale, la pornografia potrebbe essere un supplemento a quella normale, non una sostituzione e adesso con internet è molto facile esagerare. E Lei dice che è diventata un'ossessione, che niente è più naturale, etc.
D'accordo con il Dr Vita che sarebbe opportuno staccarsi dal video e uscire a vedere la realtà, le consiglio di richiedere un consulto da un collega psichiatra esperto di dipendenze patologiche per valutare la situazione.

Saluti
Massimo Lai


Massimo Lai, MD

[#3]
Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta 707 23 51
Caro dott. Lai,
Ma siamo d'accordo in tutto.
L'amico non è un adolescente, dato che dice di avere 25 anni.

Anche tu dici che, letto il messaggio, "abusi della pornografia sostituiscono la realtà e ostacolano la vita quotidiana".

Ammetti poi che il nostro amico sembra che abbia "superato il confine tra normalità e dipendenza". Ergo, la concordanza tra noi è completa.

Questa precisazione è dovuta soltanto al fatto di evitare che al nostro amico di 25 anni si possano dare messaggi diversi ed egli possa incorrere in una situazione di confusione, e quindi ad un errore di modificazione del suo attuale comportamento.

Certo che entrambi potremo tornare sull'argomento e dare più dettagliati consigli.

Cordialmente.

A. Vita

[#4]
Dr. Massimo Lai Psichiatra 829 30 24
Rispondo all'Utente e al Dr Vita.

Per l'utente:
di seguito rispondo più specificamente alle sue domande e vorrei precisare, per non generare confusione, che queste non sono in contraddizione con quanto espresso dal Dr Vita e se avrà la pazienza di leggere anche il seguito spiegherò il mio parziale disaccordo.

1) "Vorrei ritornare ad essere sereno ma come fare?"
Riconoscere che c'è un problema è un primo passo importante e lei lo ha fatto, parlarne con altri, come sta facendo, è un altro passo importante ma dovrebbe cercare qualcuno con cui farlo di persona.

2) "Secondo voi questo mio periodo di crisi personale centra qualcosa con la visione di materiale porno?"
E' possibile ma per saperlo bisognerebbe parlarne. La visione di materiale porno può essere conseguenza di un suo disagio e può essersi trasformata in causa di altri problemi come la dipendenza, creando un circolo vizioso.

3) "Quali possono essere le conseguenze sulla personalità di questa pornomania?"
Sebbene sia giovane, penso che la sua personalità sia già formata a prescindere dalla pornomania. Piuttosto questa pornomania può avere conseguenze sul suo comportamento.

Caro Dr Vita,

sono d'accordo sul fatto che non sia opportuno generare confusione ed è vero che siamo in accordo su quanto hai citato nella tua seconda risposta e spero che questo sia chiaro anche all'utente.

La mia perplessità riguarda la citazione iniziale con l'implicito messaggio che vi si "potrebbe" cogliere e la differenza tra realtà e fantasia.

Mettendomi al posto dell'utente, non conoscendo l'episodio cui ti riferisci e apprendendolo qui da te, anche se dal seguito si capiva (almeno io, non so l'utente) che questo non era il tuo pensiero, ne ho ricavato un'impressione forte, terrorizzante, catastrofica, come in una relazione diretta di causa-effetto tra pornografia e crimine sessuale.

Anche nel secondo capoverso hai ragione ma non in termini assoluti. Un adulto ha delle fantasie sessuali e può soddisfarle e alimentarle con la pornografia senza incorrere in alterazioni della percezione della realtà (senza sostituire la vita reale con quella virtuale).

Questa è solo la mia idea e non è detto che l'utente abbia avuto le mie stesse impressioni.

Detto questo, concordo sul fatto che da quanto raccontato c'è un problema e credo per l'utente sia meglio parlarne con qualcuno.

Concludendo, spero che le risposte non abbiano creato confusione per l'utente che se ha bisogno di ulteriori precisazioni deve chiedere ancora.

Saluti
Massimo Lai
[#5]
Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta 707 23 51
Caro dott. Lai,
e p. c. al mio amico utente:

Effettivamente è vero che il messaggio iniziale con il racconto del condannato a morte è stato forte e forse anche brutale. È tuttavia un fatto vero e riportato dalle cronache americane 7/8 anni or sono. Peraltro si trattava di un caso molto complicato di serial killer giovanissimo, in cui diverse vicissitudini personali e familiari, unitamente alla ricerca di fuga dalla realtà e l’incontro o l’impatto con la pornografia, aveva determinato un’abitudine a rifugiarsi in un mondo peraltro fittizio e poco veritiero con il quale il soggetto si era praticamente identificato, o per lo meno aveva sostituito con esso tutta quella realtà che, nuda e cruda, l’aveva messo a dura prova e a cui non aveva retto: episodi che l’avevano fatto scivolare in una specie di letargica fantasia che sostituiva la sua vera vita. Soltanto a processo avvenuto e dopo un periodo trascorso nel fantomatico braccio della morte, il nostro giovane era riuscito, lontano dagli spettacoli porno cui era abituato, a riprendere in gran parte il contatto con il mondo reale e con la vita vera. Purtroppo tardi.
Non avrei dovuto esordire con questo episodio, anche per evitare che il nostro utente finisse per avere la sensazione che non ci fosse rimedio se non reprimendo totalmente ed immediatamente quello che in lui si stava costruendo come un habitus malandato per corazzarsi di fronte alla vita.

Passando all’altro capoverso, è pur vero che un adulto ha delle fantasie che poi costituiscono una sorte di viatico per la vita sessuale e che spesso mettono in moto funzioni fisiche e psichiche che altrimenti sarebbero destinate a non accendersi e a non manifestarsi nel soggetto.
Non c’è poi, e ne convengo, un rapporto di causa effetto tra pornografia e crimine, ma sembra chiaro che intendessi dire che una realtà del tutto confusa con l’irrealtà della fantasia e del mondo pornografico, non solo è temibile e devastante, ma può, in certi casi, condurre un soggetto, che ha già avuto difficoltà di percorsi affettivi, emozionali e sessuali parzialmente o prevalentemente complicati, frustranti ed altro, determinare o concorrere ad una lenta e progressiva distruzione delle difese psichiche e condurre il soggetto verso una discesa pericolosa che può portare a patologie più o meno gravi. E mi pare che questo fosse chiaro e che in questo senso andava anche compreso il mio non “profetico” episodio raccontato in modo crudo e veloce. Ma anche qui non so darti torto.
Convengo che spesso la prudenza nel dare informazioni deve regolare lo specialista nell’aiutare l’utente. Ma sembrava che le cose dovessero essere sbloccate al più presto e la risonanza di questo pugno allo stomaco poteva non dico essere salutare, ma almeno creare una prima barriera ad un uso smodato e preminente della persona della pornografia e quindi al rischio dello scivolamento verso una fase fantastico-allucinatoria. È stato anche detto e provato che la pornografa è come una droga o come il giuoco d’azzardo e occorre bloccarla con temi che a volte non rivestono un modo persuasivo, ma brutale.
Ho comunque detto che sarei tornato sull’argomento. E forse non mi basta nemmeno questo terzo intervento, ma non vorrei rischiare di monopolizzare il sito.

Diversamente a quanto ho espresso la prima volta, penso che crearsi problemi di repressione troppo forti, può determinare una situazione di angoscia che porta a fasi depressive. Pertanto un SUPER IO da corroborare e da rinforzare, non va fatto in maniera da renderlo così frustrante e castrante da creare sensi di colpa e di vergogna o di smarrimento. Perché questa cura sarebbe essa stessa una fatto negativo. In sede psicoterapeutica, questo superio debole deve essere progressivamente rinforzato con una certa delicatezza e con prospettive sempre più efficaci e tali da rinforzare anche l’Io e la presa di coscienza di essere immersi in una realtà che è altro da quella ipotetica e “affascinante” del mondo pornografico.
Togliere immediatamente fantasie od altro può determinare un rottura totale, senza giustificazioni se non quelle terrificanti cui facevi riferimento che non lasciano spazio ad una via più soft di partecipare ad un mondo diverso, quello porno, considerandolo nella sua vera divergenza, ma di possibile visitazione, sempre che esso non abbia a monopolizzare l’essere del soggetto. È una questione di misura e di lettura critica e disincantata.

Spero che l’utente che legge questo mio primo e non esaustivo chiarimento del mio intervento riesca a comprendere la mia prorompente e “crudele” esposizione dell’episodio riportato nella prima mia risposta. Se lo si paragona a quello che si può dire ad un soggetto di 35 anni che fa un uso smodato di spinelli, 10 al giorno, oltre a 30 sigarette, a vari caffè e superalcolici, che poi viene a lamentare di essere schiavo di questa sua vita, e di stare sul punto di mandare in malora la sua piccola azienda, senza più ricordarsi a chi ha affidato somme o a chi ha firmato cambiali, o non ricorda se ha venduto nella mattinata azioni con perdite sostanziali o altro, e se ho poco tempo, o soltanto una seduta di consulenza per aiutarlo a chiarire il senso della sua vita e il pericolo per quello che gli potrà capitare, non sbaglio poi molto a considerare che non mi rimane che fargli avere un messaggio forte e preoccupato. Con la speranza di poterci tornare sopra o di poterlo collocare presso un mio collega che possa fare quello che a me non è permesso fare per la distanza e per la difficoltà di conciliare i rispettivi orari di lavoro.
In questo spazio siamo a volte come in una frontiera.
Per altri casi, come avrai avuto modo di vedere, i miei interventi sono stati più pacati e più indulgenti, quando i casi erano soltanto espressione di “colpe veniali” o addirittura quando erano solo tremori e timori inculcati da persone esterne e gli episodi erano del tutto privi di pericolo. Anzi, qualcun di noi, in quella sede è stato più pesante nei confronti dell’utente e critico nei miei confronti, per le mie assoluzioni.

Insomma, comunque per me è stata una buona lezione che mi ha fatto riflettere che per prima cosa non bisogna mai rispondere in fretta e poi che molte affermazioni o suggerimenti vanno spiegati con cura.
Per il resto ti ringrazio di avermi fatto notare che alcune parti del intervento avrebbero dovuto essere espresse in modo più delicato, più controllato e comunque molto meno assolutista, aggressivo ed ossessivo

Spero che l’utente prenda spunto da questo mio intervento per rivedere il suo caso alla luce di questo nuovo, approfondito e dialettico intervento tuo e della mia presente risposta, comprendendo però che gli eventi della psiche sono complessi e delicati e che vanno qui appena accennati e che il resto va fatto in sede psicoterapeutica.
Tenga presenta l’utente, che questo non è un caso che si può risolvere con parole di conforto, né tanto meno con una buona mangiata di pollo ruspante arrosto innaffiato dal buon vino Conero di Ancona e dintorni. Va preso con serietà e con decisione.

Cordialità.

Antonio Vita
[#6]
Dr. Massimo Lai Psichiatra 829 30 24
Caro Dr Vita,

grazie per l'esaustiva spiegazione.
Concordo con te sulla difficoltà di rispondere adeguatamente in poco tempo.

Per il paziente spero siano chiari i consigli dati.

Cordiai saluti
Massimo Lai
[#7]
dopo
Attivo dal 2007 al 2010
Ex utente
Ringrazio con tutto il cuore i dottori che mi hanno risposto.Se possibile però vorrei dire due cose.
Per quanto riguarda l'esempio del condannato a morte era comunque chiaro l'intento del Dr.Vita volto solo a dare un messaggio forte che tendesse a scuotermi e non a creare un inscindibile legame tra pornografia e personalità criminale.
In secondo luogo vorrei chiedere al Dr.Lai una precisazione:In che modo concretamente la pornografia può avere conseguenze sul comportamento?
Vi ringrazio infinitamente per la disponibilità dimostratami e per la vostra indubbia professionalità.
[#8]
Dr. Massimo Lai Psichiatra 829 30 24
Molto semplicemente il comportamento è ciò che facciamo tutti i giorni e anche il modo in cui cerchiamo di raggiungere certi scopi della nostra vita.
Non so se studia o lavora, comunque dovrebbe avere degli obiettivi ai quali, "con il suo agire", cerca di arrivare: uno stipendio, essere indipendente, avere una macchina, trovare una ragazza, vestirsi, comprarsi una casa, e così via.
Inoltre dovrebbe essere normalmente attratto dal sesso, dalla vita sociale, dal bisogno di metter su famiglia o ritagliarsi un suo spazietto nella società etc..

Se la pornomania (ma ha già scritto che è così) sta cambiando il suo "fare" ostacolando quello che faceva prima per raggiungere i suoi obiettivi, è già un'interferenza nel comportamento che potrebbe cambiare ancora e andare nella direzione di cercare solo il sesso virtuale (come sembra che stia succedendo).

Un altro modo in cui il comportamento può essere influenzato è nel modo di avvicinarsi alle ragazze, di tentare un approccio, e nelle aspettative che mette in una relazione, potrebbe avere in testa un modello di ragazze o di ragazzi influenzato dai siti che non corrisponde esattamente alla realtà, per cui potrebbe arrivare a non sapere come comportarsi o a comportarsi in modo inadeguato alla situazione.

Comunque quest'ultimo esempio accade molto più spesso di quanto non creda senza scomodare la pornografia, basta vedere i film di Ben Stiller o meglio Woody Allen per vedere comportamenti inadeguati con le ragazze.

Per cui segua il consiglio del Dr Vita e spenga il computer per alcuni giorni.
Potrebbe rendersi conto di non poterne fare a meno, che gran parte della sua giornata è spesa per questo, che quindi trascura tutto il resto compreso lavoro e vita reale.
Se è a questo punto le consiglio un consulto da uno specialista in dipendenze patologiche perché come diceva il Dr Vita alla fine la situazione non è diversa dalla dipendenza dal gioco d'azzardo etc.

Caro dr Vita,

Ho riletto quanto hai scritto e adesso ho più chiaro tutto.
Concordo col pugno sullo stomaco, ma senza interlocutore di fronte c'è sempre il rischio di non essere capiti.
Non era questo il caso.

Saluti
ML
[#9]
dopo
Attivo dal 2007 al 2010
Ex utente
Ancora grazie e buon lavoro!
[#10]
Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta 707 23 51
Caro Amico,

I consigli del dott. Lai sono inequivocabilmente essenziali, opportuni e chiari. Faccia il possibile per seguirli e per non aggravare una situazione che è ancora possibile controllare e alla quale vanno posti immediati e sicuri rimedi.

Come vede non diamo mai consigli come fossimo depositari della verità assoluta. Ci confrontiamo pure noi, e poi riusciamo a trovare grossi punti di convergenza, pur avendo una formazione totalmente diversa. Il dott. Lai è un medico e uno psichiatra. Io sono uno psicoterapeuta analista (di scuola junghiana - romana). Ma alla fine, ci ritroviamo e riusciamo a parlare quasi all'unisono per quanto riguarda sia la patologia, sia i rimedi da porre ad una situazione che è facilmente recuperabile e governabile.
Peraltro anche lei, amico nostro, come si evince dalla sua lettera, si era accorto di essere sul punto di scivolare in una fase di rischiosa irrealtà. Non le mancheranno le foze necessarie e altre qualità psicologiche (intelligenza, tenacia, determinazione etc.) per arginare i suoi rischi e combattere la sua situazione.

Al limite si faccia aiutare da qualche psicologo o psichiatra che saprà capirla benissimo.

Auguri vivissimi.

Antonio Vita