Sto male

Salve,
sto passando un periodo veramente strano e non so più cosa pensare.
Credo di essere sempre stata una persona molto ansiosa, sono sempre preoccupata che possa succedere qualcosa di brutto improvvisamente alle persone a cui tengo. A volte l'ansia è giustificata, a volte no.
Da 5 anni ho una storia piuttosto tormentata, alla quale non riesco a mettere fine. Vivo nel terrore continuo che lui possa tradirmi e abbandonarmi, e quando vengo presa da qualche pensiero di questo genere ho degli attacchi di rabbia incontrollabili nei suoi confronti, che non riesco veramente a gestire. A volte durante le litigate (durante le quali lui mi urla addosso cattiverie e non mi fa aprire la bocca) ho difficoltà a respirare, sensazioni bruttissime, a volte sono addirittura svenuta. E di tutto questo ho sempre dato colpa all'ansia.
Nelle ultime settimane l'ansia è peggiorata, perchè sto affrontando, oltre alla storia che vivo, altre due situazioni che mi fanno star male.
Sto cercando di aiutare mia sorella (con la quale condivido un grande appartamento) a superare un problema con la sua famiglia, da circa un anno.
Con il mio stipendio di educatrice mantengo la sua famiglia, e la cosa comincia a pesarmi perchè mi sembra un atto dovuto e perchè non riesco a risparmiare per il mio futuro, ma quando ho questi pensieri mi sento una persona cattiva, totalmente incapace di aiutarla e ho sensi di colpa fortissimi anche solo se mi passa per la testa l'idea di andare a mangiare una pizza con un'amica (sapendo che lei non può permettersela o che starà a casa a piangere).
E nel frattempo, la moglie di mio padre ha perso uno dei due gemelli che stava aspettando, al 6 mese di gravidanza. Questa perdita mi fa star male, piango da settimane per il mio fratellino che non ha avuto la possibilità di nascere e per l'altra bimba, perchè ho il terrore che possa succedere qualcosa anche a lei.
Mi sembra di essere sola ad affrontare tutte queste piccole cose, mi sento carica di responsabilità, perchè sono vista come quella forte, che c'è sempre per tutti e che non deve star male, e che deve aiutare a trovare le soluzioni.
Mi sento stanca, ormai piango ogni giorno.
Il mio ragazzo a volte mi aiuta dandomi sostegno, ma spesso mi dice che non sono normale, che non posso piangere sempre, che se mi sento così è perchè devo imparare a dire no alle persone (e che quindi la colpa è solo mia) e che non sono questi i problemi della vita. Che sono esagerata e che prima o poi lui si stancherà di starmi dietro. Detto questo, esce con i suoi amici o si guarda la tv, dicendo che ormai ne abbiamo parlato troppe volte e che più che dirmi come la pensa non sa cosa fare per aiutarmi.
Dormo pochissimo la notte e appena posso mi rinchiudo in casa.
Non so cosa fare, mi sento veramente in difficoltà.
[#1]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Ragazza,
la sua storia di vita contiene tanti elementi di sofferenza, intrisi di rabbia, solitudine e forse scarsa autostima, da quello che leggo.
L'ansia andrebbe affrontata alla radice, valuti l'ipotesi di chiedere una consulenza de visu ad uno psicologo, che possa contenere e custodire la sua storia emozionale, affettive e di vita in generale, con cui lavorare al fine di ritrovare la qualità di vita smarrita
Cari saluti

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#2]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile ragazza, il tuo ragazzo ti dice che dovresti imparare a dire di no.

Tu che ne pensi?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#3]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
"Mi sembra di essere sola ad affrontare tutte queste piccole cose"

Non mi sembrano davvero così tanto "piccole", le cose di cui si è fatta carico e che sono successe attorno a lei!
Se oltretutto si sente in colpa la solo ipotizzare di tirarsi indietro dall'impegno nei confronti di sua sorella (che magari ha preso spontaneamente, senza che glielo chiedesse) ha molti motivi per essere carica di rabbia e di frustrazione.

Non so se si sente consapevolmente sfruttata dagli altri, certo è che il suo vissuto di solitudine di fronte a quello che ci ha raccontato non può che far peggiorare le cose.

Il mio consiglio non può essere che quello di farsi sostenere da uno psicologo con l'obiettivo di cambiare quello che nella vita la sta facendo soffrire, perchè penso sia impensabile continuare così.
Non crede?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#4]
dopo
Utente
Utente
Vi sono grata delle celeri risposte.
Alla dottoressa Angela Pileci rispondo che non mi piace l'idea di dover dire di no, non è facile per me.
Riesco solo con i bambini nel mio lavoro, perchè conosco l'importanza dei no nell'educazione.
Per quanto riguarda me, però, dire no mi fa star male, soprattutto nei casi in cui mi viene chiesto un aiuto. Questo perchè in tanti momenti mi è stato negato un aiuto e so bene dall'altra parte quanto faccia male affrontare tutto da soli.
Forse potrei aver paura di dire di no per paura di essere abbandonata da queste persone? Questa è anche la teoria del mio ragazzo. Lui pensa che io faccia di tutto, a mio discapito, per tenere vicine le persone, e che mi accontento di chiunque (secondo lui anche di chi non mi merita) pur di non rimanere sola.
Tuttavia, non potrei mai lasciare mia sorella da sola, ma non so come fare ad aiutarla perchè credo che la scelta debba partire da lei e dalla sua testa, sento che i miei consigli sono assolutamente inutili e questo mi fa stare male.
é vero, come ipotizza la dottoressa Massaro, che mia sorella non mi ha chiesto e non mi chiede niente, ma mi sento in dovere di intervenire ad esempio facendo fronte alle spese da sola, perchè viviamo nella stessa casa, vedo le difficoltà che ci sono e c'è la mia nipotina di 2 anni che deve mangiare e poter vivere serenamente.
La cosa che mi fa star male è il pensiero che ho, in alcuni momenti di essere sfruttata, perchè mi sento in colpa solo per averlo pensato, mi sento egoista.
Abbiamo avuto un'infanzia difficile, figlie di genitori separati male, nostro padre ha avuto dei problemi e siamo cresciute senza di lui, per poi riaverlo dopo tanti anni.
In questo momento i rapporti con lui sono stabili ma non i classici tra padre e figli. A lui per primo tendo a non dire mai di no, e secondo il mio ragazzo è per paura di perderlo di nuovo.
Non so. Avevo già pensato di rivolgermi ad uno specialista, ma in questo momento non potrei proprio sostenerne le spese.
[#5]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

dire di no in genere non ci fa perdere l'affetto delle persone. Anzi, quando si parla di assertività, ovvero la capacità di esprimere i propri sentimenti e le proprie opinioni senza rompere una relazione, ci si riferisce proprio a questo.

Essere degli "accuditori compulsivi", ovvero vedere e prendersi cura delle necessità altrui, non è sempre facile, in quanto poi sono le tue relazioni e la tua vita che diventano difficili.

Dov'è il tempo per te stessa? Chi si occupa di te?

Io ritengo che vedere uno psicologo di persona e fare luce su questi aspetti possa esserti utile.

Prova a informarti anche presso le strutture pubbliche o i consultori della tua città.

Saluti,
[#6]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Se sua sorella ha dei motivi seri per i quali non può fare nessun tipo di lavoro, neanche part time, è un conto, ma se così non è non si può non pensare che la sua buona volontà nell'aiutarla contribuisca paradossalmente a cronicizzare problema.
Intendo cioè che il suo aiuto per farla uscire da questa situazione sta forse contribuendo a farcela rimanere dentro, perchè se lei si occupa di tutto sua sorella non troverà mai la motivazione e la spinta necessaria per cercare un cambiamento e un miglioramento.
Per la bambina poi questo esempio materno è sicuramente negativo.

E' giusto essere presenti e aiutare i familiari, ma se lei sta dando molto più di quello che potrebbe dare rischia solo di consumare sè stessa e di trovarsi un domani nelle condizioni di non essere più in grado di dare alcun aiuto.
[#7]
Dr.ssa Sara Breschi Psicologo, Psicoterapeuta 49
Sta male e si sente in colpa per questo, chi le dovrebbe stare vicino, del resto, non accoglie il suo dolore ma lo respinge.
Ho letto con interesse quello che ha scritto e di motivi per cui stare male ne ha diversi. Quello che mi ha colpito è il conntrollo che esercita sul suo dolore: ogni volta che questo esce, o con il pianto o con l'ansia, subito è represso attraverso il senso di colpa.
Si addossa troppe responsabilità che non le competono, le persone la utilizzano come fosse una stampella.
Le consiglio di affrontare una psicoterapia per lavorare sui suoi sensi di colpa che la bloccano e le causano l'ansia di cui ci ha parlato. Ansia che non trovando via d'uscita si sfoga nel pianto, in un dolore che le resta addosso, di cui non si libera ma si alimenta.
Affinchè il pianto, il dolore, sia costruttivo occorre che sia accolto e intorno a lei sembra che nessuno sia capace di farlo.
La saluto con affetto

Dr.ssa Sara Breschi
Psicoterapeuta - Psicoanalista
Sito Web: www.sarabreschi.it

[#8]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno,
la ringrazio per le sue parole.
Da ieri mi sento un po' meglio perchè le cose sembrano cominciare a risolversi per mia sorella. Spero che tutto migliori.
Purtroppo si, ho sempre la tendenza a caricarmi di tutte le responsabilità, cerco di risolvere i problemi di chi mi sta accanto e li affronto come se fossero i miei.
In realtà poi, di fronte ad un reale problema per me, non riesco a trovare l'energia per superarlo da sola e cerco appoggio altrove. Generalmente conto sempre sul mio ragazzo, che raramente si tira indietro per problemi concreti, ma sento la mancanza del sostegno morale, il più delle volte.
Questo mi fa star male, perchè per me è molto difficile chiedere aiuto e se quando lo faccio mi viene quasi fatto pesare, allora mi sento in colpa. Penso (e mi viene detto, a volte) che ognuno ha i suoi problemi e che non posso caricare gli altri dei miei... però poi mi sale la rabbia, perchè io lo faccio e quando ho bisogno di aiuto per me non c'è mai nessuno?
Sento, sinceramente, di dare troppo e di non ricevere niente in cambio. Mi sento sola.
Ho sempre pensato di provare con una psicoterapia, ma sono un po' bloccata sia per il lato economico (perchè in questo momento non posso veramente sostenere troppe spese) sia perchè mi è stato detto che è molto doloroso, perchè tira fuori i reali motivi per cui si sta male e ho il terrore di rivivere la mia infanzia.
Sono una fifona.
[#9]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le ragazza,
le consiglio di leggere questo articolo:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/153-perche-iniziare-una-psicoterapia.html

Se non ha la possibilità di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta privato può far riferimento al Consultorio familiare della sua asl:

http://www.paginegialle.it/pgol/4-consultorio%20familaire%20asl/3-Firenze?

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

[#10]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Non si tratterebbe per forza di rivivere la sua infanzia, ma almeno di riequilibrare nel presente questa situazione:

"Penso (e mi viene detto, a volte) che ognuno ha i suoi problemi e che non posso caricare gli altri dei miei... però poi mi sale la rabbia, perchè io lo faccio e quando ho bisogno di aiuto per me non c'è mai nessuno?"

Lei si aspetta forse inconsapevolmente che la sua generosità sarà ripagata, ma non può pensare che se fa del bene a qualcuno una terza persona potrà "risarcirla" di questo.
Al massimo potrà aspettarsi qualcosa dal beneficiario delle sue azioni, ma non da altri: non trova?

Forse arriva ad esaurire ad un punto tale le sue energie nell'aiutare sua sorella che quando è il momento di occuparsi di sè non ne ha più, e si aspetta che qualcun'altro la aiuti in maniera consistente.
Così facendo però va solo incontro a delusioni, delle quali non ha davvero bisogno.
E' su questo che un'eventuale psicoterapia la aiuterebbe.
[#11]
Dr.ssa Sara Breschi Psicologo, Psicoterapeuta 49
in questo genere di cose non esistono "fifoni" ma soltanto tempi "giusti".
Quando sarà il suo tempo giusto se ne accorgerà da sola,
la saluto
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