Rapporto con suoceri

Salve,
ho deciso di scrivere perchè ho da tempo un problema che mi angoscia ed ho bisogno di un aiuto.
sono sposata da 3 anni e dopo il matrimonio ho lasciato il mio paese e la mia famiglia (alla quale sono attaccatissima).ho sempre detto a mio marito che seppur avessi scelto di seguirlo il legame con la mia famiglia di origine continuerà per sempre per cui ogni 15/20 gg li andiamo a trovare.
mio marito non ha mai avuto un grandissimo rapporto con la sua famiglia (oltre i genitori una sorella molto più piccola)se non di pura formalità: si sento per telefono (cosa'hia fatto?cos'hai mangiato? nulla di personale..),ma con gli anni e con la frequentazione della mia famiglia (genitori e 4 figli, molto complici)lui ha iniziato a conoscere un tipo differente di famiglia e ci si ritrova abbastanza.mi accorgo di essere molto insicura ed allora pensando di rafforazare le mie certezze ogni volta sbagliando gli faccio notare le differenze e questo fa aumentare il suo orgoglio e pretende le stesse attenzioni per entrambe le famiglie. è davvero difficile racchiudere in poche righe il mio pensiero ma cercherò di farlo. io vorrei che nel nostro rapporto fosse ben chiaro che, per quanto si possa voler bene a tutti, è normale che si tenda più a frequentare la famiglia della "donna", è sempre stato così e sempre lo sarà ..perchè io devo sentirmi minacciata ogni giorno? perchè devo temere di dire alcune cose o fare inviti perchè altrimenti li deve fare anche lui? mi accorgo che posso sembrare folle ma per me è un vero problema! io rispetto i miei suoceri..ma sono più di quello che il buon senso e l'educazione mi portano a fare non vorrei fare. vorrei che mio marito lo capisse, vorrei che capisse che è normale (e non ditemi che non è così) frequentare la famiglia della donna. ogni volta lui mi dice che quello che si fa per l'uno si fa per l'altra ma, non considerando i problemi logistici (i miei a 3 ore di distanza i suo a 7) non credo possa essre così.entrambi viviamo male questa cose ed è forse l'unico nostro motivo di litigio, forti litigi! io non riesco a trovarmi bene con i genitori (anziani, vivono in campagna, molto lontani da me) ma nonostante questo ci passo le vacanze estive, il capodanno, ed altre occasioni, ora loro intensificano le visite a casa nostra! ed io sto male! mi rendo conto di aver scritto tutto con un pò di confusione ma serebbero molte le annotazioni e dettagli da aggiungere. capisco solo che siamo entrmbi insicuri: io perchè forse non ho staccato definitivamente il cordone ombelicale (anche se poi non lo trovo obbligatorio! voglio un bene infitio alla mia famiglia, come posso staccarmi da loro) e lui perchè teme io tenga più a loro che a lui (cosa non vera perchè comunque ho deciso di formare una famiglia con lui, senza per quest dover troncare la precedente). mi confronto con tutti e vedo tutti aver più rapporto con la famiglia materna(cosa che oltrettutto fanno anche sua madre e sua sorella). come posso fargli capire questo?sbaglio io?
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
>>> mi accorgo di essere molto insicura ed allora pensando di rafforazare le mie certezze ogni volta sbagliando gli faccio notare le differenze
>>>

Se si rende conto che tale comportamento deriva dalla sua insicurezza, e che mettendolo in atto peggiora la situazione, come mai continua a farlo?

>>> è normale che si tenda più a frequentare la famiglia della "donna", è sempre stato così e sempre lo sarà
>>>

E questo chi lo avrebbe stabilito?

>>> vorrei che mio marito lo capisse
>>>

Sì, ma se parte da convinzioni non verificate, rischia di spiegarsi male. O meglio, magari riuscirà a spiegarsi, ma lo farà portando delle ragioni che potrebbero essere non accettate facilmente.

Per cambiare la situazione è forse necessario che anche lei riveda le sue convinzioni, che potrebbero essere inesatte e limitanti.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
<<vorrei che capisse che è normale (e non ditemi che non è così) frequentare la famiglia della donna>>

Gentile Signora,
anche se non vorrebbe sentirselo dire, questo è ciò che e normale per Lei, magari per la sua cerchia di conoscenze e per il tipo di educazione ricevuta, ma non è certo una regola inderogabile che vale per tutti.

Il rapporto con le famiglie d'origine è effettivamente uno dei principali motivi di dissidio nelle coppie, rispetto alla frequenza degli incontri, della loro partecipazione a decisioni della coppia, alla richiesta o offerta di aiuti di vario genere......
Da un lato Lei è contenta di aver mostrato a suo marito un modo "diverso" di essere famiglia da quello che lui conosceva, però dall'altro non è disposta ad accettare che lui desideri mettere in atto gli stessi comportamenti con entrambe le famiglie d'origine.
Da come scrive pare quasi che ci siano due schieramenti contrapposti: Lei e i suoi genitori da una parte e suo marito e i suoi suoceri dall'altro.
E il vostro nucleo familiare in tutto questo dove sta? Voi siete ora l'uno per l'altro "una famiglia"?

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

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dopo
Utente
Utente
Vi ringrazio per la tempestiva risposta.
cerco di rispondere con ordine.
continuo nel mio atteggiamento, pur essendo insicura perchè fondamentalmente vorrei che mio marito mi "rassicurasse" dicendomi che mai in alcun modo cercherà di rovinare il rapporto che ho con la mia famiglia di origine e che non mi metterà mai in condizione di dover far a meno di loro.
ovviamente non c'è una regola che dice: si frequenta la famiglia della donna! lo so! ma consuetudine vuole che si tenda in tal senso. non è una regola assoluta di certo ma , sicuramente nella mia relatà e nella realtà delle persone che frequento nella vita socile e professionale quotidiana è così o meglio si verifica questo, magari anche non per scelta.
non è che io non voglia che lui metta in atto gli stessi comportamenti con la sua famiglia, magari lo facesse! lui il rapporto con i suoi continua ad averlo come prima, solo formale (ad es. quando siamo a casa dei suo si sta insieme solo a pranzo per il resto o si esce o è al pc, sono io a dover socializzare). "da single" vedeva molto meno i genitori, ora vuole imporre a me tempi diversi.
non ci sono due schiermaneti anche perchè le famiglie, ovviamente, non sanno nulla di queste nostre discussioni!
il nostro nucleo familiare c'è! io non potrei vivere senza di lui! viviamo il nostro quotidiano splendidamente, non discutiamo mai .. o quasi :) ma, credo, che scegliere di formare una nuova famiglia non debba per forza significare voltare le spalle a chi ti ha dato e continua a darti amore, oltretutto star con loro mi da gioia.
le mie sorelle e mia madre sono le mie migliori amiche!
io e mio mairto viviamo l'uno per l'altro ma.. se esce fuori il discorso delle famiglie.. ci irrigidiamo entrambi.
mi accorgo che è un problema e sbaglio, altrimenti non chiederei il vostro aiuto!
io ho solo una grande paura di perderli, di sentirmi costretta a dover "rallentare" le visite perchè lui, per un qualche motivo, non si trova bene!
lo so che il mio è un processo alle intenzioni ma ho sempre bisogno che lui mi confermi che mai il rapporto con i miei verrà "rovinato".
io ho provato a mettermi in gioco, non ho fatto questyioni, ho ingoiato rospi.. ma ora vedo che i miei suoceri si fanno sempre più strada in casa nostra (cosa che la mia famiglia non fa, infatti, andiamo noi da loro!) e sempre che sempre più debbano prendere piede.. e questo che mi preoccupa: io abbasso le difese perchè "è giusto che anche lui abbia un rapporto con la sua famiglia" ma non vorrei ritrovarmi un domani con loro in pianta stabile a casa mia!
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
>>> perchè fondamentalmente vorrei che mio marito mi "rassicurasse"
>>>

Se legge in giro per il sito le risposte che diamo alle persone ansiose, scoprirà che il bisogno di ricevere rassicurazioni non solo è un chiaro sintomo d'ansia, ma indulgere in tale bisogno, cioè pretendere rassicurazioni dagli altri, è il modo migliore per far aumentare l'ansia, non per farla diminuire. Sia che gli altri ce le diano o non ce le diano.

Finché si ha bisogno che sia qualcun altro a rassicurarci e si è incapaci di riuscirci da soli, avremo un alibi perfetto per dare la colpa all'esterno e fare a meno di crescere ed evolverci.

>>> le mie sorelle e mia madre sono le mie migliori amiche!
>>>

Male. Glielo dico senza giri di parole: quando si fanno con convinzione affermazioni come queste, è segno che nel modo di relazionarsi alle persone qualcosa non sta andando per il verso giusto. So che sentirselo dire non le piacerà, ma credo che dovrebbe considerare l'opportunità di parlarne con uno psicologo. Altrimenti continuerà invano a sentirsi incompresa, poco capita, poco aiutata, quando magari il vero problema è che lei sta partendo da assunti che per lei sono scontati, ma nonostante ciò problematici.

Cordiali saluti
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Gentile Signora,
ha perfettamente ragione nel sostenere che formando una nuova famiglia non si debbano voltare le spalle a quella d'origine: ci mancherebbe!

Si tratta però di ristrutturare i rapporti (non si è più solo figli) e stabilire tra coniugi regole di comportamento che siano un compromesso tra le esigenze di entrambi.
Non si tratta di uguaglianza (1 volta da mia madre = 1 volta dalla tua), ma di equità: se i rapporti con le famiglie sono di diverso tipo, può essere anche differente la frequentazione. Soprattutto suo marito non può imporla a Lei per poi invece sottrarsene: <<quando siamo a casa dei suo si sta insieme solo a pranzo per il resto o si esce o è al pc, sono io a dover socializzare>>. Frequentare i propri parenti non dovrebbe essere un obbligo, ma un piacere. Se non lo è, a che pro fingere?

Dal momento che avete un rapporto solido e complice, prima che la situazione diventi irreparabile o che degeneri perché altri vi impongono tacitamente delle regole, mettetevi a tavolino a discutere quali volete siano le vostre regole esplicite e, uniti, fatele rispettare ai vostri genitori.
Magari può far leggere a suo marito questa sua richiesta in modo da fargli comprendere quanto a Lei stia a cuore risolvere (per il bene della vostra coppia, oltre che quello individuale) queste incomprensioni.

Cordiali saluti.

[#6]
dopo
Utente
Utente
la ringrazio per la franchezza con la quale mi risponde.
non ho dubbi sul fatto che, come un cane che si morde la coda, il mio cercar rassicurazioni mi aumenta l'ansia, ed è proprio per questo che cerco aiuto.
per quel che riguarda il rapporto con la mia famiglia o meglio, con le mie sorelle e mia madre, ho forse troppo frettolasamente definito loro come le mie migliori amiche, e di questo me ne scuso ma non volevo dilungarmi troppo rubandovi tempo.
ho amiche vere, poche ma buone, e con loro mi confido, mi confronto, rido scherzo... un normale rapporto di amicia spero!
per quel che riguarda i miei familiari intendevo dire che loro sono e saranno sempre e comunque, molto importanti per me! ogni con il ruolo che loro compete:
mia madre non è di certo la mia confidente, non le racconto certo le cose intime o altre cose che è giusto una madre non sappia ma, di certo, è per me fondamentale il suo supporto e conforto. mi conosce più di ogni altra persona al mondo e dopo di lei le mie sorelle. abbiamo vissuto una vita assieme e non vedo nulla di sbagliato ne volerle avere ancora vicino.
se questo è per lei sbagliato... mi spiace!
nella vita di ognuno di noi ci sono gruppi di socializzazione differenti che, però, inevitabilemente si incrociano.
io ho deciso con mio marito di intraprendere una nuova vita insieme ed insieme percorriamo questa strada. è inpensabile che questo escluda tutto il resto. così come continuiamo a frequentare le vecchie amicizie, abbiamo fatto proprie le amicie dell'altro, etc. così anche i rapporti familiari devono continuare.
mi vuol forse dire che una volta formatasi una famiglia devo prendere le distanze da loro? non potrei mai e non voglio e, dal basso della mia ignoranza, non credo neppure sia giusto.
sicuramente dovrò lavorare sulla mia insicurezza ed accetto il suo consiglio di farmi aiutare in questo.
ma se questo significherà dover limitare l'amore che ho per la mia famiglia mi sa che farò poca strada.
non mi prenda per folle: io amo tanto mio marito, tantissimo! la mia paura non è del tutto infondata o meglio, si aggrappa a piccoli segnali dei quali temo di perdere il controllo. Le faccio un esempio: una delle discussioni su questo argomento, quando paventavo la forse eccessiva invasione dei genitori, lui ha risposto: se non ti va bene c'è sempre il divorzio e poi vedrai ti lascerò senza una lira e senza nostro figlio. so che era rabbia, so che non lo pensa.. ma la paura che il suo orgoglio un giorno lo porti ad agire così mi preoccupa e spaventa. lui dice che i suoi devono far quel che fanno altrimenti non frequenteremo neppure i miei! ed io mi vedo costretta ad accettare perchè non voglio perdere loro.
ripeto.. è certo in un momento di rabbia, del quale si è anche scusato, ma.. mi spaventa!
[#7]
dopo
Utente
Utente
gent.ma dott.ssa Scalco,
è proprio questo che mi disturba: mio marito ora vuole uguaglianza 1 ad 1, pur essendo qualcosa che prima non faceva! per questro dico lo fa volutamente!
purtroppo per educazione quando sono da loro non riesco a sottrarmi e quindi faccio anche le sue veci! ed è ancor più per questo che non capisco perchè imporlo a me!
prima di rivolgermi a voi ho spesso aperto il discorso con mio marito, ultima volta ieri ed il discorso è sfociato in quel che ho detto nella precedente.
ma lui si ostina a dire che il rapporto, nonostante tutto, dev'essere uno ad uno! su questo non transige e non c'è dialogo.
mi sono aperta con ansie e paure ogni volta e lui ha sempre detto: tu non devi temerer ..se quel che facciamo per l'uno lo facciamo per l'altro! ma come si afa se le persone sono differenti? come si fa se, quando ci sono i suoi il problema è solo mio (dimenticavo che lui ha più scambio con i miei e si confronta più con loro, perchè più giovani o, perdonatemi il termine non preciso ma esplicativo, aperti).
uio non ho problemi ha "ricevere" o ad andare a trovare i suoi.. ma non dev'essere una tassa obbligatoria! il rapporto è, per entrmabi, differetne ma io credo a lui faccia male accettarlo!
abbiamo entrambi un problema!
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
>>> la mia paura non è del tutto infondata o meglio, si aggrappa a piccoli segnali dei quali temo di perdere il controllo.
>>>

La paura di perdere il controllo è un altro comunissimo sintomo d'ansia.

Finché non guadagnerà un po' di sicurezza, perderà tempo dietro ai fantasmi creati da lei stessa. Oltre un certo punto non serve precisare e spiegare, serve solo capire che il problema deriva da una questione di base, fondamentale e che occorre sanare.

>>> se questo è per lei sbagliato... mi spiace!
>>>

Non si dispiaccia per me, non sono io a stare male!

Non è questione di giusto o sbagliato, ma di utile o inutile. Ritenere la madre e la sorella le migliori amiche (con il punto esclamativo) non è moralmente sbagliato, è sbagliato nel senso che denota ansia, ovvero paura di poter perdere il legame con il suo nucleo familiare originale. Ma il suo non appare certo un problema di lontananza, semmai di eccessiva vicinanza ed esclusività!

>>> nella vita di ognuno di noi ci sono gruppi di socializzazione differenti che, però, inevitabilemente si incrociano.
>>>

Giustissimo, e la ricerca psicologica e sociologica ci ha mostrato che i gruppi sociali che ci danno più possibilità di evolverci sono i cosiddetti legami deboli, non quelli familiari:

http://www.giuseppesantonocito.it/news.htm?m=107

Ciò di cui lei ha bisogno, probabilmente, non è rinunciare a qualcosa, ma di acquisire qualcos'altro.

Cordiali saluti
[#9]
dopo
Utente
Utente
acquisire cosa? sicurezza? certo lo vorrei.. capisco,quindi, che ho bisogno di aiuto in questo e cercherò di muovermi in tal senso.
non capisco solo cosa intende quando dice che non è un problema di lontananza ma troppa vicinanza. ho lasciato la mia famiglia per il matrimonio... il distacco è stato duro e difficile anche perchè mai avrei pensato di allontanarmi tanto da tutti loro e dalle mie amicizie. durante la tua vita ti costruisce tutti i pilastri che ti reggono... ed ora sono lontana da tutti loro ed un solo riferirimento: mio marito! sicuramente una forte base ma ho paura che vacillando quella crolli tutto. è vero cerco di ricostruire tutto e pian piano ci riesco ma le amicizie che riesci a fare da "giovane" è difficile rifarle con i tempi che il tram tram di una vita lavorativa ed una famiglia, in una città, ti impone!
per questo non voglio perdere il mio "paracadute", la mia famiglia!.
comunque la ringrazio per tutta l'attenzione e cercherò di lavorare sulle mie insicurezze.. ovviamente con l'aiuto di uno specialista.