Le persone che amo

salve,ho un problema che mi crea molta ansia,o forse è la mia ansia che crea il problema...ho paura di morire improvvisamente..di infarto,di ictus,o di avere un tumore e di non saperlo...ho paura che muoiano le persone che amo(ovvero mio padre,mia madre,mio fratello e il mio ragazzo)...appena non li sento per un po'...appena vedo che non rientrano alla solita ora comincio a stare male e a fare questi pensieri..penso sempre al peggio...e immagino anche la situazione e mi viene un nodo alla gola fortissimo,mi sento mancare un po' il respiro e comincio a piangere come una bambina...questi pensieri poi si accentuano la sera,quando sono a letto...con la luce spenta e comincio a pensare...in parte credo che dipenda dal fatto che io ho solo loro,o meglio ho investito il mio affetto solo su di loro...sono solo loro il mio mondo e in questo so di sbagliare...dovrei allargare la mia rete...farmi delle amicizie(che peraltro ho,ma che non mi va di frequentare)..coltivare qualche interesse...so anche che in parte è dovuto al fatto che nella mia famiglia sono morte prematuramente molte persone a me care e questo mi ha fatto capire come sia precaria l'esistenza..come si possa morire da un momento all'altro...vorrei solo gestire meglio quest'ansia che mi assale...come mi posso comportare?
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Dr. Stefano Garbolino Psichiatra, Psicoterapeuta, Sessuologo 2.5k 36 2
Gentile utente,
i sitomi da lei descritti potrebbero essere acrivibili ad un disturbo della sfera ansiosa meritevole di approfondimento clinico. Si rivolga ad medico psichiatra che la possa aiutare nella diagnosi e nell'intraprendere un'adegata terapia (sia essa psicofarmacologica, psicoterapica o meglio ancora mista).
Cordialmente

Cordialmente
www.psichiatriasessuologia.com

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Dr.ssa Tiziana Teruzzi Psicologo 20 3
Gentile Utente,
dalla sua richiesta traspare una forte tensione e posso comprendere la sensazione di paura quando in assenza di una persona cara emergono "questi pensieri" . Posso intuire invece il sollievo che percepisce quando la persona mancante rietra a casa o si mette in contatto con lei.
Probabilmente la scomparsa prematura e improvvisa di "molte persone" a lei care, insieme al dolore per il lutto l'hanno messa a contatto con la sofferenza dell'abbandono, che oggi è prende le sembianze della paura che i suoi famigliari possano allontanarsi da lei.
Provi a confrontarsi con qualcuno, uno psicologo della sua zona, così da affrontare insieme le sue paure e scoprire quali risorse sono in suo possesso per farne fronte e ritrovare il benessere.
Cari saluti

Dott.ssa Tiziana Teruzzi

www.tizianateruzzi.it

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dopo
Utente
Utente
il paradosso è che io sono laureata in psicologia e abilitata anche se non sono psicoterapeuta...ho provato ad andare da uno psichiatra di conoscenza della mia famiglia,ma dopo il primo incontro non ci sono piu' andata perchè sembrava aver minimizzato i miei problemi invitandomi a tornare nel caso in cui avessi avuto bisogno...forse l'ha fatto apposta...cmq speravo di trovare una soluzione qui'...ovvio che non mi potete troppo aiutare per corrispondenza...piu' che altro cercavo un consiglio...del tipo:sarebbe meglio se io mi trovassi degli interessi per distrarmi un po'?o anche allargare o forse sarebbe meglio dire creare una rete di amicizie?in sintesi non concentrare tutta me stessa,il mio affetto,il mio interesse solo per i miei familiari e per il mio ragazzo...non so...
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 196 21
Gentile utente, non dice se i lutti che ha subìto sono recenti o risalgono a qualche anno fa; morti improvvise che si susseguono in famiglia possono farci sentire più ansiosi e fragili.Immagino che, data la giovane età (per gli standard italiani) abbia o un lavoro precario e/o un lavoro poco gratificante oppure nessun lavoro, e dopo aver studiato per anni anche questo è frustrante e accentua la sensazione di precarietà, di non avere il controllo sulla propria vita.
Conme i colleghi le consiglio qualche colloquio con uno psicoterapeuta che la prenda sul serio, ed eventualmente una terapia farmacologica (benzodiazepine per poche settimane e antidepressivi SSRI) che possa alleviare l'ansia, che è veramente forte.
Non sto parlando di psicoterapia, ma di una situazione esterna alla famiglia in cui possa raccontarsi liberamente.
Gli interessi, le distrazioni, le amicizie si trovano dopo, quando si comincia a stare meglio e non si è più paralizzate dal terrore e concentrate sui problemi del corpo.
Saluti
Franca Scapellato

Franca Scapellato

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dopo
Utente
Utente
ha inquadrato benissimo la mia situazione...ho un lavoro precario e questo mi distrugge dentro...non riesco a realizzarmi... a sposarmi..a farmi una famiglia...ho 30 anni ed è normale avere questi progetti...tutto cio' provoca in me rabbia,amarezza,un po' di depressione(non nel senso stretto del termine)....
i lutti sono piu' o meno recenti..l'ultimo risale al 7 gennaio di quest'anno...il primo è iniziato quasi 12 anni fa...ed era mia zia...la zia alla quale ero piu' legata....per quanto riguarda il rivolgermi ad uno psicoterapeuta....lo vorrei...ma non conosco nessuno qui' a Roma e non vorrei andare da uno preso a caso sulle pagine gialle..inoltre non vorrei spendere cifre esorbitanti vista la mia situazione lavorativa...sapete consigliarmelo?escluderei i farmaci...non voglio prenderli...sono convinta che si possa risolvere senza prenderli...grazie a tutti e buon lavoro.
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Gentile utente,
può trovare riferimenti utili sul sito www.sitcc.it dove trova per città un elenco dei terapeuti ad orientamento cognitivo comportamentale.
se vuole un consiglio diverso da un elenco, io le proporrei di rivolgersi al dott.Claudio Lalla, presso il II° Centro di Psicoterapia in Roma (trova il numero in elenco).
Cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

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Dr.ssa Ilenia Sussarellu Psicologo, Psicoterapeuta 648 21 5
Gentile Utente,
il problema che lei riferisce è ascrivibile alla sfera ansiosa e dunque, purtroppo, non risolvibile attraverso i rimedi che lei spererebbe (impegnarsi in diverse attività, allargare la rete sociale, ecc.). Al contrario credo che la sua situazione richieda una consulenza specifica, sia psichiatrica che psicoterapeutica, in assenza della quale sarebbe troppo ottimistico aspettarsi un cambiamento.
Concordo con il Dr. Mirtiadis nel consigliarle la consultazione del sito www.sitcc.it oppure www.aiamc.it dal momento che la terapia Cognitivo-Comportamentale rappresenta indubbiamente il trattamento d'elezione per questa tipologia di disturbi.

Cordialmente

Dr.ssa Ilenia Sussarellu
i.sussarellu@libero.it

Dr.ssa Ilenia Sussarellu, i.sussarellu@libero.it
Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale, Psicologo Cilinico-Forense

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