Stress e vitilligine

Salve,
sono una ragazza di 18 anni e da circa un anno mi sono apparse delle macchie evidenti di vitilligine sugli occhi, sulle mani, e alcune piccole sui piedi. Mi sono rivolta a vari dermatologi, e la causa di questa malattia sembra essere lo stress, perchè dopo aver fatto varie analisi, tutte risultate normali, e aver confermato di non avere nessun famigliare con questa patologia, questa sembra l' unica origine. Io sono una persona che si stressa abbastanza facilmente, e convivo con lo stress ogni giorno, nonostante la mia età, al punto di essermici abituata, e sentirlo come un "sentimento" normale. Ora il problema è che purtroppo mi stanno comparendo altre piccole macchie, è non so come posso contribuire a "fermare" in qualche modo la diffusione della vitilligine, e temo che lo stress sia un fattore partecipante al peggioramento della malattia. Nel frattempo per le macchie più grandi sto facendo la fototerapia, che si è rivelata efficace.
Chiedo quindi per favore, se voi specialisti mi potete dare qualche consiglio per fermare il progresso della vitilligine, e se in qualche modo posso far qualcosa per ridurre lo stress ( di cui difficilmente mi riesco a liberare, perchè personalmente credo che derivi dal mio carattere) aiutando la "guarigione" dei melanociti.
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile utente, "stress" è un termine abbastanza generico, e spesso utilizzato per riferirsi sia alle situazioni ("Che stress quella serata!"), sia all'esperienza personale ("Non ho mai provato tanto stress come quella volta!").

Da un'ottica cognitivo-comportamentale, lo stress è inteso come una sorta di "incontro" tra una situazione, con le sue richieste, e le nostre risorse per affrontarle.

Per cui, partirei proprio da questo: quando lei ci parla di "stress" intende un vissuto o una/più situazioni?

Come mai ritiene di vivere in una situazione di "stress cronico"?
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dopo
Attivo dal 2012 al 2014
Ex utente
Prima di tutto la ringrazio per avermi risposto.
Allora è un po' complicato da spiegare, ma cercherò di fare del mio meglio. Lo stress a cui mi riferisco è uno stato in cui sono continuamente preoccupata per vari motivi (impegni, scuola, o tante cose da fare insieme), ho malumori improvvisi causati a volte per carenze d' autostima e voglia di fare qualcosa, che spesso risulta impegnativo, per migliorarmi fisicamente o caratterialmente; e credo che la cosa che impegna la mia attenzione di più è il fatto che voglio sempre dare il massimo in ogni cosa che faccio, sopratutto a scuola ( faccio il quarto liceo scientifico tecnologico)perchè accetto difficilmente il " fallimento", nel senso di non aver raggiunto il mio obbiettivo, cosa che provoca un ulteriore indebolimento della mia autostima. Spero di essere stata chiara nella mia spiegazione, e sono consapevole che questi non sono veri problemi che provocano uno stress grave, e io stessa non lo percepisco come qualcosa di fastidioso al punto da essere soffocante,anche perchè sono abituata a conviverci. Però lo considero come stress perchè a volte lo percepisco letteralmente come un peso che mi carico sulle spalle ( sopratutto dopo una vacanza, che si ricomincia a fare vita pieni di impegni, sento proprio il cambiamento psicologico da una fase normale a una confusa e preoccupata), e perchè mi ha provocato, probabilmente, la vitilligine.
Lei essendo uno specialista, saprà naturalmente darmi una definizione migliore della mia situazione, perchè lei sa meglio di me se ciò è stress o semplicemente uno stato confusionale.
La ringrazio in anticipo
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dopo
Attivo dal 2012 al 2014
Ex utente
Mi sono dimenticata che a volte mi vengono brevi attacchi d' ansia, in cui sento che faccio fatica a respirare, anche se in realtà non ho problemi respiratori, e sento la necessità di allontanarmi dalle persone per qualche minuto.

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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Riepilogo brevemente quello che ci ha scritto.

Lei descrive come stressante lo stato di frequente preoccupazione che riferisce a molte cose "da fare", come la scuola, gli impegni, etc.

Inoltre, riferisce degli standard di performance molto elevati: per lei le cose "o sono fatte perfettamente o sono fatte male".

Dice di vivere l'ipotesi del "fallimento" come inaccettabile, e di considerare la sua autostima come inadeguata.

Questi aspetti potrebbero essere tra loro collegati in diversi modi. Le propongo una ipotesi.

Se io faccio dipendere il mio "valore" come persona dagli obiettivi che riesco a raggiungere, sono continuamente sotto pressione. Se poi per me "raggiungere un obiettivo" implica fare le cose non dico alla perfezione, ma giù di lì, allora la pressione aumenta.

Inoltre, vedere le cose "bianche o nere" non mi aiuta: una vittoria parziale diventa un fallimento catastrofico!

Imparare ad "allentare" i propri standard, i propri "DEVO", a sfumare il proprio modo di vedere le cose spesso aiuta a non imporsi delle regole troppo rigide, che all'inizio sembrano rassicuranti, ma poi tendono a soffocarci.

Esistono molti modi di affrontare le difficoltà.

Alcuni sono centrati sul problema da risolvere (ad esempio, pianificare le cose da fare, ridurre il carico inessenziale etc.).

Altri, tendono a ridurre la nostra attivazione emotiva (ad es., sfogarsi, o imparare ad accettare che su molte cose non abbiamo il controllo).

Infine, esistono strategie che classicamente si intendono come "disfunzionali", come il consumo di droghe o alcool per "abbassare la tensione", o negare che si hanno delle difficoltà.

Queste strategie si possono apprendere: si può imparare a ridimensionare le proprie aspettative, ad ottimizzare le proprie risorse, a preoccuparsi meno.

Se lo riterrà opportuno, valuti l'ipotesi di una consulenza con uno psicologo psicoterapeuta, che possa valutare con lei la sua disponibilità ad un percorso di fronteggiamento dello stress e/o delle sue manifestazioni ansiose.

Non so se questo ridurrà le sue manifestazioni cutanee, ma potrebbe comunque aiutarla ad "abbassare la temperatura".

Cordialmente
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dopo
Attivo dal 2012 al 2014
Ex utente
Ritengo che lei abbia capito perfettamente la mia situazione, sopratutto sul fatto della rigidità nei propri confronti, perchè molte persone che mi conoscono confermano questo fatto. Riguardo ai modi per affrontare le mie difficoltà, ho cercato varie volte di organizzare il mio tempo, di eliminare il carico inutile, di sfogarmi, ma il risultato è stato temporaneo, e poi dopo è tornato tutto come prima, sopratutto perchè per me è difficile fare un cambiamento nel mio stile di vita continuando a procedere con un nuovo modo di affrontare le cose per un lungo tempo ; inoltre riguardo alle strategie "disfunzionali" inizialmente io negavo di avere qualsiasi tipo di problema, perciò per me è stata una novità la scoperta, o meglio, il riconoscimento della mia vera situazione.
Non so se può essere un informazione utile a lei, per capire meglio la mia situazione, ma le volevo far sapere che io essendo una persona abbastanza ambiziosa, tendo a crearmi nuovi "problemi" e nuovi traguardi da raggiungere, e quindi anche in assenza di stress, tenderei a crearmelo, inevitabilmente.
Volevo inoltre avere un ulteriore conferma: quindi il mio, è vero stress? E può in qualche modo influenzare ora o in futuro, in modo negativo la mia qualità di vita?
Cordiali saluti
(mi perdoni se tardo a rispondere)

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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
>>Volevo inoltre avere un ulteriore conferma: quindi il mio, è vero stress?

Vorrei aggiungere una informazione.

Si distinguono due tipologie di "stress", il cosiddetto "eustress" o "stress buono" (ad esempio, quelle sfide con noi stessi che ci caricano, ci motivano, ci "tengono su") ed il cosiddetto "distress", o "stress cattivo" (ad esempio, le situazioni in cui sentiamo che le richieste dell'ambiente sono superiori alle nostre capacità).

La domanda che le pongo è: i traguardi, le mete, gli impegni di cui si carica sono ragionevolmente misurati alle sue attuali risorse? Lei sa quando è il momento di "staccare la spina"? Sente di riuscire a fronteggiare adeguatamente le sfide che lei stessa si pone, o le sembrano troppo ardue?

Se lei si sta solo ponendo degli obiettivi difficili da raggiungere, ma commisurati con le sue risorse, può vivere questa situazione come una sfida motivante; altrimenti, se le sue pretese nei confronti di sè stessa sono "troppo", rischia fin d'ora di intrappolarsi in un vortice di impegni, obiettivi, preoccupazioni, rimuginazioni che toglie serenità e tende a tenere le persone troppo esigenti con sè stesse "sotto scacco".
[#7]
dopo
Attivo dal 2012 al 2014
Ex utente
Per rispondere alle sue domande: io di solito riesco a raggiungere gli obiettivi che mi pongo, e riesco a capire quando è il momento di rilassarsi dopo un certo periodo intenso . Però il mio modo di "staccare la spina" non mi permette di scaricare completamente lo stress, perciò quando il momento di relax finisce, il risultato è che non sono riuscita a "recuperare" completamente le forze per andare avanti, e si conclude sempre con un ulteriore accumulo di tensione. Non so se lei mi potrebbe consigliare un metodo di rilassamento completo della mente, che potrebbe forse migliorare il mio stile di vita.
Comunque la ringrazio per tutto ciò che mi ha riferito, perchè mi ha fatto notare alcune cose che non sapevo.
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
>>Non so se lei mi potrebbe consigliare un metodo di rilassamento completo della mente, che potrebbe forse migliorare il mio stile di vita.

A volte non riusciamo a rilassarci (cioè a "spegnere l'interruttore" delle cose "da fare") quando obbediamo a dei "precetti" molto rigidi: "devo fare tutto molto bene", "non devo fallire", "devo essere sempre all'altezza delle aspettative mie e degli altri" e così via.

Non so se questo sia il suo caso; se così fosse, più che cercare una "metodologia di rilassamento profondo" potrebbe valutare l'ipotesi di una "metodologia anti-DEVO".

Ma questo genere di intervento non è possibile via Web: richiede l'individuazione di modi di pensare e di comportarsi ed una loro modificazione, azioni possibili in una consulenza "di persona", ma molto improbabili "a distanza".

Cordiali saluti
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Delle esaurienti restituzioni date dal collega Calì, vorrei sottolinearne soprattutto una, ovvero la motivazione nel raccomandarle uno psicologo psicoterapeuta:

>>> Non so se questo ridurrà le sue manifestazioni cutanee, ma potrebbe comunque aiutarla ad "abbassare la temperatura".
>>>

Anche se non fosse lo stress a causarle la vitiligine, risolvendo lo stato di tensione in cui si trova avrebbe comunque la possibilità di ridurre di una buona metà i suoi problemi.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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dopo
Attivo dal 2012 al 2014
Ex utente
Vi ringrazio per le vostre risposte molto utili, che hanno centrato il fulcro del mio problema; cercherò di valutare la possibilità di andare da uno psicologo psicoterapeuta, affinchè mi aiuti a cambiare il mio modo di affrontare la realtà, e spero che cesserà il mio stato di continua tensione e preoccupazione.
Vi ringrazio ancora.
Cordiali saluti
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
E' stato un piacere!

Cordialmente