Madre ansiosa e pochi amici

Spero che qualcuno riesca a fare chiarezza nella mia mente. Ho 20 anni, vivo con i miei genitori e faccio l'università... Sono sempre stata una persona timida e chiusa e il carattere dei miei genitori non mi ha mai aiutata.
Loro sono decisamente tipi asociali, da quando si sono sposati vent'anni fa, non hanno amici con cui uscire, stanno sempre a casa, mai che si vada a cena fuori, gli ultimi anni sono andata in vacanza per conto mio perchè loro non ne hanno più voglia (saranno i 60 anni?). Non avendo mai avuto dei nonni, sono sempre stata sotto l'ala di mia madre, che essendo casalinga, mi portava sempre dietro a lei... Inoltre sono sempre stati mega apprensivi: alle medie non potevo uscire in paese con le amiche a meno che loro non mi seguissero (e quindi non sono riuscita a costruirmi un gruppo), non ho potuto rimanere a dormire fuori fino ai 17 anni, non mi hanno mai lasciato una notte a casa da sola. E inoltre mia mamma mi controlla, mi mette ansia per qualsiasi cosa, mi fa discorsi del tipo "Lavati prima di uscire, cambiati i calzini, ma non si può sapere ora (lunedì) cosa fai sabato?".
Insomma la mia adolescenza l'ho passata quasi sempre chiusa in casa, non ho amici nel paese dove sto, solo conoscenti! Gli amici li ho in città, a 20 minuti da qui...ma anche con loro ultimamente ci sono problemi e non stiamo più bene insieme.
Per fortuna ho un ragazzo, che purtroppo essendo un fuori sede, non abita vicinissimo a me quando torna a casa. Lui è cresciuto in un paesino di campagna (io sto in una zona urbanizzata), ed ha passato l'adolescenza a zonzo per i campi, a fare falò con gli amici, a ritrovarsi al bar la sera anche solo per mezz'ora per vederli, a ripulire parti di fiume per farci il bagno. Io sono cose che ho sempre sognato, ma ho visto soltanto nei film. Ma so che a 20 ormai non posso più avere niente del genere.
Vorrei essere più socievole, avere finalmente una vita allegra. Da quando l'anno scorso ho conosciuto lui il mondo mi ha sorriso, ma purtroppo qui da me devo condurre la mia vita senza di lui. Ma ho queste emozioni bloccate, questa asocialità e ansia addosso che mi hanno trasmetto i miei che non mi fa socializzare. Cosa devo fare?
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 505 41
Gentile ragazza,

sarebbe opportuno comprendere quanto la tua sofferenza sia frutto di questo "isolamento" legato all'ambiente in cui sei cresciuta, oppure nata e rafforzata dal confronto con il tuo ragazzo.

Tuttavia mi colpisce molto la rassegnazione che c'è nelle tue parole: a 20 anni sicuramente hai occasione di cambiare, di crescere, di incontrare altre persone e di staccarti dai tuoi genitori che, con buona probabilità, si comportano così con te nella certezza che quello sia il miglior modo per volerti bene.

Tu hai mai provato a parlarne con loro?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara ragazza,

non è affatto troppo tardi per avere quello che il tuo fidanzato ha già avuto, e che forse potrai ottenere proprio grazie alla sua presenza.
Perchè quando torna a casa non provi ad andare per una volta con lui?

Da come ce la descrivi la tua famiglia è nata da una coppia di genitori molto chiusi e ripiegati su sè stessi, che hanno escluso il mondo esterno dalla propria esistenza decidendo ultimamente di non allontanarsi da casa nemmeno per andare in vacanza.
Questo è però un loro problema, e non tuo: nel momento in cui non saranno più felici così cambieranno modo di vivere, ma se li vedi sempre uguali a sè stessi è perchè in fondo a loro va bene così - anche se magari si lamentano della vita che fanno.

Se tua madre è sempre stata molto apprensiva e invadente nei tuoi confrotni spetterà a te iniziare a pretendere che si instauri la giusta distanza e che non ti tratti più come una bambina.
Difficilmente questa sarà una sua iniziativa: se il suo ruolo è quello di casalinga e di madre sottraendole i compiti materni si potrà sentire defraudata di una parte del proprio ruolo, perciò è improbabile che se ne privi volontariamente.

Ti lamenti mai con lei per come ti sta ancora trattando?
Se sì, cosa ti risponde?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 505 41
Ti consiglio la lettura di questo articolo:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1087-le-abilita-sociali.html

Saluti,
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dopo
Attivo dal 2010 al 2015
Ex utente
E' una sofferenza che mi porto dietro da quando ero alle elementari, perchè mi sono sempre sentita diversa da tutti, venivo presa in giro perchè avevo gli occhiali ed ero timida e silenziosa (ed è una cosa che mi ha ferito tantissimo) e anche in classe mi isolavano. I ragazzi mi evitavano e fino a pochi mesi fa (prima di incontrare il mio fidanzato) non avevo esperienze e mi sentivo una totale imbranata.

Colpisce anche a me sa? Perchè io in realtà, se avessi le amicizie giuste con cui fare certe cose, sarei piena di vita. Mi piace scoprire, viaggiare, stare nella natura ma anche in città, aiutare le persone... Ma il posto dove sto non offre niente di tutto questo, non trovo persone così semplici, i miei inoltre non mi lasciano nemmeno cercare un lavoretto perchè dicono che devo pensare solo allo studio.

Con loro, e sopratutto con mia madre con cui ho più problemi, ho provato a parlarne, ma è sorda come una campana, non mi ascolta e cambia discorso. Se gli faccio notare uno sbaglio inizia ad urlare rinfacciandomi che lei alla mia età non aveva più i genitori che la aiutavano e la consigliavano, e che sono un'insensibile a dirle queste cose. Sono anni che ci provo ma non riesco a trovare punti d'incontro.
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dopo
Attivo dal 2010 al 2015
Ex utente
@Dr. Flavia Massaro

Grazie mille per la risposta.
Il mio ragazzo sarebbe prontissimo ad accogliermi a casa sua, anzi mi ha già invitato per le vacanze estive. Il problema sono sempre i miei genitori.
Come ho detto sono bigotti e se rimango a dormire fuori casa la domanda è sempre "Ci sono ragazzi?" , se sanno che ci sono non mi ci fanno andare. Ho dovuto litigarci una settimana solo per poter passare Capodanno a dormire con amici e amiche.
Non so se sia l'idea di risvolti sessuali o altro... Anche per andare in estate da lui dovrò inventarmi una balla perchè non mi ci lasciano (e ho dovuto farlo anche per rimanere il mese scorso a dormire da lui), sono già sospettosi a lasciarmi la sera con lui.

Si mi lamento spesso e cerco di farle notare le cose tranquillamente, ma lei si offende, mi tiene il muso per il resto della giornata e non mi risponde più, o inizia a urlarmi, o dice che le cose come le faccio io non vanno bene.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
"non mi ci fanno andare"

Questo dipende anche da te.
Come dicevo, sarà difficile che ti lascino costruire una tua vita fuori casa senza protestare, perchè andrai contro al ripiegamento che hanno creato e alla necessità di tua madre di continuare ad avere un ruolo nei tuoi confronti, visto che nella sua vita non c'è molto spazio per altro.

Ad un certo punto sarà necessario che tu prenda le tue decisioni senza aspettarti che siano d'accordo, perchè probabilmente non saranno mai pronti a lasciarti andare.
Per questo il distacco deve partire da te.

E' un obiettivo che in fondo non ti senti di perseguire?
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 505 41
Gentile ragazza,

anch'io credo debba partire da te un cambiamento.

Le ipotesi che fai sono sensate: moltissimi genitori di figli adolescenti sono turbati pensando alla sessualità dei figli e alcuni fanno anche fatica (o ne sono spaventati) a vedere che i figli sono ormai grandi. In tal senso un certo controllo da parte dei genitori sui figli rassicurerebbe i primi a scapito degli altri che si sono costretti e controllati.

Non possiamo tuttavia aspettare nè sperare che siano i tuoi genitori a cambiare per primi.
Nell'articolo che ti ho indicato sopra si parla di diverse abilità apprese che possono esserti utili per uscire da questa situazione, come ad esempio la negoziazione.

Cercare un lavoretto potrebbe renderti indipendente e autonoma, non solo in termini economici, ma soprattutto aiutarti a crescere e a staccarti un po' da loro.

In bocca al lupo!
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dopo
Attivo dal 2010 al 2015
Ex utente
Penso che farò come mi avete entrambe consigliato, sono delle buone idee.
Oggi pomeriggio ho provato a agire cosi con mia madre, ma ha reagito piuttosto male.

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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Direi che i motivi per essere in ansia proprio non ti mancano.

Per alcuni di essi non puoi fare più di tanto, mentre per altri puoi prendere provvedimenti che ti consentano di liberarti di ciò che ti fa stare così male.

La vita è la tua ed è giusto che tu inizi a tutelarti e a preoccuparti principalmente del tuo futuro, lasciando da parte inutili sensi di colpa per es. nei confronti dei tuoi genitori che hanno scelto un modo di vivere che evidentemente non fa per te.
Hanno tutto il diritto di chiudersi in casa e di rifiutare il mondo esterno, ma tu hai il diritto di non vivere come loro.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
>>> Lavati prima di uscire, cambiati i calzini
>>>

Se mi concedessi una battuta, ti direi che questi mi sembrano ottimi consigli, però! Tua madre te lo dice perché non lo fai oppure per assicurarsi che lo abbia fatto?

A parte questo la tua situazione sembra uguale di base a quella di molti adolescenti e post-adolescenti che trovano difficoltà a individuarsi rispetto ai genitori. Ossia, non solo non riesci ad aprirti al mondo, non riesci nemmeno a "chiudere" con i tuoi. Chiudere in senso relativo, è chiaro, intendo mettere dei paletti che mostrino loro piano piano che sei cresciuta. Se hai 20 anni sei maggiorenne, nessuno può impedirti di fermarti a dormire fuori con gli amici. Nemmeno i tuoi genitori.

Perciò credo che sarebbe ora di cominciare a prendere atto che se aspetti che siano loro a concederti ciò che ti spetta, puoi metterti seduta nel frattempo. Invece di ripiegarti su te stessa a tua volta come hanno fatto loro, contentandoti del dare a loro la colpa di come sei, dovresti renderti conto che solo tu potrai cambiare questo stato di cose.

Innanzitutto avere un ragazzo che ha molta facilità nei rapporti con gli altri è un'ottima risorsa, che puoi usare per emanciparti.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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dopo
Attivo dal 2010 al 2015
Ex utente
So che il cambiamento deve partire da me, il punto è che cerco di farlo da due anni ma non ci riesco.
Quest'anno quando ho iniziato l'università, con nuove persone, ero allegra, spensierata e tranquilla, e questo mi ha permesso di trovarmi un gruppo di amici e un ragazzo. Ma il punto è che già a dicembre avevo perso tutta la vitalità e me ne stavo continuamente zitta. E' questo che non riesco a capire! Il perchè nella mia vita si alternino mesi in cui sono la persona più socievole del mondo, ad altri in cui piango di continuo e non spiccico parola!

Il fatto che mia madre mi dice quelle cose... è perchè si vuole assicurare che le faccia. Il punto è che le faccio sempre, ma lei vuole avere sempre un certo controllo su di me e quindi continua a chiedere.

Devo quindi prendermi ciò che mi spetta? E come posso fare? Mettermi a litigare se voglio uscire una sera, se voglio dormire dal mio ragazzo, se voglio farmi accompagnare a casa dalle mie amiche?
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
>>> Devo quindi prendermi ciò che mi spetta?
>>>

Solo se tu stessa ritieni che ti spetti.

Perché essere coscienti che qualcosa ci spetti viene prima del far qualcosa per ottenerlo. Se non siamo sicuri di meritare un certo qualcosa, non ci attiveremo e non ci sentiremo motivati a sufficienza per perseguirlo.

Solo quando sarai convinta che ti spetti (e il solo fatto che tu ne chieda a noi il "permesso" significa che forse non ne sei così sicura) allora metterai in conto, serenamente, che all'inizio qualunque cambiamento incontra opposizione. La prima sera che dirai: "Oggi rimarrò a dormire a casa di X." - "Ci sono ragazzi?" - "Sì." e i tuoi si opporranno, dovrai aspettartelo e rimanere ferma sul tuo proposito, con la calma di chi sa che l'altro non può far nulla per impedirtelo. All'inizio sarà difficile, ma alla fine ogni genitore si fa una ragione dell'acquisizione dell'indipendenza dei figli.

Se però sono due anni che cerchi di fare tutto questo e non ci riesci, continuando ad avere delle "ricadute" e periodi in cui piangi di continuo, è segno che probabilmente hai bisogno di un aiuto esterno. Dovresti rivolgerti a uno psicologo, puoi anche iniziare come primo passo sentendo lo sportello di ascolto psicologico per studenti della tua facoltà.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Non è sicuramente facile svincolarsi dal controllo di una madre casalinga che ti ha iperprotetta e ha probabilmente organizzato la propria esistenza attorno alla gestione della famiglia.
Se consideriamo inoltre il ripiegamento e l'inesistenza di rapporti sociali di cui parlavamo in precedenza il quadro diventa ancor più difficile.

E' un po' come se tu volessi gareggiare in una corsa tirandoti dietro una zavorra consistente: iniziare l'università ha rapprensentato un momento di possibile svolta che hai affrontato con grande entusiasmo, ma evidentemente le aspettative positive e il buon inizio che ci descrivi non sono stati sufficienti a consentirti di fare quel cambiamento che tanto desideri, e la zavorra ad un certo punto ha ricominciato a pesarti e a rallentarti.

Condivido il suggerimento del Collega sulla necessità che tu ti faccia aiutare da uno psicologo iniziando a prendere contatto con lo sportello dell'università.
Se da sola non ce la fai è meglio che tu chieda una mano.
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dopo
Attivo dal 2010 al 2015
Ex utente
Ho provato a parlarle chiaramente, dicendo che sono abbastanza grande per decidere quando e dove uscire, per riuscire a campare da sola in casa senza che lei mi assista ma niente... i discorsi le entrano da un orecchio e escono dall'altro.

Io mi trovo costretta a mentire. Ho dovuto mentire questo finesettimana, dicendo che andavo a dormire da un'amica, quando invece ho passato due notti dal mio ragazzo. Cosa dovevo fare, dire la verità? Quando lei si agita anche solo se una sera io e lui siamo da soli?

Da lui sono stata benissimo... ho assaporato quella libertà che ho solo se dormo fuori casa! Non dico libertà di fare le cavolate e sfasciarci ma...
Siamo andati a fare la spesa, ci siamo fatti il pranzo, abbiamo invitato gli amici a casa a cena, siamo andati a mangiare le paste tornando a casa il sabato sera, abbiamo dormito insieme...
A casa mia queste cose me le posso scordare a prescindere! La madre del mio ragazzo era contenta che andassi da lui, anche se lei non c'era, ci ha pulito casa e per il resto ci ha detto di cavarcela da soli... ha chiamato una sera, chiedendo come si stesse e basta. Per lei non ci sono problemi se il figlio o la figlia portano i rispettivi patner a dormire a casa, non ci sono problemi nemmeno se la figlia tiene i preservativi in camera.
Io se facessi una cosa del genere, i miei mi staccherebbero il collo... devo sempre nascondere tutto, ma che angoscia!

Poi boh, mia madre proprio non concepisce che mi possano mancare i miei amici ad esempio. Avevo progettato di studiare tutto il giorno domani e di uscire la sera con i miei amici... glielo ho detto, e mi ha fatto una faccia delusissima che mi ha fatto salire un senso di colpa assurdo! Non capisco proprio perchè lo fa ... poi ha chiuso il discorso dicendo che la vita e mia e faccio come mi pare, ma così la deludo molto ( ??? ). Ma possibile che mi debba sentire cosi in colpa per ogni cosa?
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Sicuramente le vostre famiglie sono molto diverse, ma non per questo tutto il male è nella tua e tutto il bene nella sua: anche i tuoi hanno sicuramente dei pregi, per quanto in questo momento ti sia difficile vederli, e probabilmente ti renderai conto più in là negli anni di cosa ti hanno lasciato di buono e utile.

"i discorsi le entrano da un orecchio e escono dall'altro. Io mi trovo costretta a mentire."

Questo era prevedibile, e, anche se l'ideale sarebbe che tu riuscissi a rimanere ferma sulle tue posizioni e ad affermare i tuoi desideri, questo è probabilmente irrealizzabile vista le discreta quota di ansia e di senso di colpa (sicuramente incentivato da tua madre) che la ricerca dell'autonomia suscita in te.

Puoi risolvere temporaneamente il problema mentendo, ma visto il forte disagio che tutto questo ti crea spero che considererai seriamente il nostro consiglio di rivolgerti di persona ad uno psicologo, perchè credo che tu ne abbia bisogno o che comunque sarebbe decisamente positivo per il tuo futuro che tu lo facessi.
[#16]
dopo
Attivo dal 2010 al 2015
Ex utente
Scusate, sono di nuovo qui. Ho seguito il vostro consiglio e sono andata dalla psicologa del consultorio. Mi ha ascoltata e tutto, ma dopo 6 volte che ci sono andata non ha saputo darmi un consiglio su quello che devo fare, anzi me ne avete dati di più voi! Ha semplicemente asserito al fatto che a 20 anni devo fare come voglio io. Bella roba lo sapevo di già!

Altro problema, io e il mio ragazzo abbiamo deciso in comune accordo che sarebbe meglio che prenda la pillola, perchè il mio ciclo irregolare ci fa prendere begli spaventi. Io è una cosa di cui ho sempre voluto parlare con mia madre, ci ho provato 3 volte nell'ultimo anno e ha sempre troncato il discorso, e mi sono ritrovata a dover andare al consultorio da sola. Avrei bisogno di lei in queste cose, invece disse che prendere la pillola equivaleva a dire fare la sgualdrina col proprio ragazzo.

Cosa faccio? Come mi comporto?
Oggi sono tornata a casa sconsolata perchè mi aspettano due settimane di quasi totale solitudine perchè amici e fidanzato sono via. Glielo ho spiegato e non è stata minimamente comprensiva verso di me anzi "A 20 anni non ti devi preoccupar edi queste cose. Ti devi alzare la mattina per studiare e andare a letto presto, che esci a fare la sera? A questa età certe cose come fidanzato e amici si devono lasciare indietro". Boh!!