Senso di insoddisfazione o incapacità di restare sola

Gentili dottori sto vivendo un periodo difficile e avrei bisogno di aiuto per gestirlo.
Fino a 4mesi fa pensavo di avere tt quello di cui avevo bisogno: una famiglia che mi ama, tanti amici, un lavoro fisso, un ragazzo innamorato. Avevo progetti di vita ben definiti, con lui e anche su me stessa, così che ho chiesto il trasferimento lavorativo per avvicinarmi a lui e al mio comune di residenza. Avevo desiderato tanto questo trasferiment e finalmente l'ho ottenuto, con la differenza (rispetto a quello che avevo previsto e sognato) che ha fatto scattare in lui la consapevolezz di non essere più innamorato e spingerlo a lasciarmi improvvisamente e senza darmi segnali. Questo fatto mi ha sconvolto notevolmente, ho trascorso 4 mesi di inferno, che lentamente e con un supporto farmaceutico ho superato. In ques'ultimo periodo un ragazzo, che conosceva la situazione, si è avvicinato a me e molto affettuosamente è stato costantemente presente nella mia vita per un mese intero, con 100aia di sms durante il giorno ogni giorno, tanto che ero convinta fosse interessato a me ed è nato anche in me un interesse nei suoi confronti. Quando gliel'ho comunicato mi ha detto che da parte sua c'è sempre stata soltanto amicizia, nonostante i suoi atteggiamenti fossero molto equivoci. Questa cosa mi fa soffrire molto. Sia perchè stavo iniziando a provare qualcosa in lui, sia perchè ho frainteso (anche se ritengo che lui me ne abbia dato modo) i suoi attegiamenti, sopravalutandoli. E ancora dubito sul fatto se lui non fosse mai stato interessato o se lo fosse stato e poi ha fatto "marcia indietro" nel momento in cui io mi sono svelata. Ad ogni modo mi ritrovo di nuovo da sola, e in tutta la mia vita sono sempre stata fidanzata.Ho un bisogno assoluto di condividere quello che faccio e che sento con qualcuno, e qst ragazzo mi faceva stare bene anche per questo, ho bisogno di compagnia per divertirmi, anche solo per guardare la tv, perchè da sola non ne provo "piacere". Non mi piace trascorre momenti da sola anche perchè non riesco a bloccare la mente e il flusso dei pensieri, devo sempre parlare con qualcuno, oppure scrivere o cmq manifestare quello che penso e sento. Il mio non è un desiderio di "appoggiarmi" a qualcuno, perchè penso di riuscire a reggermi su me stessa, però provo un senso di insoddisfazione nel fare qualsiasi cosa da sola, e cerco sempre una presenza amica vicino..Aver sofferto così tanto per la fine improvvisa della relazione e poi per aver "frainteso" l'atteggiam del mio amico mi fa sentire ancora più "sola" e insoddisfatta e incapace di gestire il momento. Sento anche il bisogno di fare qualcosa continuamente, uscire, suonare, lavorare..Sono molto impegnata durante la giornata, ma qualsiasi cosa faccio resto cmq insoddisfatta, niente riesce ad "appagarmi". Soffro spesso anche di ansia, bruxismo e tic nervosi. Credo di aver bisogno di un "pensiero positivo" sul quale concentrare la mente ma non riesco a trovarlo o a farmelo "bastare".
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara Utente,

lei è convinta che per potersi godere qualunque attività le serva la presenza di un partner, ma in realtà vedo dal suo consulto precedente che la storia terminata due mesi fa era una relazione a distanza, che è finita proprio quando lei si stava trasferendo per essere finalmente vicina al suo compagno.
Questo significa che di cosa da sola ne ha fatte parecchie, almeno in quel periodo. O no?

Sicuramente se lei è sempre stata fidanzata in questo momento troverà una discreta difficoltà nell'adattarsi alla dimensione di single, che comunque con tutta probabilità è solo temporanea.

Fra le cose che ci riferisce vorrei sottolineare in particolare queste:

"Non mi piace trascorre momenti da sola anche perchè non riesco a bloccare la mente e il flusso dei pensieri, devo sempre parlare con qualcuno, oppure scrivere o cmq manifestare quello che penso e sento"

"Sento anche il bisogno di fare qualcosa continuamente, uscire, suonare, lavorare..Sono molto impegnata durante la giornata, ma qualsiasi cosa faccio resto cmq insoddisfatta, niente riesce ad "appagarmi".

Le faccio presente che l'iperattività complusiva e il rifiuto del silenzio, colmato in ogni modo da parole e suoni (musica, tv, ...) in certi casi dipendono da un soggiacente disturbo depressivo dal quale la persona si difende inconsapevolmente proprio tenendosi continuamente occupata fisicamente mentalmente, in modo tale che i sentimenti depressivi non emergano.

Se il suo caso corrispondesse a questo tipo di situazione sarebbe ancor più comprensibile l'angoscia che sta provando all'idea che nella sua vita si sia creato un vuoto da colmare, potenzialmente pericoloso nel senso che le ho illustrato e non tanto perchè le manchi un "appoggio".

Se le cose stessero così sarebbe opportuno che lei richiedesse un aiuto psicologico per verificare la sussistenza o meno di un disturbo depressivo e occuparsene di conseguenza nel modo più opportuno.

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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dopo
Utente
Utente
Gentile dottore, la ringrazio per la sua risposta.
Non so, ma non credo di avere un disturbo depressivo, o almeno "non ancora", forse ho solo bisogno di un incoraggiamento e non so dove trovarlo. Sono sempre stata abbastanza "attiva" e dinamica, tutt'altro che pantofolaia, potrei dire. Da questo punto di vista non sono cambiata, quello che è cambiato è il modo in cui vivo la cosa. Ora non riesco a trovare soddisfazione in molte cose che faccio, non trovo più il piacere che ne traevo prima, nonostante quelle cose le facessi già da sola.
Mi spiego meglio: ho vissuto da sola, mi sono laureata, ho vinto un concorso pubblico per cui ho un lavoro fisso, sono segretario di un'importante assoc. culturale che mi impegna molto e a cui ho sempre dato tanto. Tutte queste cose le ho fatte per merito mio (non voglio peccare di superbia, uso queste parole per spiegarmi meglio), e non per merito del patner che di volta in volta avevo a fianco.
In questi ultimi due mesi poi ho acquistato un'auto, imparato a guidare, vinto un nuovo concorso, cambiato posto di lavoro, conosciuto nuove persone. Anche tutto questo è solo "merito" mio, ma non riesco a godermelo..

Quello che mi turba è il fatto che anche quelle stesse cose che prima mi davano soddisfazione ora non mi bastano più, non riesco a godermele perchè sento il bisogno di condividerle e ora non ho modo di farlo.
Quando resto in solitudine penso molto e soffro proprio il senso di solitudine, mi viene l'ansia dell'ansia come se fossi un grande spazio aperto oppure a volte in uno spazio piccolo e stretto. Probabilmente, come dice lei, devo abituarmi alla dimensione da single, che è una dimensione che non ho mai conosciuto e che nemmeno mi piace.
Vorrei trovare la chiave per ritrovare la serenità, la sicurezza in me a prescindere dagli altri e ritrovare soddisfazione in quello che provo che ora mi sembra "inutile" perchè non ho modo di condividerlo..
In realtà quello che ho è quello che ho sempre desiderato: ho un lavoro sicuro, una laurea, degli amici stupendi e una famiglia che mi ama, ma questo non mi basta più.

Ho l'ossessione poi del telefonino e delle mail, controllo continuamente per vedere se qualcuno mi ha cercato, nonostante io non aspetti nessuna chiamata in particolare.. e nello stesso modo ho il bisogno di cercare gli altri per fare qualcosa o per commentare qualcosa.. ho bisogno di "compagnia" e per questo sento spesso decine di amici e amiche, ma questo mi soddisfa per poco..poi ricado nel senso di solitudine.
Non so se sono in uno stato che necessita di un supporto psicologico, forse ho solo bisogno di capire come fare a vivere bene questa nuova dimensione..
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Carissima,

quello che intendevo dirle è che a volte l'iperattività non è altro che una difesa da un soggiacente disturbo depressivo al quale non viene lasciato spazio per emergere, ma non posso ovviamente sapere se questo è il suo caso perchè non la conosco.

Se l'ipotesi fosse verosimile almeno una parte del suo disagio potrebbe derivare dal vuoto che si è creato nella sua vita, che lascerebbe emergere appunto un soggiacente disturbo di quel tipo.

Ad ogni modo se lei è stata sempre fidanzata è normale che adesso si senta spaesata e che le sembri che le cose abbiano valore solo se fatte in due.

Un periodo di "singletudine" tuttavia potrà servirle a conoscere meglio sè stessa individualmente, al di fuori di un contesto di relazione di coppia, e magari a scoprire che quello che fa ha valore anche senza una persona con cui condividerlo.