Fare la carità

Buonasera specialisti,
mi piacerebbe molto superare un problemino che ogni volta che mi si presenta (quasi quotidianamente) mi fa sentire a disagio con me stesso nel senso che ne risente la mia autostima. Non riesco a fare la carità per esempio alle persone che la chiedono in strada. Sento la spinta a farla, ma non riesco a concretizzare. E' una specie di imbarazzo. Così vado avanti e mi sento tirchio, ma io sento che non può essere questo. Mi sembra come un gesto di superiorità, spesso sono persone anziane o comunque in evidente stato disagiato, e mi pare come di umiliare. E' assurdo, perchè non si tratta di fare altro che quello che chiedono, ma ogni volta tiro dritto e poi ho la sensazione di aver perso un'occasione. Mi piacerebbe, sento l'istinto di "dare", ma c'è qualcosa che mi frena che non capisco bene. Si contrappone comunque anche qualcosa che mi fa dire "no".
Mi rendo conto che forse non mi sono spiegato molto bene, ma non riesco ad esprimere meglio ciò che non ho ben individuato. Mi piacerebbe liberarrmi da questo blocco. Potreste aiutarmi in qualche modo?
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentie signore,
Il meccanismo che scatto per "fare la carita'" e" molto interessante e lei lo coglie perfettamente con la sua sensibilita'
Chii chiede la carita' cerca di suscitare pieta' con la postura, la voce, l'atteggiamento a volte molto carico. I postulanti che si inginocchiano sul marciapiede stimolano intensamente questo meccanismo.
E lei si sente manipolato. Non vuole soccombere a questo posticcio senso di superiorita' indotto.
Un escamtage e' usato dai lavavetri che sfruttano il principio della reciprociita" ma viene percepita l'invadenza, la pretesa.
Non si angusti quindi.
Spesso dietro questi mendicanti ci sono dei racket e se in molti si rifiutassero di colludere con tali dinamiche forse dirigerebbero altrimenti i loro affari.
I migliori saluti

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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dopo
Attivo dal 2012 al 2013
Ex utente
Grazie dottoressa, si, capisco quello che dice e lo condivido riguardo a quelle persone che potrebbero far parte di recket, ma non sempre è così, questo mi succede anche quando ci sono delle persone che suonano, e anche bene, il loro strumento, magari è un trio che si vede benissimo che sono persone che cercano semplicemente di sbarcare il lunario in questo modo. Anche in questo caso potrebbe trattarsi solo di una perceziome manipolatoria?
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Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta 707 23 51

Gentile Utente,

A volte ci sono questuanti che si mettono sempre allo stesso posto e campano di elemosina. E danno fastidio. Un mio amico si fermò davanti ad un ragazzo di 25 anni e gli chiese perché doveva dargli un euro. Il ragazzo rispose perché ne ho bisogno. Allora il mio amico gli disse: se vieni a casa mia ti faccio pulire il giardino e ti do 10 euro all'ora. Il ragazzo non accettò. Voleva soltanto procurarsi il denaro questuando.
Altre volte però si incontrano vecchi malandati e a noi non pesa dar loro qualche spicciolo. Sempre che non abbiano poi accumulato una fortuna a furia di questuare, come qualche volta succede.
Insomma, non è facile orientarsi e spesso sorgono sensi di colpa se non ci mettiamo le mani in tasca e non aiutiamo la persona. Ma davanti all'entrata dell'ospedale di ...... ci sono a distanza di 3 mt. due persone, fisse, sempre le stesse da molti anni: una ragazza e un'anziana, e se sfuggi alla ragazza incappi nell'anziana, allora torni dalla ragazza.
Si acquietano i sensi dicolpa? o continuano a starci?
Non so che dirle.Ooccorre vedere qual è la spinta maggiore, se crederci che hanno bisogno e quindi dare qualcosa o tirar dritto. Ma se ne incontri 10 ? che si fa? Mettiamo sempre le mani in tasca?
Ho scelto di fare come mi sento, ma forse non sempre scelgo le persone che hanno veramente bisogno. Certo è che molti non vogliono lavorare, piccoli lavoretti da fare in una casa dove c'è da dipingere un muro o da passare il tosaerba.

Se deve acquietare i sensi di colpa, dia qualcosa, quello che può.
Però anche io a volte mi trovo in difficoltà. Mi dispiace se invece di darle un consulto le offro soltanto un moto di solidarietà, ma anche io nella vita di tutti i giorni mi trovo combattuto tra il dare e il giudicare. Alla fine do perché è meglio che guadagni un "colpevole" che ci rimetta un innocente. Le pare?
Mi creda.

Cordialità.
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dopo
Attivo dal 2012 al 2013
Ex utente
Grazie anche a Lei dr. Vita, ma con l'esempio che ho fatto temo di aver in qualche modo ristretto la questione al problema dei mendicanti. La questione invece è più ampia e riguarda anche le situazioni dove si può partecipare con un SMS ad un'operazione di solidarietà o cose simili. Certo, se uno non vuole dare, non dà e il problema non sussiste. Io, dopo non aver dato, sento che mi sarebbe piaciuto farlo, ma non ne sono stato capace.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Allora il problema e' piu' ampio.
Potremmo ipotizzare che stia proteggendo un bisogno suo (dare) che e' frutto di una proiezione.
Come se lei si mettesse nei panni di chi riceve e si sentisse umiliato o come chi vorrebbe essere felice di dare ma teme di sentirsi poi deprivato ... O di scoprire che e' il proprio bisogno ad essere stato manipolato.
Come vede il problema del dare apre tante riflessioni.
Che ne pensa?
[#6]
dopo
Attivo dal 2012 al 2013
Ex utente
Gentile dottoressa Esposito, in effetti le sue osservazioni mi hanno aperto a delle riflessioni. La terza ipotesi la scarterei perchè quando percepisco aria di manipolazione (in tutti i campi) sono talmente irritato che mi dileguo, se posso, o mi chiudo. Nella prima un pò mi riconosco, ho la tendenza a mettermi nei panni altrui, e nella fattispece c'è questa possibilità della proiezione, per esempio lasciare una mancia a un garzone mi da la sensazione di umiliarlo,chissà, forse perchè da ragazzo ho fatto per un breve periodo questo lavoro e mi sentivo molto svalutato. Ma è dalla seconda ipotesi che ho tratto maggior spunto di riflessione e le chiedo: potrebbe essere che una sensazione di deprivazione, non successiva, ma "di base", crei un conflitto con il bisogno di dare?
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Potrebbe essere!
E non sarebbe slegata dall'impressione di "umiliare" il ricevente
Ci sarebbe un conflitto di base come lei indica.
Dovrebbe riflettere sulla sua posizione in entrambi i casi.
Ci pensi un po' poi se vuole mi comunica la sua elaborazione.
I migliori saluti