Problema di socializzazione bambino?

Mio figlio ha 10 anni, da sempre ama di più stare in casa, anche se quando era più piccolo si annoiava subito per qualsiasi gioco. Se chiamo un amico a casa nostra o va da lui gioca volentieri. Il problema nasce quando devo portarlo fuori al parco. Se ci sono bambini della sua età e che conosce, gioca volentieri; se un giorno insieme a quei bambini che ci ha giocato il giorno prima trova qualche bambino più grande 14/15 anni non vuole giocare, preferisce giocare con il nonno quando c'è, oppure con bambini molto più piccoli di lui. Non riesco a capire se è timido o se si sente inferiore a quelli più grandi. Quando glielo chiedo risponde che quelli grandi sono più prepotenti e non passano la palla a calcio. (E' una scusa?)
Premetto che, quando sta con i suoi compagni di classe o comunque tra persone conosciute gioca senza problemi. E' sicuro di sé, fa il capetto, è spiritoso. Ora poi da quando ha la Xbox ricevuta a Natale, è diventato il suo gioco preferito. Se fosse per lui giocherebbe tutto il giorno, si è fatto degli amici di tutta Italia con cui interagisce tramite una cuffia, però noi cerchiamo di farlo uscire almeno il pomeriggio al parco. Una curiosità, la mattina non vuole mai uscire, questo da sempre, come mai? E' pigro? Urla, fa l'isterico quando lo costringiamo. L'abbiamo portato a fare diversi sport compreso quest'anno il calcio che ama tantissimo, però anche lì non è riuscito a stringere amicizia perchè quasi tutta la squadra va nella stessa scuola, quindi, si conoscono bene, invece lui è l'unico a frequentarne un'altra. Il suo problema è che non riesce ad inserirsi quando esiste già un gruppo. Sto cominciando a preoccuparmi per quando lascerà le elementari per le medie. E' molto viziato, a casa comanda lui, ma abbiamo deciso di cambiare il nostro atteggiamento, siamo stati troppo amici e lui se n'è approfittato, con il risultato che ci costringe a fare quello che dice lui.
Pensate che crescendo cambierà il suo carattere? Io lo vedo insicuro,non è solare, è negativo, anche a scuola non è una cima, è sufficientemente bravo, non è ambizioso per niente, lo vedo già rassegnato, spero crescendo che sappia fare le sue scelte.
Spero di essere stata abbastanza chiara. Potete consigliarmi come comportarmi?
Attendo con ansia una Vs. cortese risposta.
Saluti

[#1]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile utente
Dalla sua descrizione, devo essere franco, traspare più la sua sofferenza che quella del suo bambino. Da una parte ciò è naturale, perché è lei che scrive, esprimendo appunto una preoccupazione.

Ma ciò che voglio dirle è che, tutto sommato, i comportamenti di suo figlio, da come me li descrive non mi sembrano così strani. Tenga presente che esiste il "normale" ed esiste "l'anormale". E poi esiste l'inusuale, che non è né normale né anormale.

È perfettamente normale, ad esempio, che un ragazzo di 10 anni si senta meno a proprio agio con altri di 14/15 anni piuttosto che con i propri coetanei. D'altra parte, se in lei si è già insinuato il sospetto che "lui possa sentirsi inferiore", più gli rivolgerà domande in tal senso e peggiò sarà, perché rischierà di insinuare questi dubbi anche dentro di lui.

Poi dice:
"la mattina non vuole mai uscire, questo da sempre, come mai? E' pigro? Urla, fa l'isterico quando lo costringiamo".

Mi permetta che le domandi: se costringessero lei, a fare qualunque cosa, come si comporterebbe? Ne sarebbe contenta? Probabilmente no. Le ripeto, se il suo non voler uscire la mattina non crea altri problemi a parte il vostro disappunto, non mi sembra che ciò debba costituire una fonte di preoccupazione.

Quando invece dice:
"E' molto viziato, a casa comanda lui, ma abbiamo deciso di cambiare il nostro atteggiamento, siamo stati troppo amici e lui se n'è approfittato, con il risultato che ci costringe a fare quello che dice lui",

le rispondo che, se è talmente onesta da poter riconoscere ciò, allora è probabilmente vero. In questo senso, forse, il problema potrebbe stare più nella relazione che voi avete instaurato con vostro figlio che in suo figlio.

A questo proposito le posso suggerire di richiedere un consulto presso un professionista, per un parere. Ad esempio, se nella scuola che frequenta suo figlio è presente presente uno psicologo, come oggi avviene in molte scuole, potreste interpellarlo e spiegare la vostra situazione.

Alternativamente potreste chiedere un consulto presso la vostra ASL o privato, presso uno psicologo specializzato in età evolutiva o familiare.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#2]
dopo
Attivo dal 2008 al 2014
Ex utente
Grazie Dr. Santonocito per la Sua risposta, probabilmente sono io ad essere troppo apprensiva per motivi che forse come dice Lei non esistono e rientrano nella normalità.
Cordiali saluti.