Sintomi depressivi

sono una ragazza di 20 anni, da meno di un anno sono partita per studiare a firenze mentre la mia famiglia ed il mio fidanzato stanno giù in calabria. ho iniziato a prendere peso subito, appena sono arrivata, e da circa due mesi dormo veramente male, soffro di attacchi di panico e ansia. Mi sento abbandonata se per più di 3 ore nessuno mi cerca e mi sento veramente sola. A tutto questo si aggiungono problemi di tiroide (ipertiroidismo), prendo la compressa più alta del dovuto perchè mi aiuta a non ingrassare, e una coinquilina che non aiuta nei rapporti sociali. Mi manca molto l'affetto della mia famiglia, la loro presenza. Ho paura di entrare nel tunnel della depressione. Ho paura di dipendere dal mio ragazzo e dalla mia famiglia. cosa fare?
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
>>Ho paura di dipendere dal mio ragazzo e dalla mia famiglia.<<
forse lei ancora è dipendente dalla sua famiglia e dal suo ragazzo. Certo la distanza non aiuta e dovrebbe fare qualcosa per supplire a queste mancanze, magari incrementando la sua rete sociale, amicale ecc.

Una valutazione psicologica potrebbe essere utile.






Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile ragazza,

trasferirsi lontano da casa per studiare o lavorare rappresenta comunque sempre uno stress.
Quindi da una parte è normale sentirsi un po' soli e spaesati...

Però nella Sua richiesta ci sono aspetti molto importanti, come l'ipertiroidismo che talvolta può generare sintomi depressivi ed è bene che la terapia sia ben impostata dal medico endocrinologo, senza prendere i farmaci di propria iniziativa per non ingrassare, ma per curare una patologia.

Detto questo, mi pare importante poi valutare altri aspetti: una coinquilina pesante e che si mostra ostile non facilita la vita a nessuno. Che cosa ha provato a fare per cambiare questa situazione in casa?

Non ha altri amici nella città in cui vive?

Prima di pensare a patologie serie, bisogna considerare che forse -prima di trasferirsi- non aveva ben valutato questo aspetto (lontananza, solitudine, ecc...) e quindi adesso ha necessità di ristabilire un equilibrio...

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr. Stefano Maranto Psicologo 214 7
Gentile ragazza,

nel corso della vita si mantiene sempre una certa dipendenza nei confronti degli Altri, soprattutto se sono persone care. Quando però si ha un’eccessiva sofferenza alla separazione dagli Altri si può essere in presenza di un disturbo di “personalità dipendente”. Alla basa del suo disagio ci potrebbe essere una bassa autostima e fiducia in se stessa, che non le consente un sano adattamento al nuovo contesto sociale in cui si trova a vivere, la situazione pertanto merita un adeguato approfondimento clinico, visto anche la sua giovane età.

Restiamo in ascolto.

Cordiali Saluti
Dr. Stefano Maranto - Psicologo
Consulenze e formazione on-line

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Dr. Nunzia Spiezio Psicologo 531 20 3
Gentile ragazza,
comprendo quanto possa essere difficile per lei vivere lontano dalla famiglia.
Ma la (facolta?)che le interessava era solamente lì a Firenze? mi piacerebbe sapere con che spirito ha affrontato la decisione di intraprendere questo cambiamento di vita. lo ha deciso lei pur potendo scegliere un posto più vicino magari spinta dal prestigio dell' Ateneo o della scuola, o è stata una scelta obbligatoria?
Probabilmente l'interrogarsi su ciò può aiutarla anche a riflettere su quello che ha costruito fino ad edesso lì a Firenze. Litigi con una coinquilina, rete di amici abbastanza scarsa, problemi di salute con sovrappeso. Guardi, talvolta capita che noi, inconsciamente, boicottiamo le relazioni per giungere a rimanere soli in modo da renderci invivibile un luogo nel quale, in fondo in fondo, manco volevamo andare. E' solo un ipotesi, ma la prego di rifletterci. Certo che mamma e fidanzato non staranno tranquilli a sapere dei suoi tanti problemi. Cosa prova quando gliene parla?Inoltre, d'accordo con i colleghi, mi sento di richiamare la sua attenzione sull'uso arbitrario dei farmaci. Non sarà facendo male alla sua salute che renderà il suo soggiorno lontano da casa ancora più invivibile. Certe volte basta sapersi leggere e comprendere che, forse, l'impresa che inizialmente ci sembrava fattibile ora lo è meno. Mi faccia sapere.
Cordialmente

Dr.ssa Nunzia Spiezio
Psicologa
Avellino

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dopo
Utente
Utente
La facoltà che ho scelto non c'è vicino la mia città, forse la più vicina sarebbe comunque stata a 5 ore. Ma io già da tempo sapevo di dover andare via per studiare perchè magari in altri posti c'è più preparazione, ci sono più opportunità. E poi c'era anche l'idea che il mio ragazzo l'anno prossimo dovendo scegliere l'università in cui studiare avrebbe scelto una città vicino la mia. Non è stata una scelta obbligata da nessuno. Ho un'amica e quando sto con lei sto bene, però non posso obbligare le persone a stare sempre con me, a farmi da "badanti". Appena resto sola inizio a pensare che qui non ho nessuno fondamentalmente, inizio a fare il conto alla rovescia a quando scenderò dai miei cari per le vacanze estive. La mia famiglia e il mio ragazzo non sanno di questo mio stare male, ne delle medicine ne nulla. Io sto qui aspettando il nuovo anno scolastico con la speranza di poter avere il mio ragazzo vicino, così da non sentirmi più sola.
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Dr. Nunzia Spiezio Psicologo 531 20 3
Cara ragazza,
mi devo ripetere. Credo che si sia lanciata in un' l'impresa che inizialmente le sembrava fattibile ma, sembrerebbe che, abbia sopravvalutato le sue forze. Nulla di male. Ammirevole comunque il suo spirito d'iniziativa. E' chiaro che, per tutti, all'inizio non è AFFATTO facile integrarsi in una nuova città soprattutto se non si ha una base(parenti o amici già presenti).
Se a breve non riuscirà ad ampliare la sua rete sociale(cosa che la potrebbe aiutare molto nell'adattamento al nuovo ambiente) oltre quell'unica amica, si rivolga ad un collega della zona che, di sicuro, la potrà accompagnare a comprendere il perchè del disagio che prova. Inoltre la invito nuovamente a rivolgersi ad un endocrinologo per un controllo. L'automedicazione o la stravolgimento della posologia, comprenderà, non fa certo bene alla sua salute generale e al suo umore.
Le faccio tanti auguri affinchè ritrovi la serenità.
[#7]
dopo
Utente
Utente
andavo da una psicologa ad un consultorio qui, ma poi non mi ha fatto più sapere niente.