Non ho vacanze.

Salve a tutti.. Sono un ragazzo di 22 anni da Roma. Vi scrivo per esporvi il mio problema, che sicuramente avrete gia sentito a qualche altro paziente.

Un anno e mezzo fa io ho avuto una crisi esistenziale/depressiva della durata di circa 3 mesi.... 3 mesi passati in male umore, non ridevo, non mi divertivo.. Grazie all'aiuto di uno psichiatra, ma diciamo GRAZIE all'aiuto di me stesso ho superato quel periodo, ed adesso mi sent molto meglio, mi diverto, scherzo, sono contento ecc ecc. Non ho neanche ricadute. Il problema però credo si sia sfociato su un altro punto di vista. Sono 2 anni che non riesco a farmi una vacanza. il perchè è semplice.... Perchè o prima d partire o quando sono arrivato al loco di vacanza, mi vengono come minimi attacchi di panico, penso sempre a casa, voglio tornare, penso alle persone care (mamma, papà), penso agli amici che sono rimasti a casa, penso all'ambiente del mio quartiere e vivo il luogo di vacanza come un luogo OSTILE, un luogo dove non mi diverto...Gia l'altr'anno sono andato in sardegna e dopo 2 giorni sono tornato solo con l'aereo..Mi rifugiavo in una vietta a piangere e NON SO IL MOTIVO...nel senso..non mi manca niente, sono un bel ragazzo, ho ragazze che mi vengono dietro...però tutto questo quando sto a roma mi fa sentire bene...se parto è come se non mi godessi la vacanza...sto giu di morale, ho un nodo alla gola e alla pancia, mangio poco, alcune volte piango...

Non so che fare... Sabato dovrei partire ma mi sono arreso e sto rimanendo a casa per un altro anno.... Oltre che buttare i soldi della prenotazione, sto buttando le migliori vacanze della mia vita...

Cosa posso fare??


Grazie in anticipo.
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Dr.ssa Alessia Ghisi Migliari Psicologo 127 7 13
Gentile utente,
prima di tutto mi permetta una constatazione.
Lei inizia sottolineando il fatto di aver superato il periodo difficile e complesso che ha avuto in precedenza; però poi compare un problema, un problema che influenza la sua qualità di vita o che, comunque, lei percepisce come “dis-abilitante” nei confronti di qualcosa di desiderato e legittimo (le vacanze, il divertirsi come-gli-altri, il distendersi mentalmente).
Non voglio assolutamente sminuire il successo o lo sforzo del percorso che ha compiuto su se stesso e in se stesso; infatti, da quel che ho capito, il suo quotidiano è piuttosto soddisfacente e questa è dunque prova di un netto miglioramento; ma c’è anche da sottolineare che la strada, a quanto pare, andrebbe proseguita (lei stesso si accorge che le sue difficoltà sono “sfociate” altrove).
Attualmente, i suoi disturbi si manifestano esclusivamente in situazioni “speciali”, che non ricorrono spesso e quindi son facili fa gestire: le ferie non sono cosa di tutti i mesi.
Però non sottovaluterei la questione; l’ansia spesso scatena dinamiche evitanti, un evitamento che, nel tempo, potrebbe crearle maggiori difficoltà, se non affrontato.
Lei non parla chiaramente di sintomi precisi (tachicardia, impressione di impazzire, di perdere il controllo, paura di avere un infarto o simili – e molti altri), ma è chiaro che ciò che sta vivendo è un perpetuarsi di una situazione non pienamente risolta, che si manifesta con vissuti depressivi e d’ansia. Lei sottolinea l’ostilità dell’ambiente esterno, un ambiente ad oggi ampio: non solo la casa o qualche stanza, ma anche il quartiere, il posto di lavoro, la famiglia e gli amici.
Per cui io prenderei questo senso di panico per l’altrove, per lo spostamento e il viaggio, come un prezioso campanello di allarme, che sia in grado di spingerla a cercare un supporto valido e professionale che contrasti un potenziale acuirsi del disagio e la riporti a una condizione di benessere.
Lei sottolinea di non sapere il motivo della sue esperienza: già questa è un’ammissione importante.
La situazione che lei porta qui non è per nulla rara, per quanto questa non sia una consolazione; mi rendo conto vorrebbe sentire qualcosa di “magico”, quasi una soluzione rapida, in vista di una partenza imminente; purtroppo non posso esaudire questa speranza.
I disturbi d’ansia (panico e molti altri) e quelli depressivi, rispondono bene a diverse terapie; può rivolgersi nuovamente allo psichiatra noto (o a un altro, se preferisce) per quanto concerne l’aspetto farmacologico, che può essere importante sostegno; e poi individuare uno psicoterapeuta per indagare le motivazioni e i significati più “profondi” (indagare questa ostilità al di fuori dell’ambiente, questa ansia nel separarsi da, nell’allontanarsi ecc.), o per affrontare questi momenti di sofferenza che le impediscono di godersi la sua giovinezza.
Sarebbe complicato e semplicistico immergersi in eccessive considerazioni e interpretazioni in questa sede (anche perché mancano molti dati, informazioni che sono da approfondire de visu), ma, se ci sta scrivendo, non si è arreso.
Seguendo un percorso terapeutico valido con costanza, lei che senza dubbio non è carente di forza e voglia di “uscirne”, vedrà che potrà avere estati tranquille e allegre (per quanto ora la appaia improbabile), indipendentemente da come andranno queste ferie, ora.
Per quanto sia penoso l’aver perso occasioni, vedrà che avrà le sue vacanze migliori; non dubiti di questo.
Auguri.

dr.ssa Alessia Ghisi Migliari

[#2]
dopo
Utente
Utente
Cara Dottoressa... la ringrazio per la celere e COMPLETA risposta....

Aggiungo che io non ho veri e propri attacchi di panico, ma ho come un nodo allo stomaco, male umore e voglia di tornare a casa quando parto per periodi superiori ai 3 giorni.... Non so bene il perchè, questa cosa non mi è successa 5 anni fa quando ero con la scuola a fare la crociera, non mi è successo quando stavo a berlino.... ma mi è successo da 2 anni fa in poi...forse un trauma, forse il periodo depressivo che si è sfociato in questa fobia...

Comunque mi sono rotto di prenotare spendendo i soldi a vanvera e poi non partire....ma so, perchè mi conosco e me lo sento, che se partissi questa cosa accadrebbe... Indi per cui un altro anno me lo faccio a casa sperando che a settembre trovi uno psicoterapeuta serio che mi segua in questo problema...

Lei ha scritto che il mio problema non è raro.... ma si manifesta anche a ragazzi della mia età? 22 anni?

Grazie ancora e cordiali saluti :D
[#3]
Dr.ssa Alessia Ghisi Migliari Psicologo 127 7 13
Dalla domanda che mi pone, suppongo lei si ritenga troppo “in là con gli anni”, per avere questi disturbi (interpreto in questa maniera il suo quesito sull’età, non credo proprio si riferisse al contrario, ossia all’ipotesi di essere troppo giovane per avere queste difficoltà); forse i suoi timori si concentrano su una problematica di ansia da separazione.
Ansia da separazione che, in effetti, è un’idea piuttosto ovvia, da quel che lei racconta.
Ma, in realtà, le definizioni vanno date con attenzione e certi quadri sono assai più sfumati e meno chiari di quanto si potrebbe immaginare.
Giusto per farle un esempio (che non è una diagnosi per il suo caso), senza eccedere in informazioni che potrebbero essere controproducenti per via di ciò che qui non può essere specificato e quindi indagato correttamente: l’ansia da separazione è una realtà che si riscontra usualmente nei bambini e adolescenti, e ha il suo esordio prima della maggiore età. Si caratterizza per un malessere e un disagio notevoli in caso di allontanamento dalle figure di riferimento e si può manifestare in molti diversi modi, sia fisicamente che emotivamente e cognitivamente (con preoccupazioni esagerate riguardanti i propri cari, per dirne solo una); il discorso sarebbe assai lungo, e in effetti alcuni aspetti della sua situazione richiamano questa problematica. Né è cosa assurda o impensabile il riscontrarlo anche da adulti; ma, nell’adulto, di solito non si diagnostica senza prima aver indagato potenziali disturbo di panico con agorafobia o agorafobia senza panico o vissuti di depressione o altro ancora (per quanto da ciò che racconta non traspaia un attacco di panico, bisognerebbe ponderare bene altri particolari). Le dico questo perché, appunto, voglio sia palese che, spesso, sintomi molto simili tra loro possono derivare da disturbi diversi, e i “confini” si fanno netti solo quando si ha la persona davanti. Per cui, io le suggerisco di non preoccuparsi ora, di fare ipotesi; non prima dell’aver contattato uno specialista – l’importante, ribadisco, è la sua voglia di “uscirne” e il suo essere ben intenzionato verso il percorso da intraprendere.
Una specialista che, ripeto, potrà “studiare” meglio la sua storia, quel che magari è accaduto o non accaduto due anni fa, e infinite altre cose (oltre, appunto, al sostegno già citato che potrebbe avere da uno psichiatra) qui non fattibili, ma essenziali al fine di comprendere davvero e aiutarla.
Lei fra l’altro è di Roma, per cui ha la fortuna di avere un’ampia scelta di professionisti cui rifarsi.
Vedrà che, con la sua tenacia e costanza e instaurando una buona “alleanza” col medico e/o lo psicoterapeuta che sceglierà, non dovrà in futuro preoccuparsi di disdire vacanze.
[#4]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Caro Mattia, ben ritrovato...

Ho letto tutte le tue richieste e noto alcuni punti:

1) due mesi fa il papà doveva sostenere un difficile intervento per rimuovere un tumore

2) hai parlato della tua masturbazione dolorosa, concludendo con la frase "é normale o mi devo preoccupare?"

3) riporti tutta una serie di sintomi fisici, tra cui dolori allo sterno, che ti fanno temere una patologia

4) Anche se in questo consulto si parla di vacanze, in passato hai postato in psichiatria una richiesta per agorafobia concludendo "A me di riandare da uno psichiatra non mi va, uno perchè la prima volta è stato totalmente inutile, e due perchè non mi va di spendere ulteriori soldi". In questo caso ti abbiamo consigliato visita psichiatrica e psicoterapia cognitivo-comportamentale, ma mi sembra di capire che non hai seguito i nostri consigli

5)poi hai chiesto un consiglio su una ragazza fidanzata con un altro di bari...

6) poi ancora ci hai raccontato che in discoteca ti sei baciato 6 ragazze contemporaneamente

7) poi...

8)...

Insomma, dì la verità: ti sei affezzionato a questo sito...

Scherzi a parte, come ti ho già scritto, non puoi continuare ad andare avanti in questo modo, creandoti continuamente dubbi e ponendo continuamente domande, perchè sai benissimo che le nostre risposte non ti basteranno mai.

Un problema però ce l'hai (contento?): un disturbo che io chiamo "da-iper-preoccupazioni". Sei sempre preoccupato per qualcosa, e hai una vorace richiesta di risposte, e quando ti mancano vai in ansia, mentre quando le hai, le risposte, non bastano mai. Altro che ansia da separazione e paura di non fare vacanze, il tuo è un vero e proprio disturbo d'ansia, e se non lo curi peggiorerà.

Per questo tutti ti abbiamo consigliato una valutazione psicoterapeutica ed una psichiatrica.

Fin'ora non ci hai ascoltati. Fin'ora la tua situazione non è migliorata, e lo sai. Quindi inizia a spegnere il pc, e fai qualcosa di concreto per te

E soprattutto fai quella cosa che proprio non riesci mai a fare: fidati.

Ciao


Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_

[#5]
Dr.ssa Alessia Ghisi Migliari Psicologo 127 7 13
Gentile utente - o, meglio, caro Mattia, essendo nuova in questo sito non sapevo fosse possibile consultare le domande precedentemente poste (lo ammetto: non mi ero resa conto che la lista al di sotto del suo numero di riferimento fosse composta da sue richieste). Adesso che ho dato una scorsa al suo "passato" virtuale qui, ho notato la quantità di suoi quesiti, la sua attenzione ansiogena e ansiosa per il corpo e attorno il corpo, che appare francamente in crescendo. Dunque con ancora maggiore convinzione, accodandomi al collega, la sprono nuovamente a cercare uno specialista senza esitare più - nessuno schermo di computer, concordo, può esserle di aiuto, in questo momento.
Mi verrebbe da dire (senza nulla togliere all'utilità di questo "luogo") che la soluzione è sì dentro di lei, ma fuori di qui.
Auguri ancora.
[#6]
dopo
Utente
Utente
Ringrazio il Dottor Daniele Bulla e la Dottoressa ALessia Ghisi.... le vostre parole sono state veramente toccanti e non sto scherzando....usufruisco, anzi, abuso troppo di questo sito, mentre la risposta come gia detto è dentro di me e al di fuori di qui...

Cercherò un aiuto psicologico per affrontare questo problema :)

Ringrazio ancora per il vostro tempo

Cordiali Saluti
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