Dorme con la figlia

Gentilissimi, sono a chiedere un consiglio per una questione che mi tormenta non poco. Mia figlia di 5 anni ha quasi sempre dormito nel lettone con me e il padre alternado periodi in cui dormiva nel suo lettino nella nostra camera. Circa un anno fa le abbiamo comprato la cameretta ma non ha mai voluto sperne di andarci a dormire. Quest'inverno si è ammalata spesso ed ultimamente era finita di nuovo nel lettone. Premetto che tra me e mio marito le cose non vanno propriamente bene. Lui tende a prendre decisioni da solo e a giudicare quello che faccio e come mi comporto con la bambina cosa che a lungo andare ha creato in me un forte rancore che sto faticando a controllare. Di punto in binco, accusandomi che "io non facevo niente per risolvere la situazione" ha deciso senza consultarmi che la bambina doveva dormire in camera sua. Fin qui sono daccordo ma il problema è che la bimba è molto attaccata a lui e che da un iniziale "starle accanto nel lettino" quando si addormentava siamo passati alla situazione di fatto che lui dorme tutte le sere e per tutta la notte con lei. Io l'ho fatto presente e lui mi ha risposto che devo andarci io allora. Io ritengo che non debba dormirci ne io ne lui. Dobbiamo starle accanto finchè non si addormenta e poi tornarcene nel nostro letto. Addormentarsi e dormire da sola è una conquista di autonomia che dobbiamo aiutarla a raggiungere. Dormire con lei nel suo lettino continua a renderla dipendente secondo me. Fatto sta che in un mese da che è iniziata questa storia io ho dormito con lei 2 notti (delle quali in una ho cercato di lasciarla sola per tornarmene nel mio letto causandone il risveglio e conseguenti critiche di mio marito che e andato a dormire con lei) metre lui dorme tutte le sere con lei. Lui esordisce tutte le sere dicendo stasera dormi con la mamma (come se fosse una punizione) e la bambina a volte dice si salvo che poi alla fine dice che invece che vuole dormire con lui. Una notte però si è alzata, lo ha lasciato solo ed è venuta a dormire nel lettone con me.Ho provato a dire a mio marito che così non si può andare avanti e che è ora di finirla ma lui si limita a dire che siccome io non faccio niente per farla dormire da sola ci pensa lui e che so solo criticare. Io ho le mie idee ma è lui ad essere sempre critoco e boicottante verso le mie iniziative...Come mi devo comportare?.QUESTA SITUAZIONE PUO' NUOCERE ALLA BAMBINA? Faccio presente un dettaglio.....Lui accompagna la bimba all'asilo la mattina e il loro distacco è sempre stato tragico per lei. Ha sempre pianto. Da quando lui dorme con lei invece la bimba va all'asilo serena e non piange piu'. Io non so se sorvolare sulla situazione e aspettare che lui capisca che è ora di finirla o insistere a finirla scontrandomi con il muro che lui solleva quando le cose non vanno come vuole lui(con conseguenti critiche ripicche e silenzi) . Per me la cosa più importante è la serenità di mia figlia. Cosa devo fare?
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
<<Addormentarsi e dormire da sola è una conquista di autonomia che dobbiamo aiutarla a raggiungere>>

Gentile Signora,
quello da Lei citato è senza dubbio un punto fermo a cui tendere, per la vostra bambina ma anche per voi stessi.

Questo continuo rimbalzarsi responsabilità e frecciatine per la questione "nanna" pare però un po' un pretesto per non allargare la visuale su delle difficoltà di coppia che, da quanto scrive, sono più pervasive e sarebbe bene affrontare.

Suggerirei una consulenza di coppia, magari proprio a partire dalle discrepanze a livello educativo, anche perché tutto ciò non può che ripercuotersi negativamente su vostra figlia, da vari punti di vista.

Cordialmente,

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

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dopo
Utente
Utente
Grazie infinite la tempestiva risposta....ho già pensato ad una psicoterapia. E' da tempo che vorrei andare ma ho paura. Non credo che mio marito accetterebbe mai una terapia di coppia. Sa bene che le cose non vanno bene ma lui non si assume nessuna colpa quindi non ritiene di essere responsabile in parte delle nostre difficoltà. Per lui la "matta" di turno sono io. Sono sicura che se iniziassi anche da sola una terapia userebbe questo fatto per confermare che lui è quello "giuso" e io quella paranoica che ha bisogno di frasi curare il cervello...lei ha ragione. Purtroppo tra me e mio marito c'è una continua competizione. Più pacata da parte mia che sopporto molto di più ma esacerbante da parte sua che trova motivi di critica in tutto...dalla pulizia di casa a cosa mangia la bambina, a.....qualsiasi cosa. Adoriamo nostra figlia, lui è un pade premuroso e presente ma avverto in lui la continua esigenza di contraddire sempre quello che dico o faccio con mia figlia. Quasi che volgia sminuire il mio ruolo per far emergere quanto invece sia bravo lui. Io di contro rimango molto ferita da questo comportamento e tendo a fargli notare le sue cattiverie e prepotenze. L'uico risultato è che lui si chiude, dice che è colpa mia e non si fa mai una analisi di coscienza. Non mi ha MAI chiesto scusa. MAI.
Quello che mi preme è il bene di mia figlia. Secondo lei se mi sforzassi di ignorare questa cosa del dormire con mia figlia potrebbe funzionare? Forse vedendo che non ci do peso si stancherebbe...non so....lui preferisce dormire con lei che con me. Perchè dovrebbe smettere? Questo dover scegliere tra babbo e mamma ho paura che a lungo andare nuocia a mia figia. E comunque....lei sceglie sempre lui.....anche perchè io le dico sempre che mamma le vuole bene qualsiasi cosa lei faccia....non voglio certo farle venire sensi di colpa..!
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
<<Questo dover scegliere tra babbo e mamma ho paura che a lungo andare nuoccia a mia figlia>>

Effettivamente non è una situazione ideale...né come figlia, né come futura donna.


<<ho già pensato ad una psicoterapia. E' da tempo che vorrei andare ma ho paura>>

Di che cosa? Quali sono i suoi timori?
Cosa ha paura di perdere? Cosa pensa di poterci guadagnare?

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dopo
Utente
Utente
Grazie ancora Dott.ssa per avermi risposto. Spero volgia farlo ancora una volta.
Cosa temo? Mio marito è una di quelle persone che pensa che andare dallo psicologo voglia dire non essere del tutto a posto di testa. Ho paura che nel caso le cose tra noi non finiscano bene lui possa usare la mia frequentazione con un terapeuta come un segno di istabilità da giocarsi per l'affidamento di mia figlia.
Cosa vorrei guadagnarci? Un po' di sostegno. L'aiuto di qualcuno che possa aiutarmi a capire come comportarmi per gestire i difficili rapporto con mio marito (che ultimanete è scortese per non dire offensivo con me) e che mi guidi per proteggere mia figlia dai nostri errori. Ma soprattutto che mi aiuti a capire se veramente il problema sono io, come dice mio marito, o se il problema è lui perchè a volte non so più quale sia la verità. Mi sento rifiutata, criticata e defraudata del mio ruolo ogni giorno.Ma non so se sono io ad essere paranoica come dice lui o se sono la vittima di un prepotente manipolatore....L'unica cosa che voglio è che mia figlia cresca sana e felice. Secondo Lei questo puntigio che mi faccio sul comportamento di mio marito che dorme con mia figlia è una paranoia o un dubbio legittimo?
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
<<Ho paura che nel caso le cose tra noi non finiscano bene lui possa usare la mia frequentazione con un terapeuta come un segno di instabilità da giocarsi per l'affidamento di mia figlia.>>

Gentile Signora,
quindi il suo disagio è già così elevato da farla pensare ad una separazione? O questo pensiero è solo un'ipotesi remota?

In ogni caso, se anche suo marito pensa che dallo psicologo ci va chi "non è del tutto a posto di testa", ciò non significa che ne diano il medesimo giudizio avvocati, giudici o assistenti sociali.

Come le scrivevo prima, a mio avviso, la questione di dove e con chi dorme vostra figlia è una conseguenza delle problematiche che ci sono tra voi, non una causa. Non penso che questo sia perciò il tema centrale (seppur non trascurabile) su cui focalizzare l'attenzione.
Mi pare, invece, decisamente più degna di nota l'espressione di questo suo vissuto: <<Mi sento rifiutata, criticata e defraudata del mio ruolo ogni giorno.>>

Non credo sia utile stabilire CHI sia il problema (probabilmente, in modi differenti, lo alimentate entrambi), ma costruttivamente cercare di capire come fare a superarlo.
Meglio sarebbe affrontare la cosa attraverso una consulenza di coppia, ma se davvero lui non ne vuol sapere, decida Lei se muoversi singolarmente in tal senso. Potrebbe, ad esempio, richiedere un colloquio informativo al Consultorio Familiare della sua Asl, tanto per avere un'idea di cosa le possono proporre.

Saluti.