Ansia depressiva

Egregi dottori,
ho avuto una ricaduta depressiva, malessere di cui ho sofferto per 3 anni dal 2012 al 2014.
In quei 3 anni ho cambiato psichiatri e psicoterapeuti senza avere risultati soddisfacienti. Poi mi sposo nel 2013 e nel febbraio 2015 nasce mia figlia (ero in cura con Zoloft ) Gia nel 2014 stavo meglio ed ero convinto che la mia guarigione stava avvenendo perché la mia mente non era più centrata su me stesso ma sulla mia famiglia e che ora dovevo aver cura della mia piccola creatura.
Gli psichiatri da cui ero stato in cura mi avevano sempre detto che avrei dovuto prendere farmaci per tutta la vita poiché la mia depressione era dovuta a fatti puramenti chimici del cervello, visto che di problemi nella vita reale non ne avevo mai avuti. Io li ho sempre creduti e anche se ho fatto 2 tipi di psicoterapie (qualche mese) le ho fatte sempre condizionate da questo handicap della chimica del cervello.
Nel Marzo del 2015 nasce mia figlia e io stavo bene miracolosamente. Dopo 6-7 mesi di benessere, decido di mio spontanea volontà, di scalare lentamente i 150mg di zoloft che prendevo.
Ho scalato lentamente lo Zoloft per 6 mesi senza subire grossi sintomi da sospensione eccetto un po cefalea tensiva poi rientrata.
Ho odiato gli psichiatri, gli davo la colpa della cronicità della depressione prima che arrivava mia figlia.
Se avessi avuto davvero uno scompenso chimico del cervello perché durante la gestazione di mia moglie e poi dopo la nascita di mia figlia io sono stato così bene?
Ho cambiato e ricambiato circa 20 tra antidepressivi, stabilizzatori ecc ecc senza mai concludere niente. Mi dicevano depressione resistente ai farmaci e via su con mix di farmaci che non hanno fatto altro che portarmi più problemi che altro.
Ora vengo al dunque.
Sono quasi da un anno "pulito" da farmaci e quasi 2 in cui mi sentivo bene.
Purtroppo ahimè, a settembre degli screzi e dissidi (poi rientrati) con mia moglie hanno acceso in me degli attacchi di ansia con rimuginazioni continue. Pensavo fosse lo stress di quel periodo abbinato al carattere vivace della bimba che mi aveva riscatenato quell'ansia. Ho cercato di gestirmi con un po di tavor e con un po di esperienza.
Purtroppo sono passati 4 mesi da allora ma io sono letteralmente ricascato in depressione: mi sento come estraniato dal mondo, ansia fissa, voglia di far niente, piango in continuazione, mangio poco e non ho gioia in niente. Mi sento come un automa senza emozioni. Ho tanta paura e mi sento come una foglia al vento.
Ho deciso stavolta (contro la volontà di mia moglie e dei miei che vogliono lo psichiatra), di rivolgermi ad uno psicoterapeuta cc, per cercare di risollevarmi un po e per il momento ho fatto solo 2 sedute.
La mia domanda è questa: io ho iniziato questa psicoterapia praticamente stando a pezzi.Non riesco ad essere lucido nei miei ragionamenti e ciò mi fa paura di non farmi capire. Sarebbe il caso effettivamente farmi aiutare anche con dei farmaci almeno per risollevarmi d questo torpore?
[#1]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
il collega che la sta seguendo dovrebbe avere tutti gli elementi per decidere se inviarla o meno dallo Psichiatra, comunque sarebbe buona cosa rivolgere questa richiesta a lui.

Mi rendo conto quanto sia difficile dover ripartire dopo l'ennesima ricaduta, e soprattutto dopo un periodo di benessere, ma dovrebbe pensare alla figlia e trovare il coraggio di curarsi come si deve.

Sulla storia del "problema chimico" non saprei cosa dirle, di certo c'è comunque un influenza contestuale importante: non a caso Lei è stato male dopo problemi relazionali con la moglie. Cerchi di aiutare il nuovo terapeuta..ad aiutarla.

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_

[#2]
dopo
Attivo dal 2012 al 2018
Ex utente
Egregio dottore,
la ringrazio tantissimo per la risposta.
Nella vita ho tutto per essere felice però sono molto triste e depresso. Mi sento solo nonostante abbia tante persone che mi vogliono bene
Ciò mi da una frustrazione ancora maggiore ed è per questo che si è radicata in me l'idea della chimica.
I problemi con mia moglie si sono risolti nel giro di un mese a settembre ma io sento che peggioro sempre di più e non riesco a capire perché.
Ho fatto solo 2 sedute di psicoterapia e per adesso abbiamo solo parlato di quegli screzi con mia moglie e di carenze genitoriale che io ritengo non così fondamentali ma lui insiste su questi 2 argomenti.
Ogni volta che esco da quello studio puntualmente sto peggio di prima, ho paura che io non sia in grado di farmi capire, ho paura che non sia la persona giusta per me, ho paura di sprecare soldi. Quanto tempo devo dare ancora al medico prima di poter tirare un minimo di somma?
Io non mi sento più io per via di questo male, mi sento un altra persona e sono diventato una lagna continua verso tutti. Ma io non ero così.
Ho l'impressione che il medico pensi di me che sia solo un bambino viziato e capriccioso e lattante ma io non sono così. Adesso sono così ma per il male che si è instaurato in me.
Io sono un uomo di 31 anno normalissimo . Porto e cerco di portare avanti il mio lavoro e la mia famiglia nonostante queste difficoltà.
Vorrei parlare di quello che mi ha portato a stare così. Mentre adesso sembra che stiamo solo filosofeggiando non entrando mai nel merito della questione.
La terapia è cognitiva comportamentale.
È normale questo approccio del medico?
Che consigli si sente di darmi? Come devo approcciarmi?
Riesce a comprendere le mie paure? Io sto vivendo come un inferno sceso a terra.
Grazie
[#3]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
ho aspettato qualche tempo per rispondere, proprio per lasciare il giusto spazio al Collega che la segue di orientare il trattamento in modo concreto, e soprattutto per capire se Lei per primo ha provato coinvolgerlo "trascinandolo" su un terreno meno "filosofico" come dice Lei.
Se ha l'impressione di essere considerato un bimbo viziato, un lamentoso, ecc...beh con chi parlarne se non col diretto interessato, cioè il terapeuta?
Magari scopre che in realtà il terapeuta non la pensa esattamente così. Oppure al contrario che egli pensa che Lei sia davvero una persona immatura. Non crede che, se davvero fosse così, sarebbe meglio saperlo per potervi rimediare?
Questo è l'unico consiglio che mi sento di darle.
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