Lavoro

Salve,
Scrivo per chiedere un'opinione più che un consulto dal punto di vista medico.
Sono una ragazza di 20 anni e frequento l'università.
Circa 3 mesi fa, per caso, leggo su Facebook, un'annuncio di un ristorante-pizzeria del mio paese, che cercava personale.
Dopo averci pensato un po', anche informandomi da alcune mie amiche che lavorano li, mi sono presentata, e dopo qualche giorno mi hanno chiamata.
Ormai lavoro da 3 mesi circa solo nel fine settimana; servo ai tavoli, mi occupo delle bevande ordinate ma non prendo ancora le ordinazioni.
Il lavoro, dall'esterno, sembra semplice o comunque che non richieda grandi capacitá. In realtá l'ambiente è pesante. Uno dei due proprietari è cinese, ordina con fare 'sprezzante', comanda almeno 5/6 cose da fare in un momento,ma la cosa che più mi fa "vivere male" questa situazione è che entrambi non conoscono nè modi gentili, nè mezze misure. Ad esempio può capitare che sbaglio nel riconoscere una pizza (in pizzeria vengono giá pronte ma noi dobbiamo mettere sopra degli ingredienti che non devono essere cotti ad es: prosciutto crudo, rucola) e ti urlano contro dicendo " tu non capisci un ca..." oppure recentemente su un piatto in cui bisognava mettere solo la forchetta, io ho messo anche il cucchiaio e anche in questa occasione una frase tipo togliti che stai sbagliando tutto, ma con espressioni molto più "colorite". Potrei fare molti altri esempi, in cui la minima cosa fuori posto, o un minimo errore è un non capisci un ca...o o mi prendi per il c..? O "all'inizio mi sembravi più sveglia" etc...
Mentre l'altro proprietario invece bestemmia in continuo e dice solo "questo non è niente, vedrai quando sono inca..."
Questo è il loro modo di fare, non solo con me ma anche con l'altra cameriera o con la cuoca, anche se lavorando da più tempo, sono più autonome rispetto a me.
In ogni caso comunque mi sembrano troppo esigenti, è giusto che mi facciano notare quello che non va o che sbaglio etc, ma non con quei modi, o davanti ai clienti.
Ti fanno sentire una nullitá, come se non capissi nulla, o come se fossi una macchina, ma io per carattere me la prendo,mi fa "stare male", mi agito quando mi rimproverano con quei modi e di conseguenza è possibile che faccia anche altri sbagli. Una volta è capitato che rovesciassi due birre proprio perchè la mano con cui tenevo il vassoio mi tremava.
Ho provato a parlargli ma loro mi dicono che non devo rispondere a quello che dicono nè fare domande. È così e basta.
Non credo che altre ragazze/i che lavorano siano nelle mie condizioni o in un ambiente pressante come quello in cui lavoro.
Sono troppo sensibile io? Mi potete dare qualche consiglio? Io ho quasi deciso di andarmene e di cercare altro ma comunque in questo periodo non è semplice trovare un lavoretto.
Vi ringrazio dell'aiuto

P.s i proprietari sono conosciuti in paese per i loro modi, hanno cambiato diverso personale, non è un'idea solo mia
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
Gentile utente,

Lei ci descrive una situazione pesante e ci chiede consiglio.

Ma si è data già da sola le risposte possibili:

- loro sono così
- sono conosciuti in paese per i loro modi inurbani
- ha provato a parlare loro, senza esito
- sono così anche con l'altro personale
- il turnover in pizzeria è elevato.

Non mi resta che dirLe che "la fanno da padroni" (nel vecchio modo che leggiamo nei romanzi dell '800) e dettano legge. Sanno che - tanto - personale ne trovano.

Ora - partendo dal dato di fatto che loro non cambieranno - sta a Lei valutare se riesce a crearsi una corazza - emotiva, uditiva, ecc., - nella consapevolezza che lo fa pur di mantenersi il lavoretto.
Oppure se proprio non ce la fa.

E' Lei a dover cambiare se ritiene - solo sul lavoro, forse - senza farsi illusioni su di loro, illusioni che non La aiutano.




Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
"io per carattere me la prendo, mi fa "stare male", mi agito "


Gent.le Ragazza,
premesso che lo stile di comunicazione dei tuoi datori di lavoro è tanto discutibile quanto diffuso a prescindere dal contesto socio-culturale di provenienza, ciò che fa la differenza nel modo in cui reagiamo emotivamente ad una provocazione è l'importanza che attribuiamo al giudizio dell'altro e di conseguenza il condizionamento che esso esercita sulla nostra autostima.
Si tratta di un'attività lavorativa "semplice" ma che richiede un apprendistato che tu stai affrontando che inevitabilmente implica la possibilità di commettere degli errori.
I tuoi datori di lavoro sanno che sei alle prime armi e proprio per questo tendono a fare "pressione" pensando di migliorare il tuo rendimento lavorativo,
Aspettarsi che il cambiamento arrivi da loro non forse non è realistico, ma è possibile invece consolidare la tua autostima, magari attraverso un percorso di crescita personale, in modo da ridimensionare l'impatto emotivo di critiche espresse in modo distruttivo.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it