Mi sento una persona sotto la media, vi prego aiutatemi è urgente!!!

Buonasera a tutti,
Vorrei ringraziarvi in anticipo per l'aiuto che mi offrirete, per me sarà importante e prometto che darò importanza alle vostre parole ed i vostri consigli.

Fin da quando ero bambina ho sempre avuto problemi scolastici, per me era più difficile star dietro agli altri bambini, e facevo davvero fatica a studiare e ricordare le cose il giorno dopo.
Ma quando si è bambini non si danno molta importanza a queste cose,ed alle medie la mia situazione scolastica andava tutto sommato bene tranne qualche materia che proprio non voleva saperne di entrarmi nella mente. Al liceo è successo l'inizio della tragedia... Mi iscrivo al Linguistico, passo tutti pomeriggi sui libri e prendo quando va bene 7-8, quando va male 6-5 ed a volte anche dei 4.
Per riuscire a tenere la media del 7 rinuncio a tutto... alla mia passione per il Flauto traverso, a Canto.

Non riuscire a stare dietro alle cose che amavo per avere una media decente mi fa cadere in depressione, ho crisi di pianto fortissime perché non riesco a seguire i ritmi degli altri che riescono ad essere perfetti sia nello studio che nello sport.

Ho sempre avuto un carattere competitivo ed al contempo fragile, questo mi ha creato problemi per tutta la vita.

Al quarto anno di Liceo muore mio padre, un colpo durissimo da cui io non mi sono più tirata su ed ha fatto diventare mia madre un' Alcolista, ciò che è ancora adesso dopo 9 anni dalla sua morte.

Nonostante lo studio matto e disperato e la media del 7,5 esco dal liceo con un misero 70 che ancora oggi mi distrugge dentro quando ci penso.
Cercai di riprendere in mano la mia vita... iniziai a studiare per l'Università: Lingue Straniere.

Purtroppo per varie ragioni che non starò a spiegarvi (tra cui anche problemi fisici) andai fuoricorso, non riuscivo a passare gli esami di lingue straniere e quindi cambiai facoltà.
Dei 15 esami dati nella vecchia facoltà me ne tennero solo 6... un altro duro colpo per me, che mi trovai a 25 anni con altri 15 esami da dare.
Ci ho provato con tutta me stessa... ma nonostante l'impegno sono riuscita a dare solo 4 esami l'anno scorso e 2 esami quest' anno.

Perché ero in crisi, perché non ce la facevo più. Perché a casa mia ogni anno c'è un lutto di qualche parente che porta mia madre attaccata alla bottiglia e me attaccata al Lexotan. Ci sono mie compagne di corso che danno 5 esami a sessioni ed io mi sento così stupida, così incapace che vorrei solo morire. Se tutto andasse bene mi laureerei ad una triennale a 27-28 anni.

Ho paura di essere in ritardo... ho paura che non troverò lavoro. Perché dovrebbero prendere me con tutte le intelligenze che ci sono in giro?

Tutto ciò che amavo ho dovuto abbandonarlo per gli studi: bel guadagno!!! Non ho neanche vere esperienze lavorative. Piango tutti i giorni più volte al giorno. Vedo la mia vita finita, non vedo futuro.
Campo di Lexotan. Che devo fare? Mi sento stupida in un mondo di geni.
Ho paura...

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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Gentile ragazza,

Da quello che scrive, lei ha consapevolezza del fatto che si è posta (e si pone) ,costantemente, in agonismo e "competizione" con gli altri.
Ma la competitività è davvero una "brutta bestia" quando "praticata" al di fuori di un ambiente sportivo/agonistico. Questo, per tanti motivi:
- la competitività ci porta a guardare e pensare a chi è "più bravo/a"; quindi a chi ci sta davanti e MAI a chi è dietro;
- porta a farci tendere ad assumere tendenze perfezionistiche connotate da ansia e che, col tempo, portano a stancare la nostra mente;
- non di rado, conduce a forme subcliniche o cliniche di terribile angoscia e tristezza;
- non permette di guardare a noi e di assumere la consapevolezza che ognuno di noi è (per fortuna...) diverso dall'altro e che, proprio per questo, ognuno di noi ha propri tempi, spazi e modi di apprendimento;
- conduce ad avvertire senso di autovalutazione e senso di scarsa auto-efficacia personale.

"Per riuscire a tenere la media del 7 rinuncio a tutto... alla mia passione per il Flauto traverso, a Canto.
Non riuscire a stare dietro alle cose che amavo per avere una media decente mi fa cadere il depressione".
E ci credo bene! Lei ha rinunciato a quello che amava e per cui si sentiva portata (flauto e canto) per inseguire faticosamente gli altri da sé, i loro risultati...
Ed ecco che ora, verosimilmente si trova a fare i conti con:
- un costante rimuginio ansioso " Ho paura di essere in ritardo... ho paura che non troverò lavoro. Perché dovrebbero prendere me con tutte le intelligenze che ci sono in giro?"
- e con ruminazione depressiva " Tutto ciò che amavo ho dovuto abbandonarlo per gli studi: bel guadagno!!! Non ho neanche vere esperienze lavorative. Piango tutti i giorni più volte al giorno. Vedo la mia vita finita, non vedo futuro".

Molto probabilmente la sua situazione familiare non l'ha aiutata... anzi...

eppure...senza un ambiente familiare stimolante e accudente, è riuscita -da sola- a cavarsela. Sa che le dico? Poche sono le persone come lei, che invase da problemi familiari così dolorosi, riescono a fare e costruire quello che, seppur faticosamente, ha e sta costruendo.

Veniamo al dunque. Dato che dal suo scritto si percepisce il dolore che prova, perché non provare a rivolgersi ad un/una collega che la aiuti, in modo specialistico, a lavorare sull'ansia e sui cupi momenti di angoscia? Le sarebbe senz'altro molto utile. Mica vorrà campare tutta la vita di lexotan? Chi glielo fa fare?
Una terapia, le "aprirebbe" anche le porte di quelle risorse che lei certamente ha, ma che gli anni e il tempo (faticosamente impiegati ad inseguire e guardare le prestazioni altrui) non le hanno consentito e non le consentono di vedere e mettere in pratica...
Sarebbe infatti il caso che lei inizi a spostare la sua attenzione dai "perché è successo a me tutto questo" a "COME posso fare per mettere in atto le capacità e le risorse che ho"

che ne pensa?

Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.

[#2]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio infinitamente per la sua risposta. La avviso che ho ripreso da due anni a fare corsi di Canto utilizzando i miei risparmi. Ho ripreso anche a scrivere, passione che ho e che porto avanti da quando ho 13 anni e che mi sta dando modesti risultati. Un altro problema sono i miei genitori: ho avuto quando ero bambina alcune offerte lavorative per le mie abilità nel canto. Mia madre le ha rifiutate tutte. "Dove vuoi andare?ma sai quanta gente più brava di te esiste nel mondo?" Quando ho finito le medie mio padre voleva facessi a tutti i costi il liceo e dopo mia madre e mio zio mi hanno imposto l università. Ora ho dato 20 esami e me ne mancano 8. Ho avuto anche buoni voti e non me la sento di mollare tutto. Ho tanti progetti, mi piace quel che studio ma ci metto troppo... Sono lenta, mi sento in difetto. Dalle sue esperienze, può una come me trovare un buon lavoro anche se laureata così tardi ad una triennale? Ha detto bene, sono competitiva, non accetto di non essere come gli altri. Ho l ansia di finire in mezzo ad una strada o essere infelice un giorno. Ironico se si pensa che sono già infelice ora.
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
"Mia madre le ha rifiutate tutte. "Dove vuoi andare?ma sai quanta gente più brava di te esiste nel mondo?"
ECCO QUI! QUESTO È IL MOMENTO IN CUI LEI HA IMPARATO AD AUTOSVALUTARSI.

ha fatto "suo" il pensiero/giudizio di sua madre su di lei e se lo è portato per tutti questi anni, come un falchetto fastidioso sulla spalla, che le ripete in continuazione: "ma tu non vali nulla! Non sei nessuno! Guarda gli altri più bravi di te!"

Ci siamo?

Benissimo ha fatto a riprendere in mano le sue risorse. Ovvero ciò che la fa stare bene! Complimenti!

Tuttavia, dato il dolore che cova dentro se da anni, un/una collega le sarà di grande aiuto!

Legga questo e poi mi dica se ci si ritrova http://www.stateofmind.it/2016/12/criticismo-genitoriale/
[#4]
dopo
Utente
Utente
Mi ritrovo totalmente dottore...
Il problema è ora come uscirne.
Per quanto tutti intorno a me mi dicano di prendermi il mio tempo, di non farmi ammalare da questa maledetta università e da questo bisogno di competere in ogni cosa, io non so neanche più come riuscirci.
Mi sento bene solo quando penso di essere mediocre, di non puntare troppo in alto perché tanto non ha senso...ma appena sento una persona esser prossima alla laurea oppure riuscire a fare più cose di me, il senso di depressione mi riprende fortissimo ed ho rabbia, panico, ansia.
Non riesco ad accettare l'idea di essere più lenta degli altri, più "incapace".
Ho il terrore che un giorno il mio ragazzo troverà di meglio, i miei amici mi abbandoneranno, i miei genitori si vergogneranno di me.
So che sono paure assurde ma non riesco in alcun modo a liberarmi da questa ansia... Si può vivere serenamente ed amarsi in un mondo dove tutti ti chiedono di essere il migliore?
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Ok,

Verosimilmente la situazione potrebbe riassumersi cosi: il criticismo che lei ha subito dai suoi genitori, l'ha portata:
- a soffrire molto il confronto con gli altri che ha sempre pensato fossero o siano più bravi di lei;
- ad intraprendere una strada, come quella degli studi universitari, che con molta probabilità [togliamo: probabilità? ] non è mai stata la sua aspirazione vera, autentica! Si è data allo studio, tralasciando la musica e il canto; sforzandosi per ottenere i migliori risultati possibili... in un mondo, però, che non le appartiene.

Tutto questo l'ha portata a sentirsi inferiore agli altri. Ma questo è un suo (tuo) pensiero. La realtà dei fatti è ben diversa. Scommetto che lei è veramente molto brava nello scrivere e nel canto, perché sono le sue passioni! Eh? ;)

Poi lei scrive: "Mi sento bene solo quando penso di essere mediocre". C'è una spiegazione a questo. Se la sua storia di vita è stata contraddistinta, fin da piccola, dal rimprovero, dalle critiche etc etc, crescendo, il paragone e la competitività con gli altri, l'ha condotta veramente a pensare di essere una mediocre. E se questa è stata la sua credenza costante nel tempo, diviene logico sentirsi "in una realtà che non le appartiene" nel momento in cui eccelle e/o nei momenti in cui succede esattamente l'opposto: "Mi sento bene solo quando penso di essere mediocre, di non puntare troppo in alto perché tanto non ha senso...ma appena sento una persona esser prossima alla laurea oppure riuscire a fare più cose di me, il senso di depressione mi riprende fortissimo ed ho rabbia, panico, ansia".

Da qui scaturiscono le sue ansie che con molta probabilità hanno origine proprio nel suo pensare di essere mediocre: "Ho il terrore che un giorno il mio ragazzo troverà di meglio, i miei amici mi abbandoneranno, i miei genitori si vergogneranno di me"

"So che sono paure assurde". No, non sono paure assurde. Il termine esatto è irrazionali. E sono paure, quelle irrazionali, che abbiamo tutti e sulle quali ci si può lavorare con l'aiuto di un/una collega.

" Si può vivere serenamente ed amarsi in un mondo dove tutti ti chiedono di essere il migliore?"
Vede come è incentrata sulla competitività? Come a dire: se non sono perfetta e migliore, nessuno mi amerà.

Ma, cara ragazza, il mondo non funziona di confronti (anche se è quello che pensa lei).
Per vivere bene dobbiamo iniziare a seguire le nostre inclinazioni, passioni, tendenze etc. Nostre! Non degli altri. A prenderci cura di noi.

Per questo, le suggerisco una consulenza dal vivo con un nostro/a Collega psicologo Psicoterapeuta della sua zona, in modo tale da iniziare a prendersi cura dei suoi pensieri e delle sue emozioni, ri-vedere in modo diverso qualche pensiero (credenza) irrazionale che faticosamente si è portato sul groppone tutti questi anni. Le tornerebbe senz'altro utile.

Mi faccia sapere che ne pensa
Aspetto suoi feedback

cari saluti
[#6]
dopo
Utente
Utente
Si, ha ragione. Nella musica me la cavo meglio.. ora capisco cosa intende dire.
La ringrazio di cuore! La terrò informata! Mi è stato di grandissimo aiuto! Ora mi sento davvero meglio, più sollevata...
Le auguro una buona serata!!!
[#7]
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Davvero lieto di esserle stato di aiuto!

ci aggiorni quando e se lo riterrà opportuno. Sarà un piacere

Saluti cari