Le convinzioni del malato di demenza senile

Salve a tutti, avrei bisogno di un parere su una questione abbastanza delicata che necessita di una premessa:
un anno e mezzo fa mia nonna ha iniziato improvvisamente a sentire voci provenire a suo dire dall'esterno della casa che parlavano con lei o di lei, in rima, come fossero delle filastrocche, che lei ci ripeteva ad alta voce. A volte era la voce di una nipote, altre volte di una vicina di casa, altre volte un megafono.

Non so se è un caso ma tutto questo ha coinciso con la visita di un suo figlio che vive molto lontano e non vedeva da alcuni anni. Quando suo figlio è andato via, dopo una settimana, mia nonna ha detto cattiverie sul suo conto, dicendo che era venuta a farle visita solo per avere i suoi soldi e cose simili (assolutamente falso), poi non ne ha parlato più.

Da quel giorno in poi le voci si sono fatte cattive, volevano toglierle i suoi beni, inoltre mia nonna ha iniziato a convincersi di episodi mai accaduti in realtá (sparatorie in casa, mio padre vittima di aggressioni o che tenta di suicidarsi, visita di polizia per il sequestro degli immobili, o visite di persone che non vede da anni (molte defunte a dire il vero) e a vedere scene in tv, come telegiornali che parlavano di lei, anche con la tv spenta.

La diagnosi è stata demenza senile.

Ora, da circa 7 o 8 mesi, mia nonna è tornata quasi del tutto 'lucida' da quando è in cura con Quetiapina, Largactil e Rigentex.

Adesso non sente più voci, non ha allucinazioni ed è molto più calma, tuttavia ci sono alcuni episodi mai accaduti in realtà di cui lei è ancora fermamente convinta, tra cui la morte del suo figlio lontano.

Abbiamo provato più volte a spiegarle che non è così, a farla parlare a telefono con lui, ma lei dice di non sentire nulla al telefono ed ogni volta che parla di lui dice che é stato assassinato, lasciando moglie e figli (che in realtà non ha).

Quest'anno mia nonna compie 90 anni, vorremmo organizzare una festa ed invitare questo suo figlio lontano, tuttavia prima di farlo abbiamo bisogno di capire se la cosa possa essere traumatica o pericolosa per lei, in quanto convinta della sua morte.
Grazie di cuore a quanti esprimeranno il proprio parere medico sulla questione.

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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Caro Utente,

la questione è molto delicata: sua nonna è in cura con due farmaci antipsicotici (Quetiapina e Largactil) che hanno evidentemente contenuto le sue allucinazioni e paranoie, ma che non possono eliminare gli effetti della degenerazione cerebrale alla base della demenza.

Di conseguenza sua nonna ha mantenuto ferme alcune convinzioni e potrebbe mantenerle anche qualora si trovasse di fronte al figlio: esattamente come afferma di non sentirlo mentre le parla al telefono, potrebbe anche non vederlo se ce l'avesse di fronte in carne e ossa, perchè questo si scontrerebbe con le sue convinzioni, oppure potrebbe eliminare l'incongruenza cognitiva affermando convintamente che non si tratta di suo figlio, ma di un'altra persona (che potrebbe essere suo marito, suo fratello, un conoscente oppure uno sconosciuto).

E' davvero impossibile prevedere con certezza in che modo potrebbe reagire.

E' seguita da un neurologo o da un geriatra?
Avete chiesto il parere del curante circa quale sia il comportamento più adeguato da tenere nei suoi riguardi?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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dopo
Utente
Utente
Gentile dottoressa, innanzitutto grazie mille per la sua celere risposta. Attualmente, a seguito della visita di un neurologo che ha formulato la diagnosi di demenza circa un anno fa, mia nonna è seguita dal medico curante.
Il neurologo tornerà a visitarla tra qualche mese in quanto avendo individuato per ora una cura che sembra aver tamponato il problema non c'è motivo secondo lui di visite frequenti.
Da profano io ho supposto che la convinzione della morte del figlio possa essere stata una sua <<difesa>> al dolore della sua lontananza e al fatto di non vederlo mai (quando lo rivide l'ultima volta non lo vedeva da 4 anni) dunque ho ritenuto che potesse trattarsi di un quesito più adatto ad esperti di psicologia, secondo Lei quindi dovrei parlarne anche al neurologo?
Ovviamente è impossibile sapere in anticipo che reazione avrebbe, ma potrebbe comportare rischi gravi secondo lei fare un tentativo o al massimo potrebbe non riconoscerlo?
La ringrazio ancora tanto.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Come le dicevo non è possibile prevedere la reazione: se ha già reagito "aggiustando" la realtà in base alle proprie convinzioni è probabile che lo faccia ancora una volta, ad esempio dicendo che quell'uomo non è suo figlio ma appunto qualcun altro, ma non si può averne la certezza.
Le suggerivo di sentire il neurologo perchè la conosce di persona e ha un'idea ovviamente più precisa della sua personalità e del suo stato.
Non ha modo di telefonargli o scrivergli una mail?