Rapporti sessuali

Salve,
sono un uomo di 31 anni e da qualche tempo mi pongo alcune domande circa la mia vita sessuale. Premetto di essere una persona eterosessuale e d'aver avuto sempre relazioni di coppia del tutto normali. Sono però eccessivamente interessato ad alcune pratiche erotiche del tutto atipiche. Cercherò di spiegarmi meglio: sono sempre stato sessualmente molto attivo e da tempo nutro un profondo interesse verso delle pratiche particolari, quali pissing, fisting e bukkake. La visione di tali pratiche stimola in me un'eccitazione notevole. Ho paura che ci sia in me qualcosa di anomalo legato proprio al parossistico interesse verso queste pratiche erotiche. Amo molto la pornografia e non so se questo può avermi in qualche modo disturbato. In passato, con alcune mie compagne ho provato a sperimentare tali fantasie, vivendo una intensa vita sessuale di coppia. In questo periodo, invece, ho una relazione con una donna molto pudica e inesperta sessualmente. Purtroppo, non riusciamo ad avere dei rapporti sessuali coinvolgenti per entrambi. Io, sono sessualmente molto esuberante; vivo la sessualità senza sensi di colpa e liberamente e dal punto di vista erotico la mia fantasia è molto spiccata. La mia attuale compagna, invece, non riesce ad avere stimoli sessuali e io riesco a fatica a stimolarla nonostante non abbia mai avuto con altre compagne questo tipo di problema. Mi ha confessato di non aver avuto rapporti sessuali di alcun tipo per anni e di non "pensare" solitamente al sesso o di avere fantasie sessuali. Inoltre, generalmente non pratica l'autoerotismo che io, al contrario, pratico molto spesso.
A causa di questa situazione sono molto turbato in quanto ho iniziato a dubitare della mia normalità sessuale. Mi può dare dei consigli in merito? Cosa dovrei fare per poter avere un rapporto soddisfacente con la mia compagna? In che modo devo vivere la mia sessualità visto l'interesse che nutro verso le pratiche di cui Le ho parlato? Ho dei disturbi di qualche tipo? La ringrazio infinitamente.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile utente
È interessante il fatto, apparentemente paradossale, che un uomo con una sessualità esuberante, fantasiosa e priva di sensi di colpa come la sua si sia andato a scegliere una partner pudica e inesperta. Non so davvero se questo possa essere solo un caso oppure se in passato le sia già capitata la stessa cosa.

Tuttavia, per rispondere alla sua domanda, non esiste UNA sessualità adatta a chiunque. Ognuno ha la propria, con le sue sfumature e le proprie "stranezze". Mentre in passato si tendeva a una normalizzazione e a una categorizzazione delle pratiche sessuali fra normali e anormali, oggi si è capito che l'individualità è molto forte in questo campo.

D'altra parte lei dice d'essere molto attratto dalla pornografia ed eccessivamente interessato ad alcune pratiche. Ecco, il punto è tutto lì: nella sessualità come in generale, una cosa diventa anormale quando inizia ad essere preoccupante e a dare sofferenza a se stessi e agli altri. Uno sporadico ricorso alla pornografia non è del tutto anormale, mentre lo è non poterne fare a meno. Lo stesso dicasi per le altre pratiche.

Per quanto riguarda il rapporto con la sua compagna non è possibile fornirle dei consigli ad hoc, sarebbero necessari dei colloqui di persona per poter inquadrare il vostro caso. La/vi invito perciò a fissare un colloquio con un collega e fare chiarezza.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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dopo
Attivo dal 2008 al 2009
Ex utente
Gentile Dr. Santonocito,
grazie per aver risposto al mio quesito. Mi rendo perfettamente conto che la situazione appare paradossale. Purtroppo non è stata una scelta voluta, ancor meno ricercata. Io e la mia compagna siamo comunque molto diversi sessualmente parlando. Per il resto, posso tranquillamente dirLe che non mi da alcuna "sofferenza" la mia sessualità, anzi. Ciò che mi dispiace però e non riuscire a soddisfare la mia partner da questo punto di vista, pur cercando di esaudire le sue richieste e aspettative. Sono molto attento ad evitare ciò che potrebbe indisporla e mi prodigo affinchè possa anche lei trarre piacere dal nostro rapporto, ma gli esiti sono positivi solo alcune volte.

Saluti
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Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta 707 23 51
Preg.mo Utente,

La pornografia, e tutte le altre pratiche sessuali che fino a qualche tempo fa erano ritenute licenziose, oggi, vuoi per la globalizzazione del sesso, come per quella dell’economia, del cibo e del vestiario, sono alla portata di tutti. Tranne che per alcune ragazze e donne pudiche che, o per fede religiosa (non sempre), o per educazione severa, le ritengono disdicevoli e da evitarsi.

Detto questo, va considerato anche il fatto che il popolo latino non è stato poi così licenzioso come molti altri, e come si pensa, e che tante pratiche sessuali sono state importate dall'Egitto, dall'Oriente , e perfino dalla Cina e dal Giappone.
Però oggi sono decisamente entrate nel costume sessuale occidentale e fanno parte della nostra cultura, più o meno. Alcuni le accettano in toto, altri in parte, ed infine pochi le respingono ancora per paura o per atteggiamento farisaico.
Ma ognuno si comporta come vuole e come gli piace. La coppia però agisce in modo che per quanto possibile ci sia accordo tra i due componenti, perché quando non c'è sintonia, qualcuno ne soffre.

Ma stia attento: succede spesso, che chi fa troppo uso di pornografia, vive una sessualità virtuale. Non potendo realizzare quelle fantasie che vive in modo reale e concreto, la sua sessualità diventa sterile ed arida e poco attiva.
Da qui una serie di malintesi o di opposizioni tra i due componenti la coppia. Che fare? Consultare un sessuologo.
Occorre risolverla questa vicenda, altrimenti ne soffre il fisico e la psiche.
Ma occorre, a parte il problema di coppia, che chi è preda di un abuso di pornografia, o si ricovera in una clinica specializzata, o va da uno psicoterapeuta. Se si affida ad uno psicoterapeuta classico ci vogliono due anni di terapia. Ma ci sono tecniche di condizionamento comportamentale che risolvono il caso con sei sedute. Però ci possono essere inconvenienti che qui non ho spazio per descrivere.

Con tanti auguri per le festività.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile utente
Il collega Vita mi permetterà di dissentire dalla sua affermazione e farle presente il mio punto di vista, ossia che non è detto che una terapia debba durare per forza due anni oppure 6 sedute.

Ogni terapia è un caso a se e non è facile determinare in anticipo quanto durerà. Oltretutto senza sapere nulla sulla persona che vi si sottoporrebbe.

Quindi, se dovesse essere interessato a richiedere un aiuto specialistico, la invito a contattare un professionista nella sua zona, fare un primo colloquio e decidere autonomamente se può fare o meno al caso suo. Può anche leggere quest'articolo dal mio sito per aiutarsi nella scelta:
http://www.giuseppesantonocito.it/art_psicoterapia.htm

Cordiali saluti
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Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta 707 23 51
Dissenti pure Giuseppe,

Non sai però di cosa io stia veramente parlando.

Ti spiegherò un giorno una tecnica di condizionamento comportamentale che dura sei giorni. Co n effetti prodigiosi sui sintomi, ma con effetti a volte devastanti su tutta la persona.

Le altre psicoterapie, quelle analitiche, per intenderci, vuoi di tipo freudiano, o junghiano, o adleriano, o reichiano, o non analitiche ma centrate sull'Io, come quelle di Rogers e di Berne, quelle della Gestalt etc...., fatte bene o almeno con una certa accortezza, prima di due anni non sei fuori dalla terapia. Nemmeno fosse Freud o Jung in persona a condurle.

Per investigare l'animo umano, ci vuole tempo, perché è così grande e complesso che non basterebbe una vita. Leggi il saggio di Freud del 1937 dal titolo "Analisi terminabile e analisi interminabile".

Poi per una buona terapia ci vuole dedizione, lavoro e preparazione. Non guasta nemmeno se c'è anche un pizzico di esperienza e di saggezza. Ma io ritengo che tu queste cose le sai!!! Ciò non toglie il fatto che hai tutto il diritto di dissentire, se proprio ci tieni.

Dopo Natale ne riparliamo.


Ciao - Antonio
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Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta 707 23 51
Gentile Utente,
Affinché Lei possa essere tranquillo devo chiarire alcune cose che potrebbero preoccuparla.

Quando si fa terapia c'è chi promette mari e mondi, con espressioni di apprezzamento nei confronti della terapia che offre e certe altre forme meno positive e simpatiche nei confronti di altre terapie.

La psicoterapia è un'azione che A svolge con B (il paziente) e che può avere diverse impostazioni.
Sull'argomento che la interessava, ci sono psicoterapie cortissime, da sei sedute, del tipo "Condizionamento-comportamentale". Le altre , tutte quelle che ho citato sia con lei, sia nella replica al collega dott. Santonocito, possono avere una durata che va sino ai due anni. E sino a qui le avevo spiegato abbastanza chiaramente.
Aggiungo, cosa che non avevo fatto prima perché la discussione non era prevalentemente sulla psicoterapia adoperata e sulla sua durata, che esistono tante psicoterapie di durata diversa. Alcune durano molto, altre meno. Dipende anche dal numero di sedute che si fa alla settimana. E dipende da come si svolgono le sedute.

Marie Cardinal, che è una scrittrice francese molto apprezzata, cadendo in una fase di prostrazione e di depressione, si sottopose ad un terapia analitica che durò 7 (sette) lunghi anni con diverse sedute settimanali. E lei, al termine della terapia, quando uscì fuori dal buio della sua forte depressione, scrisse un libro bellissimo da titolo "LE PAROLE PER DIRLO", e lo dedicò a quell'ometto anziano, con gli occhiali cerchiati, che l'aveva curata con professionalità e molta umanità, con queste parole "A colui che mi ha fatto nascere per la seconda volta" o mi pare " A colui che mi ha dato la vita per la seconda volta". Mi scuso per la pignoleria, ma devo stare attento a quello che dico e che sia esattissimo. Adesso nella mia biblioteca, il libro della Cardinal non lo ritrovo, per cui cito a memoria.

Ecco, una terapia dura e può durare da 6 sedute a sette anni, con più sedute settimanali.
Ma a parte la Cardinal, anche Giuseppe Berto, nostro grande romanziere e scrittore, finito in una spirale nevrotica che l'afflisse per anni, si sottopose ad una terapia per moltissimi anni. E ne uscì..

Si tranquillizzi, non è il suo caso. Lei potrà discutere con il suo terapeuta su quante sedute potranno essere fatte alla settimana.
Il numero delle sedute dipende anche dalle disponibilità finanziarie. Lei potrà uscire dal suo stato che descrive abbastanza bene, con una terapia condizionante di appena 6 sedute, ma anche con una psicoterapia diversa che potrebbe durare due anni, o più , o meno. PRESUMIBILMENTE. Non volevo spaventarla.
Se l'ho spaventata mi dispiace e le chiedo scusa.

Faccia un buon Natale e molti auguri per la sua terapia e per l'anno nuovo.
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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
due persone si legano formando una coppia per diversi motivi, tra cui la sessualità. Ma questa, col passare del tempo, passa in secondo piano, soprattutto se la coppia si "salda"

Appunto questo "saldarsi" spesso si basa su caratteristiche che attraggono le due diverse "personalità". Se a lei interessa mantenere questo rapporto significa che questa donna è interessante ANCHE per altri motivi, non prettamente sessuali, ma quali?

Fossi in lei quindi partirei da qui

Altrimenti perchè continuare a frequentare una donna che non condivide i Suoi interessi sessuali?

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_