Mio padre mi opprime

Buongiorno dottori,
Sono uno studente universitario di 20 anni e vivo con i miei genitori di quasi 70 anni
Mio padre mi opprime fin da quando ero piccolo, per lui ogni cosa che dico non va bene, ogni cosa che faccio non va bene, tutti i pochi amici che ho avuto non andavano bene, ogni minima cosa, ogni minimo gesto che faccio lo deve commentare
Risultato? Sono tremendamente introverso, timido, insicuro di me, non riesco a parlare con le altre persone o relazionarmi con persone che non conosco
Mio padre ha distrutto la mia autostima, ogni volta che finisco di pranzare e me ne vado in camera, mio padre deve fare un commento su di me a mia madre, credendo che io non gli senti
Crede di aver sempre ragione e di stare sempre nel giusto, perciò ogni qualvolta ho cercato di rispondergli per le rime, alla fine quello nel torto son sempre io. Lui ha 70 anni e non credo che capirà mai la situazione..
Non so più cosa fare
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 183
Gentile utente, la capisco e comprendo il suo stato d'animo, tuttavia considero positivo il fatto che lei accorgendosi che il clima in famiglia è nocivo per la sua serenità voglia cambiare qualcosa. Mi sorprende però che dica che tutti e due i suoi genitori hanno settant'anni. Sua madre certamente è più giovane e probabilmente lei ha fratelli e sorelle. Potrebbe servirsi del loro tramite per cercare di far capire a suo padre che i continui rimproveri, i commenti e le critiche stanno ledendo la sua autostima e incrinando il vostro rapporto. Certo la cosa migliore sarebbe affrontarlo direttamente in un colloquio franco e aperto in cui domandare a suo padre se c'è qualcosa di concreto che lo disturba e che cosa può fare lei per migliorare la situazione. I genitori, e non solo se li separa dai figli lo spazio di due generazioni, spesso sono preoccupati per una serie di cose come le uscite tutte le sere fino alle tre di notte, le dormite fino a mezzogiorno, gli esami dai risultati deludenti, lo studio discontinuo, le frequentazioni di altri giovani altrettanto disordinati negli orari e nel rendimento, le spese fuori misura. Lei può pensare che tutto questo è perfettamente normale alla sua età, ma suo padre continuerà a preoccuparsi e a manifestare la preoccupazione nel modo peggiore, col rimprovero e col biasimo. Per cercare di uscirne, prima di parlare a suo padre lei faccia un elenco scritto di tutte le cose che ritiene possano disturbarlo. Valuti quali sono quelle che in fondo disturbano anche lei, a cui potrebbe rinunciare o che potrebbe moderare, e quali invece le sembrano irrinunciabili. Poi, rileggendo il suo elenco, si metta nei panni di suo padre e si guardi coi suoi occhi. Parli poi a suo padre con affetto, senza irritarsi ma cercando di fargli capire che a vent'anni si fanno per forza delle cose che nella maturità sembrano sbagliate, e gli venga incontro offrendosi di cambiare quelle che può davvero cambiare. Senza irritarsi gli chieda di dirle con franchezza quali concreti cambiamenti vorrebbe vedere. Non replichi subito; ne prenda nota con calma, anche se le sembrano richieste assurde, e dica che ci rifletterà, perché non vuole mandare a monte il vostro rapporto, ma dica anche che è scoraggiato e addolorato dalle continue critiche. Poi ci rifletta davvero, prima di attuare i due esiti distruttivi della rassegnazione o della rottura delle relazioni... e ci scriva ancora. Auguri sinceri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la sua risposta
Ha ragione, mia madre ha 62 anni ed ho una sorella di 40 che però vive con. La sua famiglia all'estero e la vedo solo durante le vacanze estive e invernali

La cosa che disturba di più mio padre è la mia introversione e timidezza (e per questo si preoccupa per il mio futuro), do poca confidenza alle persone che non conosco e difficilmente inizio una conversazione
Il tutto è più acuito quando sono in presenza dei miei genitori, quando sono solo o con amici mi risulta un po' più facile relazionarmi e parlare
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 183
Ha fatto bene ad aggiungere questi chiarimenti che rendono più facile capire. La sua timidezza e la sua introversione sono peggiorate con l'inizio dell'università? Spesso succede, e i rimproveri dei genitori non aiutano. Sarebbe questo il momento di consultare uno psicologo per avere una serie di indicazioni sul modo migliore di affrontare la situazione. Parli del suo disagio direttamente allo psicologo del centro universitario, oppure al Consultorio o alle ASL; il prezzo è ridotto. Anche in rete può cercare, sull'Albo degli Psicologi della sua regione, qualcuno che si occupi di problemi della timidezza nella tarda adolescenza. Molti auguri, e ci tenga al corrente.