Narcisismo? personalità borderline? ... e tanta confusione

Buongiorno,
la mia richiesta di consulto proviene da un'enorme confusione, ansia ed angoscia che ormai sono mie fedeli compagne di vita da oltre tre mesi.
Ho lasciato il mio ragazzo dopo più di 2 anni, in una maniera piuttosto "cruenta", nel senso che, al culmine di un litigio, ho raggiunto il punto di saturazione ed ho deciso di troncare il nostro rapporto. A questa mia affermazione sono seguiti pesanti minacce da parte sua (della serie: vai pure ma se torni indietro ti ammazzo), seguite da scuse immediate e poi silenzio per tre mesi.
Essendo stata molto turbata dall'accaduto - per il vero non solo dalle minacce ma dall'intera conversazione che toccava tasti per me molto importanti, quali i miei affetti familiari - ho decisodi rivolgermi ad uno psicologo.
Un caro amico mi ha poi consigliato la lettura di alcuni libri di Secci e della dott.ssa telfener, che ho trovato parecchio utili ed in cui purtroppo ho rivisto molti comportamenti ed atteggiamenti del mio ex.
Spinta dalle considerazioni personali fatte, ho parlato con lo psicologo dicendo che "secondo me", il mio ex potrebbe essere un narcisista patologico e il dottore ha ipotizzato che la mia "diagnosi"potrebbe con ogni probabilità essere corretta.
Abbiamo deciso di continuare la terapia breve per aiutarmi a superare la cosa ma purtroppo sono stata poco dopo costretta a ricoverarmi per complicazioni di salute dovute proprio allo stress di vivere questa situazione. Da allora non ho avuto modo (e forse nemmeno la forza) di riprendere la terapia. Ho smesso di leggere libri in materia perché mi sono sentita satura e perché ho creduto che anche avere troppe informazioni potesse essere deleterio per il mio stato emotivo attuale.
Specifico che, in effetti, il mio ex ha certamente problemi di natura psicologica, dovuti (sempre secondo il mio modesto parere) a problematiche di natura familiare e, in particolare, a patologie di natura psichiatrica che da tempo costringono uno dei suoi genitori a cure molto pesanti ed invasive. Credo che questa situazione lo abbia destabilizzato profondamente (è inevitabile credo) ma lui si ostina a rinnegare la realtà e anzi, quando ne abbiamo parlato, lui è sempre stato fermo nel dire che la cosa non lo toccava ormai. Premetto anche che tempo fa l'ho spinto a consultare uno psichiatra per superare altre problematiche (soffre di disturbi cutanei, lamenta dolori articolari e in alcuni periodi di forte stress questi sintomi si acuiscono molto), ma ha deciso dopo 3 sedute di interrompere il tutto.
Oggi non ci sentiamo da molto tempo. Lui dice di stare malissimo. Non esce, non parla con nessuno, "nemmeno con se stesso perché lo fa stare malissimo" (parole sue).
Io non dormo, faccio incubi, continuo a stare malissimo e alcuni eventi o persone a cui lo ricollego scatenano in me reazioni fortissime. Premetto che sono una persona solitamente molto controllata, ho sempre avuto il controllo di me e di quello che mi accadeva.
Non so cosa mi sta succedendo....
[#1]
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Gentile utente,

al di là delle “possibili diagnosi” del suo ex compagno, qui ci troviamo di fronte ad una situazione in cui lei si è comprensibilmente preoccupata di capire cosa stesse/sta accadendo a lui. È comprensibile. Lei sta soffrendo e vorrebbe capire lui.
Tuttavia in questi casi sarebbe altamente consigliabile una consulenza specialistica presso un collega psicologo psicoterapeuta ma non tanto per “capire lui”, comportamenti e atteggiamenti, ma perché il suo (tuo) malessere ha il diritto di trovare uno spazio di ascolto e condivisione andando verosimilmente a comprendere cosa l’ha portata ad intraprendere, mantenere e soffrire in una relazione così poco sana.

Lei adesso deve prendersi cura di se stessa non cercando di capire lui, ma che cosa non è andato nella vostra relazione e verosimilmente poter “guardare” alcuni gli aspetti di sè affinché non ricada in futuro in una simile trappola emotiva relazionale.

Stia bene!
Cordiali saluti

Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.

[#2]
dopo
Utente
Utente
Dottore ha proprio ragione e io stessa ho capito questa cosa quando, durante una seduta con lo psicologo che mi seguiva nei miei si scorsi, dissi che mi ero stancata di spendere soldi (mi passi il riferimento venale) per parlare dei problemi di un'altra persona, e di voler iniziare a parlare di me. Purtroppo poi ho avuto problemi di salute che mi hanno costretta ad interrompere le sedute.
Devo dire che però ho cercato e sto cercando di riflettere sull'accaduto. Sicuramente non è un caso che io abbia scelto lui, peraltro con una certa consapevolezza del fatto che si trattasse di una persona di cui non mi fidavo affatto e che mi ispirava insicurezza.
Strano, io sono sempre stata una persona piuttosto sicura di sé.
Del resto però c'erano alcune caratteristiche di lui che mi attiravano e mi attirano molto. Il lato estetico anzi tutto, la forte intesa sessuale (che per esempio mancava totalmente con il precedente compagno, con cui ho avuto una storia di 8 anni) e la sua capacità di farmi sentire "donna" sotto quel punto di vista. Inoltre è una persona molto sicura di sé, riesce a tenermi testa e a quanto pare a mettermi in difficoltà.
Purtroppo, portate agli estremi, queste qualità determinano conseguenze deleterie, creando in me insicurezze prima mai esistite, portandomi all'esasperazione e a non poter vedere per noi un futuro insieme.
Lei che ne pensa?
[#3]
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Penso che abbiamo avuto entrambi la stessa idea e che sia arrivato il tempo di “spendere qualche soldo” per se stessa con il fine di comprendere quali dinamiche intrapsichiche e interpersonali l’abbiano portata a scegliere quel partner.
Per esempio questo: “la sua capacità di farmi sentire "donna" ” potrebbe già essere un inizio o il fulcro della stessa scelta relazionale...

un/una collega certamente le potrebbero tornare utile nella disamina del mondo delle credenze e dei fattori che sono stati alla base della scelta della sua esperienza relazionale che se si è rivelata “appagante” per certi versi, di contro è stata (e probabilmente lo è ancora) estremamente dolorosa.

In bocca al lupo

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