Ansia lavorativa, attacchi d panico

Buonasera,
sono un ragazzo di 30 anni. Ho una formazione prevalentemente umanistica, ma nel corso degli anni dovuto reinventare web designer in modo da trovare lavoro
Per alcuni anni ho lavorato con mio zio, da circa 3 lavoro in un'agenzia di comunicazione Ho fatto un iter che ha previsto un primo tirocinio, ed adesso ho un contratto di apprendistato.
La problematica è che nel corso di questi anni i miei datori di lavoro hanno voluto che mi concentrassi sullo sviluppo piuttosto che la progettazione grafica, un qualcosa che non mi è mai andato a genio ma che con il tempo ho provato ad accetttare.
La problematica principale sta nel fatto da quando ho iniziato a lavorare ad ecommerce ( circa un anno e mezzo fa), sono comparse manifestazioni di ansia e panico, sia a lavoro che fuori.
Sono un ansioso di natura, ma lavorare a siti complicati che prevedono la vendita online, transazioni di denaro . il non saper bene dove metter le mani in caso di problemi al sito mi portano grosse ansie e difficoltà nell'affrontare serenamente il mio lavoro.
La tipologia di ansia non è bloccante, anzi diventa quasi ossessiva visto che sono capace di fare maratone di ore avanti al computer pur di cercare di risolvere problemi. Ciò ovviamente mi ha portato ad un abbassamento della qualità della vita. A lavoro spesso sono stressato e nervoso, la sera a volte sono tormentato da un problema che non sono riuscito a risolvere e la notte a volte dormo male.
Ciò lascerebbe pensare ad una situazione lavorativa pessima, invece ho un ottimo rapporto con i miei colleghi e dei capi da un lato comprensivi, dall'altro che però non hanno mai sostituito un collega che mi aiutava, informatico, e da li sono iniziati i veri problemi.
Il dover sopperire alla sua assenza e lavorare a progetti di ecommerce da solo non ha fatto altro che aumentare la mia ansia e le problematiche relative ad essa.
Ho provato con la psicoterapia, con l'assunzione di piccole dosi di xanax per brevi periodi (ovviamente sotto prescrizione del medico), ma la cosa non ha funzionato, e l'ansia di sbagliare e di affrontare parti del lavoro che mi risultano ostiche mi generano grande angoscia.
Nell'ultimo anno ho avuto diversi momenti di forte stress e di progressiva perdita di interesse per questa tipologia di lavoro, che da qualche mese sto pensando seriamente di dimettermi, perchè mi genera malessere.
Sono conscio che forse ingigantisco le cose, che non ho la responsabilità aziendale dei lavori e che ci sono lavori ben piu complicati e rischiosi, ma sto prendendo seriamente in considerazione di smettere perchè non sto bene ed ho capito che non è quello che voglio fare nella vita.Ma allo stesso tempo lasciare un lavoro ed un contratto di questi tempi è complicato, e credo sia difficile riqualificarsi lavorativamente in un altro settore, specie se non si ha idea di quale, ma sono mesi che sto procrastinando e tutto ciò non fa altro che farmi vivere periodi di forte ansia e . stress
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 183
Gentile utente, avendo letto anche la lettera che ci inviò tre anni fa, inizio col farle i miei complimenti. A quell'epoca sembrava che malgrado avesse al suo attivo una bella laurea non sarebbe mai riuscito ad intraprendere un lavoro fuori dal riparo sicuro di suo zio, e invece c'è riuscito alla grande, tanto da crearsi una competenza che non aveva e perfino da ampliarla fino ad un settore nel quale non riconosceva a sé stesso alcuna capacità.
Fossi in lei, io partirei dal ricordare questi successi per creare una base di sicurezza interiore.
Ma venendo al suo attuale sentirsi sotto pressione, al punto da dormire male ed essere perseguitato dal pensiero del lavoro anche a casa, prima di meditare l'abbandono di un ambiente tutto sommato accogliente, cercherei delle soluzioni. Si faccia aiutare da uno psicologo, che sia però uno strategico o un cognitivo/comportamentale, per affrontare due percorsi paralleli: 1) richieste precise sul posto di lavoro perché venga allentata la pressione su di lei in termini di orario, etc.; 2) la scelta/prescrizione di attività rilassanti, di svago e di sport, eseguite come farebbe per un allenamento o una cura medica.
Una curiosità: quando si è prodotta questa insicurezza? Che rapporto ha avuto in passato coi suoi genitori? E adesso?
Le faccio tantissimi auguri. Ci tanga al corrente.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#2]
dopo
Attivo dal 2015 al 2018
Ex utente
Salve, grazie per la risposta.
ho un aiuto psicologico da un po e se per alcune cose della mia vita va bene la gestione dell'ansia rimane un problema.

1) riguardo l'insicurezza sono cosi da sempre. soffro di una dermatite atopica di tipo grave sin da bambino e ho sempre avuto sensazione di svnataggio/insicurezza rispetto agli altri. e come si sa è una patologia con forti implicazioni psicosomatiche.

2) il rapporto con i miei è ed è sempre stato ottimo

per quanto riguarda i suoi consigli li apprezzo e li seguirò ma la fase di cercare un compromesso lavorativo l'ho gia passata nel corso di quest'anno.
Non ricevo troppe pressioni anche se svolgo molte mansioni che non mi smetterebbero.
Il problema è che queste mi generano davvero molta ansia e panico e non so come liberarmene. Faccio mille controlli xdelle cose che faccio, anche piu del dovuto, vado in titlt quando si presentano problemi che vedo come insormontabili e anche quando passano continuoa preoccuparmi ce possa succedere qualcosa. Non credo sia nè l'azienda nè il tipo di lavoro il problema, ma il mio approccio ed allo stesso tempo anche un mio rigetto/timore della cosa
[#3]
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 183
Lei ha fatto una valida autodiagnosi, mi pare. Se le cose stanno così non si parla più solo di ansia, e il suo terapeuta glielo avrà di certo spiegato. Non vorrei che lei avesse esitazioni ad affrontare in maniera radicale la cura del suo disturbo, limitandosi a sedute sporadiche. Nel suo caso la psicoanalisi non è la cura d'elezione.
Anche riguardo alla dermatite atopica lei ha centrato l'origine... ma solo in parte: è vero che si associa spesso a disturbi della sfera emotiva, ma non sempre paralizza l'azione fino a questi livelli.
Una curiosità: lei ha avuto fratelli o sorelle maggiori?
Non sottovaluti l'aiuto del suo terapeuta; al contrario, prema sull'acceleratore. Auguri.
[#4]
dopo
Attivo dal 2015 al 2018
Ex utente
salve, si ho un fratello maggiore, e anche in questo caso il rapporto è buono.
Non faccio sedute sporadiche ma settimanali.
- in che senso la psicanalisi non è cura d'elezione? grazie e buona serata
[#5]
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 183
La psicoanalisi non è ritenuta la psicoterapia più adatta al suo disturbo, come dimostra anche il fatto che lei non sta migliorando. Non penso che tale terapia le sia stata prescritta dal suo medico di base, e meno che mai da un eventuale psichiatra. C'è su questo sito una disamina delle varie psicoterapie; la legga, potrebbe esserle utile. www.medicitalia.it/minforma/Psicoterapia/533/Mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico
Mi stupisco però che non siano stati già il medico e lo stesso collega psicologo ad indirizzarla alla terapia più idonea. Rimane in me l'impressione che lei non sia veramente determinato a cambiare la sua condizione. Ancora auguri.
[#6]
dopo
Attivo dal 2015 al 2018
Ex utente
La psicoterapeuta mi ha consigliato anche l'eventuale terapia farmacologica e psichiatrica, ma la cosa mi intimorisce un po e ho sempre cercato di evitare.
In che senso pensa che non sono determinata a cambiare la condizione ?

Grazie e buonasera
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