Come affrancarsi da una madre padrona

Mia madre è una manipolatrice. Ha questa mentalità e non c'è nulla da fare. E' opportunista, egoista: viene prima lei per se stessa, mente per ottenere ciò che vuole e per raggiungere i suoi scopi. E' anche gelosa, distrugge i rapporti anche se poi resta da sola per scelta, o con chi le fa più comodo, ma non di certo con me. Molti anni fa mi ha abbandonato e così ogni sua responsabilità verso di me. Ho vissuto una solitudine immaginabile. Nelle rare occasioni in cui abbiamo un contatto mi inganna per carpire informazioni, per poi depistarmi, confondere ogni mio proposito che perde forza, mi distrugge. Condivide con me solo le lamentele per le malattie o le cose negative, mentre non menziona le cose belle, lei che ama godersi la sua vita top secret. E' anche una strategia questa perché nessuno le possa impedire di fare ciò che vuole. Quando ci sentiamo mi irrita, ho delle crisi di rabbia e lei ha impulsi di cattiveria, che durano nel tempo e si avvertono anche se siamo distanza. Ora che è anziana non è affatto cambiata: dopo decenni di abbandono vorrebbe in qualche modo, per opportunismo, la possibilità di poter contare anche su di me oltre che solo sul suo compagno che ormai è anziano. Ma credo sia meglio di no. La questione morale di doverle andare incontro, nonostante gli infiniti tentativi,tutti fallimentari, la sentirei pure, ma vivo tutto il senso di colpa con terrore, e ho paura perché sto davvero troppo male avendo a che fare con lei.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
Gentile utente,

non è che nella tarda età dei genitori certi conflitti esistenti da sempre si sanino, si plachino.

Certi figli continuano a sentirsi figli anche se hanno superato gli .. anta,
e certi genitori proseguono nell'esercitare la loro funzione genitoriale anchhe se ampiamente fuori età.

Starà a Lei individuare e mantenere quella "giusta distanza" che Le permette di non tornare ad essere "figlia",
ora che per età è una donna adulta autonoma.

Ci vuole un nulla per diventare figlia accudente (caregiver) rinunciando nuovamente e completamente alla propria vita.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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dopo
Attivo dal 2018 al 2019
Ex utente
Salve Dottoressa, può essere più esplicita? Cosa dovrei fare secondo lei?

Più pareri Dottori, vi prego, aiutatemi tutti.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
Gentile utente,

noi Psicoterapeuti non diamo indicazioni comportamentali,
quelle spettano alla singola persona
in quanto padrona della propria vita.

Ritengo di essermi espressa alquanto chiaramente in #1, per come lo si possa fare online;
vedrà poi Lei come applicare.

Nel caso si senta confusa o incerta,
chieda aiuto *di persona* ad una Psicologa anche Psicoterapeuta.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
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dopo
Attivo dal 2018 al 2019
Ex utente
Spero risponda anche qualcun'altro.
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dopo
Attivo dal 2018 al 2019
Ex utente
Volevo solo aggiungere, che i rapporti che mia madre distrugge sono i miei, non i suoi...e che dopo averli distrutti mi lascia sempre completamente da sola, cioè intendo dire che non distrugge i miei rapporti per poi poter stare con me piuttosto resta sola anche lei oppure si organizza con altre persone che come dice "le fanno comodo": uso testuali parole.
I rapporti che distrugge sono i miei rapporti con gli altri, con tutti: dagli amici, a chi cerca di aiutarmi, e sopratutto quelli con cui (anche se capita raramente perché è più difficile) stringo un legame più profondo. Questo lo interpreto o come un desiderio contorto di avere il potere su di me, oppure mia madre MI ODIA, e si vendica in questo modo: distruggendomi la vita.Non sto a spiegare le sofferenze indicibili che patisco perché non credo che possano comprendere, anche perché da fuori non si vede nulla, o comunque vengono sminuite a livello sociale, perché nessuno interviene o ci riesce (lei diceva dottoressa si rivolga a qualcuno: le pare facile...crede che non lo abbia già fatto?) oppure sono confuse come mie problematiche personali.
Un incubo senza fine, dove tutto si ripete inesorabilmente come in un circolo vizioso, difficilissimo da spezzare ma come dice la dottoressa, in cui invece per mia madre è facilissimo entrare: basta un nulla, una sola parola...è il gioco è fatto: la tensione incredibile che si avverte a distanza, anche senza vedersi mai...
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
Gentile utente,

noi non conosciamo la Sua, la Vostra storia,
e dunque non possiamo comprendere come una figlia possa essere tuttora così incastrata pur essendo ben oltre il mezzo secolo di vita.

In molti casi dove c'è un "persecutore"
c'è anche una vittima che "facilita" o che permette.
In tale senso raccomandiamo un percorso psicologico:
di consapevolezza, di capacità di fronteggiamento, di possibilità di sciogliere legami tossici.

Con queste suggestioni riteniamo esaurite le possibilità di un consulto online.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
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dopo
Attivo dal 2018 al 2019
Ex utente
Mezzo secolo: sono due volte che me lo dice. E basta...Un persecutore è un persecutore, punto. Può avere diverse motivazioni, vere o presunte, può ingannare, fingere, non accorgersene: dipende dalla personalità, dal carattere che ha.
E poi c'è un limite di età per i problemi, mi scusi?
Umanamente dottoressa, sarebbe come dire che se Hitler ha fatto del male, chi lo ha subito glielo ha permesso, per cui è corresponsabile del suo destino.
E' tosta come affermazione: provi a dirlo alle vittime.
Sinceramente poi non capisco perché si esprime al plurale: noi psicologi, noi...Ma se mi ha risposto soltanto lei! In quanti siete dietro alle sue risposte?
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
Sì, c'è un limite di età
"fisiologico" per certi psico-problemi,
tra i quali l'autonomia affettiva dai propri genitori.
Essere dipendenti psicologicamente da essi e subire il loro comportamento
a 16 anni è fisiologico,
a 50 tutt'altro.

Lei ci chiedeva nel titolo "Come affrancarsi da una madre padrona" e la risposta Le è già stata fornita in #1:
. prendendosi cura di sè,
. evitando di pensare che la responsabilità sia sempre di qualcun altro (Sua madre),
. facendosi aiutare a cambiare atteggiamento, in modo da riuscire a fronteggiare l'urto in maniera adulta, per la sua età attuale.

Se poi le considerazioni "tecniche" fornite nelle risposte vengono interpretate come "giudizi",
se i suggerimenti non risultano graditi in quanto difformi dalle attese,
questo non appartiene allo Psicoterapeuta che scrive;
possono dipendere dalla "permeabilità" di chi riceve la risposta, che,
in fondo, è l'oggetto sotterraneo di questo consulto.

La centralità del problema che ci presenta consisteva NON nell'essere consolata
- a consolare bastano le amiche -
MA nel ricevere un orientamento specialistico sul "come affrancarsi".
Per una risposta consolatoria bastano 50 parole e 10 minuti,
per una analitica occorre un tempo di due ore e molta dedizione ed attenzione,
talvolta non capite e dunque non apprezzate.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
[#9]
dopo
Attivo dal 2018 al 2019
Ex utente
Le sue risposte le leggo e ci rifletto: non capisco questa del limite di età, anche perché la madre in questione è ben più grande di me, lo è sempre stata: nel nostro conflitto ho avuto sempre io la peggio, lo svantaggio dell'età: non si può dire certo che sia stato un confronto (o un conflitto?) alla pari, la veda così...Oltre alla personalità differente, per cui non vado affatto d'accordo.
Comunque mia madre è anaffettiva...a 16 anni come a 50.
Però io chiedevo un aiuto per alleviare la mia sofferenza, per capire_ rispondermi che sono grande e vaccinata, questo lo possono fare tutti, e mi sembra soltanto una critica, facile facile...