Il mio medico mi ha dato xanax

Buongiorno vi scrivo per chiedere un consiglio. Ho 48 anni. Un anno e mezzo fa, in concomitanza con un trasferimento in una nuova città, ho avuto quello che in pronto soccorso mi hanno diagnosticato come attacco di panico. Ho avuto improvvisa tachicardia, fame d'aria, quasi sensazione di svenire e affanno. Mi sono spaventata molto. L'anno scorso a ottobre per gli stessi sintomi sono tornata in pronto soccorso. Le analisi che mi hanno fatto hanno dato esito negativo, elettrocardiogramma, ecografia al cuore, amalisi del sangue, saturazione e pressione Due mesi fa ho di nuovo fatto elettrocardiogramma per pratica sportiva e visita cuore polmoni dal mio medico di base con esito negativo. Ogni tanto avverto sensazione di disagio, fame d'aria, necessità di fare respiri profondi ma nulla di più. Da una settimana avverto stanchezza. Il mio medico mi ha dato xanax da prendere per un mese e poi al bisogno. Al momento non ho ancora preso il farmaco. Mi ritengo una persona ansiosa, sono in cura con omeprazolo. Desidero sapere se ritenete opportuno fare altri accertamenti o a chi potete indirizzarmi. Grazie in anticipo per la cortese risposta
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Dopo aver letto le sue precedenti richieste in cardiologia e altre specialità, a mio avviso dovrebbe rivolgersi a uno psicoterapeuta.

Lo Xanax non le risolve l'atteggiamento ansioso, c'è bisogno che impari a rendersi conto che i segnali del suo corpo che tanto la spaventano sono innocui.

Le suggerisco un terapeuta con approccio breve e focalizzato, come il comportamentale o lo strategico.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Gentile utente,

il fatto che lei sia una persona tendenzialmente ansiosa si evidenzia tanto da questo quanto dai precedenti consulti richiesti in aree mediche...
È come se lei avesse costantemente bisogno di rassicurazioni. Probabilmente anche parallele a quelle che le sono state fornite da medici in persona. Mi corregga se sbaglio...

La ricerca di rassicurazioni è abbastanza tipica di chi soffre di sindromi ansiose con, soprattutto, tendenza al controllo e intolleranza dell’incertezza.

Veniamo a quanto descrive adesso. Lei parla di diagnosi di attacco di panico fatto in ospedale alla quale sono stati accompagnati degli esami medici direi abbastanza approfonditi. La diagnosi di attacco di panico, non so chi gliela ha fatta, è bene che venga posta da un collega psicologo psicoterapeuta oppure da un medico psichiatra perché ha caratteristiche particolari che solo uno specialista della salute mentale conosce.
Da come descrive il primo episodio le posso dire che si, ci potrebbe essere stato un attacco di panico ma ho difficoltà da questa postazione (come ben comprenderà) capire se sia stato ADP o una acuzie ansiosa.

Legato a ciò scrive: <<<Ogni tanto avverto sensazione di disagio, fame d'aria, necessità di fare respiri profondi ma nulla di più>>> e che avverte stanchezza da una settimana. Che dirle? Gli esami medici negativi e la sintomatologia che presenta farebbero pensare ad una tendenza a somatizzare l’ansia. La stessa gastrite, quando idiopatica da un punto di vista medico, trova spessissimo spiegazione nel fatto che stomaco e intestino rappresentano il nostro secondo cervello dato che nel sistema gastroenterico è presente 1/10 dei circa 86 miliardi di neuroni che abbiamo all’interno del sistema nervoso centrale. Stomaco e intestino sono pieni di cellule neuronali. Ecco perché essi diventano il bersaglio più comune di stress e ansia.
Il cuore? Cambia poco...
Pensi che tra gli anni 70 e 80 un folto gruppo di cardiologi, neurofisiologi e psicologi individuarono il muscolo cardiaco non soltanto come tale ma come sede di circa 40.000 neuroni. Ecco perché spesso l’ansia porta ad aumento della frequenza cardiaca.

Quindi, per concludere, direi che la prima parte della domanda non avrebbe motivo di esistere: <<<Desidero sapere se ritenete opportuno fare altri accertamenti>>>.
Piuttosto: <<<chi potete indirizzarmi>>>.
Gentile signora, se con quanto avverte: <<Ogni tanto avverto sensazione di disagio, fame d'aria, necessità di fare respiri profondi ma nulla di più>> lei riesce a conviverci senza che la qualità di vita personale, sociale e lavorativa venga compromessa, direi che non occorre rivolgersi a nessuno. Ognuno di noi può attraversare periodi in cui l’ansia somatizza e scoccia un po...
Se però ne avvertisse necessità può contattare personalmente un/una collega psicologo psicoterapeuta specialista in psicoterapia cognitivo comportamentale oppure breve strategica. Entrambi gli approcci terapeutici sono riconosciuti come estremamente efficaci nella cura di ansia difficilmente gestibile.
Anche per una consulenza eh...
Non le sto mica parlando di psicoterapia.
La decisione spetta a lei.

In proposito le allego il link di un articolo della Collega Massaro circa i sintomi fisici dell’ansia. Potrebbe tornarle utile https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1064-quando-il-corpo-va-in-ansia-i-sintomi-fisici-dei-disturbi-d-ansia.html

Cordiali saluti

Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.

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Dr. Alessandro Mascherpa Psicologo, Psicoterapeuta 2
Buonasera. In effetti la sintomatologia da lei descritta rientra a pieno titolo nella gamma dei disturbi d'ansia. Mi pare di capire, da ciò che lei scrive, che però le crisi di panico vere e proprie non siano molto frequenti (3 in un anno e mezzo) seppure abbastanza intense, rispetto a vissuti sicuramente meno intesi e preoccupanti, ma più presenti nella vita quotidiana come un fastidioso sottofondo. Un trasferimento in una nuova città non è cosa da poco, anche se tendiamo sempre a minimizzare eventi di questo tipo (soprattutto se sono cambiamenti "in meglio"). Quella potrebbe essere una delle cause scatenanti, uno stressor notevole, soprattutto per una persona che si ritiene ansiosa anche in assenza di eventi palesemente stressanti. Le suggerirei di rivolgersi ad un collega psicoterapeuta della zona per approfondire meglio l'insorgenza degli attacchi, ma anche per capire meglio le cause del sottofondo ansioso che sembra essere persistente... Valuterà poi con lui/lei la strada migliore per lavorarci, in modo da diminuire il senso di ansia e prevenire gli attacchi di panico.

Cordiali saluti.

Dr. Alessandro Mascherpa
Psicologo Psicoterapeuta
www.gozellino-mascherpa.it

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dopo
Utente
Utente
Vi ringrazio per la sollecita e cortese risposta. Mi rispecchio interamente in quanto riferisce il dr. Pizzoleo: è vero che sono ansiosa, mi preoccupo e ho bisogno di rassicurazioni. Come scrive il dr. Mascherpa il trasferimento in altra città, a più di 300 km. di distanza, è stato per me un cambiamento positivo, è avvenuto a seguito del matrimonio, ma questo ha significato, per me che sono sempre molto abitudinaria e piuttosto ansiosa anche non di fronte a eventi particolarmente significativi, cambiare lavoro e adattarmi a un nuovo ambiente. Gli episodi forti sono stati solo tre in questo periodo anche se l'ultimo sono riuscita già più a controllarlo. I disturbi che avverto ogni tanto più latenti non interferiscono con la vita lavorativa e sociale, mi creano solo un po' di fastidio ma comunque tollerabile, anzi devo dire che quando ho la mente concentrata altrove non avverto nulla. Devo però anche dire che questo "fastidio" si accentua quando sono stanca, magari per lavoro, momento in cui anche i disturbi di stomaco si accentuano. La diagnosi di attacco di panico mi è stata fatta in ospedale ma non da un medico specialista del settore, poi il mio medico di base su quanto diagnosticato in ospedale, mi ha prescritto lo xanax. Ho letto l'articolo che mi ha inviato il dr. Pizzoleo, riconoscendomi in esso. Terrò presente i suggerimenti che mi avete dato e vi ringrazio ancora per l'ottimo servizio che svolgete
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Si è probabile che quando è molto stanca lavorativamente l’apparato gastrico ne risente e questo, per via ascendente, ha spiacevoli ricadute emotive e cognitive.
L’asse cervello- intestino/intestino-cervello funziona proprio così:
Disbiosi e/o alterazioni gastroenteriche hanno ricadute negative a livello mentale e viceversa.
Riprendo con piacere quanto detto dal Collega Santonocito: non si lasci impressionare da certi segnali che le invia il corpo...

Come scrive: tenga presente i suggerimenti che le abbiamo dato.

Lieto dell’aiuto

Saluti