Differenze tra terapia psicodinamica e cognitivo comportamentale

Buongiorno Dottori,
Che differenze ci sono fra una terapia psicodinamica ed una cognitivo comportamentale?
E Come si fa a stabilire quale sia la più appropriata per un paziente?
Queste sono le mie due domande e per raggiungere i 250 caratteri non so cos'altro aggiungere...
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Attivo dal 2018 al 2024
Psicologo
Gentile utente,
le ricerche hanno evidenziato che più che l'approccio teorico del professionista, ciò che determina l'efficacia dell'alleanza terapeutica sono le qualità personali del terapeutica (livelli di empatia, accettazione e limpidezza).

Di conseguenza, le consiglio di fare esperienza e valutare lei stesso come si sente con quello specifico terapeuta a prescindere dal suo approccio.
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dopo
Utente
Utente
Grazie Dottore, tuttavia la mia, era più che altro una curiosità didattica... Perché, da quel poco che ho capito io, la cognitivo comportamentale "gratta" solo in superficie, mentre la psicodinamica va più in profondità! ma mi piacerebbe avere qualche dettaglio in più...
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Attivo dal 2018 al 2024
Psicologo
La terapia cognitivo comportamentale è prescrittiva, nel senso che prevede che il terapeuta "rompa" il circuito disfunzionale che il cliente vive tra pensieri - emozioni - comportamenti.
E' tendenzialmente una terapia addestrativa.
Il principale pregio consiste nel fatto che è un approccio che esamina nel minimo dettaglio il rapporto tra antecedenti - comportamtenti - conseguenze, in tal modo si possono strutturare delle prescrizioni affinchè il paziente gestisca e superi il proprio disagio.

La principale criticità risiede nel fatto che questo approccio non lavora molto sul significato del sintomo (banalmente: perchè ho gli attacchi di panico?) ma si focalizza principalmente sulla sua risoluzione/gestione. E' possibile dunque che, in alcuni casi, la sintomatologia venga risolta e dopo tempo (settimane,mesi o anni) ne venga fuori un'altra proprio perchè la personapuò non aver lavorato sufficientemente sul proprio modo di essere. Questo ovviamente non va generalizzato perchè per molti pazienti tale terapia è risolutiva.

Gli approcci psicodinamici sono molteplici e tendenzialmente (anche qui sto banalizzando, ma è per rendere il concetto fruibile) consistono in una relazione terapeutica dove il terapeuta psicodinamico offre la propria interpretazione del mondo del paziente affinchè questo possa rivisitarla dando nuovi significati.

Il punto di forza è, a mio parere, la possibilità che si da al paziente di comprendere se stesso attraverso punti di vista differenti.
Il punto di debolezza sta nel fatto che tale meccanismo può incoraggiare processi di dipendenza ("è cosi perchè me lo ha detto il mio terapeuta") che non portano ad un vero e proprio cambiamento poichè si basa su una adesione a pensieri esterni a sè.

Mi permetto di dirle che esiste anche un terzo polo che è quello delle psicoterapie umanistiche.
Nello specifico ad esempio la psicoterapia rogersiana ha come obiettivo quello di promuovere la piena espressione della tendenza autorealizzativa intrinseca ad ogni organismo e questo avviene in un contesto in cui il cliente viene facilitato nella piena espressione di sè, viene quindi aiutato a dare nuovi significati non attraverso intepretazioni o direttive ma attraverso la totale focalizzazione del terapeuta nel mondo del proprio interlocutore.

Il punto di forza risiede nel dare pieno potere personale alla persona che diviene la sola artefice del proprio modo di ri-vedersi e di ricostruzione di significati.
Il punto di debolezza sta invece nel fatto che alcuni clienti necessitano di direttive, di consigli e di prescrizioni esterne, in quei casi tale approccio può non essere ottimale in quanto non prescrittivo.

Esistono moltissimi approcci, ho cercato di riassumere la questione quanto più possibile e spero di averle dato qualche spunto di riflessione.
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dopo
Utente
Utente
è stato molto chiaro e si, mi ha dato molteplici spunti di riflessione.
Grazie Mille!