Dopo un rifiuto, non ho più pace

Gentili signori psicologi,
Vi scrivo per cercare di avere aiuto in una situazione in cui mi trovo da mesi.Premessa: ho 33 anni, da oltre 7 sono impegnata con un uomo che attualmente ne ha quasi 41, ma ci vediamo solo nel fine settimana e lui non sembra avere voglia di qualcosa in più.
Ormai 5 mesi fa ho conosciuto un uomo di 39anni, mio allievo di un corso di inglese da me tenuto.La sua presenza mi ha turbata sin dal primo sguardo: bellissimo, carismatico, attore professionista, brillante...ho iniziato a pensare a lui giorno e notte, sempre di più.Terminato il corso, lui mi scrive per email e mi chiede di vederci...e ho accettato.Da quel momento, per 2 mesi, ci siamo visti anche 3-4 volte a settimana.Io non gli ho detto che ero impegnata perche' lui mi piaceva.Parlavamo di tutto, lui si apriva moltissimo con me e io con lui, abbiamo molto in comune incredibilmente e abbiamo scoperto di avere entrambi una malattia grave (io la sclerosi multipla, lui il morbo di Chron).Per farla breve, credo di essermi innamorata di lui.Un giorno, dopo 1 mese circa che ci frequentavamo, mi bacia molto appassionatamente e mi dice di avermi desiderata dal primo istante.Per me è stato stupendo, nonostante il fatto che fossi impegnata.Dopo un po'di tempo, mi chiede di andare a casa sua e le sue intenzioni erano molto chiare...ma io dopo un po'me ne sono andata via urlando che non volevo saperne più niente di lui e chiedendogli di non vederci né sentirci mai più.Lui dopo qualche giorno mi dice che sperava di riuscire a provare qualcosa di speciale per me, ma che non crede nell'amore, che è un anaffettivo, che aveva fatto tutto solo per "capire" i suoi sentimenti per me e che per lui non posso essere più che un'amica.Da allora, ci siamo visti meno, mi tratta realmente da amica/conoscente, nonostante il fatto che io gli abbia detto che mi sono innamorata di lui e che avrei lasciato il mio fidanzato per lui...ma lui niente, mi dice che non prova niente per me, solo "tantissima ammirazione, stima, rispetto per ciò che sei nonostante la malattia."Non so spiegarvi la mia sofferenza.Continuo a stare con il mio fidanzato, ho fatto diverse sedute di psicoterapia per farmi aiutare e dimenticare tutto.Ho provato a troncare con lui, ma niente, continua a farsi sentire e a cercarmi, anche solo per raccontarmi come sta e io non riesco a non rispondergli e ignorarlo.Una parte di me lo odia, l'altra ne è profondamente attratta e vorrebbe averlo per sé, un'altra ancora si sente in colpa per ciò che ho fatto al mio fidanzato e un'altra parte di me si sente presa in giro e pensa di aver semplicemente incontrato un porco subdolo, falso e ipocrita.Non so che cosa pensare: se avesse voluto solo del sesso, perché continuare a cercarmi dopo il mio rifiuto? Possibile che abbia semplicemente recitato tutto il tempo prendendomi in giro? Perché continua a cercarmi tutti i giorni?Sono molto confusa, disorientata e soffro molto per tutta questa situazione. Grazie mille in anticipo per l'aiuto.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara utente,

se si è rivolta ad uno psicologo per affrontare questa situazione ha fatto la scelta migliore e magari è necessario che prolunghi il percorso per venire a capo del problema, che parrebbe essere questo: come mai è attratta da uomini che mantengono le distanze con lei pur restando presenti e non desiderando affatto troncare la relazione?

Il suo fidanzato infatti è presente solo nel weekend e non desidera portare al livello successivo la vostra relazione, quindi "c'è e non c'è" allo stesso tempo.
Il suo nuovo amore a propria volta "c'è e non c'è", perchè si nega dal punto di vista sentimentale, ma è molto presente nella sua vita, non volendo rinunciare alla sua attenzione e ad occupare il suo spazio mentale. Da quanto ci dice sembra anzi che la stia tenendo in pugno, vista la sua incapacità di allontanarsene nonostante lui le abbia detto chiaramente che non prova ciò che lei prova.

Da dove nasce questo rapporto con gli uomini?
Forse dal rapporto con suo padre?
Forse da altre cause?
E' questo che deve approfondire in terapia, possibilmente rivolgendosi ad uno psicologo di orientamento psicodinamico (nel caso in cui il suo non lo fosse).

Le consiglio quindi di concentrarsi sull'analisi delle cause di quello che sta succedendo, per riuscire a diventare una persona libera dai condizionamenti che hanno origine nel passato e che non le permettono di trascorrere un'esistenza più serena.

Le faccio tanti auguri,

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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dopo
Utente
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Grazie di cuore dottoressa Massaro per avermi risposto.
Ho riflettuto molto sulle sue domande e ho notato che, da sempre, gli uomini nella mia vita sono sempre stati molto poco presenti.
Mio padre era nell'esercito, stava lontano per lavoro per mesi e, anche quando c'era, non parlava mai, ufficialmente perché era"depresso".Non ha mai avuto una diagnosi clinica di depressione, ma prima non accettava di essersi dovuto trasferire a 600 km da dove era nato e detestava il lavoro che si era visto costretto a fare, poi odiava tutto l'ambiente, i colleghi, i superiori...ma tutto questo me lo riferiva mia madre, perché, con me, non parlava proprio mai.In realtà spesso stava giorni e giorni, soprattutto nel fine settimana e durante le ferie, chiuso in casa, in pigiama per tutto il giorno, senza mangiare né parlare con nessuno.Ricordo con precisione che il giorno del mio undicesimo compleanno "aveva il muso", non mi fece nemmeno gli auguri: io sperai per tutto volevo giorno che me li facesse, ma non lo fece...e trascorsi la notte successiva a piangere.
Da quando sono nata ricordo un solo e unico complimento da parte sua, ovvero un "brava, continua così, sono fiero di te" di fronte alla mia pagella di prima elementare in cui avevo il massimo dei voti in TUTTE le materie.Da allora, più niente, solo tanto silenzio.Mai un battito di ciglia neanche di fronte a una collezione di 30 e lode e una laurea con lode in una facoltà notoriamente difficile e selettiva né di fronte al fatto che avessi trovato lavoro (anche se poi l'ho perso...) ancor prima di laurearmi.Quando ero piccola a volte mi schiaffeggiava perche' non dormivo di notte e andavo a svegliare lui e mia madre perché mi facessero un po' compagnia (dalla nascita ai 9 anni dormivo 4 ore circa per notte, poi sono ridiventata insonne sui 23 anni).Lo conosco molto poco, è un tipo taciturno, molto educato, diligente sul lavoro e di bella presenza.E'tutto quel che so si mio padre, nonostante abbiamo sempre vissuto insieme.
Venendo alla mia vita affettiva...ho avuto il mio primo ragazzo presto, avevo 14 anni appena compiuti e lui viveva a 300 km da casa mia (ci eravamo conosciuti in vacanza), ma per me era una storia serissima.Ci scrivevamo delle lettere e gli telefonavo di nascosto da tutti, ci sentivamo pochissimo.Mi lasciò lui, dopo 6 mesi circa, perché "non ha senso stare insieme così"...aveva ragione.
Conobbi il mio secondo ragazzo dopo 3 mesi, ma ci vedevamo pochissimo e sempre di nascosto perché mia madre non voleva che stessi con lui (in realtà era un bravissimo ragazzo, era mia madre ad avere non so esattamente che tipo di problemi), scoprii molti anni dopo che aveva addirittura ingaggiato un investigatore privato per farmi seguire e per controllare che non andassi da lui.Mi ha rovinato per sempre la mia prima vera storia d'amore.Anche lui mi lasciò, dopo un anno esatto sempre "perché non ha senso stare insieme così"..e dopo poco stava con un'altra i cui genitori, probabilmente, non avevano problemi a farla uscire con lui.
Dopo soli 3 mesi conobbi il mio ragazzo successivo, stava a 600 km di distanza, nel paese d'origine dei miei genitori.Ci vedevamo pochissimo, ma vi sentivamo molto.Siamo stati insieme 5 anni e mezzo, lo lasciai io perché non ero soddisfatta del nostro rapporto e, dopo pochi giorni, stavo già con un ragazzo che mi stava dietro da sempre... bastò mandargli un messaggio e mi chiese di vederci e ci mettemmo insieme poco dopo.Siamo stati insieme 4 anni esatti,forse i 4 anni più felici e spensierati della mia vita.Ci vedevamo solo nel fine settimana perché, durante la settimana, all'inizio io studiavo e lui lavorava, poi lavoravamo entrambi.Ci siamo lasciati perché io volevo che convivessimo, lui no, io insistetti troppo e arrivai addirittura a schiaffeggiarlo in un momento di grande rabbia...e così rovinai quello che sarebbe potuto essere l'Amore della mia vita.Dopo soli 3 mesi (come avrà capito, non sono mai stata da sola per più tempo di così) conobbi il mio attuale "ragazzo", che tanto ragazzo non è, di cui ho già detto.
Mi sono resa conto che il ragazzo che ho conosciuto al mio corso, per me... sarebbe una ventata d'aria fresca, un'occasione per ricominciare, magari finalmente con un uomo passionale, caldo, affettuoso, quale lui mi è sembrato essere all'inizio.Nel frettempo, ieri sera ho litigato con il mio fidanzato perché gli ho detto che io vorrei che si decidesse a fare qualche lavoro all'interno della casa in cui vive (principalmente imbiancare e riarredare), così potremmo viverci insieme, ma lui è montato su tutte le furie dicendomi che non devo fargli pressioni e che non ho il diritto di pretendere nulla da lui (in realtà è sempre stato lui a dirmi che avremmo vissuto insieme in quella casa).Avrei voluto urlargli in faccia"io non ne posso più di te, sappi che ti ho tradito con un altro, stavo per andarci a letto, perché tu mi fai sentire come se fossi morta!!!"Per evitare di peggiorare la situazione, non l'ho fatto...e continuo a soffrire, sola, disorientata, triste e disperata in una situazione nella quale, da anni, non vedo via d'uscita... grazie infinite di cuore per l'aiuto.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Carissima,

è probabile che lei abbia da colmare un importante vuoto affettivo provocato dall'evidente assenza - soprattutto affettiva - di un padre partecipe, avendo avuto un papà che è stato invece chiuso in sè stesso e forse anche depresso, e che per questo si tenga stretto un fidanzato che, di fatto, le sta dicendo che non deve "permettersi" di chiedere nulla e tanto meno di fare alcun progetto.

Stando a quanto ci racconta l'incontro con il secondo uomo è di nuovo l'incontro con un uomo assente, anche se in maniera diversa, e quindi si potrebbe pensare che non si tratti ancora una volta di una relazione che le potrebbe dare serenità.

Visto il suo passato è probabile che fino a quando non lavorerà con uno psicologo all'elaborazione del rapporto con suo padre difficilmente potrà trovare qualcuno che le si dedichi completamente e che lei non debba inseguire per averne l'attenzione (come accadeva con suo padre).

Per questo rinnovo l'invito a farsi seguire dal punto di vista psicologico per sciogliere i nodi del passato che ancora la condizionano.
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dopo
Utente
Utente
Grazie mille dottoressa Massaro,
Cercherò il più possibile di continuare a farmi seguire perché mi rendo conto di averne molto bisogno, anche se è molto costoso, soprattutto considerando il fatto che guadagno veramente poco.
Purtroppo devo ammettere che mio padre, dal punto di vista affettivo, mi ha dato veramente pochissimo, quasi niente, mentre mia madre è ed è sempre stata fin troppo presente, soffocante, asfissiante... come risultato, come ha giustamente compreso, elemosino letteralmente le attenzioni e l'affetto degli uomini,accontentandomi peraltro di poco, mentre respingo le donne (non ho amiche e, anche sul lavoro, sono e sono sempre andata molto più d'accordo con gli uomini).
Le chiederei solo un ultimo consiglio: come riuscire a chiudere definitivamente con il "secondo" ragazzo, come riuscire a staccarmene... senza soffrire.Se capita infatti che un giorno tardi a farsi sentire mi sento subito sola ed è già capitato più di una volta che sia stata io a cercarlo.
Grazie infinite.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Può rivolgersi tranquillamente a una struttura pubblica, come il Consultorio Familiare o il Centro di Salute Mentale, per farsi seguire, o rivolgersi a miei colleghi nel privato facendo presente la sua situazione economica, se è in oggettive difficoltà.

Per quanto riguarda il secondo uomo penso che l'unica cosa da fare sia chiudere senza tanti discorsi (che potrebbero proseguire inutilmente a lungo) e senza trascinare ulteriormente la situazione: lui le ha detto che non intende impegnarsi e può utilizzare questo ottimo motivo come spiegazione per tagliare i ponti.
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Grazie infinite dottoressa Massaro per i suoi preziosi consigli e per avermi risposto anche il giorno di Pasqua.Spero di avere la forza sufficiente per riuscire a seguirli e stare meglio tra un po'di tempo.Grazie ancora per la sua professionalità e umanità.Buon lunedì di Pasqua e buon lavoro!
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Mi aggiorni quando vuole, se le fa piacere.
Tanti cari auguri,