Disturbo evitante di personalità

Salve, sono un ragazzo di 21 anni. Scrivo qua perché non saprei a chi altro rivolgermi: soffro di disturbo evitante di personalità. Ho fatto solo pochi mesi di terapia pagati con miei soldi e all'insaputa dei miei genitori. Sono studente universitario fuori sede e, avendo in questo periodo terminato le lezioni, sono tornato a casa dai miei, i quali ora mi obbligheranno -come sempre- a stare tutta l'estate insieme a loro in una casa in un posto isolato nei pressi di una località marittima. In essa, sino a due anni fa, uscivo con dei ragazzi ma, trovandomici malissimo e uscendoci solo perché obbligato dai miei, smisi di frequentarli. Così, durante quell'estate, i miei passarono tutti i giorni a urlarmi e dirmi bruscamente che dovevo uscire, che non era normale il mio comportamento e cose simili. Ovviamente dovevo uscire obbligatoriamente in quel posto. Una frase di mio padre, rivoltami l'altro giorno, mi ha mandato in panico: ho paura che quest'estate sarà come l'altra e io non potrei davvero sopportare una cosa simile. Vorrei essere capace di avere una vita mia, lontano da questa casa in cui mi sento soffocare, pur tuttavia riconosco di non esserne in grado: l'incapacità di farmi nuovi amici all'università ne è la riprova: i vissuti di intensa ansia, senso di inadeguatezza, di estraneità mi rendono le relazioni un peso invece che un piacere. Ho valutato, per scongiurare la nefasta possibilità suddetta, diverse opzioni: ho pensato dapprima di andare a lavorare, successivamente ho anche valutato di andare in un camping per imparare l'inglese. Tuttavia mi rendo conto di non essere psicologicamente in grado, né di fare certi lavori -quelli a contatto con le persone che richiedono un minimo di capacità relazionali- né tantomeno di andare in un camping: già solo l'idea mi mette un'ansia devastante e poi sono anni senza quasi rapporti sociali, per cui forse è un po' troppo. Ci sto davvero male per questo, non tanto per la mia solitudine, quanto piuttosto per il non essere in grado di uscirne: mi sento una persona limitata proprio perché, se volessi fare nuove esperienze e conoscere nuove persone, non potrei -passare un mese o più in quel camping sarebbe stato un ottima esperienza di arricchimento, dal momento che sarei entrato a contatto con persone di diverse culture e, in generale, con persone nuove- l'ansia, la paura che certe cose che mi sono successe (bullismo) possano riaccadere, del fatto che mi hanno abbandonato tutti e non ho nessun sostegno, mi renderebbero la cosa molto stressante. Io non vorrei che le cose stessero così, vorrei che la socializzazione fosse una cosa semplice e spontanea poiché sento che mi stia perdendo qualcosa dalla vita: conoscerei meglio me stesso, sarei arricchito dalle molte esperienze che, potenzialmente, avrei potuto e potrei fare se non fosse per i problemi sopra detti. Comunque ho già deciso che a settembre, quando me ne andrò nuovamente da casa, inizierò di nuovo la terapia, ma nel frattempo cosa posso fare?
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

chi ha posto diagnosi di disturbo evitante di personalità?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
dopo
Attivo dal 2019 al 2019
Ex utente
Salve dottoressa, la ringrazio per avermi risposto. La diagnosi me l'ha data (su mia richiesta) lo psicoterapeuta con cui ho fatto il periodo di terapia.
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