Solitudine single

Buongiorno,
sono una donna ho 36 anni e sono single e questa condizione inizia a pesarmi.
La mia famiglia di origine è seria din troppo: ho una sorella più grande sposata col primo amore a cui la vita ha dato tutto senza troppi problemi che sin da piccola non mi ha mai granché considerata tanto che non sono abituata a parlarle di me, Una madre ansiosa che ostacola allontanamenti e novità , un padre che ritiene giusta la sua visione della vita e poco incline a lasciare libertà. Conducono una vita senza grandi uscite, rari erano gli amici invitati a casa,. Essendosi trasferiti dal sud non abbiamo parenti in zona per cui non avuto nemmeno la compagnia di cugini.Da piccola sono sempre stata molto timida , legavo con una persona alla volta , faticavo a inserirmi nei gruppi o in ogni caso ero poco cercata e finivo per essere esclusa o abbandonata.Al liceo avveniva lo stesso e io per un forte senso di inferiorità o per non aver piacere a fare esperienze consuete per altri ubriacarsi, fumare, non ho legato sebbene non criticassi apertamente semplicemente a me non andava.
All'università stessa situazione , pochi amici non veri , difficoltà in particolare a fare amicizia con le ragazze, qualche corteggiatore perchè sono una bella ragazza ma non ricambiavo. Alla fine per caso conosco un ragazzo che abita lontano 6 anni più piccolo ed è stato un forte amore per entrambi che però non ho voluto dire in casa per paura del giudizio dei miei confidando di farlo in futuro quando avrei avuto casa e lavoro mio. Purtroppo piano piano si è allontanato dandomi meno attenzioni e preferendo gli amici , sono scattati i litigi e sentendosi soffocato mi ha lasciato.Ho fatto di tutto fino ad oggi per riaverlo inutilmente, lui ha avuto varie esperienze non privando per nessuna gli stessi sentimenti dicendo che il problema era la distanza che per altro non ha mai voluto risolvere, Lui mi da colpa della fine della storia per non aver risolto la distanza e per i litigi come fosse solo colpa mia, ad oggi vuole una ragazza vicino, non si sente di venire da me o di farmi venire perchè i sentimenti non sono queli di un tempo ma in realtà da come parla credo sia l'angoscia di un impegno serio oltre ad aver definito il mio carattere lamentoso. Specifico che durante la storia io stavo male fisicamente per attacchi di panico causati da un problema risolto due anni fa e che mi ha fatto ritornare a una vita normale. Mi trovo così a 36 anni a vivere a casa dei miei, lavoro che va e viene e a poter uscire di casa solo fra qualche anno, il peso dei genitori e dei loro litigi su di me, vincolata a un paese piccolo, nessuna amica, una sorella che non si interessa di me , un dolore per un amore in cui avevo creduto perso, i rimorsi per non esser stata più coraggiosa e meno lamentosa. Ad un tratto ho realizzato di avere 36 anni , di essere sola, di aver paura di non trovare un compagno e di non innamorarmi più. Non voglio accontentarmi ma da sola..sto perdendo tante esperienze .Come fare?
[#1]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 506 41
Gentile Utente,

essere autonomi e indipendenti NON significa sempre e solo andare via da una casa e abitare da soli. Se Lei non diventa autonoma e indipendente anche nelle relazioni e non si svincola dai Suoi genitori che descrive come "Una madre ansiosa che ostacola allontanamenti e novità , un padre che ritiene giusta la sua visione della vita e poco incline a lasciare libertà. ", resterà invischiata in queste relazioni.

Non sappiamo da qui quanto peso abbia avuto la relazione con i genitori, ma è utile focalizzarsi sulle soluzioni al problema.

Forse non sarà facile come a 18 anni, ma anche alla Sua età è possibilissimo incontrare qualcuno cui voler bene.
Faccia attenzione, perchè l'eccessiva preoccupazione potrebbe diventare il più grande problema.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica