Ansia in automobile

Salve, sono un uomo adulto alle prese con un problema improvviso, lo scorso mese di punto in bianco ho avuto un attacco di panico in auto con amici, all'inizio pensavo di morire, ero agitato, avevo tachicardia e volevo solo urlare di fermare la macchina per scendere ma essendo in autostrada ho sentito ancora di più l'idea della gabbia, il tutto è durato circa un'ora, praticamente l'intero viaggio. Andato dal medico mi è stato diagnosticato questo disturbo da panico. La scorsa settimana di nuovo, in macchina, sempre da passeggero (non guido), una sensazione di malessere terribile, vertigini da seduto, sudorazione fredda/calda, tremori, tachicardia, senso di morte imminente, tutto durato quaranta minuti buoni. Mi hanno consigliato Xanax, ma ho provato a prenderlo e mi da solo troppa sonnolenza e l'agitazione mi rimane. Vi scrivo perché dopodomani devo andare con la famiglia in montagna, sempre un'ora buona di autostrada, devo andare sia per motivi personali importanti sia perché non voglio tirarmi indietro a causa dell'ansia ma non so cosa fare al pensiero di iniziare a stare male appena superato il casello, temo che quell'ora di autostrada possa farmi impazzire, ci sono delle tecniche per mantenersi calmi e non uscire di testa? La tensione nervosa che si prova in questi attacchi può uccidere davvero, considerando che ho più di 40 anni? Vorrei essere positivo ed affrontare il viaggio senza pensieri ma appena salgo in auto e ci allontaniamo dalla città ormai tremo, posso provare in qualche modo ad impegnare la mente per quell'ora, ci sono degli esercizi da fare per non cadere preda dell'Isteria? Naturalmente penso di dovermi rivolgere ad uno specialista ma ho iniziato a star male da poco, ed il tempo prima del viaggio stringe, se potete aiutarmi in qualche modo vi ringrazio, ho davvero paura di andare in ansia acuta e farmi venire un colpo, mi rendo conto di non riuscire più a ragionare ed io sono una persona super razionale! Grazie.
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Buongiorno,

comprendo che abbia urgenza di risolvere il problema che sta vivendo, che il suo medico ha diagnosticato come un Disturbo di panico. Deve viaggiare e quindi è necessario che lei stia bene. Immagino la sua preoccupazione e, considerando che al momento lei ha già fatto il viaggio di cui ha parlato, poiché le sto rispondendo dopo il 9 agosto, mi auguro che sia riuscito ad affrontarlo.

Accanto alla difficoltà comprensibile di questo periodo, mi preme fare una riflessione che va al di là dell'urgenza.
Leggendo il suo consulto, mi sono chiesto se il fatto che lei sia "super razionale" non sia coerente con la sua richiesta di tecniche risolutive per il suo malessere, attraverso cioè esercizi che possano sostenerla.

Il nostro corpo è un'organizzazione complessa che, a mio avviso, non possiamo governare semplicemente con degli esercizi all'occorrenza. Diviene allora fondamentale fare un passo inverso, chiedendosi cioè come mai lei sia così razionale, se forse sente la necessità di voler controllare i suoi vissuti, che invece in questo momento sembrano sfuggirle di mano.

L'uso degli esercizi, allora, potrebbe essere paradossalmente rischioso e controproducente, poiché comprime dei vissuti che, per qualche motivo oggi, vogliono evidentemente emergere. Il rischio è quello di un match, in cui essere razionali funziona da compressione a fronte di emozioni che oggi non vogliono sentire ragioni. Questo può generare un'esplosione emotiva, come quando si tenta di costringere qualcosa che spinge per emergere.

Più che esercizi è allora importante comprendere quello che sta accadendo, capire come mai si sta sviluppando proprio ora e, guardandosi dentro, dare spazio a se stesso e alle sue emozioni più profonde, che forse stanno cercando di farsi ascoltare da lei.

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis

Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dottor De Sanctis, La ringrazio sinceramente per la sua risposta esaustiva e davvero necessaria per me in questo momento.
Lei ha perfettamente ragione, il mio disturbo d'ansia sta cercando di scombinare un mondo dentro di me ormai completamente soffocato dai doveri e dall'eccessiva razionalità.
Il mio problema al momento è il periodo di vacanza in cui il tutto è esploso, non sono nella mia città ed ho molte incombenze a cui rispondere, per questo mi chiedevo se ci fosse un qualche modo di sopravvivere fino a Settembre.
Ogni nuovo giorno è diventato una montagna da scalare, cammino barcollando, il battito sfarfalla, mi sento sul punto di svenire anche 5,6 volte al giorno, sono andato in tilt e a causa di traumi passati mi sono reso conto di aver sviluppato una fobia per gli ospedali che mi confonde maggiormente poiché mi sento male ma il pensiero di finire al Pronto Soccorso mi accentua il malessere, il mio cervello è una trottola e sto cercando di sopravvivere fino al ritorno nella mia città, dove naturalmente mi muoverò per iniziare una terapia di cui necessito sicuramente.
Scusi lo sfogo e grazie mille ancora per le sue parole che mi hanno fatto sentire compreso ed hanno tranquillizzato un pò il mio spirito inquieto, complimenti per il suo lavoro e la sua sensibilità.
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Salve,

comprendo l'urgenza in cui si trova. Mi chiedo come mai questo malessere sia insorto recentemente, fino ad esplodere in questo periodo di vacanza, e se la vacanza stessa ne aumenti in qualche misura l'intensità.

Colpisce, inoltre, che l'uso del farmaco abbia avuto un effetto controproducente, così come sembra esserlo l'idea di andare in Pronto Soccorso. Non so, forse una parte di lei desidera esprimere questo malessere, desidera che il suo "spirito inquieto" venga compreso e accolto?

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
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