Ragazzo con comportamenti potenzialmente violenti

Stiamo insieme da 8 mesi, tra noi c'è molta intesa e ci vediamo praticamente tutti i giorni, è un ragazzo abbastanza tranquillo generalmente ma quando litighiamo tira fuori un lato di sé che a tratti mi preoccupa, entrambi alziamo molto la voce, lui mi urla in faccia fortissimo e mi insulta, mi tratta male e fa scenate a volte anche davanti ai nostri amici, quando faccio l'atto di andarmene lui me lo impedisce, mi strattona e mi tira il braccio, due volte ha anche mimato il gesto di darmi un pugno (senza mai toccarmi). Una volta gli ho detto che volevo uscire con un amico a cui piacevo per parlare (forse lo stavo provocando per vedere la sua reazione) lui ha dato un pugno fortissimo al muro e si è rotto la mano, quando siamo andati in vacanza stavamo litigando, ha dato un calcio al mio trolley e poi mi ha messo la mano sul collo stringendo leggermente per un attimo. Ne abbiamo parlato e ha detto che anche se non è una giustificazione io lo assillo e lo faccio impazzire con i miei comportamenti e forse ha ragione, ha anche detto che non si era reso conto di avermi stretto il collo si è messo a piangere dicendo che è un mostro e non vuole farmi del male. Non mi ha mai fatto male ma sono i gesti che mi preoccupano. non so cosa fare, cosa dirgli quando fa così e come trattare il problema, so che ci sta male e mi ha detto che vuole cambiare e cercare dei corsi per gestire la rabbia. Quando fa così cosa devo fare? Cosa gli dico? Non voglio farlo sentire troppo in colpa perché ci si sente da solo e non voglio farlo soffrire ma deve cambiare.
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Dr. Alessio Vellucci Psicologo, Psicoterapeuta 92 5
Gentile Utente,

quella che ci racconta è una situazione "al limite" nella quale l'aggressività sembra manifestarsi prevalentemente a livello verbale, anche se ciò non la rende meno delicata.
E' molto incoraggiante il desiderio del suo ragazzo di lavorare sulle radici di questa rabbia e sulla sua espressione, ci fa ben sperare per il futuro di entrambi.

Il consiglio che mi sento di darle è di provvedere sempre alla sua messa in sicurezza, prima di ogni cosa, ovvero prendere le distanze da tutte quelle occasioni nelle quali possa essere oggetto di queste reazioni così aggressive, sia verbali che fisiche.

Disinnescare, dunque, e dove non è possibile, allontanarsi.

Sono rimasto incuriosito, tuttavia, dalla sua ammissione rispetto la tendenza a cercare una reazione da lui, provocandolo, dinamica che sembra scuoterlo eccessivamente, come tutti e due riconoscete.
Di che natura è la reazione che cerca nel suo fidanzato?

Un caro saluto

Dr. Alessio Vellucci
www.miodottore.it/alessio-vellucci/psicologo-psicoterapeuta-psicologo-clinico/roma

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la risposta tempestiva, la mia "provocazione volontaria" è avvenuta solo una volta, dopo che aveva dimostrato degli atteggiamenti che hanno fatto suonare in me un campanello d'allarme, la mia intenzione è stata quella di vedere se si fosse spinto oltre, in quel caso è stato solo un pugno al muro, so che è stata una mossa stupida.
Lei mi consiglia di "disinnescare", è quello che cerco di fare, quando un litigio si spinge oltre cerco di allontanarmi per calmarmi ed evitare di urlare o peggiorare le cose ma lui me lo impedisce con la forza, mi stringe il braccio a volte lasciandomi dei lividi, quando si arrabbia così tanto i suoi occhi cambiano sembra un'altra persona, urla in un modo spaventoso, lancia gli oggetti e tira pugni e calci dove capita, poi dopo si rende conto degli scatti che ha avuto, dice che al momento non aveva il controllo, che non si ricorda bene cosa ha fatto e si scusa insistentemente. Io cerco di non farglielo pesare troppo e di non ingigantire la cosa anche perché non mi ha mai fatto davvero male.
Fin'ora i motivi dei litigi sono sempre state stupidaggini, e temo che se capiteranno litigi ben più gravi lui possa andare oltre nei momenti in cui perde lucidità.