Chiedere ad un amico il proprio orientamento sessuale

Salve.
Sono sempre stato un ragazzo riservato, solitario, particolare, "vecchio dentro".
L'unica, mia, vera gioia di questi 5 anni è stato un ragazzo che oggi considero il mio migliore amico. Si chiama A. e fin dal primo superiore ha riservato nei miei confronti un atteggiamento unico, distinguendosi dal resto della massa informe e destinandomi quelle attenzioni che mi hanno aiutato enormemente in questi anni. Ha sempre tentato di coinvogermi, di farmi sentire integrato con l'ambiente esterno, individuando fin da principio il mio problema sociale, la causa scatenante di tutto, a cui forse non avevo fatto caso neanch'io prima di allora: la mancanza di fiducia in me stesso, il mio considerarmi sistematicamente inferiore agli altri, non all'altezza di loro. Io considero tuttora A. la mia salvezza, ed ho una stima immensa nei suoi confronti. Provo un senso di riconoscenza enorme per lui, e mi sacrificherei in tutto e per tutto pur di vederlo realizzato e felice.
Nel tempo ho avuto modo di apprezzare ogni sua sfaccettatura, cercando sempre di considerare i suoi aspetti migliori, e tentando di giustificare in ogni modo quei suoi tratti negativi che pure si sono manifestati lo scorso anno. Alla fine dello scorso anno A. odiava tutti. Odiava me, e non faceva altro che isolarmi, ignorarmi, proprio come avevano fatto tutti nei tre anni precedenti. Ma era pur sempre il mio salvatore, e, seppur a volte con disappunto, ho sempre ingoiato il rospo e continuato ad apprezzare i suoi lati migliori, appannando e dimenticando quelli peggiori.
A. ha sempre avuto un atteggiamento ambivalente nei miei confonti, di odio e amore direi. A volte mi è sembrato che provasse nei miei confronti un affetto anche superiore alla semplice amicizia. A parte gli sguardi che talvolta mi ha rivolto, spesso mi chiedeva cose che un semplice amico non chiede. Tipo di fargli massaggi sulla schiena e sulle spalle. A volte si sedeva sopra di me, anche quando non mancavano sedie. Oppure nello spogliatoio guardava con curiosità i "pacchi" altrui. Quando è caduto slogandosi una caviglia ha chiamato a me per primo, prima ancora di altre persone che conosce da una vita. Talvolta a ricreazione si sdraiava sulle mie gambe. Insomma, atteggiamenti che mi hanno fatto pensare, e che spesso erano accompagnati da battutine degli altri (es. "ah che carini piccioncini") ai quali lui non dava alcuna importanza. È importante sottolineare che al contrario due volte nel corso di questi 5 anni ha mostrato interesse nei confronti di una ragazza della nostra classe. Ieri ci siamo rivisti dopo l'estate e ho appreso (non da lui direttamente ma da un altra persona), che si sta sentendo con una ragazza che ha conosciuto recentemente. Dunque ho questo dubbio che mi assilla, vorrei tanto chiedergli il suo orientamento sessuale, se veramente ha provato qualcosa nei confronti di un ragazzo in passato. Ho troppo paura di rovinare la nostra amicizia peró e non vorrei metterlo a disagio.
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Buonasera,

ha comunicato in modo toccante sfumature emotive intense, che sente per A. Potremmo dire che di lui ha conosciuto pregi e difetti, e non si è scoraggiato per questi ultimi. A lui ci tiene molto.

Nel viverlo come il suo salvatore, potremmo forse dire che sente che A. abbia potuto provare interesse per lei in modo sincero e, per come lo comunica, forse anche in modo amorevole. A. sembra essersi sintonizzato con lei, e insieme avete creato una dimensione di profonda intimità. Nonostante lei sia un ragazzo "riservato e solitario", ha potuto sviluppare un rapporto di autentica condivisione, che ha sentito estremamente vitale.

Sente che A. per lei prova sentimenti "ambivalenti, di amore e di odio". A volte sente che il suo affetto supera l'amicizia, quando ad esempio si rivolge a lei in modo confidenziale ed esclusivo, cosa che rilevano anche gli altri che vi percepiscono in una dimensione affettiva speciale ("i piccioncini"); altre volte sente la sua freddezza, la distanza inattesa che mette tra voi, e questo la fa stare inevitabilmente male.

Non so dirle se questa ambivalenza possa essere significativa, ma immagino che sia quello che lei pensi, sottolineando un aspetto che potrebbe essere in effetti cruciale. Come se volesse cioè sostenere, mi corregga pure se mi sbaglio, che A. possa essere a lei molto legato, ma ugualmente possa avere paura del suo stesso desiderio per lei.

A fronte di questa ambivalenza che suscita in lei un "dubbio assillante", ecco che tenta di capire quale sia il suo orientamento sessuale. Se cioè A. sia attratto dai ragazzi, come potrebbe sembrare dal suo sguardo in spogliatoio e non solo, oppure se possa avere interesse per le ragazze, come è già successo sia in passato sia di recente.

Questo suo interrogativo è corretto ed è comprensibile la sua perplessità sul modo in cui affrontare questo discorso, che è delicato. Prima di affrontare questo suo interrogativo, tuttavia, sento importante un'altra domanda, che riguarda lei stesso. Vorrei che insieme potessimo chiederci innanzitutto che cosa prova per lui, se cioè anche lei provi per A. un affetto superiore alla semplice amicizia?

Le faccio questa domanda, non so quanto scontata, perché sento che lei stesso è molto coinvolto, sebbene si limiti a definirlo amico.

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis

Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dottore, la ringrazio per la risposta.

Certo, sono molto coinvolto, e, seppur mi vergogno a dirlo, gli voglio un bene dell'anima. Sono convinto che anche lui mi valuti moltissimo anche se non so fino a che punto, proprio a causa di questo suo modo di comportarsi particolare. Puó darsi che neanche lui sa quello che vuole, anzi, lo ritengo molto probabile. Ora è terminato il liceo e mi deprimo solo a pensare di non passare più sei ore al giorno insieme a lui come prima. Anche per A. credo che non siano stati affatto semplici gli ultimi giorni di scuola. Mi ha chiamato piangendo perchè, avendo scelto due facoltà diverse, non saremmo più stati insieme in classe. All'università è tutto diverso, e abbiamo scelto due distinte facoltà. E quando dico che il suo è un atteggiamento ambivalente deve prendermi in parola. Il giorno dopo mi isola e non mi rivolge parola. Inutile dire che quel giorno in cui mi ha chiamato mi sono sentito, forse per la seconda volta in vita mia, importante o quanto meno utile, almeno per la persona a cui voglio più bene in questo mondo.
Non so che pensare sinceramente, lei dice che forse il suo comportamento è dovuto al fatto che ha paura del desiderio che prova nei miei confronti. Io dico, possibile. Ma secondo me è più probabile che (forse) mi desidera a tratti, a periodi, per il fatto che neanche lui probabilmente sa quello che vuole.
A. non è una persona semplicissima. Talvolta mi sembra che provi addirittura piacere a comportarsi nei modi che io ho sempre odiato. Se ho sofferto sentendomi isolato, non considerato o deriso, lui puntualmente mi isola, non mi considera o mi deride. Io ci passo sempre sopra perchè sono convinto che la sua vera anima è un'altra, è quella buona nei miei confronti. Mi sento alla continua ricerca di un A. che a volte torna e se ne va, che mostra due facce distinte, trasmutandole e invertendole anche nell'arco di poche ore.
Sono troppo attratto dal conoscere il suo orientamento sessuale (o di quello che in passato è stato, ormai ho quasi perso le speeanze) ma allo stesso tempo anche di preservare (almeno) la sua amicizia perchè è proprio di essa che io non posso prescindere, mi sentirei assolutamente perso. Che ne dice?
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Buongiorno,

le credo circa l'ambivalenza che sente, dev'essere doloroso per lei quando A. diventa freddo, generando distanza tra voi. È importante che lei possa capire quali siano i sentimenti di A. e cosa lo spinga a comportarsi in un certo modo.

Provo ancora porle due domande. Che cosa implicherebbe per lei conoscere l'orientamento sessuale di A.? E, inoltre, in questi anni ci sono stati momenti di dialogo tra voi sul valore del vostro legame?

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
[#4]
dopo
Utente
Utente
Conoscendo il suo orientamento mi metteri almeno l'anima in pace. Saprei come comportarmi di conseguenza, cosa che ad oggi spesso mi riesce difficile. Non c'è stato molto dialogo sul valore del nostro legame, se non con riferimento alle nostre future scelte universitarie, che hanno fatto emergere la volontà comune di rimanere in contatto.
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Penso che il dialogo sia prezioso e chiarirsi autenticamente sia vantaggioso. È il modo per sviluppare un legame.

Tuttavia non dobbiamo sottovalutare l'ambivalenza che lei sente. Il suo dubbio è, quindi, corretto. Parlare infatti troppo apertamente potrebbe essere rischioso per chi non è pronto ad ascoltare e a guardare dentro di sé. Cosa fare quindi?

Può lanciare degli ami, diciamo così, e vedere come A. reagisce. Può utilizzare un argomento già conosciuto, ad esempio il fatto che non trascorrerete più tante ore a scuola insieme. Oppure può farlo a livello non verbale, quando il suo sguardo incontra quello di A. e sente che entrate in una dimensione profonda, quando A. si siede su di lei o le chiede dei massaggi. Può proporsi in modo più intimo ad A., avvicinandosi se anche lei lo desidera, e cogliere la sua reazione.

Anche quando perde il contatto con lui, può provare con delicatezza e in modo rassicurante a chiedergli come mai, a dirgli perlomeno un accenno di quello che sente.

Se si accorge che più avanza più A. si chiude, può lasciare la presa temporaneamente per poi riprovarci ancora, sempre con pazienza e cautela, e vedere se quei semi che ha gettato hanno fatto presa sul suo terreno. Magari sperando che anche A. faccia ulteriori proposte. Deve insomma cercare la giusta dimensione.

Se A. vive dei dissidi interiori dovrà desiderare di prendersene cura lui per primo. Lei può sollecitarlo e, solo se lui mostrasse la sua disponibilità in tal senso, aiutarlo.

So che sarà in grado di avvicinarsi, senza farlo a gamba tesa, tuttavia dobbiamo anche poterci prendere cura di lei e dei suoi sentimenti, che possono essere feriti. Non solo perché A. potrebbe non corrisponderli come lei desidererebbe, ma anche perché già A. mostra un'ambivalenza, come dicevamo, che è fonte di sofferenza per lei.

Senz'altro le auguro di poter realizzare i suoi desideri con A., tuttavia voglio anche chiederle se così non fosse, lei riuscirebbe a immaginare di investire con un altro ragazzo i suoi sentimenti amorosi?

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis