Sono malata?

Ho 32 anni, sposata con mio marito da 2 anni e mezzo, stiamo insieme da 10. Lui è un uomo buono e generoso, mi ama alla follia e farebbe di tutto per me. Io no, penso di averlo amato, a modo mio, ma non è mai stato quell'amore folle che ho sempre sognato.. con lui in realtà è iniziata come una storia di sesso, non credevo che avrei mai iniziato una relazione con lui, stavo bene ma non sentivo quelle emozioni forti che avevo provato con il mio ex per il quale avevo sofferto molto. Poi però ho iniziato a convincermi che quelle sensazioni non le avrei più provate, ho iniziato a ripetermi che l'amore folle esiste nei film, quello era l'amore giusto, quello rassicurante. Dopodiché mi sono concentrata sullo studio, poi sul lavoro, poi la casa.. . tutto pur di non farmi domande. In questi anni l ho lasciato diverse volte, ma poi sono sempre tornata. Ma ogni volta, sentivo un peso sul cuore, non ero mai contenta, mai completamente soddisfatta. Anche il sesso è sempre più raro, per. colpa mia. È come se non riuscissi a stare con lui ma nemmeno senza di lui. Anche ora che sto decidendo di rompere definitivamente sono terrorizzata, ho paura
che non è la mancanza di amore per lui, ma che sono io ad avere un problema psicologico serio che non mi permetterà di vivere bene nemmeno eventuali storie future. Mi sento un mostro per aver rovinato la mia vita ma soprattutto la sua. Ho davvero bisogno di aiuto. Grazie
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.6k 572 66
Gentile utente,

mi soffermo in particolare sulla Sua frase:

"ho paura ... che sono io ad avere un problema psicologico serio
che non mi permetterà di vivere bene nemmeno eventuali storie future..".

Può essere, ma online è impossibile fare una diagnosi.
Se c'è un problema di fondo
non è cambiando partner che si risolve,benì cambiando se stessi.

Come?
Attraverso un percorso di persona che,
ne caso Suo,
Le permetterebbe anche di verificare le proprie motivazioni nel voler lasciare "rompendo definitivamente"
e al contempo nell'essere "terrorizzata" da ciò.

Ritiene di poterlo fare?

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
dopo
Utente
Utente
Si, credo che inizierò un percorso psicoterapeutico per cercare di chiarirmi dentro. Devo dire però che nelle mie storie precedenti, anche se molto molto giovane, non ho mai avuto questo tipo di comportamenti, ho sempre avuto ben chiaro chi volevo e chi no, e le volte che sentivo di essere innamorata non ho mai messo in dubbio i miei sentimenti, semmai avevo paura di essere lasciata.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.6k 572 66
Gentile utente,

Le storie giovanili hanno altre caratteristiche:
tutto è all'inizio,
nessuna responsabilità genitoriale,
mancata percezione del tempo che corre,
supremazia del "sogno" sulla "realtà",
ed altro.

Solo un percorso con un/a Psicologo/a che sia anche Psicoterapeuta
Le permetterà di "mettere le mani" sui Suoi veri motivi,
solo e unicamente Suoi.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
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Dr. Paolo Dell'Omo Psicologo 38 2
Gentile utente, leggendo la Sua descrizione del problema colgo "tra le righe" (o per meglio dire, nella Sua ultima frase, quella in cui dice ... "mi sento un mostro per aver rovinato la mia vita ma soprattutto la sua") una - apparentemente - velata preoccupazione per il "danno" che lei potrebbe provocare lasciando il suo attuale partner - marito.

E' una cosa che ci accade spesso, quando stiamo decidendo per il nostro bene di lasciar andare qualcosa del nostro passato, importante per noi. I sensi di colpa (anche inconsci) nei confronti dell' "altro" possono influenzare pesantemente le nostre decisioni, anche se pensiamo magari che la nostra preoccupazione sia di ritrovarci di nuovo in "condizioni analoghe" in futuro con un altro potenziale partner (elemento che peraltro, potrebbe essere anch'esso presente in Lei e su cui occorrerebbe intervenire).

Ritengo che sia necessario per Lei un percorso psicologico di chiarimento interiore volto a definire con maggior consapevolezza di intenti il Suo futuro - rispetto alla relazione da Lei illustrata - e non solo.

Cordiali Saluti.

Dott. Paolo Dell'Omo
Psicologo Clinico e di Comunità
via Carlo Denina 78 - 00179 - Roma

[#5]
dopo
Utente
Utente
Grazie mille per le risposte. Volevo precisare che quando dico che mi sento un mostro ad avergli rovinato la vita intendo i 10 anni passati con me, in cui ha subito le mie indecisioni, i miei dubbi..in cui l.'ho lasciato e ripreso più volte. Per tutto questo mi sento una persona orribile.
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Dr. Paolo Dell'Omo Psicologo 38 2
Comprendo le sue remore per il passato, ma la invito a riflettere sul fatto che scegliere di accettare - o rimanere dentro a - una relazione, per quanto il partner (come nel suo caso) possa aver espresso dubbi, indecisioni o ripensamenti (del resto del tutto legittimi), è sempre il risultato di una scelta di cui la persona si assume la totale responsabilità, non certo di una imposizione o di una "violenza psicologica". Spesso però la "vittima designata" assume volentieri questo ruolo, facendo sentire in colpa l'altro.

Non si senta un mostro dunque per questo: semmai è auspicabile che quest'uomo prenda coscienza del suo ruolo di vittima designata che si è auto-attribuito.

Gentili Saluti.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.6k 572 66
Gentile utente,

riprendendo le fila del Consulto,
tenga conto che noi qui
- dalla postazione online -
siamo in grado di fornire indicazioni sul percorso che riteniamo il migliore,
nella misura in cui ciò può essere valutato dalle poche parole scritte che ci si scambia.

Noi non siamo certo in grado di valutare chi sia la vittima e chi il carnefice.

La Sua sofferta e prolungata vicenda ha bisogno di un ascolto attento vis-à-vis
da parte di una/o Psicologa/o che sia anche Psicoterapeuta;
che non dia giudizi ma che cerchi di aiutarLa a collocare nel giusto modo i Suoi sentimenti e i Suoi comportamenti.
E non in vista delle scelte riguardanti il Suo futuro, ma innanzi tutto nei confronti di se stessa e del malessere che da tempo prova nell'essere "nè con te, nè senza di te".

Se e quando potrà/vorrà farlo
se ritiene ci tenga al corrente.

Saluti cari.
Dott. Brunialti