Come superare la fine di una relazione?

Buonasera, vi espongo la mia storia. Ho 33 anni e da circa 2 mesi è giunta al termine una relazione che andava avanti da 4 anni.
I problemi di fondo, che ci portavamo dietro da almeno 1 anno, possono essere ricondotti ad una diversa ottica di vita all'interno della coppia. La relazione è andata bene finché non si è iniziato ad affrontare discorsi di vita reale. Questo perché in questi 4 anni la mia vita è cambiata, ho iniziato a lavorare e mi sono stabilizzata e lui invece è un musicista che non ha quasi mai fatto altro nella vita. Premesso ciò, nell'ultimo anno c'è spesso stato attrito fra noi ed io a volte sono stata poco dolce nei suoi confronti perché ormai satura da questa situazione di stallo. Detto ciò a luglio è partito per l'ennesima volta per star via una settimana per questioni di lavoro inerenti alla musica ed io sono stata molto dura (non gli rispondevo al telefono e quando lo facevo ero fredda e scostante). Al suo ritorno ho tentato un riavvicinamento - come altre volte è accaduto - ma lui si è dimostrato molto distaccato (spiegandomi poi successivamente che quando era via e non mi sentiva ha sofferto tanto e quindi ha deciso di chiudere, senza però rendermi partecipe di questa decisione). Nelle settimane successive ho cercato un riavvicinamento in tutti i modi ed a fine luglio sembrava esserci stato, ma poi ho scoperto dei messaggi di una ragazza che facevano intendere che fra loro fosse successo qualcosa e quando gli ho chiesto spiegazioni tutto è precipitato, non ho mai avuto risposte da parte sua e si è allontanato ancora di più ad ogni mia richiesta di chiarimento.
Io mi sono sentita annientata ed ho trascorso il mese successivo a dover combattere il mostro della tristezza (non voglio chiamarla depressione), non avendo più voglia di mangiare e perdendo il sonno.
Ora va un po' meglio, la scorsa settimana lui mi ha contattata per un caffè ma si è subito tirato indietro quando ha sentito che ero in giro con amici. Comunque anche fossi stata libera, probabilmente non me la sarei sentita. Il problema ora è che a causa dei social (nonostante abbia bloccato e oscurato quanto più possibile lui e i suoi amici) spesso mi imbatto in questioni che lo riguardano e mi rendo conto di non esserne fuori del tutto e di pensarci ancora. La mia autostima è sotto i piedi e non penso minimamente alla possibilità di uscire con qualcun altro, come qualche amico mi ha consigliato, perché non mi sento all'altezza e sono spaventata. Mi rendo conto che è davvero un problema superficiale, rispetto a tante altre situazioni. Mi sento però ormai stanca e dilaniata da questo pensiero costante che non mi fa godere appieno della bellezza di ciò che mi circonda ogni giorno.
Penso che mi manchi terribilmente e che vorrei tornare con lui, ma se ci rifletto in realtà non ero felice (se non in rari momenti) nemmeno quando stavamo insieme. Ma ho paura di vederlo con un'altra. Cosa
posso fare per uscirne fuori quanto prima? Ringrazio chiunque vorrà darmi un consiglio. Saluti.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 182
Gentile utente, i sentimenti contraddittori e dolorosi che sta vivendo nascono da una perdita che in qualche modo lei ha voluto e non voluto, per cui non si permette di piangere, ma nemmeno di rimpiangere.
Non è un gioco di parole, ma ciò che accade quando s'interrompe una storia emotivamente ancora viva che però non ci soddisfaceva del tutto e ci rendeva più esasperati che felici. Ci viene a mancare, in questi casi, sia la spinta a riconciliarci col partner, sia la consapevolezza che è meglio guardare a un futuro diverso, temperando l'addio con la dolcezza dei ricordi.
In questi casi il consiglio è quello di creare una distanza con quello che è stato, interrompendo i contatti, non per una rivalsa o una vendetta, bensì per darsi il tempo di capire davvero che cosa non andava nella relazione.
Troppo diversi i caratteri, o piuttosto le prospettive di vita?
Troppo superficiale uno dei partner, o troppo rigido l'altro?
Lei parla di problemi nella relazione emersi quando si è stabilizzata iniziando a lavorare, e aggiunge: "lui invece è un musicista che non ha quasi mai fatto altro nella vita".
Mi perdonerà se le dico che ho sorriso dell'impressione che lei sembra avere dei musicisti, quasi fossero eterni bambini superficiali e inconcludenti. Ne conosco che sono professionisti di grande serietà, padri e mariti molto responsabili.
A volte due persone maturano in tempi diversi o fanno scelte diverse sospinte dalle circostanze. Questo le allontana, anche se in realtà sono molto affini. Se poi si aggiunge la durezza di uno dei due, e in seguito la gelosia, con l'orgoglio che non tollera ferite, anche una relazione che poteva dare molto viene buttata via.
Si dia il tempo di riflettere, di ripensare a quello che aveva e alle prospettive reali di ciascuno di voi due.
Personalmente credo che parlare con uno psicologo specialista in problemi delle relazioni aiuti molto a conoscere sé stessi e a condurre con migliori risultati le proprie vicende.
Ci scriva ancora, e non si vergogni di cedere al rimpianto. Quello che è stato lacerato, in fondo, era un brandello della sua vita.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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dopo
Utente
Utente
Gentilissima Dottoressa, innanzitutto la ringrazio per la così minuziosa risposta. Mi sono ritrovata molto in quello che ha scritto. Mi perdonino i musicisti se ho involontariamente offeso la categoria, ma purtroppo ho dovuto riassumere per cercare di dare un quadro generale della situazione. Intendevo dire che questo ragazzo ha 35 anni e si occupa di musica da almeno 15 e purtroppo non è un ambiente semplice. Abbiamo (io a causa sua) spesso dovuto rinunciare a qualcosa che fosse un piccolo viaggio o una semplice uscita per questioni economiche. Il che non mi è mai pesato né lho fatto pesare a lui finché, dopo 4 anni, ho iniziato a palesare la necessità di dare una svolta a questa storia che fosse anche una semplice convivenza. Ma con i presupposti che le ho poc'anzi spiegato sarebbe stato impossibile.
Grazie per le preziose parole che ha scritto e per l'interesse dimostratomi. Spero di riuscire a seguire i suoi consigli!
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 182
Gentile utente, sono lieta di esserle stata utile.
Dalle sue spiegazioni capisco che non si tratta, nel caso del suo ragazzo, del fatto di lavorare in campo musicale, ma del fatto di non cercare, in questo stesso campo o altrove, i mezzi della sopravvivenza e della costruzione di una vita adulta.
In questo modo l'amore per la musica diventa un po' un alibi per non crescere, e forse la vostra separazione potrà aprirgli gli occhi.
Auguri.
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dopo
Utente
Utente
Buonasera a tutt*. Mi ritrovo nuovamente qui a scrivere perché ci sono momenti in cui sento di non farcela da sola. Non riesco ad uscire da questo impasse dopo ormai quasi 3 mesi, si aggiunge il fatto che lui mi manda messaggi contraddittori in cui, con fare simpatico, mi chiede ad esempio di non 'rompergli nei sogni'. Non capisco cosa voglia e tutto ciò mi confonde e mi fa scivolare nuovamente nel baratro. Vorrei chiedergli di vederci, anche solo per chiarire ciò che di non chiarito è rimasto. Ma ho paura che possa essere sbagliato e possa poi farmi ancor più male dopo.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 182
Gentile utente, le consiglio intanto di rileggere tutta la conversazione scambiata fin qui; le sue email, soffermandosi sui sentimenti che evocano, e le mie di risposta.
Se il problema del suo uomo rimane quello di non riuscire a concretizzare nessuna delle scelte di vita che lei desidera, si dia almeno sei mesi di tempo di vero distacco, e li dia a lui, poi eventualmente andate in terapia di coppia.
Può sembrare una strana indicazione, non essendo più, tecnicamente, una coppia, ma in realtà un vero esperto può ravviare i fili dell'intricata matassa costituita da sentimenti, aspettative, progetti di vita, se voi siete davvero intenzionati a farvi aiutare.
In caso contrario c'è il rischio che uno dei due venga sacrificato sempre alle scelte dell'altro.
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Utente
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Gentile Dott.ssa, innanzitutto la ringrazio nuovamente per l'attenzione dimostratami. Purtroppo, a volte, quando la tristezza prende il sopravvento ho paura di fare cose (tipo scrivergli o chiamarlo) di cui poi potrei pentirmi. Ma, nello stesso tempo, il pensiero che possa intraprendere una relazione con un'altra persona mi terrorizza. Anche se non dovrebbe più interessarmi, immagino. Avevo pensato di cercare casa in città (ora vivo in un paesino) per conoscere gente e fare nuove esperienze, ma mi sento bloccata anche in questo. E un'altra cosa che mi fa rabbia è che lui mi ha lasciata proprio nel momento in cui le cose, col suo lavoro, stavano svoltando (uscita disco, tour, ecc), quindi lui è sicuramente proiettato in questa nuova esperienza che gli consentirà, oltre che di guadagnare qualcosa, anche di conoscere gente senza le limitazioni che una eventuale vita di coppia poteva porre in quei frangenti. Io invece ho dovuto supportare e sopportare la nostra relazione quando tutto era fermo e grigio.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 182
Gentile utente, forse non è lui che ha lasciato lei, ma lei che ha innescato un processo di freddezza e di rifiuto al quale lui si è adeguato.
A questo punto, e nella nuova situazione, io se fossi in lei andrei da un bravo psicologo per vedere chiaro in me stessa e decidere il da farsi.
Adesso disegna quest'uomo come qualcuno che si è appoggiato a lei nei momenti grigi ed è volato via con la volubilità della farfalla appena è spuntato il sole; tuttavia l'intera vicenda mi sembra un po' differente.
Non permetta -non permettete, oserei dire- al risentimento e all'orgoglio ferito di falsare la prospettiva di quello che è stato e forse può ancora essere il vostro legame.
Auguri.
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dopo
Utente
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Gentile Dott.ssa, le sue parole sono sempre di grande aiuto perché mi portano a vedere le cose con più chiarezza (perché pare proprio che lei abbia centrato la situazione). Purtroppo la spiacevole notizia è che ieri abbiamo ceduto e ci siamo rivisti. I presupposti erano buoni, un caffè e due chiacchiere, ma, forse dovevamo aspettarcelo, così non è stato. Ma il problema non è tanto ciò che di 'fisico' è accaduto, quanto il fatto che lui si sia lasciato cogliere dalla tristezza e abbia iniziato a lacrimare già da quando eravamo seduti al bar. Non ho ben capito a cosa fosse dovuto precisamente questo sentimento, ma lui continuava a dire che non si spiegava come non fossi riuscita a capirlo in un periodo in cui aveva bisogno di me e io invece mi sono allontanata. Ora non so davvero come comportarmi. Chiaramente siamo stati bene, ma non abbiamo deciso nulla.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 182
Cara utente,
credo invece che lui abbia parlato -e agito, mi sembra di capire- con la massima chiarezza. Ci tiene a lei. E lei ha definito cosa esattamente si aspetta dalla vostra relazione?
Secondo me, se riuscirà e vedere chiaro in sé stessa, il che vuol dire delineare obiettivi REALISTICI, può proporli a lui e capire se potete costruire un futuro insieme.
Io vi faccio i miei migliori auguri.
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dopo
Utente
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Dottoressa la ringrazio. Proverò a fare come dice, ossia a cercare di analizzare meglio me stessa prima di rapportarmi con gli altri (con lui in questo caso), magari con l'aiuto di qualcuno come lei stessa ha suggerito. Ora ho solo paura di affrontare questo discorso con lui, perché mi è sembrato molto provato e spaventato e, temo, disinteressato a volersi reimmettere in questa situazione. La ringrazio per gli auguri, spero di trovare qualcuno che possa aiutarmi e riuscire nell'intento di migliorare il mio modo di rapportarmi con gli altri.