Insonnia e disturbo di ansia

Salve, sono un ragazzo di 22 anni che ormai da piu di due settimane ha purtroppo a che fare con un'insonnia anche piuttosto pesante.
La particolarità è che questo problema mi si presenta sempre quando sono fuori sede, nella casa che ho preso in affitto, da 3 anni, per studiare e seguire lezioni all'università (con altri due coinquilini); quando poi nei weekend torno nella casa con i miei genitori, fino ad ora, non ho avuto alcun problema, riuscendo a dormire.
Il disturbo è piuttosto classico: parto ormai già con una condizione di tensione e ansia generale prima di provare a dormire, poi mi giro nel letto senza risultati e quando guardo il cellulare per vedere l'ora sono già le 2/3 di notte. Ci sono poi dei momenti di "vuoto" durante la notte, dove onestamente non ricordo di essermi addormentato ma nemmeno di essere sveglio. Per esempio questa notte appena conclusa è capitato dalle 3 alle 6. 30 circa, onestamente non so dire il perchè. Ovviamente durante il giorno poi mi sento molto stanco e senza energie e il più delle volte finisco con il perdere la giornata. Di solito dopo una notte insonne di questo tipo, almeno nelle scorse settimane, mi è capitato di riuscire a dormire un po' di più la notte subito dopo ma poi il problema si è subito ripresentato (parlo ovviamente delle notti in cui sono fuori sede).
In passato mi era capitato di avere problemi ad addormentarmi solo pochissime volte, mi ricordo a memoria 2 o 3 episodi che coincidevano con la notte prima di un esame.
Mi ha fatto riflettere il fatto che questo problema sia sostanzialmente insorto dal momento in cui sono tornato a vivere qua, cioè appunto da circa 2/3 settimane e che quindi coincida con il ri-inizio della routine universitaria (questo perchè le lezioni iniziano a ottobre e dunque fino a settembre ero a casa con i miei genitori, durante il periodo estivo).
Aggiungo che sono un tipo ansioso, lo sono sempre stato; in passato ho avuto problemi legati a stati d'ansia in determinate situazioni, specie luoghi chiusi, che spesso erano snervanti per me.
Diciamo che però a differenza di allora, adesso il fatto di non riuscire a riposare è probabilmente più limitante e mi mette in una condizione di tensione ulteriore. Capisco che il fatto di preoccuparsi e di voler dormire a tutti i costi produce in me l'effetto opposto, però ormai quando vado a letto è come se la mia mente si ricollegasse agli episodi di insonnia vissuti da poco e dunque alimentasse questo circolo. La mia paura è che ormai questa "etichetta" che la mia mente ha dato alle notti in questa casa sia difficile da rimuovere.
Concludo dicendo che ho delle ansie e tensioni nella mia vita che credo di aver individuato e che vorrei risolvere. Il fatto, però, è che credo che queste siano presenti da un po' di tempo, a dire il vero da sempre, da anni, e non capisco quindi se ci sia un nesso fra le cose, considerando che questi problemi di insonnia sono nati da poco tempo.
Vi ringrazio per l'attenzione
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Dr. Daniele Rondanini Psicologo, Psicoterapeuta 109 4 4
È molto probabile che ci sia un nesso tra l'insonnia che vive ora e la sua ansia passata. Possiamo pensare che la condizione di vita nell'ambiente extrafamiliare, l'abitazione, gli impegni e soprattutto le relazioni, impostate diversamente rispetto all'intimità della famiglia, attivino interiormente delle tensioni e di conseguenza anche difficoltà di addormentamento.
Credo che il sintomo ansia, ormai perdurante, richieda di essere esplorato e curato. Ricordi che l'ansia stessa è un sintomo, quindi segnale di un disagio più profondo e originario, spesso relazionale e affettivo. Può manifestarsi con insonnia, tuttavia il problema che come stato ansioso è esordito da tanto tempo non va sottovalutato. Può rivolgersi a uno psicologo? Potrebbe aiutarla.

Dr. DANIELE RONDANINI- Dirig. Psicologo ASL RM 2- Psicoterapeuta - Psicoanalista Junghiano Didatta e Supervisore- Docente - CIPA Roma
3384703937

[#2]
dopo
Utente
Utente
Per la mia ansia passata ho affrontato delle sedute gratuite, nelle quali io esternavo il mio problema e cercavo di capirlo meglio ma non un vero e proprio percorso terapeutico.
Devo dire, però, che rispetto ai primi tempi almeno quel tipo di ansia è sicuramente diminuita, o meglio, riesco a fare con più tranquillità cose che prima mi causavano fortissimo stress e tensioni.
Credo comunque di avere di base una mia insicurezza personale, una paura di non essere all'altezza, il tutto connesso con una irrazionale paura del giudizio altrui. E questa è una cosa che credo di portarmi dietro da tanto tempo, infatti anche da bambino sono sempre stato molto timido. Leggendo in giro, è come se avessi una specie di "leggera" ansia sociale. Diciamo che in generale è come se avvertissi il fatto che io ora come ora sia un po limitato rispetto a quello che realmente potrei essere. Non so se mi spiego.
Per il momento, comunque, non credo di poter iniziare un vero e proprio percorso terapeutico da uno psicologo, anche se mi piacerebbe farlo, e penso che in futuro quando sarò un po più autonomo provvederò.
Nel frattempo vorrei lavorare un po di più sui miei pensieri e sulle mie emozioni, e probabilmente anche espormi un po piu a situazioni sociali che ora come ora mi imbarazzano. So di poter crescere perchè anche in passato l'ho fatto quindi non sono pessimista, il punto è ovviamente trovare il modo giusto per farlo. Comunque tornando al problema di insonnia ho compreso il meccanismo di base: in sostanza ora associo il fatto di trovarmi a dormire in quel letto a una condizione ansiosa perchè mi vengono in mente le nottate passate insonni precedenti e dunque mi agito. Agitandomi rimugino, e anche solo il pensiero "stai tranquillo che sennò non dormi" diventa in realtà un pensiero ansiogeno. Dovrei in sostanza uscire da questa routine che si è creata. Grazie comunque per la risposta.
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Dr. Daniele Rondanini Psicologo, Psicoterapeuta 109 4 4
Devo riconoscerle una grande capacità di osservarsi e una chiara consapevolezza dei vissuti psicologici. Quando sarà il momento giusto, senz'altro "meriterà" un percorso di analisi, in modo da superare i nodi che porta con sé - e che non sono innati! - e soprattutto per dare sviluppo alle sue spiccate potenzialità. Non rinunci tuttavia a dire sempre a se stesso le giuste parole di equilibrio, di buon senso, come già fa, e di incoraggiamento e supporto, come forse è mancato dall'esterno, almeno quanto era necessario.
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