C'è una via d'uscita dalla sfiducia?

Buongiorno,
Scrivo qua per chiedere un consulto, poichè tutto ciò che di razionale posso pensare, non mi permette più di gestire la situazione:
Sono fidanzata con un ragazzo da poco più di due anni. La conoscenza inizia senza che ci accordassimo espressamente sull'esclusività della cosa. Ad un evento in cui lui aveva più volte rimarcato che non vedeva l'ora di stare con me ad un certo punto scompare e va con un'altra ragazza. Io ci rimango malissimo. Lui si giustificò dicendo "non so perchè l'ho fatto", piangendo. A me lui interessava moltissimo, e mi sono lasciata convincere del fatto che ancora ci stavamo conoscendo e quindi non mi "doveva nulla". La conoscenza è andata avanti, in maniera bellissima, ma poi sono dovuta andare all'estero per un periodo. Poichè ci eravamo innamorati abbiamo deciso di mantenere la relazione a distanza. Qui ho cominciato ad avere momenti di gelosia molto forte, in particolare se si trattava di vicinanza con la ragazza con cui era andato quella sera.
In una particolare occasione chiedo a lui con chi fosse e lui mi dice i nomi dei presenti. Dopo molto tempo saprò che tra questi c'era una ragazza con cui era uscito più volte ma lui l'aveva omessa. A sua detta quella sera non è successo niente, l'aveva chiamata un suo amico e che non si è sentito di dirmelo perchè non voleva farmi preoccupare. In questa occasione sono andata fuori di me dalla rabbia. La nostra relazione prosegue, una relazione bellissima e completa, in cui lui dimostra continuamente quanto ci tiene a me e quanto mi ama, solo con qualche piccola lite. In questi casi lui si giustifica dicendo che non ci pensa e che vedo il male perche non mi fido. Da alcuni mesi però ho delle crisi d'ansia se comincio a capire che non mi ha detto proprio tutto, comincio a cercare, perdo le staffe con lui, le sue giustificazioni non le ritengo valide e comincio ad avere tachicardie, insonnia e incubi.
Credo che i due episodi di prima siano una parte della causa del mio problema. Gli ho chiesto il favore di dirmi se incontra ragazze con cui i suoi amici "ci provano" e lui si trova in mezzo in modo da evitare inconvenienti. Tutte le volte che sono riuscita a controllare, aveva sempre omesso qualcosa.. Lui si giustifica dicendo che sono esagerata, che non può riferirmi tutto e che al solito, non da peso a quelle cose e non dovrei nemmeno io. Il problema è che non riesco a capire se si sia instaurato un circolo vizioso di sfiducia e quindi vedo il male ovunque o, se forse sono accecata dall'amore e lui continua a fare come gli pare mentre io accetto le sue giustificazioni. Io lo amo tantissimo e voglio stare con lui, e credo che anche lui voglia lo stesso con me, ma non posso stare così male ogni volta che esce e cominciano ad esserci cose che non mi tornano. Esiste un modo per affrontare razionalmente la cosa? Distinguere ciò che deve farmi arrabbiare da ciò che invece è "normale" e portarmi a vivere questa cosa più serenamente?
Grazie mille in anticipo..
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.7k 180
Gentile utente,
vediamo due frasi sue che sembrano indicative: "Da alcuni mesi però ho delle crisi d'ansia se comincio a capire che non mi ha detto proprio tutto, comincio a cercare, perdo le staffe con lui, le sue giustificazioni non le ritengo valide e comincio ad avere tachicardie, insonnia e incubi". E più avanti: "non posso stare così male ogni volta che esce e cominciano ad esserci cose che non mi tornano".
Qui non si tratta solo di capire se il suo partner è un mentitore sistematico con tendenze al tradimento, perché qualunque ne sia stato l'innesco, adesso il problema è chiaramente in lei. Infatti chi potrebbe immaginare di dover controllare il partner continuamente e soffrire fisicamente in questo modo, se non una persona che è preda di un'ossessione? Tra l'altro è cosa risaputa che questo atteggiamento determina in qualunque partner, per difesa, una trincea di bugie e di non-detti anche a proposito di situazioni innocenti.
Capisco però che il primo episodio, quello in cui il suo ragazzo, usciti insieme, passò la serata con un'altra, le abbia destato qualche perplessità; ma questa avrebbe dovuto diventare allarme di fronte alla reazione di lui. A quanto lei scrive "si giustificò dicendo "non so perchè l'ho fatto", piangendo".
L'insolito atteggiamento del partner, e molto di più la sua reazione successiva, avrebbero dovuto destare in lei, non una gelosia ossessiva e assurdamente inquisitoria, quanto piuttosto un interrogativo sulla personalità e sul dominio di sé di questo ragazzo.
Per come lei ci descrive le cose, vedrei bene il colloquio con uno psicologo, da cui per ora potrebbe recarsi da sola. Del resto, se lei scrive a noi, penso che già abbia sospettato che qui non si tratta di semplice gelosia da parte sua e di semplice superficialità da parte del suo partner.
Molti auguri. Ci tenga al corrente.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com