Gelosia ossessiva o delirante?

Gentili psicologi sono un ragazzo di 25 anni che nel 2016 ha avuto la sua prima relazione importante con una ragazza sensibile, dolce e molto bella. La relazione con questa ragazza è finita da molto tempo per incompatibilità caratteriale ma mi ha lasciato e lascia ancora una cicatrice importante nel mio cuore e nella mia psiche e diverse domande/dubbi sul mio comportamento tenuto con lei.
Premettendo che soffro di disturbo ossessivo compulsivo, ho notato che dopo le prime settimane di questa relazione sono diventato particolarmente geloso, infatti entrambi vivevamo nella stessa residenza e condividevamo le nostre giornate insieme ad altre persone.
Sin dall'inizio notai una certa difficoltà a interfacciarmi con lei, come se non avessimo nulla da dirci, e questo scatenò in me un sentimento d'insicurezza, una necessità di doverla sorprendere con regali e sorprese di vario genere per tenere viva la fiamma.
Inizia anche a essere geloso, non lo sono mai stato in vita mia se non in rari episodi, e inizio a chiedermi come comportarmi in questa relazione, e mi viene in mente, non so perché, l'esempio di mio cugino, geloso patologico, e iniziai, sul suo esempio, a dirmi che dovevo fidarmi solo degli amici più stretti. Iniziai a diventare più geloso, ma senza dare vita a scenate oppure a divieti o a vederle di nascosto il cellulare, però ogni volta che vedevo passare una macchina simile alla sua, mi chiedevo se fosse con qualcun altro, e iniziai a immaginarmi diverse persone.
Questi pensieri mi diedero sin da subito fastidio, e allo stesso tempo funzionarono da pepe alla coppia, che durò per un anno e mezzo quando mi decisi a staccare la spina alla relazione.
In questo anno e mezzo, i sentimenti di gelosia molto presenti all'inizio degradarono piano piano fino a scomparire del tutto alla fine della relazione.
Una volta troncato, la dimenticai subito, ma siccome vivevamo nella stessa residenza inizia a riprovare sentimenti di gelosia legati al fatto che lei ormai era libera, che poteva scegliersi un altro ragazzo e iniziai a chiedermi chissà chi sarà? cosa dovrei fare nel caso e domande del genere.
Sono domande che mi perseguitano anche ora, soprattutto in presenza di ragazzi belli, affascinanti, mi pongo queste domande, ogni volta che dovrei vederla mi sale l'ansia al pensiero che possa vederla con una altro ragazzo.
La cosa strana di tutto ciò è che io l'ho respinta anche una seconda volta, e che frequento un'altra ragazza, tra alti e bassi, e con lei non ho mai mostrato un minimo segnale di gelosia, anche quando forse sarebbe stato molto naturale farlo.
Ovviamente non credo minimamente che la mia ex mi abbia tradito, so benissimo che sono pensieri stupidi, assurdi e irrazionali però mi facevano stare male, e mi fa ancora stare male immaginare lei con qualcun altro o con un mio amico
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Dr. Simone Montagnoli Psicologo 2
Salve,
in effetti, al di là di delle definizioni diagnostiche, sembra che attraverso le fantasie di promiscuità lei e la sua precedente partner vi siate organizzati uno spazio per immaginarvi in rapporto con varie presenze e situazioni, e come attività correlata provarvi a dare una posizione/collocazione attraverso questa serie di confronti. Direi che, come lei anche sottolinea, sia la sua età, che la presenza di coinquilini nell'ambiente abitativo possono facilmente alimentare dinamiche e fantasie di questo tipo. Sarebbe interessante esplorare la funzione di queste fantasie sui suoi processi di definizione identitaria. Il "dubbio" può mantenere questa esplorazione viva, ma in questi termini tenderebbe a chiuderla dentro oscillazioni eccitanti-penose, tra attrazione ed evitamento di fantasie. Chiaramente una esplorazione di queste fantasie attraverso un percorso psicologico potrebbe dimostrarsi più interessante in quanto potrebbe ad evolvere le oscillazioni in strade più percorribili.
Io sono a Roma, mentre lei mi sembra risieda in provincia di Roma, ma sono sicuro che potrà trovare colleghi preparati vicino a lei, le consiglio vivamente di orientamento psicodinamico.

In bocca al lupo,

Dr. simone montagnoli