A che età rivelare che si hanno dei fratellastri

Dist. mi Dottori,
formulo la presente per chiedere un parere ed un consiglio relativamente ad una situazione che, immancabilmente o prima o poi dovrò affrontare con mio figlio di 10 anni, nato da secondo matrimonio.
Ho 64 anni, sposato in seconde nozze e con un figlio di 10 anni (nato da questo matrimonio) con uno sviluppo psico-fisico adeguato alla sua età, con un sano e regolare rapporto affettivo filiale.
Dal precedente matrimonio sono nati altri due maschi, ora quasi trentenni, con i quali purtroppo i rapporti sono molto distanti (soprattutto con uno dei dei due); con il secondo (29 anni) dopo vari anni sono riuscito a ricucire un discreto rapporto affettivo.
La domanda che pongo è la seguente: quando parlare con il figlio più piccolo e rivelare che ha anche due fratelli maschi e dell'età predetta.
Come padre vorrei affrontare il tema in oggetto ma non so quando un ragazzo potrebbe essere pronto a sapere questa verità
Premetto che egli vorrebbe tanto avere una sorella, più che un fratello, ma il secondogenito pur avendolo visto in foto non ritiene di volerlo conoscere.
Chiedo anche un se è da ritenersi più utile affrontare il problema con l'aiuto di psicologi (ma non so su chi dovrebbero lavorare.. . . su di me? su mia moglie? o proprio sul mio terzogenito?) . Puur avendo un bellissimo rapporto con mio figlio di 10 anni, pur parlando di tutto, ho difficoltà a pensare di aprire una discussione sui suoi fratelli. Come reagirebbe? Che problemi potrebbero nascere in lui? E soprattutto che problemi potrebbero nascere con me saputa la verità delle cose?
Se potete darmi un consiglio ve ne sarò molto grato.
In attesa di un gradito riscontro, cordiali saluti
[#1]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
Gentile utente,

i 10 anni di Suo figlio sono adatti a tali informazioni.

Di per sè non rappresentano delle "rivelazioni" stratosferiche;
in classe Suo figlio forse avrà situazioni simili, oppure ne sarà a conoscenza,
i secondi matrimoni non sono poi così rari oggi.

Il problema eventualmente è il *modo* in cui il genitore ne parla,
la "tonalità affettiva" che colora tali informazioni.
Se il genitore si vergogna,
se si sente in colpa o fuori luogo per qualche motivo,
tutto ciò trasparirà nella comunicazione con il figlio.


Nel caso Lei si trovi in tale situazione di imbarazzo,
chieda una consulenza ad una Psicologa Psicoterapeuta che si occupa di genitorialità.
Una consulenza per sè, naturalmente,
non certo per il ragazzino...

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
dopo
Utente
Utente
Dist.ma Dott.ssa,
nel ringraziarLa per la sollecita risposta desidero evidenziare che è indubbio che mio figlio sia a conoscenza di problematiche simili con i compagni di scuola. Pertanto non sarebbe un fatto fuori dal normale tale da provocare reazioni emotive.
Per quanto mi riguarda non ho alcun problema a parlargli , se è il caso anche in presenza di mia moglie. Come detto prima, ho un ottimo rapporto di apertura con lui.
In poche parole il mio timore è che rivelando la presenza di altri due fratelli possa reagire emotivamente negativamente nei miei confronti e con perdita di affetto e stima filiale.
Questo è il vero mio dubbio. Come porgere la cosa senza rischiare una perdita di affetto nei miei confronti.
Grazie ancora, Cordiali saluti
[#3]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
La eventuale "perdita di affetto e stima filiale" non dipende dai fatti,
bensì dalla valutazione che darà il ragazzino sulla vicenda.
Ma essa - cioè la valutazione -
molto dipende al modo in cui Lei la presenta, come già dicevo.
Il "come dire" va eventualmente studiato di persona con una Psy
nel caso di Sua incertezza.

Auspico di essere risultata più chiara.

Saluti cari.
Dott. Brunialti