Possibile disturbo latente

Buongiorno, mi rivolgo qui anche se so che non vi è possibile fare diagnosi, ma non riesco a capire se il mio sia un reale bisogno o solo una richiesta (involontaria) di attenzioni e cure. Ho una personalità abbandonica e ho fatto 1 anno di terapia, in cui sono diventata consapevole del mio modo di pensare e comportarmi.
Ciò che però non ho risolto, forse ci andava più tempo, sono dei comportamenti e pensieri ossessivi che nei momenti di calma e razionalità riesco ad analizzare e capire, e me ne dimentico quasi quando va tutto bene, tanto che ne ho parlato poco in terapia. Mi chiedo, è possibile che il fatto che fino a 2 mesi fa che ero vicina a casa, coccolata e seguita dalla psicoterapia, col fidanzato e amici vicini, tutto fosse tenuto sotto controllo, e che il terapeuta non abbia individuato per questo un possibile grave disturbo che ora che sono a 10mila km da casa sta esplodendo e mi sta condizionando la vita (perché dopo queste crisi sono senza forze e non riesco più a far nulla)?
Sto parlando di vere e propri attacchi di rabbia, tristezza, disperazione, esplosivi che mi devastano dentro, mi sembra di impazzire, mi hanno portata a farmi del male fisico (ferite) negli ultimi tempi e a pensare al suicidio come soluzione. Ne ho parlato poco perché fino a 2mesi fa erano rarissime e pensavo che potessero essere interpretate come una esagerazione e richiesta di attenzioni, (o forse lo erano?) anche perché una volta passate stavo bene. In passato smettevo di mangiare per giorni, o mi ubriacato, o spaccavo oggetti facendomi male, diventavo violenta ed ero in preda a una cieca disperazione. Ciò che innesca questi momenti sono sconfitte professionali, rifiuti, tradimenti (presunti), o semplici attacchi personali a cui non riesco a ribattere in modo normale. In questi istanti la sola cosa che mi calma è sentirmi coccolata e voluta bene, il che mi porta una sensazione di torpore e benessere in cui mi dimentico della crisi, e provo quasi euforia, tanto che è come se il giorno seguente il mio cervello cercasse di nuovo i pensieri che hanno scatenato la crisi.
Sono spaventata da me stessa perché in quei momenti mi sento senza via d'uscita, e se realmente subissi un reale abbandono, se non riuscissi a trovare un aiuto, ho paura di non riuscire a calmarmi. La mia testa non ha gli strumenti per uscire da questo, allo stesso tempo mi spaventa l'idea di prendere farmaci (è uno stupido pregiudizio credo...).
Ho preso appuntamento con un terapeuta della zona ma le tempistiche sono lunghe, per questo mi rivolgo qui. Grazie in anticipo per l'aiuto.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 182
Gentile utente,
solo pochi giorni fa il dottor Ruggiero, su queste stesse pagine, le ha dato il consiglio che qualunque specialista condivide: accedere subito ad una visita psichiatrica.
Eventuali farmaci non devono spaventarla, e una psicoterapia focalizzata sul problema attuale può esserle solo di giovamento.
Il dottor Ruggiero giorni fa le consigliava "visita psichiatrica per una valutazione ed un trattamento di questi sintomi che richiedono una attenzione specifica".
Le faccio i migliori auguri, fidando nel suo buon senso.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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dopo
Utente
Utente
Buonasera e grazie per la risposta. Purtroppo non ho la possibilità di richiedere una visita psichiatrica al momento perchè non sono coperta dall'assicurazione (sono all'estero) e posso solamente appoggiarmi al terapeuta della scuola, quindi dovrò attendere alcune settimane. Posso andare una volta ritornata in italia a gennaio, ma starò solo 1 mese. A volte ho paura che il disagio non sia reale, che siano cose normali e che non succederanno più (lo penso quando sto bene di solito) e di conseguenza mi sembra di non aver bisogno, di aver sopravvalutato il problema. Ma quando accadono le crisi è molto pesante per me. Spero che la psicoterapia possa aiutarmi, al momento non posso accedere ad altro (probabilmente sono stata incosciente ad andare così lontana da casa). La ringrazio ancora e buona serata