Sono un uomo di 43anni, in psicoterapia da 2, ho ricorrenti pensieri di suicidio, paura di farlo...

Buongiorno, sono un uomo di 43 anni, sono in terapia da una psicoterapeuta da 2 anni.

Ho da sempre problemi di ansia e relazionali a causa di un ambiente familiare difficile, non ho avuto una vita facile, e non ho mai avuto una relazione.

Ho messo in luce molti aspetti delle mie esperienze di vita durante la terapia, ho problemi di depressione e sbalzi d'umore da circa 25 anni.

Quello che a mi sta facendo paura è il ricorrente pensiero di farla finita nei giorni di disperazione, ne ho parlato con la mia terapeuta, ma siamo passati ad una seduta al mese ed io non ho una persona con cui posso parlare di questa cosa, una persona che mi possa essere vicino in qualunque momento, quando la disperazione è tale da non farmi vedere nessuna alternativa.

Scusate, ma è stato più che altro il bisogno di poterne parlare con qualcuno a farmi decidere di scrivere queste parole....
forse avrei solo bisogno di non sentirmi solo...
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Ha fatto bene a scrivere

Attualmente segue una terapia farmacologica?

Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.

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dopo
Utente
Utente
Grazie per avermi risposto, no non prendo farmaci in quanto lo psichiatra ha definito la mia depressione come secondaria, ritiene che potrebbero influire male nei miei stati di umore un po' euforico(che comunque ho imparato a riconoscere e cerco di controllare).
Pensa che sia più indicato continuare con la terapia psicologica.
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
credo di sì!
Occorre una psicoterapia sistematica con cadenza settimanale soprattutto ora che è presente ideazione suicidaria. Non conosco i motivi per cui le sedute terapeutiche sono diventate mensili ma in una situazione come la sua credo sia veramente necessario settimanali.
Una psicoterapia cognitivo comportamentale potrebbe tornare utile!
Non comprendo quanto proposto dallo psichiatra che certamente conoscerà la sua storia clinica ma un supporto farmacologico, da associare alla psicoterapia settimanale, pare utile.

Cerchi comunque un bravo collega psicoterapeuta cognitivo comportamentale!
Scoperto da terapie non può stare adesso

Cordiali saluti
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dopo
Utente
Utente
Grazie, la terapia che sto seguendo è proprio cognitivo comportamentale, ero arrivato ad un buon miglioramento per questo la terapeuta ha insistito per passare da una seduta ogni due settimane ad una mensile.
Il peggioramento è iniziato forse con l'arrivo dell'autunno ed in concomitanza con situazioni familiari e lavorative non molto serene.
Per quanto riguarda la decisione dello psichiatra, io ho avuto un incidente stradale a 17 anni in cui ho riportato un forte trauma facciale che mi ha lasciato cicatrici al volto, setto nasale deviato, dolori cronici alle vertebre lombari, e delle difficoltà di memoria, concentrazione, compromettendo gli studi, il lavoro, la vita sociale e affettiva, fino a sfociare in periodi di depressione.
Non essendo una depressione clinica (come la definisce lo psichiatra), ha ritenuto che i farmaci non potessero essere un valido aiuto, ma io adesso faccio molta fatica ad accettare quella che è stata la mia vita, fino a pensare che sarebbe meglio farla finita, perché per me non ha senso continuare solo a sopravvivere.
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Comprendo quindi come probabilmente il suo stato depressivo sia dovuto ad una condizione medica generale estremamente invalidante.
Perché però non provare a risentire il suo terapeuta dato il riacutizzarsi della sintomatologia depressiva associata ad ideazione suicidaria e coincidente (come spesso avviene) con il cambio di stagione?
Le tornerebbe utile riprendere una psicoterapia settimanale a mio avviso proprio in questo momento
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dopo
Utente
Utente
Il problema è che la mia terapeuta si sente frustrata da questo mio scoglio, dal continuo fare passi avanti e indietro, e più volte mi ha proposto di cambiare psicologo.
Ma io mi trovo bene con lei, prima avevo provato con un consultorio familiare ma la persona che mi aveva preso in carico mi aveva trattato con fare piuttosto superficiale, scocciato, e sono scappato dopo poche sedute.
Quando ho trovato il coraggio di rivolgermi all'attuale terapeuta c'è voluto un po' di tempo perché io riuscissi a fidarmi, non me la sento di ricominciare da capo un'altra volta....
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Direi che se la collega sta incontrando difficoltà di trattamento e nello stesso tempo lei (tu) incontra problemi relazionali che le impediscono di trovare altro psicoterapeuta: <<< c'è voluto un po' di tempo perché io riuscissi a fidarmi>>>, sarebbe veramente il caso di rivolgersi ad altro collega con cui possa instaurare un legame di fiducia.
Comprendo bene i suoi timori e la tristezza che la sovrasta ma non è assolutamente detto che occorrerà iniziare tutto dal principio anche perché, come lei stesso ha scritto inizialmente, ci sono sintomi che adesso riesce a riconoscere e gestire nei limiti del possibile.
Diventa complesso affidarsi alle novità, soprattutto quando sono presenti dinamiche relazionali poco funzionali, ma è veramente l’unica cosa che in questo momento le consentirebbe di stare un po meglio
Almeno ci provi...
So che è difficile
In questo momento lei ha bisogno di aiuto esterno e trincerarsi dietro paure (assolutamente comprensibili) altro non sta facendo che acuire le paure stesse e mantenere la sua sintomatologia
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dopo
Utente
Utente
Ma io ho fiducia nella mia psicologa, so che il problema sono io...ho abbandonato troppe volte nella mia vita...se lo facessi ora, vivrei con il rimorso di non essere riuscito ad impegnarmi e guarire, per quanto possibile, con l'aiuto dell'unica persona che ha creduto in me.
Perderei la motivazione se andassi da un'altro terapeuta, sapendo che potevo impegnarmi di più e invece ho deluso chi stava cercando di aiutarmi ed ho fallito e mollato per l'ennesima volta...
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Da quello che scrive adesso si intuisce come veramente ci siano problemi che nascono proprio all’interno di dinamiche relazionali e congiuntamente l’aspetto depressivo non aiuta.

Anche questo consulto è una ricerca di aiuto e come vede, anche chi non conosce la sua storia, sarebbe ed è voglioso di poterla aiutare! .

Le do un consiglio: perché non riferire proprio quanto ha scritto nell’ultima risposta alla sua terapeuta?
I timori
di fallimento
di abbandono
di deludere l’altro

Ci sono aspetti relazionali e depressivi che si intersecano e le stanno veramente complicando la quotidianità già di per se invalidante

Quindi, un dialogo Franco e spontaneo con la collega, proprio riferito a come lei si sente in questo momento anche all’interno della relazione terapeuta/paziente
potrebbe giovarle
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dopo
Utente
Utente
Si, anche dalla terapia è emerso un forte problema di reazioni, nato in un contesto familiare difficile e accentuato dalle successive esperienze di vita.
Ne riparlero' nella prossima seduta, credo che sia un nodo fondamentale da sciogliere.
La ringrazio molto per l'ascolto e l'aiuto che mi ha dato!
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
<< Ne riparlero' nella prossima seduta, credo che sia un nodo fondamentale da sciogliere.>>

Concordo pienamente con lei!!!

Lieto dell aiuto
Molti auguri per tutto!