Narcisismo e dolore atroce

Gentili Dottori,
sono un ragazzo - ma forse dovrei dire "un uomo" - di quasi quarantanni.
Ho una vita piacevole agli occhi di molti.
Alcuni direbbero invidiabile.
Lo direi anch'io, se fosse vero.
Negli anni ho sperimentato la psicoterapia ma il conto in banca non me lo permette.
Mi sono anche rivolto a strutture pubbliche ma sono stato rimbalzato da tutti.
E così ho tentato di lavorare su me stesso in modalità autonoma, con risultati discutibili.
Credo di essere afflitto da una forma di narcisismo che mi devasta.
Le mie relazioni sono un disastro.
Da dieci anni sono single.
Chiunque mi chiede "com'è possibile".
A volte, me lo chiedo anch'io.
Da anni mi avvicino a due tipologie di persone.
Uomini che, dopo un'iniziale interesse, mi allontanano devastandomi.
Sono uomini attraenti, hanno spesso problemi di dipendenza e famiglie disgraziate.
Fin dal primo secondo mi rendono insicuro.
Con questa tipologia di ragazzi instauro una forte connessione sessuale e ne divento dipendente.
Il loro non amore diventa una ragione di vita e TUTTO il resto scompare.
Tutto si annulla e prende la forma di quel volto, a cui non posso mai smettere di pensare.
La fine di queste relazioni è sempre devastante ma liberatoria.
La seconda tipologia è costituita da uomini meravigliosi che mi danno tutto ciò di cui ho bisogno e che io butterei dalla finestra.
Sono persone più "normali", meno belle ma non brutte, mi trattano come un principe, mi considerano importante.
Il legame sessuale che s'instaura con loro è debole.
Mi considerano un Dio.
Eppure io, dopo l'orgasmo, provo disgusto nei loro confronti.

Questa cosa che io chiamo narcisismo, negli ultimi anni si è estesa ad altre sfere della mia vita: amicizia e sesso.
Nel primo caso, mi sono improvvisamente reso conto che sto lasciando andare gli amici più cari in favore di quelli che conosco meno.
Come se ripetessi il meccanismo "ho bisogno delle conferme che non ho", lo stesso che accade "in amore"... Nel caso del sesso, negli ultimi tre anni ho sviluppato una vera e propria dipendenza da esso.
Ho fatto sesso con centinaia di ragazzi, ho assunto droghe pesanti.
Come se il mostro prendesse il pilota automatico del mio corpo e ne facesse quello che voleva.
Fino a questa estate quando ho contratto una malattia venerea che mi ha costretto "a riposo" per un lungo periodo di tempo.
Periodo che definirei uno dei più belli della mia vita.
Adesso sono guarito ma sento che il mostro sta tornando.
L'ego ha fame e io non so cosa dargli.
Ho anche conosciuto un ragazzo che mi piace tantissimo.
Ci somigliamo molto, passiamo del tempo insieme.
Lui però non sembra dimostrare interesse nei miei confronti.
O meglio, dimostra interessa umano, stima (forse anche eccessiva), affetto, simpatia.
Ma ogni volta che provo ad avvicinarmi, si ritrae.
Che sia l'ennesimo mostro?

Si guarisce da questa MALATTIA?

Sto cercando di accrescere la mia autostima ma è un'impresa.
Perché credo che quello sia il problema.
[#1]
Dr. Daniela Benedetto Psicologo, Psicoterapeuta 204 5 12
Gentile utente lo stile di relazione affettiva che attiviamo nella scelta dei partner ripropone vecchi schemi appresi in famiglia nel tentativo questa volta di cambiare qualcosa ed ottenere ciò’ che in passato sentiamo esserci mancato.
Purtroppo però quel bambino di allora e’ cresciuto e le persone che incontriamo non hanno il ruolo di prendersi cura di noi o di far crescere la nostra autostima.
L’illusione è la delusione pertanto si alternano in un gioco perverso e vengono sospese’ da uso di droghe o abuso sex nel tentativo di rimediare.
Una sana relazione di coppia prevede una relazione alla pari di scambi reciproci. Una relazione che parta dal desiderio di costruire insieme e la sessualità e’ il collante ludico e piacevole che rende la relazione stessa viva creativa.
Non ci dice nulla della sua vita lavorativa, dei suoi interessi. Lavora, fa sport... l’autostima parte da dentro e da lontano e non dalle persone che conosce.
Tanto e’ vero che a volte si ritrova a disprezzare proprio le persone che la apprezzano perché evidentemente non riesce a valutare positivamente qualcosa a cui lei stesso per primo non crede.
E’ consigliabile, come lei sa, una psicoterapia magari con approccio EMDR, più focalizzata.
Un cordiale saluto
Dr.ssa Daniela Benedetto

Dr.ssa Daniela Benedetto
Psicologa e Psicoterapeuta EMDR Roma
tel. 3396306112 www.danielabenedetto.it
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