10 anni di differenza in una relazione

Salve,

Vorrei chiedere un consulto

Sono un ragazzo di 34 anni e da 8 mesi esco da una relazione (chiusa da me) di 14 anni (10 di convivenza) dopo aver scoperto un suo tradimento.

Inutile negare che questa esperienza mi ha abbassato l'autostima ai minimi storici.
Di donne e di relazioni (anche occasionali) non ne volevo sentire, nonostante qualcuna ci abbia provato con me.

Da 2 mesi inizio a conoscere e sentire una ragazza molto più giovane di me (24 anni).
Viviamo distanti, ma anche quando non ci vediamo ci sentiamo.
Lei mi sta vicino e mi tira su in un periodo in cui io ero in uno stato di semi depressione.

Piano piano inizia a catturarmi nonostante età e nteressi diversi, ma la pensiamo allo stesso modo su questioni importanti.
C'è feeling, lei mi dice apertamente di essersi innamorata di me ma io freno subito e lei mi rispetta.
Settimana scorsa vado a trovarla e ci baciamo.

Io cmq continuo ad avere forti dubbi sulla cosa.
La differenza d'età può essere una discriminante?
Non vorrei impegnarmi troppo perché non vorrei più avere batoste come quella passata (lei dice che non è come la mia ex e non mi posso privare di nuove esperienze per via del passato).
Inoltre la vedo molto più presa di me mentre io lo sono molto meno per via dell'età forse e anche perché cerco di frenarmi.

In più lei ha detto a suo padre tutto (e a me questa cosa ha dato molto fastidio) pensando che capisse.
Il padre non approva per vari motivi, uno su tutti il fatto che la tiene come se fosse in una campana di vetro (anche perché la madre della ragazza in questione è venuta a mancare quando lei aveva 5 anni).


In ogni caso il padre sapendo che lei voleva venire da me un paio di giorni le ha detto che sarebbe morto (facendo leva sui suoi sensi di colpa in quanto ha già avuto un infarto) e le ha detto di non "imbastardire la razza, " (sono siciliano).
Inutile dirvi la rabbia che ho provato nel sentire certi commenti beceri e razzisti ma con lei ho cercato di mantenere la calma.
Lei dice che si vergogna di avere un padre del genere, che cmq vuole vivermi a prescindere da tutto ma io non voglio si esponga così.

Mi chiedo se è possibile che lei si sia innamorata di un uomo più grande per via di una carenza affettiva (orfana di madre).
Mi chiedo se è possibile che lei mi voglia ora ma tra 10 anni (se la cosa dovesse continuare) la differenza d'età sarà importante.
Mi chiedo come mai se non abbiamo interessi comuni mi sia in qualche modo preso anche io di questa ragazza.
Forse perché sento che mi capisce e a questo punto forse dovrei chiedermi se mi manca più l'idea di avere una figura che mi compatisca e non di una storia.
Forse dovrei anche analizzarmi io?

Lei dice di non farmi pippe mentali, di non trattarla come una ragazzina perché sa a cosa sta andando incontro ma io continuo ad avere dubbi se approfondire la conoscenza o allontanarla.

Mi scuso per la lungaggine
Grazie a chi avrà la pazienza di leggermi e di provare a dare una spiegazione
[#1]
Dr.ssa Alessia Riolo Psicologo, Psicoterapeuta 3
buonasera,come psicoterapeuta non mi dispongo all’incontro pensando che la persona debba smettere di soffrire. Piuttosto nel modo del dare un senso alla sofferenza. Il mio compito non è dare spiegazioni, bensì creare pensiero, dare senso. E' quando guardiamo con pazienza i problemi e le difficoltà del nostro rapporto e con infinità tenerezza sbrogliamo i nodi che legano le anime che impariamo ad amare, per davvero. Basta smettere di fuggire, basta cominciare a sbrogliare, ad affrontare la ferita e la propria brama di compassione, abbandonare al processo tutto il proprio cuore. Così dovrebbe operare ogni relazione amorosa: ogni partner dovrebbe trasformare l’altro. D'altronde la bellezza dell'amore è proprio il non sapere, lo scoprire parti nuove di sè e dell'altro.Restare inerti e limitarsi a sognare l'amore perfetto è facile. E' una sorta di anestesia dalla quale potremo non risvegliarci mai. E' compito dell'anima riconoscere il tesoro in quanto tale, indipendentemente dalla sua forma insolita, e riflettere sul da farsi. Talvolta gli innamorati all'inizio di una relazione cercano soltanto un po' di eccitazione, un pizzico di sedativo. Senza rendersene conto, entrano in una parte della psiche, propria o dell'altro, dove dobbiamo lasciare morire una parte di noi per concepire qualcosa insieme.
Una parte di ogni uomo e di ogni donna oppone resistenza al sapere che in tutte le relazioni amorose la Morte deve avere la sua parte. Fingiamo di poter amare senza che muoiano le nostre illusioni sull'amore, fingiamo di poter andare avanti senza che muoiano le nostre aspettative superficiali, fingiamo che le nostre ebbrezze e i nostri impeti preferiti non moriranno mai. Ma in amore tutto, ma proprio tutto, viene accantonato e la persona dalla natura profonda e selvaggia è irrefutabilmente attirata dal compito. Che cosa muore? Muore l'illusione, muoiono le aspettative, la bramosia di avere tutto, il desiderio di prendere solo il bello, tutto questo muore.
E' difficile rendersi conto di quel che si fa, quando si pesca nell'inconscio. Laggiù vive la natura Morte. Non appena scoperto con chi si ha a che fare,spesso il primo impulso è gettarla via. Le relazioni spesso vacillano quando passano dalla fase dell'anticipazione a quella in cui bisogna affrontare quello che in realtà è . Gli amanti che si ostinano a tenere tutto su una cima scintillante vivranno una relazione sempre più ossificata. Il desiderio di vivere l'amore nella sua forma positiva soltanto lo porta a un punto morto.
L'amore costa coraggio e resistenza a percorrere un lungo cammino. Sta a te scegliere. Se vuoi un appuntamento possiamo parlarne insieme. Un caro saluto

Dr.ssa Alessia Riolo psicologa psicoterapeuta gruppoantropoanalista

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